BAITONE


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Valle del Baitone

La Valle del Baitone è una splendida conca racchiusa tra cime imponenti ed è uno dei più begli esempi di valli glaciali sospese di tutto l'Arco Alpino Centrale.
Si erge sulla destra orografica della Val Malga, da quota 1700 m s.l.m. poco a monte della malga Frino, dove il torrente proveniente dal lago Baitone confluisce nel Remulo, fino ai 3331 m s.l.m. del corno Baitone.

La Val Malga è una valle laterale di sinistra orografica della Valle Camonica ed in essa confluisce in corrispondenza della frazione Rino del comune di Sonico (due Km a Sud di Edolo).

E' percorsa dal torrente Remulo che ha le sorgenti immediatamente a sud del monte Adamello, nell'incisione compresa tra la Cima del Laghetto ed il monte Miller, detta anche passo dell'Adamello, che mette in comunicazione la valle sottostante con la parte di altipiano del ghiacciaio dell'Adamello denominato Pian di neve.

Proseguendo lungo l'incisione valliva della Val Malga, da quota 1750 circa si incontra un gradone glaciale percorribile attraverso il sentiero denominato "scale del Miller" che sale rapidamente fino a circa 2100 m s.l.m., da dove la denominazione della Valle assume il nome di Valle del Miller.

La conca del Baitone si trova sospesa sulla destra orografica della Val Malga ed è compresa tra la catena di monti: Punta di Val Rossa (2793), monte Bombiano (2857), corno della Granate (3111), Castelletto (3150) ad occidente; roccia Baitone (3337), corno Baitone (3331), bocchetta dei Laghi Gelati (2970)a Nord; cima di Plem (3187), corno del Cristallo (2981) e corno del Lago (2774) a Est.

E' caratterizzata da una serie di pianori che si succedono uno dopo l'altro, di cui il primo è la malga Baitone (2065) ed il secondo (2250) è occupato dal lago principale detto del Baitone.

Questi era un lago naturale fino agli anni trenta del novecento quando sull'incile dello stesso venne costruita una grande diga in muratura che triplicò la sua capacità di invaso allo scopo di accumulare le portate nel periodo di morbida estiva ed utilizzarle in inverno nelle centrali idroelettriche del "sistema del Poglia".

Lungo le sponde lel lago naturale e precisamente sul lato destro orografico, negli anni ottanta vennero rinvenuti delle selci preistoriche, a testimonianza della frequentazione del luogo fin dai tempi più antichi; risulta anche che questo lago, insieme al lago d'Arno sono gli unici laghi alpini della zona popolati da fauna ittica (trote) da sempre.

E' ipotizzabile che l'antica frequentazione del lago Baitone risalga al calcolitico o al Bronzo antico, non dobbiamo dimenticare infatti che ci troviamo in comune di Sonico, dove i ritrovamenti di incisioni rupestri sono abbastanza diffusi nei suoi dintorni ed in modo particolare nella località denominata "Coren de le Fate", dove sono stati individuati tre tipi prevalenti di figure incise e precisamente:
- cerchi concentrici e raggiati
- figure planimetriche
- figure palettiformi
Mentre le coppelle sono molto diffuse e le figure antropomorfe assai rare.

Si riporta, a tale proposito da "quaderni Camuni n° 40 del 1987 parte di una pubblicazione a cura di Ausilio Priuli e Gian Claudio Sgabussi:

"Il complesso inciso del «Coren de le Fate», a differnza di molti altri complessi camuni, di molte rocce soprattutto dell’area centrale della valle, ospita un numero di categorie di rappresentazioni assai limitato, infatti se ad esempio sulla roccia n. 50 di Naquane sono presenti circa una cinquantina di categorie, qui se ne contano solo 17, delle quali dominanti solo 3.
............................................................
Lo studio analitico delle incisioni ha permesso di individuare una serie limitata di fasi di intervento, in un arco di tempo molto lungo, probabilmente compreso tra il terzo millennio a.C. ed il primo.

Oggi, in sintesi ed in termini approssimativi e di proposta di lavoro si può dire che:
- nella prima fase di frequentazione la roccia e forse tutto il costone circostante di montagna era legato al culto del sole e ciò, sembra, durante il terzo millennio a.C.;
- dopo un lungo periodo di abbandono della attività incisoria la roccia è stata riutilizzata per incidervi figure di tipo planimetrico, quindi probabilmente un intero territorio, nel quale sembra riprodotto persino un insediamento ad uso abitativo oltre a probabili aree coltivate, corsi d’acqua, strade, sentieri, ecc.;
- durante il primo millennio a.C., dopo un ulteriore interruzione, forse di alcune secoli, sono state incise le figure palettiformi come elemento iconografico dominante, legato forse al culto dei morti.

Il tutto:
culto del sole.
culto della terra.
culto dei morti.
Per esprimere in termini sintetici propositivi alcune ipotesi interpretative, sembra indurre a pensare alla sacralità del luogo connessa forse a speciali riti di rigenerazione.

In tre momenti temporalmente diversi, ma anche culturalmente e ideologicamente diversi, forse, uno stesso concetto è stato espresso in modi diversi, attraverso tipi figurativi apparentemente privi di un plesso logico accomunante, in realtà riconducibili, a livello contenutistico, ad un unico denominatore comune: quello della vita".


L'incisione più nota e caratteristica del Coren de le Fate è il cosidetto "Idolo di Sonico": figura idoliforme accompagnata da due dischi solari e da segni di paletta.
Inoltre all'interno del corpo dell'idolo vi sono vari simboli, tra cui sembra un bucranio, un'ascia e un disco solare.

L'idolo appare come un bambino in fascie: il bambino DIO.

L'ipotesi che si tratti quindi di una delle prime rappresentazioni, risalenti al tardo Neolitico, in cui l'uomo vede il suo Dio a "propria immagine e somiglianza" appare affascinante!

E' sicuramente più verosimile questa ipotesi che il viceversa: che sia l'uomo fatto a "immagine e somiglianza" di Dio!
Non sarebbe assolutamente comprensibile la ragione per la quale l'uomo, già animale privilegiato perchè primate "intelligente" debba avere anche, unico nell'universo animale, il privilegio di essere come il suo creatore: "immortale".
Questa presunzione è la superbia del peccato originale!!!

Viviamo in un mondo globalizzato in cui la maggior parte di noi, a differenza di quanto avveniva anche solo un paio di generazioni fa, ha la possibilità, attraverso il web, di conoscere le numerosissime religioni professate nel mondo e vedere come ciascuna di esse abbia declinato, a modo suo, i concetti sovraesposti.

La "superbia" umana di non accettare "con umiltà" la condizione "umana" (e animale e vegetale) di mortalità del singolo con le sue leggi che consentono comunque "l'immortalità" della specie è all'origine delle costruzioni mentali che hanno "immaginato" e quindi fatto oggetto di fede, ognuno a modo suo, la propria crezione del proprio "creatore".


Le incisioni del "Coren de le Fate", insieme a quelle del "Cornel de l'aiva", poco distante da queste, sono sempre visitabili; la località è stata attrezzata (ora necessita di manutenzione) a cura del Comune di Sonico e del Parco dell'Adamello con pannelli esplicativi ed è raggiungibile in 15 minuti di cammino, seguendo le indicazioni che si trovano a Sonico, davanti al municipio.

Chiudiamo la parentesi relativa alla preistoria e parliamo della nostra splendida conca del Baitone:

Il punto naturale di partenza per la conca del Baitone è la località "Ponte del Guat" o "Pont del Guat" che si trova nel fondovalle della Val Malga in comune di Sonico

Si può raggiungere Ponte del Guat:

- Dalla frazione di Rino di Sonico: si segue la strada per la frazione di Garda fino alla località "quattro strade", quindi si gira a sinistra; la strada è un po' stretta ma tutta asfaltata: dopo circa 8 km si raggiunge Ponte del Guat dove si trova il posto per parcheggiare.(quota 1530 m s.l.m.) circa

- Se si proviene dalla bassa Valcamonica, conviene, raggiunto Malonno, girare a destra all'incrocio principale seguendo le indicazioni per Zazza, proseguire quindi per Garda, fino alle "quattro strade", dove si procede diritto per la Val Malga.

Parcheggiato l'auto a Ponte del Guat (il problema del posto si pone solo in pieno ferragosto, per il resto dell'anno si trova facilmente).

Nel primo tratto (un quarto d'ora di cammino) c'è una strada sterrata, percorribile anche con fuori strada (traffico consentito ai soli autorizzati: malga, guardie forestali, soccorso alpino ecc.), fino alla malga Premassone (m 1585) dove, nei mesi estivi, è aperto un nuovo Bar-Ristoro con vendita e degustazione di ottimi prodotti locali di malga.

Ultimamente è stato allestito un parcheggio a pagamento nei pressi della malga Premassone, per cui il transito dei mezzi è stato autorizzato fino in malga.

Si attraversa quindi il torrente Remulo e si inizia la salita in sponda destra orografica, dopo poco, in corrispondenza di una zona di pic-nic attrezzata, sulla sinistra c'è un bivio: noi proseguiamo (a sinistra) sulla mulattiera per Baitone (la strada si segue per andare verso la val Miller).

Il sentiero, segnalato con segnavia n° 13, sale a zig zag con numerosi tornanti; si sposta quindi sulla nostra destra, attraversa una valletta caratterizzata dalla presenza di un conoide di neve scaricata, se si transita in inverno o primavera.

In circa un'ora dalla partenza si raggiunge la località Baitoncello (1943 m); (appena prima si incontra un'area di pic-nic attrezzata, in una radura con i resti di un "baitoncello") dove c'è il fabbricato della ex teleferica Enel (dismessa nel 1987 a seguito alluvione) che collegava Ponte del Guat con la diga del Baitone.

Proseguendo, dopo alcuni tornanti si attraversa una nuova valletta pure questa caratterizzata dal fatto che scarica facilmente valanghe di neve fino a primavera inoltrata, quindi, in venti minuti circa dal Baitoncello si raggiunge una nuova area di pic-nic in corrispondenza dei pascoli della malga Baitone (2065 m)

Si prosegue lungo la mulattiera, si percorrono alcuni tornanti, quindi si attraversa una valletta (anche qui, fino a maggio-giugno c'è un conoide di neve da attraversare), poi il sentiero diventa meno ripido e ci si inoltra verso i piedi della diga, per salire di nuovo sulla nostra sinistra, transitando nei pressi di alcune baite, e finalmente si raggiunge il livello del coronamento della diga (2283) in circa due ore dalla partenza a piedi dal Ponte Guat.


Dalla malga Baitone, volendo, si può seguire anche una "scorciatoia" che raggiunge direttamente la casa di guardia della diga (vicino all'ex arrivo funivia.

Dalla zona attrezzata per pic-nic alla quota della malga, si prosegue diritto, in direzione della sponda sinistra orografica della diga, alla stessa guota fino a raggiungere il costone inerbito dove, proseguendo in diagonale, da sinistra verso destra, si supera il gradone roccioso.

Alla sommità (fare attenzione!) immediatamente sopra la cascata si attraversa l'alveo del torrente in uscita dal lago Baitone, quindi si prosegue quasi in piano fino a superare un piccolo sperone di roccia che ci separa dalla valletta che scende sotto la ex stazione della funivia Baitoncello - Baitone.

Dalla casa di guardia si sale la mulattiera che la collega al nuovo rifugio Baitone (ex casa operai del cantiere Baitone della società Edison - ora Enel -).



Quando si è al rifugio Baitone, in fregio al lago omonimo, si è solo all'inizio della splendida conca; il normale itinerario da proseguire (gambe e fiato permettendo) è di raggiungere l'estremità opposta del lago, passando in sponda destra o sinistra, a piacimento, quindi risalire fino al rifugio Tonolini (quota 2450), tempo circa un'ora.

Questo rifugio fu uno dei primi costruiti in zona (dopo il rifugio Salarno), risale al 1891 e fu fermamente voluto dall'avv. Prudenzini che in quegli anni era il migliore alpinista bresciano ed uno dei più apprezzati divulgatori di itinerari alpinistici camuni.
Nei pressi del rifugio si ammira il secondo lago della zona (in tutto ce ne sono ben otto)che è denominato lago Rotondo.

Da questo punto occorre sceglire se si vuole prosegure sulla sinistra oppure sulla destra orografica della valle.

- In sinistra orografica prosegue il sentiero n° 1, segue una valle naturale che salendo piega alla nostra sinistra, transita nei pressi del lago Bianco, proprio sotto il corno del Cristallo, prosegue passando sotto la cima di Plem, transita a lato del laghetto di Premassone e finalmente raggiunge il passo omonimo (o passo dell'Avio), ubicato nell'avallamento compreso tra la cima di Plem ed il corno di Premassone, a quota 2940.(dal rifugio Tonolini al passo ci vogliono circa 1,45 - 2 ore).

Da questo passo si ha una meravigliosa vista: di fronte c'è l'Adamello con la sua parete Nord-Occidentale, il passo dell'Adamello, la val d'Avio superiore ossia la conca del Pantano e quella del Venerocolo, con la catena di montagne che dall'Adamello raggiungono: sulla sinistra il corno Bianco, la cima Garibaldi, la punta del Venerocolo,la punta Nino Calvi; sulla destra: la punta S. Alessandro,la cima del Laghetto, la cima di Plem.

- Proseguendo invece in sponda destra del lago Rotondo, risalendo una stretta incisione valliva raggiungiamo velocemente un pianoro invaso da acqua contenuta in un fondo che sembra selciato artificialmente tanto è regolare: prima della costruzione della dighetta del lago Lungo era una propaggine del lago stesso.

Da qui, sulla nostra sinistra, più a valle possiamo ammirare i riflessi verdognoli del "lago Verde" che si trova più in basso e spostato verso il costone di destra orografica; dal rifugio in circa mezz'ora siamo alla dighetta del lago Lungo (2530).

Dal lago Lungo si può proseguire verso i laghi Gelati, che si trovano circa a quota 2750 e si raggiungono in circa un'ora, da dove si può proseguire per alcuni itinerari alpinistici caratteristici , quali:

- passo delle Granate
- bocchette dei laghi Gelati
- Corno Baitone
- Roccia Baitone ed altri.



Sonico. santuario di Pradella


ponte del Guat in inverno


lago Baitone


Stambecco presso malga Baitone


Rifugio Baitone


Diga Baitone


Rifugio Tonolini


Malga Baitone e gradone glaciale sovrastante


lago Baitone


Coren de le Fate: area attrezzata per la visita


Coren de le Fate: area attrezzata


Coren de le Fate:Idolo di Sonico


val d'Avio vista dal passo Premassone


Coren de le Fate: simboli solari


lago Bianco, lago Rotondo e rifugio Tonolini


Lago di Premassone visto dal passo omonimo


Baitone


Tonolini




Passo Premassone, (o dell'Avio) sullo sfondo monte Avio


Laghi Gelati visti dalla bocchetta omonima



flora protetta: raccolta vietata flora protetta: raccolta regolamentata protezione dell'ambiente

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