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DESCRIZIONE Paolo Prudenzini, in una relazione
dal titolo: “Il gruppo dell’Adamello – tra la Valle Camonica ed il Trentino”,
pubblicata nel 1894 sul bollettino del Club Alpino Italiano – volume XXVIII –
n. 61, parlando della Val d’Avio scrisse: da: Adamello il tempo dei pionieri di Vittorio Martinelli - ediz. Martinelli Povinelli - 1992 - pagg. 33-34
Nell'800 il popolino credeva ancora fermamente che anche le valli dell'Adamello fossero popolate da diavoli e da streghe.
"Rimpetto a Temù sbocca la Valle dell’Avio, ove quasi a custodirne l’accesso,
si avanzan l’un verso l’altro due poggi, avanzi di morene terminali, fra cui scorre
il rapido torrente, il quale spazia liberamente per tutto il piano della valletta
eccentuandone un lembo inferiore. |
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UTILIZZO IDROELETTRICO Fin dal 1905 vennero inoltrate domande di concessione per l'utilizzo dell'acqua della Val D'Avio e per la trasformazione in serbatoio del lago d'Avio, ma il progetto esecutivo fu presentato solo nel 1920, dopo che la concessione divenne proprietà della Società Generale Elettrica dell'Adamello.(SGEA o GEA) La GEA in quel periodo era già una affermatissima società elettrocommerciale; l'energia prodotta nei suoi impianti veniva ceduta quasi esclusivamente a grandi Società di distribuzione dell'Alta Italia ed anche dell'Italia centrale, specialmente per integrazione dell'energia invernale ed estiva delle rispettive regioni. Tra queste società ricorderemo: la Società Generale Italiana Edison - la Società per Imprese elettriche Conti - la Società Forze Idrauliche di Trezzo/Crespi - la Società Brioschi per Imprese Elettriche - la Società Elettrica Bresciana - la Società Elettrica Bergamasca - la società Orobica - la Società Adriatica di Elettricità - la Società Ligure /Toscana di Elettricità - la Società Mineraria ed Elettrica del Valdarno, ecc. Aveva allora l'esigenza di trasmettere verso la pianura il maggior quantitativo di energia possibile, per cui il nuovo impianto di Temù fu concepito tecnicamente all'avanguardia, con i singoli gruppi che elevavano la tensione direttamente a ben 120.000 Volts per poterla trasmettere a grandi distanze. L'impianto venne costruito utilizzando come bacino di carico l'esistente laghetto naturale dell'Avio che venne sopraelevato con una modesta diga (diga del laghetto d'Avio); una galleria in pressione lo collegava al monte Calvo, da dove, mediante due condotte forzate, l'acqua perveniva alla centrale di Temù. In centrale vennero installati cinque gruppi per una potenza complessiva di quasi 50 MW, che, per quel tempo era una potenza molto elevata. Successivamente anche il lago Avio, o lago Grande, come veniva chiamato allora, venne trasformato in serbatoio costruendo sul suo incile una grande diga, e scavando una galleria di presa al di sotto del livello normale del lago di ben 17 metri. A seguito della eccezionale bassa idraulicità degli anni 1922 - 23 nel lago d'Avio vennero installate anche delle pompe di svaso; venne costruito un fabbricato sommergibile nei pressi dell'opera di presa, e nei mesi invernali (febbraio-marzo) venivano calate mediante un piano inclinato delle pompe mobili, con le quali si sollevava l'acqua del lago naturale da quote inferiori, fino all'imbocco della galleria di presa. In questo modo potevano utilizzare qualche milione di metri cubi in più di acqua, proprio nei mesi di magra. Nel decennio successivo, sempre per incrementare la capacità produttiva di energia invernale, venne ideato e realizzato il progetto "Ferdinando Benedetto" vale a dire svuotare, idraulicamente e quindi economicamente, la piana alluvionale della Malga di Mezzo, scaricando la sabbia nel lago d'Avio, al di sotto della presa, e costruirvi una diga di sbarramento, in modo da ottenere un ulteriore serbatoio di accumulo stagionale: il lago Benedetto. Nell'immediato secondo dopoguerra anche la parte alta della Val d'Avio venne utilizzata a scopi idroelettrici: fu costruita la centrale di Pantano d'Avio, sulla riva del lago Benedetto, alimentata dai laghi di Pantano e di Venerocolo, dove furono costruite le rispettive dighe e realizzati i serbatoi stagionali. Succesivamente nel lago Benedetto vennero convogliate anche le acque del torrente Narcanello, realizzando un'opera di presa a quota 2000 m s.l.m. circa in alta Val Sozzine, che attraverso una galleria di circa otto km raggiunge il lago Benedetto, dopo aver raccolto anche le acque della valle Seria, dei Buoi, del Salimmo e delle valli incavate. Negli anni sessanta venne ammodernata la centrale, riducendo i gruppi da cinque a tre e la potenza a 33 MW ; negli anni settanta venne automatizzata e reso possibile il suo funzionamento in telecomando da Cedegolo. Nel 1984 cessò il suo utilizzo in quanto entrò in servizio il nuovo impianto di generazione e pompaggio di Edolo. L'impianto di Edolo fu costruito dall'Enel negli anni 1977 - 1984, con un investimento di circa 1000 miliardi; continua ad utilizzare le acque che affluiscono naturalmente in Val d'Avio, quelle derivate dal Narcanello attraverso la galleria di circa 8 Km che sbocca nel lago Benedetto, con l'aggiunta, rispetto a Temù, delle acque dell'Aviolo, oltre a quelle pompate dalla vasca di valle. Ha come bacino di monte direttamente il lago d'Avio (le acque del laghetto vengono "pompate" in Avio). Ulteriori informazioni sulla centrale di Edolo: visita centrale di Edolo descrizione centrale di Edolo |