Ecosistemi forestali del parco Adamello


da lezioni corso G.E.V. - dispensa dott. A. Ducoli


Il ruolo della foresta (pag.1)




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flora protetta: raccolta vietata flora protetta: raccolta regolamentata protezione dell'ambiente

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ECOSISTEMA FORESTALE DEL PARCO DELL’ADAMELLO: GESTIONE E TUTELA

Il ruolo della foresta

La “foresta” deriva dall’interazione secondo specifiche proporzioni, di numerosi fattori ecologici (radiazione solare, acqua, composizione chimica dei suoli, ecc.). Si tratta in sostanza di un insieme ordinato di ecosistemi in cui il ruolo dell’uomo assume proporzioni sempre più crescenti.

La pianificazione moderna definisce la quasi totalità degli ambienti naturali italiani paesaggio, ovvero risultato dell’azione dell’uomo sull’ambiente.
La foresta costituisce dunque un patrimonio tanto fragile quanto essenziale per la nostra società; l’uomo ha il dovere di assicurare agli ecosistemi forestali la tutela di cui necessitano e provvedere al loro continuo arricchimento.

Verso la fine del secolo scorso e per buona parte del nostro secolo, la foresta ha subito delle considerevoli depauperazioni. In primo luogo era molto forte il bisogno di combustibile e di legno da opera, secondariamente la continua espansione demografica ha obbligato l’uomo alla ricerca di nuovi spazi, che la foresta è facilmente in grado di offrire.
Gli effetti dell’accentuata deforestazione si sono tradotti inevitabilmente in una drastica diminuzione dei benefici che il bosco è in grado di offrire; il notevole aumento dei fenomeni d’erosione di massa delle superfici che si è verificato negli ultimi anni è un chiaro segno della reale necessità di una gestione più attenta dei soprassuoli, ovvero di un loro significativo recupero.

Oggi queste considerazioni sono una costante della attività pianificatoria delle superfici boscate e soprattutto sono stati riconosciuti in maniera forte i nuovi ruoli che competono alla foresta” (Esternalità positive)

per il bosco vengono distinti Usi (turistico-ricreativo-culturale, scientifico-dimostrativo). Servigi (ecologico-sanitari, igienico-sanitari, risparmio energetico, uso combustibile, idrogeologico, eteroprotettivo, paesaggistico) e Utilizzazioni (legnosa, accessoria, secondaria, venatoria, pascoliva).

La foresta é un'associazione biologica complessa di diverse specie vegetali e animali d’ogni tipo e forma; ogni ecosistema forestale può essere considerato come un grande organismo regolato da precisi ritmi fisiologici a loro volta caratterizzati da un’estrema fragilità.
Ogni singolo elemento inserito nell’equilibrio assume un ruolo importantissimo nell’autoregolazione dell’ecosistema: ogni essere vivente si è “ritagliato il proprio spazio”, in relazione alla capacità dell’ambiente di sopportare la sua presenza, fino ad esserne parte integrante.

L’intervento dell’uomo in ecosistemi naturali dev’essere effettuato considerando attentamente gli effetti delle proprie azioni; ogni azione infatti si traduce giocoforza in una variazione più o meno accentuata delle interazioni tra i fattori in gioco. La conservazione delle specie animali e vegetali dev’essere effettuata partendo dalla conservazione dell’ambiente in cui vivono, tenendo sempre ben presente che in alcuni casi lo sfruttamento incontrollato dei boschi ha portato delle foreste maestose allo stato di landa desolata, coperta soltanto da qualche cespuglio e particolarmente esposta al rischio di incendio ed erosione.

La foresta costituisce il miglior strumento a servizio dell’uomo per il controllo naturale degli agenti atmosferici. La copertura continua delle superfici assicura il terreno contro il ruscellamento incontrollato delle acque piovane (deflusso superficiale e deflusso ipodermico); il soprassuolo costituisce inoltre un enorme serbatoio per l’acqua caduta, la quale viene ceduta ai fiumi in piccole dosi, proteggendo le superfici dai rischi di inondazione (deflusso di base).
Accanto alla regimazione delle acque possiamo aggiungere il fondamentale ruolo che la foresta assume nella regolazione dei flussi termici che arrivano sulla terra dal sole (riduzione quantitativa della radiazione efficace e ridefinizione qualitativa della radiazione che raggiunge il suolo), infatti le piante utilizzano l’energia luminosa per costruire i propri tessuti proteggendo i suoli dal rischio di inaridimento che non in rari casi può dimostrarsi irreversibile (la deforestazione della foresta tropicale porta il suolo ad una desertificazione immediata e irreversibile per i drastici cambiamenti agli equilibri del suolo).

Ogni azione dei singoli elementi costituenti gli ecosistemi è un anello della complessa catena che regola l’equilibrio dell’ambiente, e l’uomo dev’essere sempre consapevole del proprio delicato ruolo come “agente esterno” che interviene nella loro gestione e modificazione.
Ricordiamoci inoltre che la foresta è paragonabile ad un “enorme filtro” che consente di purificare l’aria e l’acqua dalle sostanze tossiche in eccesso (anidride carbonica, ossidi di azoto, pulviscolo atmosferico) restituendo ossigeno; il ruolo che assume nei confronti della nostra salute e di quella degli altri esseri viventi è dunque preziosissimo.

L’uomo ed il bosco

Fino ai primi anni dell’ottocento i boschi del Parco deil’Adamello erano di proprietà delle cosiddette Vicinie. (Comunità laiche), e solo in seguito furono definitivamente inseriti nelle Proprietà comunali, la popolazione locale poteva usufruire dei prodotti del bosco attraverso forme di utilizzazione civica che oggi rientrano nella categoria dei diritti consuetudinari (Usi civici).

Questi diritti riguardavano la possibilità di ricavare legna da ardere (uso civico di legnatico), di raccogliere strame (uso civico di stramatica), di pascolo nelle aree prative (uso civico di pascolatico), e di ricavare prodotti secondari (raccolta di funghi, tartufi, frutti di bosco, castagne, carbone vegetaie, ecc.), concessa ai residenti anche se non proprietari di terreni. Si trattava di “forme gentili” di utilizzo del bosco che ancora oggi vengono esercitate dalla popolazione locale.

Un ruolo considerevole nello sfruttamento dei boschi della Valle Camonica, soprattutto nella prima metà dell’ultimo secolo, è stato invece assunto dalle numerose industrie siderurgiche cresciute in Valle Camonica, la cui richiesta di materiale legnoso combustibile era elevata.

Nel 1923 Legge Serpìeri (Prima Legge Forestale Nazionale, ha “vincolato” l’utilizzo dei bosco alla pianificazione attenta e giustificata di tutte le azioni nei suoi confronti; in quegli anni tra le altre cose è stato introdotto il Piano d’Assestameiìto altrimenti detto Piano Economico, che obbliga le utilizzazioni legnose ad essere sempre correlate al potenziale produttivo che deriva dal preciso Equilibrio della foresta individuato in fase pianificatoria.

La presenza dell’uomo è quindi per la foresta un fattore di grande condizionamento e soprattutto ha comportato nel tempo grosse modificazioni nella composizione attuale dei soprassuoli.

Non è del tutto semplice stabilire oggi quale fosse in passato l’effettiva configurazione vegetazionale dei parco, ma possiamo certamente affermare che alcune specie sono state più condizionate rispetto ad altre; tra esse sicuramente il faggio — Fagus selvatica, la rovere — Quercus petrea e il pino silvestre — Pinus sylveslris sono state le più “sacrificate” nel piano submontano a vantaggio della grossa espansione del castagno — Castanea saliva (più produttivo e più facile da “allevare”).

Nel fondovalle certamente erano presenti grosse formazioni forestali in cui si osservavano numerosi esemplari di carpino bianco — Carpinus betulus oggi relegato in “formazioni relitte” (Val delle Valli).

In campo forestale le modalità d’utilizzo dei soprassuoli boschivi vengono definite trattamento e possono essere ricondotte a due tipologie distinte di governo: - Bsco ceduo e Altofusto.

Il bosco ceduo, che ben si adatta alle latifoglie degli orizzonti montani più bassi, sfrutta la capacità di alcune specie (acero — acer pseudoplatanus, carpino — Ostrya carpinifolia, frassino — Fraxinus excelsior, orniello - Fraxinus ornus, castagno -castanea sativa) di emettere dei fusti secondari anche dopo il taglio (in gergo forestale vengono chiamati polloni); nel secondo caso invece il taglio della pianta avviene solo quando è stata raggiunta la maturità fisiologica (la pianta è vecchia e comincia a diminuire i propri ritmi fisiologici per cui può anche essere tagliata; recidibilità dei soggetti stramaturi).

Il trattamento invece si identifica con il tipo di taglio e gestione che viene prescritto per il soprassuolo; solitamente i boschi cedui vengono “trattati” per l’ottenimento di legna da ardere o comunque di assortimenti legnosi di “minor pregio” (Taglio con rilascio di matricine, Ceduo semplice, Ceduo a sterzo); l’altofusto che ben si adatta alle conifere, consente invece di ottenere assortimenti legnosi di maggior pregio quali il legno da lavoro (Tondame).

Dalla foresta non si ricavano solamente legname da lavoro o per il fuoco, ma altresì una nutrita serie di prodotti secondari quali: funghi e Jartufi,frulti di bosco, licheni, piante offìcìnali, resine naturali (trementina), castagne, corteccia, tanmno, ecc.

La sottrazione regolamentata di questi prodotti, come nel caso del legno, se rientra nei limiti stabiliti dall’equilibrio ecologico della foresta non produce alcun nocumento rilevante.

Agli usi che tradizionalmente interessano la foresta, oggi si sono affiancate nuove forme di utilizzo di questa preziosa risorsa e il bosco viene da molti inteso anche come luogo di ricreazione ovvero, come elemento territoriale in grado di consentire la “riconciliazione” tra l’uomo e la natura. La nuova dimensione che il bosco assume in questo senso, contribuisce ad accrescere i motivi d’interesse dei “non addetti ai lavori” rivolti verso la tutela e valorizzazione dei patrimoni silvo-pastorali.

L’importanza di “informare” tutti coloro che si rivolgono alla foresta è quindi una condizione necessaria affinché ognuno riesca a capirne meglio i meccanismi di gestione; spesso infatti si è portati a giudicare azioni che vengono effettuate nel bosco in maniera semplicistica senza cercare di capire quali siano le ragioni che stanno alla base degli interventi.

 

definizioni

GOVERNO: Modalità di gestione del bosco. In selvicoltura vengono distinti governo a bosco ceduo, governo ad altofusto, forme miste di governo.

TRATTAMENTO: indica la modalità con cui si taglia un bosco (Taglio saltuario. Taglio a gruppi. Taglio per pedali. Taglio a raso, ecc.).

BOSCO CEDUO: Bosco di latifoglie costituito da piante derivate da rinnovazione agamica (i fusti che si originano dalle ceppaie dopo il taglio), in selvicoltura vengono generalmente definiti i seguenti tipi di bosco ceduo:

ceduo semplice: i fusti secondari vengono tagliati contemporaneamente (il bosco è coetaneo in quanto l’anno successivo al taglio nuovi fusti riconminciano il ciclo.)

ceduo a sterzo: vengono tagliati solo i fusti  più vecchi (il soprassuolo è disetaneo perchè sulle ceppaie convivono polloni di età diversa):

ceduo matricinato se al momento dei taglio vengono rilasciate un certo numero di piante provenienti da semi o da polloni tra i meglio confontsatj, per costituire una adeguata nserva di settte e sostituire le ceppaie ormai invecchiate e tisiologicametste non più adatte a tagli di cedtsazione:

ceduo composto: soprassuolo in cui consivono contensporaneamente piante governate a bosco ceduo e piante governate ad altofusto:

ceduo coniferato: soprassuolo misto di latifoglie governate a bosco ceduo in cui il piano dominante è occupato da conifere.

BOSCO D’ALTO FUSTO. Soprassuolo costituito da piante di origine gamica (nate da seme). Si tratta di un tipo di bosco tipico delle conifere mentre nel caso delle

latifoglie abbastanza raro in quanto meglio adatte al Bosco ceduo. In selvicoitura vengono generalnìente definiti i seguenti tipi di fustaia:

  Fustaia coetanea: nel soprassuolo i fusti hanno struttura fisiologica simile (Curva del popolamento campaniforme:

• Fustaia disetanea nel soprassuolo convivotìo fusti di età tra loro diversa (Curva del popolamento iperboliforrne:


pozza d'Arno


Arno


Salarno


Benedetto Avio


Baitone


lago di Campo


stambecco


Sellero


Scianica


Cedegolo


Grevo


Valsaviore


stambecco


Saviore dell'Adamello


Bos


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