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Val d'Avio
Escursioni in Val d'Avio

.....il Vallone dell'Avio elevasi imponente e selvaggio....
(da I Camunni - 1886 - per Favallini Bonifacio )


 

da Malga Caldea....

 

....al passo Premassone (o dell'Avio)


 

...immagini...


laghi d'Avio in inverno


diga Avio in inverno


piazzale guardiania


al passo Premassone


lago Pantano

DESCRIZIONE

Dislivello:1356 m (1636 m circa da fondovalle)
Tempo di percorrenza in salita: circa 5 ore (da fondovalle 6 ore)


il segnale del cellulare è presente solo fino a poco oltre Fondovalle

Partenza da Malga Caldea: 1584 m s.l.m.
Dopo aver attraversato una specie di ponticello (abominevole manufatto costituito da alcuni pezzi di tubi metallici ricoperti da muratura in pietrame e calcestruzzo), ci si trova sulla sinistra orografica della valle e tramite una "pista di cantiere parzialmente asfaltata", con pendenze anche oltre il 20% sale lungo le pendici del monte Avio (corno di Mezzodì) a successivi tornanti, per raggiugere quota 1910 circa.

Lungo questa salita è necessario stare "in campana" costantemente poichè spesso è soggetta a caduta massi.
Naturalmente se ci sono temporali violenti, o appena dopo, il rischio è maggiore, ma occorre essere sempre vigili perchè sono caduti anche in momenti della giornata tranquilli e col sole.

Quando la salita era lungo il vecchio sentiero della "Sigosta" il pericolo era minore in quanto si transitava più a sinistra e più vicino al ruscello della valle delle Fedi non direttamente sotto le zone particolarmente instabili.

Fino oltre la metà degli anni settanta da fondovalle a malga Caldea si poteva andare lungo la strada militare in sponda destra opppure con l'antico percorso (largo poco più di un metro)in sponda sinistra (come ora); più avanti c'era la sola mulattiera detta "Sigosta" lungo la salita del gradone glaciale, (in sponda sinistra) da quota 1585 a 1910.

In occasione della costruzione dell'impianto idroelettrico di generazione e pompaggio di Edolo, per facilitare l'accesso al cantiere, la strada militare venne resa carrozzabile e in un secondo tempo venne anche tracciata la pista di cantiere fino al piazzale davanti alla casa di guardia delle dighe (distruggendo però il vecchio tracciato della "Sigosta"

Lungo la salita si incontrano sparsi larici, abeti rossi, salici appendicolati e betulle di due specie molto simili: la “solita” Betula pendula e la rara Betula pubescens, diffusa peraltro anche più avanti, fino a Malga Lavedole.

Raggiunto il piazzale di fronte alle "case Enel": (fabbricato funivia, casa di guardia, fabbricati ex cantiere, teleferino, cabina elettrica), si prosegue lungo la strada pianeggiante che passa in fregio al lago Avio; dopo circa 600 m, in corrispondenza ad uno "scivolo" che sale sulla sommità della galleria artificiale (paravalanghe) che corre a lato della strada, seguendo le indicazioni per il rifugio Garibaldi, si lascia la strada per un sentiero che si dirige verso il lago Benedetto.

Si transita immediatamente a monte dei fabbricati relativi alla diga del Benedetto e di fronte alla "chiesetta" (1) in ricordo dei caduti sul lavoro dei vari cantieri che si sono succeduti in val d'Avio, praticamente senza soluzione di continuità dagli anni venti agli ottanta ed oltre, del secolo scorso.

(1) - La chiesetta venne praticamente progettata da un certo mons. Montini (credo cugino di G. Battista Montini divenuto poi Paolo VI) in quanto era architetto prima di prendere i voti; egli ha scambiato con la direzione lavori Edison della corrispondenza in proposito, in particolare circa la forma e dimensioni dell'altare.

...immagini...


laghi d'Avio in primavera


diga Avio in estate


laghi: Benedetto e Avio


diga Pantano


cima Plem



Il sentiero-mulattiera prosegue quindi in fregio al lago Benedetto; è pianeggiante in quanto tracciato dopo la costruzione del lago che, come noto è completamente artificiale (piana alluvionale completamente riempita di sabbia e limo svuotata parzialmente attraverso la fluitazione verso valle del materiale e quindi sovralzato con diga la barra tonalitica trasversale che lo conteneva).

Si passa di fronte ai fabbricati della "malga di mezzo" (ricostruiti a questa quota in sostituzione di quelli preesistenti che erano ubicati nei pressi della base della diga); quindi si attraversa un ponticello sul ruscello che scende dal "passo di gole larghe" e ci si inoltra tra gli ontani verdi verso l'estremità di monte del lago, attraversando alcune vallette incise recentemente (alluvione 1987); si raggiunge un piazzale delimitato verso monte da ruderi di fabbricati: erano le teleferiche verso "finestra 3" la zona del pozzo piezometrico della centrale di Pantano, che si trova sulla sonda opposta del lago.

A questo punto il sentiero si inoltra tra i larici e sale a zig-zag con alcuni tornanti, attraversa il ruscello che scende dal corno Baitone quindi sale ripido di fronte alla "cascata" del torrente proveniente dall'alta valle.

Quest'ultimo tratto di sentiero, se percorso in inverno, anche con modesto innevamento, può essere pericoloso a causa della formazione di placche di ghiaccio.

Il sentiero a questo punto diventa pianeggiante e dopo un "ponticello" in pietrame sciolto che attraversa il torrente della "cascata" si inoltra nella piana alluvionale di malga Lavedole; dopo un centinaio di metri si raggiunge un bivio: prosegue diritto per svoltare poi a sinistra sopra un ponticello in legno il sentiero diretto al rifugio Garibaldi, mentre il nostro, che si dirige verso la diga di Pantano, è sulla destra.

Il sentiero inizia successivamente a salire sopra lo spigolo spartiacque del dosso posto dietro la "baita" della malga; sale quindi a zig-zag, transita dapprima nei pressi della stazione meteorologica del servizio valanghe della Regione Lombardia e più avanti nei pressi del torrente che scende dal Pantano.

Si mantiene sempre in sponda sinistra orografica del torrente, sale successivamente verso il pendio, alla nostra destra, fino a raggiungere la sommità della diga di Pantano, dove si congiunge con il sentiero N° 1 "alta via dell'Adamello" proveniente dal rifugio Garibaldi, che transita sul coronamento diga ed è diretto al passo Premassone.

Dalla diga si prosegue per poco verso il fondo lago, lungo il percorso parallelo all'invaso (vecchia sede dell'accesso alla cava primaria durante la costruzione della diga) quindi si piega a destra e si inizia la salita lungo il sentiero n° 1.

Il sentiero ha andamento a zig-zag ed è, di norma, ben segnalato; sale dapprima su pendii erbosi intercalati da rocce montonate e succesivamente su morene prima minute e poi via via di maggiori dimensione man mano si prende quota e ci si avvicina alla base della cresta che divide la val d'Avio dalla conca del Baitone.



da ......(ho perso i riferimenti)

Passo di Premassone m 2923.
- Si apre tra il Passo della Lastra e il Passo dell'Avio e mette in comunicazione la Conca del Baitone con il bacino dell'Avio.

- TOPOGRAFIA.
Situato un poco più a N del punto di masssima depressione, si presenta con la fiancata SO coperta dal pietrame e dall'erba e col versante NE a ripidi lastroni di tonalite. Le carte lo indicano al posto del Passo della Lastra, massima depressione della cresta tra la O. di Plem e Il Corno Meridionale di Premassone, motivo per cui è stato sovente confuso con questo e con il Passo dell'Avio.

- Storia ALPINISTICA.
Fu raggiunto il 5 agosto 1874 dagli alpini della Compagnia del Cap. Adami e fu attraversato il 28 giugno 1891 da V. Beccagutti, E. Beccagutti e E. Zuelli, con E. Cauzzi e P. Putelli (ISoli. 1875, 62; EdO lI, 224; ISoli. XXV, 156; ltM 1891, 257-258).

- Il PANORAMA
da questo valico è grandioso:
l'Adamello, alla testata della sottostante V. dell'Avio, si erge quale enorme e nereggiante torrione dalla Vedretta a mattina del Pantano; poca neve segua nella poderosa parete alcuni erti canali salenti alla sommità; si ammira la cresta che congiunge la Cima di Plem al Pian di Neve; sì scorge il Corno Bianco, il Passo Brizio e quello del Venerocolo, alla cui base si adagia il romito laghetto con il rifugio Garibaldi e da lontano appaiono la cima della Presolana e il massiccio complesso della Concarena.


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