Conca del Baitone
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Escursioni al Baitone

Val Malga

dalla diga Baitone, ...vedo... valle del Miller, corni di Macesso, Campanone del Coppo, monte Marser, pian della Regina - aprile 1990 -



DESCRIZIONE

(da "Il gruppo del Baitone" di Paolo Prudenzini)

.....in preparazione....

Julius Payer, il primo illustratore dell’Adamello, quando, nella orografia del suo classico lavoro, viene a parlare dei contrafforti occidentali e meridionali del gruppo, si esprime in questi termini

La più importante delle diramazioni dell’Adamello verso la Lombardia è quella che si stacca dall’altipiano di ghiaccio a sud-ovest della vetta principale; essa si dirige in linea curva verso nord-ovest con cresta rocciosa orrendamente frastagliata; ha piccoli alti ghiacciai, circonda il cupo Lago d’Avio, di punte e muraglìoni, di motivi pittoreschi, e reca sulla Carta generale italiana i seguenti nomi: Cima di Blem, Corno di Premassone, Corno di Baitone (monte questo che eleva superbamente la sua vetta) e poi Monte Avio, a cui infine seguono monti selvaggi che cadono nella valle Camonica.” Son questi i monti di cui io intendo occuparmi. Li chiamo complessivamente Gruppo di Baitone dal nome delle vette più alte, che è pur quello della valle racchiusa nella cerchia formata dalle due creste che ne costituiscono il nucleo principale e dove trovasi la capanna che faremo meta alle nostre traversate e punto di partenza per le ascensioni.

Geologia: il gruppo di Baitone geologicamente non è che una parte del gruppo, più grande, dell’Adamello.
Questo è formato da un nucleo di tonalite circondata da tutte le parti da sedimenti molto differenti.

Baitone fa la parte di un settore, e cioè comprende una parte della tonalite centrale con la rispettiva parte dei sedimenti circondanti: questi, al Baitone, consistono di schisti cristallini appartenenti alle quarzofil­liti ed alle gneissfilliti; forse, per una piccola parte, di sedimenti meno antichi ancora. In ogni caso è certo che tutti i sedimenti che vengono in contatto colla tonalite furono metamorfizzati in grado molto alto e rappresentano differentissime varietà di rocce di contatto.
Anche le belle granate, che hanno procurato il nome alle cime, valico e cresta ad ovest del gruppo, secondo ogni probabilità devono l’origine al me­tamorfismo di contatto. Il confine tra la tonalite e i sedimenti che la circondano è irregolarissimo.

(....in preparazione....)


lago Baitone

NOTE STORICHE

Scrive Paolo Prudenzini nel 1892:

Bibliografia, storia alpinistica, cartografia -

sulla Cima delle Granate, sulla Cima di Plem e sul Corno Premassone avevo trovato, nel 1891, i biglietti di visita del prof. dott. Karl Schulz di Lipsia con la data del I887. Conoscendo di persona l’erudito e strenuo alpinista, gli scrissi chiedendo informazione di quelle sue salite ed ebbi tosto da lui due fascicoletti a stampa, intitolati il primo:

“Il paesaggio degli alti laghi alpini della conca di Baitone e della Cima di Premassone”

e il secondo:

“Cima di Plem e Corno del Cristallo”

Di questi due scritti non fu dato conto nelle nostre pubblicazioni; soltanto, nella "Rivista" in un annunzio del secondo, si notava la data delle due ascensioni ivi descritte (28 agosto 1887) con l’avvertenza che sulla Cima di Plem i salitori avevano trovato un ometto di ignota origine e sul Corno del Cristallo nessuna traccia di visite precedenti.

In entrambi gli scritti il dott. Schulz manifesta un vero entusiasmo per quel gruppo alpino. Nel primo dice:

Scopo principale della mia relazione è di far rivolgere l’attenzione a questo incantevole paese di “laghi alpini, che sa incatenare in egual modo l’occhio del viaggiatore solo amante di vedute e l’interesse del visitatore”.
Chiama poi po­derosa la cascata del Lago Baitone, bellissima la Cima di Plem, am­mirevoli gli otto laghi, di varia dimensione, forma e colore, di cui fa una minuta descrizione; prova meraviglia che solo Adami e Schnorr prima di lui avessero fatte ascensioni in quel “maestoso gruppo”.

Nel secondo scritto appella ancora poderosa la cascata; elegante la Cima di Plem; di nuovo parla degli otto laghi, dicendo che così uniti non crede se ne trovino in nessun’altra località; dice pulita la malga Bai­tone, di cui loda gli incantevoli dintorni, dimostrandosi grato delle accoglienze ricevute dal suo proprietario

Invano ho cercato con lunga indagine di accertare quali vette del nucleo principale fossero state vinte dall’Adami, il quale, è noto, studiò quel gruppo. G. Battista Adami venne in Edolo nel 1873, capitano della 13 Compagnia Alpina, la prima destinata alla Val Camonica, e vi si fermò per ben nove anni. Alcuni montanari, che furono suoi soldati, mi descrissero con precisione e la valle Baitone ed alcuno dei valichi che vi adducono.

Uno scritto però dell’Adami (o non esiste, od è in mani gelose di farlo conoscere) che trattasse di quel gruppo, non potei tro­varlo, mentre pur credo debba esservi. L’Adami era solito a dar relazione dei suoi studi e lavori o per le stampe al pubblico o per scritto a persone che se ne interessavano. E’ ancor pregevole una sua memoria:

“Notizie sul gruppo dell’Adamello”
in cui il gruppo di Baitone è appena nominato nella breve descrizione della maestosa veduta dalla malga Lavedole di valle d’Avio; al lavoro è unita una tavola di quote altimetriche, e fra le 53 esposte ve ne sono 4 riflettenti il Baitone; le prenderemo in esame quando saremo arrivati alle località cui si riferi­scono. Qui osservo soltanto che nella tavola non è segnata alcuna vetta del gruppo Baitone, il che fa supporre che l’Adami non ne avesse, fino al 1875, vinta alcuna; ciò non toglie però lo abbia potuto fare più tardi. Se la di lui vita fosse stata più lunga egli avrebbe, negli anni del riposo, fatto conoscere ben preziose notizie sopra i Monti Camuni con tanto amore da lui, insieme a distinti suoi ufficiali e bravi soldati, percorsi e studiati. Mori maggiore in fanteria a Verona nel 1887.

Di Schnorr ho trovato una piccola relazione di una salita al Corno Baitone e di essa mi gioverò quando moveremo a quella vetta.

Il dottor Wilheim Salomon (Monaco di Baviera) da alcuni anni fa accurati studi geologici sulla zona dell’Adamello; ho già citato precedentemente tre suoi lavori in proposito e nell’ultimo pubblicato ho tro­vato materia per stabilire quali punti del gruppo furono dal Salomon visitati per studiare la zona di contatto della parte occidentale dell’Ada­mello , e sono: sotto i Prati di Frino in valle Malga; al Lago Baitone; sulla Forcella di Bombià; sul Corno delle Granate.


diga Baitone





diga Baitone





corno del Lago





Centrale di Baitone,
esterno





Centrale di Baitone,
interno





passo Premassone





Centrale di Baitone,
esterno




UTILIZZO IDROELETTRICO

Le acque della conca del Baitone furono oggetto di domanda di concessione per utilizzo idroelettrico, da parte delle Ferriere di Voltri, fin dal primo decennio del 1900. Erano previsti diversi "salti" per utilizzare l'acqua fino al fondo valle.

Negli anni venti la Società Generale Elettrica dell'Adamello rilevò la concessione dalle Ferriere di Voltri e chiese di poter allacciare sia Baitone che il Miller all'esistente sistema del Poglia, che comprendeva già l'utilizzo delle acque, per le centrali di Isola e di Cedegolo, delle valli di Arno, Adamé e Salarno.

I lavori iniziarono nel 1924 a Salarno e solo successivamente al Miller ed al Baitone. Per raggiungere il cantiere di Baitone vennero costruiti ben 6 tronchi di teleferiche, di cui la prima in partenza dalla strada che collega Sonico a Rino ( il fabbricato è ancora esistente, è di proprietà del comune di Sonico ed adibito a sede per le manutenzioni stradali).

Anche i fabbricati degli altri tronchi sono ancora in parte visibili (escluso quello di Ponte Guat, spazzato dalla piena del Remulo nel settembre del 1987), ma sono o diroccati (Pradesella e Fontana Boi) o hanno cambiato destinazione d'uso (Rino di Sonico).

Il cantiere del Miller venne invece allestito attraversando lo spartiacque (Corni di Cevo) nei pressi del Passo di Cevo mediante due tronchi di teleferica, partendo da Salarno, dove c'era già un cantiere attrezzato per la costruzione della diga; le stazioni motrici di queste teleferiche furono poste sullo spartiacque, a circa 2600 m. di quota, e servite da linea elettrica di alimentazione (6000 V) e da linea telefonica.

Durante i lavori del Miller si dovette anche registrare un gravissimo incidente: ai primi di maggio del 1926 una valanga investì il cantiere, che era ubicato in prossimità dell'imbocco della galleria verso Salarno, e provocò la morte di sette operai.

Nel dicembre del 1926 entrò in servizio la galleria che convoglia le acque del torrente Miller nel lago Salarno.

Successivamente (1927) fu costruito lo sbarramento del Miller per poter mandare le acque di Baitone verso Salarno, ed infatti, nel dicembre 1927 entrò in servizio la galleria che dal lago Baitone conduce le acque nell'invaso del Miller per poi proseguire con la galleria di cui si è detto fino a Salarno.

Al Baitone l'opera di presa venne realizzata a quota 2216 circa, ben 34 metri sotto il pelo libero del lago naturale (2250 m s.l.m.), il quale venne svuotato fino a quel livello, scaricando in alveo quasi cinque milioni di metri cubi di acqua.

Inoltre, per poter utilizzare anche parte dell'acqua al di sotto del livello dell'opera di presa fu realizzata una galleria di scarico di esaurimento circa 15 m più in basso (a quota circa 2201 m s.l.m.); successivamente, in modo analogo a quanto già fatto a suo tempo al lago d'Arno, all'Avio e a Salarno, vennero installate delle pompe di svaso che consentivano di travasare circa un milione di metri cubi, dal fondo del lago naturale alla galleria per il Miller.

Qui l'impianto di "pompe di svaso" venne costruito "fisso" in una "caverna" adiacente alla galleria di scarico di fondo, accessibile anche tramite breve piano inclinato dall'ingresso della centrale; l'aspirazione pompe avviene da una tubazione che è derivata direttamente sul tampone dello scarico di fondo lago; la mandata, tramite rimontino in galleria, raggiunge la galleria Baitone-Miller a valle degli organi di travaso dal lago.

Fino agli anni '60/'70 lo svaso veniva utilizzato ogni anno, successivamente, a seguito dell'automatizzazione della centrale e l'abbandono del presidio continuo da parte del personale turnista di esercizio, praticamente dismesso; venne utilizzato solo saltuariamente in occasione di particolari lavori manutentivi e di adeguamento degli organi di scarico della diga.

Solo a seguito della decisione di dismettere la centrale e di ridurre la capacità di invaso del lago, (quota di massimo livello di esercizio da 2281,50 a circa 2266 m s.l.m.) divenne di attualità l'esigenza di svaso con pompe e l'Enel provvide all'ammodernamento: nel 2001 vennero sostituiti i motori, le pompe, le tubazioni e le apparecchiature elettriche.



"nuova" stazione pompe svaso - 2001


Negli anni seguenti (1927 - 1932) venne costruita la diga, innalzando così il livello del lago naturale di circa 35 m e realizzando una capacità utile di circa 15 milioni di metri cubi.

Il sistema del Baitone fu concepito con il compito di accumulare acqua nei mesi estivi per poterla poi utilizzare in inverno; la capacità del lago artificiale è stata dimensionata in modo da poter accumulare anche parte dell'acqua proveniente dalla valle del Miller.

Al Miller venne realizzata infatti la presa "alto Miller" a monte dell'invaso con il compito di convogliare l'acqua al Baitone (utilizzando la stessa galleria in senso opposto) dove, all'arrivo della galleria (2216 m s.l.m.) venne costruita una centrale di pomppaggio, che solleva quest'acqua fino al livello del lago Baitone (max 2280 m s.l.m. circa).

La stessa centrale di pompaggio è reversibile e quindi può funzionare anche in produzione: mentre nei mesi estivi (giugno - settembre) viene utilizzata per "pompare" l'acqua proveniente dal Miller nel lago Baitone, nei mesi invernali, l'acqua del lago Baitone viene scaricata verso il Miller, attraverso la centrale, utilizzando così il salto esistente tra il lago (fino a 2280 ms.l.m.) e la galleria di scarico vero il Miller (2216)

Sempre con lo scopo di utilizzare in inverno le acque estive, nelle conca di Baitone vennero attrezzati anche il lago Lungo ed il lago Rotondo per accumulare volumi di acqua: fu realizzato uno scarico di fondo in ogni lago, e per il lago Lungo anche una dighetta.

In estate i laghi si riempivano completamente; in autunno inoltrato, dopo aver parzialmente svasato il lago Baitone venivano scaricati , attraverso i relativi scarichi di fondo.

Dagli anni settanta in poi non sono più stati utilizzati.
La centrale di Baitone venne costruita negli anni 1931-1933 e consiste in due generatori asincroni da 750 KW, ad asse orizzontale collegati ciascuno a due turbine monostadio reversibili;
  • in funzionamento turbina entrambe le macchine idrauliche vengono collegate al generatore;
  • in funzionamento pompa invece viene utilizzata, da un certo livello del lago in poi, (2251 m s.l.m. circa) una sola ruota a velocità superiore in quanto il motore elettrico (a ro tore avvolto) ha due avvolgimenti:
per il funzionamento turbina a 750 g/1' e a 1000 g/1' per il funzionamento pompa con una sola girante.

A seguito della alluvione del 1987, che ha investitito la funivia ponte del Guat-Batoncello, della mancata possibilità di costruire una strada alternativa negli anni successivi, di un importante guasto in centrale e di variate politiche aziendali, nel 1993 l'enel decise la dismissione.



casa di guardia





centrale - interno -





lago Rotondo (1998)





lago Baitone 1988





lago Baitone (1995)




passo Premassone




lago Lungo(2000)




lago Lungo (1998)





ipotesi di "strada"
malga Frino-Baitone



centrale - interno -



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Last updated 15.2.2008