ex CENTRALE IDROELETTRICA


DI TEMU'

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Valsaviore Val Malga Val Paghera Val d'Avio

Centrale di Edolo

Centrale di San Fiorano

Sentiero degli invasi idroelettrici
DESCRIZIONE

dal fascicolo:
SOCIETA' GENERALE ELETTRICA DELL'ADAMELLO - INVENTARIO AL 31 MARZO 1930
DERIVAZIONE AVIO

DERIVAZIONE AVIO

Il progetto esecutivo, in base al quale è stata eseguita questa derivazione, a firma Ing. Bettinetti in data 7 Febbraio 1920, chiedeva di introdurre varianti al primitivo progetto (*) in base al quale era stata data la prima concessione col Decreto Luogotenenziale n. 8219 dell'11 Agosto 1918 (disciplinare in data 25 Giugno 1918).

Vennero successivamente firmati un disciplinare suppletivo in data 23 Giugno 1923 completato a sua volta da un atto aggiuntivo del 24 Marzo 1926.

Il certificato di collaudo è stato rilasciato in data 31 Dicembre 1925 e successivamente è stato emesso il R.D. n. 5486 in data 10 Giugno 1926 che accorda la concessione attualmente goduta e la relativa sovvenzione.

Portata media concessa mod. 9,39 aumentabili a 12,95, colla regolazione del serbatoio, col massimo di mod. 17 - salto utile: m. 775,75 - potenza: HP. nominali medii 9.712,40, a deflusso regolato altri HP. 3.682,61 e cioè complessivamente HP. 13.394,61.

Durata della concessione: anni 60 con decorrenza dall'11 Agosto 1918.
Canone annuo anticipato con scadenza all'11 Agosto: L. 116.548,80 relativo a HP 9.712,40. (Il canone corrispondente agli altri HP. 3.682,61 è stato bonificato).
Sovvenzione annua accordata: L. 535.144,- con scadenza al 31 Dicembre di ogni anno e per 15 annualità a partire dal 31 dicembre 1926 fino al 31 dicembre 1940.

OPIFICI SOTTESI. - Colla derivazione Avio venne sotteso un solo opificio di uso legittimo e riconosciuto e precisamente la Segheria di legname della Ditta Brichetti G. Maria, posta sulla sponda destra del torrente Avio e da esso derivata, in prossimità della confluenza Avio-Oglio. CONVENZIONI COI COMUNI DI MU-EDOLO e TEMU'
Prima di porre mano ai lavori della derivazione Avio vennero stipulate amichevoli Convenzioni coi due Comuni sopra indicati nel cui ambito hanno sede le opere, stabilendo dei compensi in denaro e in energia elettrica gratuita a riconoscimento di agevolazioni di natura generica che i Comuni prendevano impegno di dare per il regolare e pacifico sviluppo dei lavori.

(*) Domande 2 Maggio 1905 e 17 Febbraio 1906, dell'Ing. Giuseppe Benassaglio per la concessione di derivare, giusta progetto di massima di questa ultima data, le acque dal Torrente Vai d'Avio, in sponda sinistra dei Lago d'Avio, da convertirsi in serbatoio. Atto di cessione delle due domande dell'Ing. Benasaglio alla Società Adamello in data 4 Gennaio 1908 del Dott. Savoldi Notaio in Brescia. Disciplinare 25 Giugno 1918, Rep. N. 401. Decreto Luogotenenziale 11 Agosto 1918 n. 8219.


Questa derivazione utilizza, al disopra della quota 1870, le acque dell'alto bacino imbrifero della Valle d'Avio, tributaria di sinistra del fiume Oglio nell'alta Valle Camonica, a nord del gruppo dell'Adamello.

Il torrente Avio è, in ordine di quota, il primo affluente importante del fiume Oglio; vi si immette in sponda sinistra, circa 4 Km. a valle del paese di Pontedilegno, alla quota 1100 sul l. m. L'impianto utilizza il bacino alto della Valle d'Avio.

Il Bacino, che misura la superficie di Circa 25 Kmq. dei quali circa 3 coperti da ghiacciai, viene utilizzato sopra un salto medio di m. 770; il valore idrografico dell'impianto risulta quindi di 19.250 Kmq. m.

A questo punto si nota che, per utilizzare il salto di m. 770, la restituzione delle acque di scarico della Centrale è fatta, non nel torrente Avio, ma nel fiume Oglio, circa 900 m. a valle della sua confluenza naturale.

Il bacino è ricco di ghiacciai, di cui i più importanti sono le vedrette d'Avio, del Venerocolo e dei Frati, queste ultime allacciate col ghiacciaio dell'Adamello attraverso quattro selle fra Monte Adamello e Punta Venerocolo.

Tutti i corsi d'acqua delle numerose vallette, di cui si compone il bacino, si riuniscono, alla quota 1900 circa, in un unico corso che si immette subito nel Lago d'Avio; è questo un bel Lago alpino, contenuto entro rocce granitiche, di forma regolare ellittica, lungo, al livello naturale, circa m. 850, largo m. 450, della superficie di mq. 308.000, con una profondità massima di circa m. 80, a quota sul livello mare 1876.60.

Le acque di scarico del Lago d'Avio si riunivano, dopo un centinaio di metri di percorso e circa 15 di cascata, nel sottostante laghetto d'Avio, molto più piccolo del sopradescritto, poco profondo, avente al livello naturale la superficie di mq. 24.000. All'incile di questo laghetto passa, come venne già accennato sopra, la linea di sbarramento delle acque.

I criteri fondamentali sui quali si basa l'impianto sono: utilizzare il Lago Grande come serbatoio per immagazzinare, nel periodo estivo dello sgelo e dei periodi piovosi, tutta l'acqua eccedente il consumo normale della centrale, in modo di avere disponibile una conveniente riserva d'acqua durante il periodo di magra invernale; utilizzare il Laghetto come serbatoio e come bacino di carico della Centrale; a tale scopo il canale derivatore venne studiato e costruito per funzionare sotto pressione e può, in certo modo, considerarsi come il primo tratto della condotta forzata.

I lavori di questa derivazione vennero iniziati nell'anno 1920 su progetto a firma degli Ingg. Bettinetti e Gavazzi e in base a decreto di concessione 11 Agosto 1918 N. 8218.

DESCRIZIONE DELLE OPERE

SERBATOI

SERBATOIO STAGIONALE DEL LAGO D'AVIO:
Ha sede nella conca naturale del Lago omonimo, posto sul medio corso della valle a quota 1876.60, misura la capacità complessiva di mc. 16.300.000 dei quali circa 5.000.000 contenuti nel vaso naturale del lago, tra il primitivo livello delle acque e la soglia della bocca di presa m. 18.10 più bassa; i rimanenti contenuti dalla diga con m. 30 di battente.

DIGA:
Si imposta all'incile del lago sulla dorsale di roccia granitica compatta (tonalite) che ne forma lo sbarramento naturale; la posizione della diga venne determinata in modo da utilizzare razionalmente il punto più convergente delle due sponde ed i più emergenti della roccia; circostanze queste segnate con sufficiente evidenza dalla natura stessa della località.

Tuttavia sulla sponda destra la roccia, nettamente indicata alla base e sulla falda montana soprastante, si presentava coperta da un esteso banco di materiale detritico; sondaggi eseguiti all'inizio dei lavori segnarono la roccia ad una profondità media da 8 a 10 m.; si resero così necessari rilevanti lavori di scavo per lo scoprimento della roccia e la buona impostazione della diga.

Questa circostanza gravò notevolmente sul costo dell'opera.
L'opera venne iniziata nell'estate dell'anno 1922 su progetto di diga a gravità, costruendo durante la stagione lavorativa circa mc. 2100 di muratura.

Nel seguente anno 1923 l'opera venne ripresa su diverso progetto ad archi multipli, costruendo nella stagione le fondazioni di 9 archi e relativi piloni per un volume complessivo di mc. 2600 di calcestruzzo.
Il cambiamento di tipo venne deciso per ragioni di economia e di maggior rapidità di esecuzione.

Nell'anno successivo 1924 venne riadottato il sistema di diga a gravità secondo il progetto definitivo illustrato qui di seguito.
Sul ritorno al tipo a gravità ebbe notevole influenza il grave disastro della diga del Gleno ad archi multipli, avvenuto il 1° dicembre 1923.

Anche queste circostanze influirono sensibilmente sul costo.
L'opera venne ultimata nella stagione lavorativa 1929.

Durata media della stagione lavorativa in ciascun anno: mesi sette dall'Aprile all'Ottobre compresi, dei quali solo sei utili per le opere murarie.

La diga attuale è, come si disse, del tipo a gravità, profilo triangolare, pendenza del paramento a monte 5 %, del paramento a valle 65.6 %.
Elementi di calcolo: peso della muratura Kg.mc. 2550, acqua Kg.mc. 1000, sottopressioni 0.5 del carico d'acqua, spinta del ghiaccio 15 t/m.

Forma e dimensioni dell'opera risultano dettagliatamente indicati nei disegni qui riprodotti; se ne riportano qui i dati principali:
andamento planimetrico ad arco circolare con raggio di m. 400;
altezza massima di ritenuta m. 30, più le fondazioni di m. 3 in media, più il franco di m. 3.55;
larghezza alla base m. 22.80; in cresta m. 4;
sviluppo in sommità m. 306; volume complessivo mc. 65.500.

L'opera è costruita in muratura di grossi massi di granito annegati in spessi strati di malta dosata a Ql. 3 al mc. di cemento Portland di 2a qualità.

Il pietrame venne preso da cave aperte sui fianchi della montagna.
La sabbia mista a ghiaia venne cavata in luogo da un piano naturale situato a monte del Lago d'Avio alla distanza di circa m. 1500, raccordato al cantiere di lavoro con binario decauville.

Le fondazioni non hanno presentato difficoltà nella parte centrale e sulla sponda sinistra ove la roccia era affiorante;, in questa zona gli scavi raggiungono una profondità di circa m. 2 con rimozione di circa mc. 11.000 di materiale.
Sulla sponda destra invece il lavoro di scavo e fondazione entro il banco di materiale detritico presentò le già accennate difficoltà; il materiale stato rimosso è valutabile in circa mc. 8.000.

Il paramento a valle della diga per comodità di costruzione e di manutenzione venne disposto a riseghe, alla distanza verticale di m. 4.15 fra loro, della larghezza di m. 0.40, ottenute esternamente al profilo teorico mediante aumento della pendenza dal 65.6 % al 56 %;
detto paramento è lavorato a conci orizzontali a faccia vista; la sommità è pure lavorata in conci e lastroni di granito, con cornice sagomata a valle dello spessore di m. 0.70.

Il paramento a monte della diga è protetto da manto impermeabile Lèvy, in calcestruzzo dosato a Ql. 3 per mc. fondato nella roccia, disposto a voltini semicircolari ad asse verticale, aventi diametro interno di m. 1.70, spessore base m. 0.35, in sommità 0.20.

Verso acqua il manto è protetto da intonaco di malta di cemento dosata a Ql. 6 al mc.
Le acque filtranti attraverso il manto sono raccolte al piede e scaricate a valle della diga per mezzo di cunicoli collettori.

Nel manto drenante vennero incorporati per ragioni di economia i nove arconi della iniziata diga ad archi multipli, raccordati con cupoloni sferici al resto della struttura.

Il manto così costituito copre una superficie di complessivi mq. 6.900 e misura un volume di mc. 2.800.

Sulla sponda destra ove la diga si interna, come si disse, nel materiale detritico, il manto è protetto da uno strato muratura e calcestruzzo dello spessore medio di m. 2.50 impostato sulla roccia e risalente a gradoni dal fondo l'alto.
Questa struttura ha lo scopo di salvaguardare il manto da offese di eventuali franamenti.
Tale opera aggiuntiva raggiunge un volume complessivo di mc. 2.000.

La diga è munita dei seguenti organi di scarico:
Sfioratore: a lama aderente ricavato sul corpo della diga alla estremità sinistra, alla quota 1906.60, lungo m. 65, atl scaricare mc. 100 al 1" col battente di m. 0.95.
Due bocche di alleggerimento: pure in sponda sinistra a quota 1892, munite di paratoie metalliche circolari del diametro di m. 1.70; le bocche sono seguite da tubi metallici chiodati di uguale diametro, dello spessore di mm. 5, traversanti da monte a valle le fondazioni della diga.

Le manovre di questi organi (a mano, meccaniche ed elettriche a distanza) sono riportate alla sommità della diga in apposita cabina di profilati di ferro e lamiera; a piena apertura le bocche possono svuotare il volume di acqua sovrastante in circa 45 ore.

A valle dello sfioratore e delle bocche di alleggerimento vennero predisposti opportuni canali per il contenimento, il convogliamento delle acque nel sottostante laghetto.
Queste opere, ricavate in parte in spessore di roccia e su essa fondate hanno richiesto scavi e sbancamenti notevoli e forte impiego di muratura; questa venne eseguita in conci di granito lavorato alla punta.


OPERE DI PRESA DAL LAGO GRANDE - consistono:
in una galleria scavata nella dorsale di roccia compatta che divide il lago dal sottostante laghetto nel punto dove la distanza fra i due vasi è minore.
Lunghezza della galleria m. 140; sezione 2 X 2; pendenza 0.7 %.
La galleria venne scavata sotto il livello naturale dei due laghi e precisamente m. 18.10 sotto quello del lago principale e m. 3.50 sotto quello del laghetto, questo preventivamente svuotato come sarà detto in seguito.

La perforazione venne eseguita da valle con procedimento normale fino sotto il lago, salvo un ultimo diaframma di roccia dello spessore di circa m. 1.50; questo poi venne demolito con brillamento simultaneo ad accensione elettrica di N. 67 cariche di dinamite (Kg. 53 di esplosivo) predisposte in altrettanti fori da mina in esso praticati.
Prima di attuare questo procedimento venne scavato in riva al lago un pozzo verticale di approccio alto m. 16, sezione m. 1.80 X 1.80 comunicante con la sottoposta galleria alla progressiva m. 42 e difesa questa, verso il lago, da griglia di ferro per prevenire ingorghi a valle.

Il procedimento sortì buon esito ancorchè la roccia fosse coperta da un banco di limo glaciale dello spessore di una ventina di metri e lo svuotamento del lago ebbe effetto; si arrestò solo agli ultimi metri per ingorgo della bocca, il che rese necessario l'uso di pompe per lo smaltimento delle acque attraverso il pozzo sopra descritto.

Nel corso di questa operazione ebbe luogo un franamento naturale di tutto il banco di limo che denudò completamente la roccia in corrispondenza della bocca di presa.

Questa è munita di portale in calcestruzzo della luce di m. 2.60 X 3.50 raccordato alla roccia, ed è protetta da griglie in ferro.
Il complesso delle opere ha presentato qualche difficoltà che ha influito sul costo.

In un primo tempo, precisamente dall'inizio del funzionamento, autunno 1922, a tutto il 1928 la galleria di presa venne usata senza alcun rivestimento.
Nella primavera del 1929 la galleria, dall'imbocco al pozzo di manovra di cui sarà detto in seguito, per una lunghezza cioè di 118 m. circa, venne rivestita in calcestruzzo non armato confezionato nella proporzione di Ql. 2.5 di cemento Portland a mc. secondo una sezione circolare del diametro interno di m. 1.80.

Le pareti interne del rivestimento vennero intonacate con malta di cemento lisciata, contro roccia furono praticate iniezioni di cemento liquido.
Scopo del rivestimento quello di impedire filtrazioni di acqua attraverso la roccia sotto le fondazioni della diga soprastante.
Per le stesse ragioni venne pure rivestito in calcestruzzo il pozzo di approccio di cui è già stato fatto cenno, secondo sagoma quadrata di m. 1.60 X 1.60 con intonaco lisciato e iniezioni di cemento contro roccia.

Organi di chiusura e regolazione:
Originariamente consistevano in due saracinesche metalliche del diametro di m. 0,70 disposte una di fianco all'altra, precedute e seguite da tubi metallici di raccordo tronco-conici annegati in due blocchi di calcestruzzo.
Questi organi sono installatì alla base di un pozzo scavato verticalmente sopra l'asse della galleria ora descritta alla progressiva 124.10;
altezza del pozzo m. 15.00; sezione m. 2.50 X 3.50 non rivestita.
La manovra delle saracinesche è collocata in una cabina di muratura alla sommità del pozzo, a m. 5.70 sopra il massimo livello del laghetto.

Essendosi però constatato durante i primi anni di esercizio che questi organi di presa risultavano sottoposti ad un uso intensivo e che la loro natura non era tale da rispondere con piena sicurezza alle loro funzioni, venne deciso di introdurre nella galleria un secondo sistema di organi meglio rispondenti alla funzione di erogazione sotto forte pressione di acqua ed atti a formare in caso di bisogno una seconda chiusura di sicurezza.

Pertanto nella primavera del 1929, alla base di un nuovo pozzo scavato nella roccia sopra la galleria a m. 11, a valle del primo, vennero poste in opera una saracinesca metallica del diametro di m. 0.80 e una valvola Johnson del diametro di m. 1.45, affiancate e raccordate ciascuna a monte e a valle a tubi metallici di adatto diametro annegati In blocchi di calcestruzzo.

La manovra di questi due organi si trova in una cabina di muratura alla sommità del pozzo, avente la luce netta m. 2.00 X 4.30; alto m. 11, sul cielo della galleria, trovandosi il piano della cabina a quota 1871, e cioè m. 2.30 sul livello di massimo invaso del laghetto.
La parte inferiore di questo pozzo venne, come detto, ricavata in roccia, parzialmente vestita poi di calcestruzzo.
La parte superiore venne costruita in muratura fino alla quota sopraindicata.


IMPIANTO POMPE SVASO:
Già all'epoca del primo svaso del Lago, effettuato per mezzo della galleria di presa fino a 18 m. sotto il livello originario, che tale è appunto la profondità della bocca di presa, risultò che il vaso naturale del lago stesso conteneva ancora al disotto di quel livello un notevole volume di acqua, misurando lo specchio del lago a quella quota mq. 238.000 di superficie con delle profondità, al largo, di qualche diecina di metri.

Sorse pertanto l'idea, del resto già applicata antecedentemente per altri serbatoi, di utilizzare quella capacità per mezzo di un impianto pompe di sollevamento.

Questo impianto iniziatosi nella primavera dell'anno 1923, sviluppatosi poi di anno in anno, risulta al 31 Marzo 1930 così conformato:
Premettesi che tutto l'impianto ha carattere, diremo, semifisso inquantochè i gruppi vengono posti a funzionare su basi fisse ricavate sulla sponda del Lago, ma devono essere spostati di periodo in periodo secondo il variare del livello dell'acqua.

L'impianto deve quindi possedere la caratteristica essenziale di una relativa facilità di montaggio e smontaggio poiché non solo ad ogni stagione annuale di funzionamento esso deve attraversare queste fasi all'inizio e al termine della stagione, ma nelle fasi intermedie dello stesso periodo i gruppi devono potersi muovere rapidamente da uno all'altro piano di funzionamento.
Così dicasi per tutti gli accessori inerenti e cioè tubi aspiranti e prementi, cavi elettrici dei motori ecc.

Nel periodo di inattività, variabile a seconda delle annate ma che in ogni caso è di almeno otto mesi, i gruppi e accessori si tengono ricoverati in appositi locali, naturalmente al disopra della quota di massimo invaso del Lago e in località adatta per le manovre.

Al momento opportuno e cioè quando, in periodo di svaso, l'acqua nel serbatoio sta per raggiungere il livello minimi di erogazione naturale (circa m. 17 sotto il livello originario) si dà inizio all'installazione dell'impianto, il quale ha la base di azione sulla sponda sinistra del Lago, sopra un affioramento roccioso posto alla distanza di circa m. 75 dalla bocca di presa, tra le quote 1843,50 e 1860 e su un'area di circa mq. 320.

Il complesso delle opere murarie costruite in questa zona, tutte soggette ad essere sommerse durante il periodo di invaso del serbatoio, è costituito da:

Una serie di 7 gradoni in muratura, fondati su roccia, della quale seguono la pendenza naturale, larghi da m. 6.50 a m. 11., lunghi da m. 2 a m. 6, spianati in superficie con gettate di calcestruzzo alle quote 1859.90 - 1856.45 - 1853.75 -1851,10 - 1848.50 - 1845.50 - 1843.50, sui quali vengono installati i gruppi delle pompe.

Un piano inclinato a lato di questi gradoni per il trasbordo dei gruppi dal locale di custodia ai vari ripiani e da piano a piano in senso discendente o ascendente.
Questo piano inclinato ha lo sviluppo di m. 240, lo scartamento di m. 1.05; la sede parte in muratura parte in legname è armata con rotaie decauville di cm. 8 ed è munita in alto di un argano della portata di 20 Ql.
Un bacinetto di raccolta delle acque sollevate dalle pompe, col fondo a quota 1860,55 seguito da un canale di eguale dimensione in muratura a mezza costa, sboccante nella galleria di presa.
Sviluppo complessivo m. 99, sezione 1.40 X 1.35, pendenza 0.4 %.
Il canale è coperto con soletta in cemento armato ed è munito di sfioratore col ciglio a quota 1861.50.

Una cabina in muratura, coi pavimento alla quota 1867.80 con volto di calcestruzzo a tutto sesto, larga internamente m. 5, lunga m. 7, alta all'imposta del volto m. 2.50, dove vengono installati i circuiti elettrici a bassa tensione, i quadri di manovra e gli organi di avviamento.

Tutte queste opere risultarono di esecuzione difficile e costosa dato che si dovettero eseguire di mano in mano che le pompe prosciugavano il lago, in periodi di tempo obbligati e in stagioni e condizioni poco propizie.

Il montaggio dell'impianto si inizia solitamente nei mesi di Febbraio o Marzo ed ha principio in cabina ove si predispongono i necessari organi elettrici.
Subito dopo si trasportano sul primo gradone affiorante i gruppi motori-pompe procedendo poi al montaggio delle tubazioni aspiranti e prementi, allo stendimento dei cavi elettrici ecc. ecc.

L'adescamento dei gruppi si fa aspirando l'acqua nel corpo delle pompe con apposite pompette vuotogene.
Per mezzo dell'impianto qui descritto si può ottenere in media una portata di 2 mc. al secondo; l'acqua sopraelevata dal Lago Grande viene travasata nel laghetto sottostante:
dal confronto delle quote del ciglio sfiorante del canale delle pompe e dell'asse della bocca di presa dal laghetto, appare come si possa in esso invasare con l'acqua delle pompe un volume di circa mc. 95.000:
con che si rende possibile erogare alla Centrale di Temù nel periodo di funzionamento diurno una portata notevolmente superiore a quella normale dell'impianto di sollevamento, il quale può così supplire la potenza con una maggiore estensione del funzionamento.

Con l'impianto pompe il livello del Lago d'Avio venne abbassato, nell'anno di maggior attività (1929), alla quota 1837.80 e cioè m. 20.70 sotto la soglia della galleria di presa utilizzando così una maggiore capacità di circa mc. 3.600.000.


BACINO DI CARICO (LAGHETTO D'AVIO):
Ha sede nella conca naturale del laghetto omonimo, posto, come detto, immediatamente a valle del Lago Grande, alla quota 1861, misura la capacità di mc. 370.000, dei quali 80.000 nel vaso naturale del laghetto, ed i rimanenti nella zona superiore della diga con battente di m. 7.70.

DIGA:
E' opera di poca mole - venne costruita allo sbocco del laghetto dove le sponde in roccia granitica compatta (tonalite) presentano la disposizione più conveniente - è disposta ad arco di cerchio con raggio di m. 150; misura l'altezza di m. 13; sviluppo in cresta m. 82, spessore alla base m. 6; in cresta m. 2.10; volume della muratura mc. 2300.

Le fondazioni sono in roccia compatta ad una profondità di circa m. 1.50; è costruita in muratura ordinaria di conci di granito e malta dosata a 3 Ql. al mc. di cemento Portland di seconda qualità.
A valle ed in sommità il pietrame è disposto a corsi regolari a faccia vista.
Il paramento a monte è protetto da intonaco retinato.
Nella parte centrale il ciglio della diga è sistemato a sfioratore con lama aderente alla quota 1869.27, lungo m. 44.20.
Questa opera venne costruita negli anni 1921-1922.

Gli organi di scarico sono:

Sfìoratore laterale: a stramazzo, scavato nella mezza costa rocciosa di sinistra, subito a monte della 'diga. Il ciglio sfiorante è a quota 1868.72, ha lo sviluppo di m. 73.50 e può smaltire la portata di 90 mc. con un battente di cm. 80.
Le acque vengono raccolte in un canale di sezione trapezia media di m. 2.80 X 3.50 e convogliate al torrente a valle della diga per mezzo di un tronco di galleria scavata nel vivo della roccia lungo metri 53, sezione 3.50 X 4, pendenza 2.3 %.

Il canale di raccolta ha la parete di ritenuta verso acqua in cemento armato; i rivestimenti della roccia sono in calcestruzzo a dosaggio normale.
I portali della galleria all'imbocco ed allo sbocco sono finiti in conci di granito sui piedritti e sui volti, con muri di raccordo alla roccia, secondo appropriate linee costruttive.

Scarico di fondo: Consiste in una galleria scavata in sponda sinistra nella dorsale rocciosa che chiude la conca del laghetto, mediante la quale questo viene messo in comunicazione con l'alveo dell'emissario alla profondità di m. 6 sotto il livello originario delle acque.
La galleria ha andamento curvilineo.
Lunghezza m. 94, sezione mq. 4.50; pendenza nulla.

La galleria venne scavata con gli stessi procedimenti descritti per la galleria di presa del Lago Grande.
Anche in questo caso un esteso banco di limo glaciale misto a massi e tronchi d'albero rese difficile lo svuotamento delle acque del laghetto.
La galleria è chiusa a valle alla progressiva m. 63 da una saracinesca del diametro di cm. 60 preceduta e seguita da tubi metallici tronco-conici lunghi m. 5, annegati in due blocchi di calcestruzzo; la rispettiva manovra trovasi alla base di un pozzo scavato nella roccia sopra l'asse della galleria profondo m. 7 con cabina provvisoria di legname.


Opere di presa:
La prima parte della stessa galleria sopra descritta serve come galleria di presa.
Sopra di essa alla progressiva 36 ai apre un pozzo verticale scavato in roccia nella parte inferiore e superiormente costruito in muratura fino a raggiungere la cresta della diga di sbarramento alla quale il pozzo si appoggia.

Alla base del pozzo si apre in fregio sinistro la galleria di derivazione propriamente detta, in testa alla quale sono collocati gli apparecchi di china regolazione d'acqua.
Essi consistono in una paratoia di forma circolare, in ferro, del diametro di m. 2, munita di by-pass e di una saracinesca del diametro di m. 0.80 pure con by-pass, disposte una di fianco all'altra ed amarrate, per mezzo di appositi tubi di raccordo, in un blocco di calcestruzzo che chiude ermeticamente la galleria, lasciando aperte solo due bocche di presa.

I congegni di manovra sono installati alla sommità del pozzo entro una cabina di muratura, alla quale si accede passando sopra la diga di sbarramento.
Originariamente la galleria di presa dal laghetto non ebbe alcun rivestimento: nella primavera del 1929, per ragioni analoghe a quelle esposte a proposito della galleria di presa del lago grande, anche questa galleria venne rivestita dall'imbocco alla progressiva 38 con calcestruzzo a dosaggio normale, secondo sezione rettangolare della luce netta di mq. 4.50; le pareti interne sono protette da intonaco lisciato di malta di cemento, mentre vennero praticate le iniezioni di cemento fluido contro paramento.
L'imbocco della galleria è sistemato a bocca di presa della luce di m. 3.95 X 3.95 inclinata l'alto e protetta da griglia di ferro.


GALLERIA DI DERIVAZIONE.
- Si è già accennato che la galleria di derivazione funziona sotto pressione, la quale, a laghetto pieno, è di m. 12.60 d'acqua sull'asse della bocca principale di presa e di m. 18 al termine della galleria, avendo questa lo sviluppo di m. 3486, e la pendenza media dell'uno e trentacinque per mille.

La galleria si svolge, con andamento planimetrico a forma di spezzata, entro la sponda sinistra della Val d'Avio, con notevole rientranza nel fianco della montagna, e sbocca in località "Monte Calvo", sul versante sinistro del fiume Oglio, 900 metri a valle della confluenza "Avio-Oglio".

La configurazione topografica e la formazione geologica delle zone attraversate, rese necessaria l'applicazione di diversi criteri nello studio del tracciato, della struttura e sistemazione definitiva della galleria.

I primi 1850 m. di galleria si svolgono in roccia di granito compatta: solo in pochi punti e specialmente in corrispondenza di avvallamenti naturali, fra cui notevoli per profondità di incisione e asprezza di luoghi le così dette Valli Secca e di Mezzodì, la roccia per l'azione degli agenti atmosferici, filtrazioni e gelo, presenta traccie di minor compattezza.

In questo primo tratto la galleria venne attaccata in quattro punti, oltre l'imbocco, mediante finestre di approccio della profondità da m. 21 a m. 70, delle quali una in ciascuna delle già nominate valli.
Il tronco compreso fra queste due finestre, attraversante in profondità una pronunciata dorsale granitica, è fra tutti il più lungo e misura m. 817.40.

Il lavoro di perforazione venne così sviluppato su otto attacchi, serviti tutti da impianti di aria compressa per la perforazione meccanica.
Particolari difficoltà si presentarono per l'installazione del cantiere di lavoro nella già detta Val Secca, la quale venne collegata alle vie principali di rifornimento mediante teleferica a va e vieni di tipo leggero, e sentieri pedonali.

La sezione normale di scavo della galleria in questa formazione tonalitica è in media di m. 2 X 2.
L'avanzamento venne fatto a sezione completa, con perforazione a mano in piccola parte e meccanica per la maggior parte, con squadra alternate diurne e notturne.

Il consumo medio di esplosivo (dinamite Nobel e gelatina) risulta di Kg. 15.5 per m., e i massimi avanzanenti raggiunti nelle 24 ore con 2 sciolte e 4 volate, furono dell'ordine di m. 3.

La galleria in questo primo tratto non ha alcun rivestimento e conserva la sua sezione di scavo di m. 2 X 2, salvo un tratto di 190 m. all'inizio nel quale venne gettata la platea di calcestruzzo, e altri 128 m. rivestiti con anello di cemento armato del diametro interno di m. 1.80 dove la roccia presentava qualche soluzione di continuità.

Dalla progressiva 1850 in poi la galleria si svolge in formazioni di struttura geologica completamente diversa, nella quale rocce schistose in decomposizione si alternano a strati di terreni morenici poco consistenti.
Questo secondo tratto di galleria venne attaccato in 6 punti mediante finestre di approccio spinte alle profondità da m. 42 a m. 60 al fine di raggiungere formazioni più solide senza però conseguire pienamente lo scopo.

Il lavoro di scavo venne così sviluppato su 12 attacchi; con squadre alternate diurne e notturne, secondo una sezione di avanzamento alquanto maggiore di quella del tronco precedente e precisamente di metri 2.20 X 2.20 in considerazioni dei lavori di rivestimento di cui si era prevista la necessità.
Lungo tutto il percorso l'inconsistenza dei banchi attraverati rese necessaria l'armatura di legname del solito tipo (quadri e marciavanti), eccezione fatta per qualche breve tratto in roccia meno decomposta.

Il rivestimento è costituito da un tubo in cemento armato, del diametro interno di m. 1.80, dello spessore medio d cm. 25, raccordato alla sezione di scavo con muratura ordinaria, riempiente tutti i vuoti: il tutto gettato in posto con armature di legno smontabili.

Il tubo è calcolato per la pressione di due atmosfere; l'armatura di ferro è formata da anelli circolari del diametro di m. 2, di tondino di ferro del diam. di 20-25 mm. Gli anelli, disposti a conveniente distanza, normalmente all'asse della galleria, e collegati da una serie di verghe di ferro, disposte secondo le generatirci del tubo, vengono a costituire una gabbia di ferro annegata in calcestruzzo di cemento, dosato a 3 Ql. per mc.
il tubo venne lisciato internamente con malta di cemento, per la buona tenuta.

Gli ultimi metri di canale, e precisamente fra le progressive 3438.50 e 3486.90, sono rivestiti con tubi di ferro chiodati, del diametro di m. 1.800 e dello spessore di mm. 5, imbottiti esternamente con muratura ordinaria.

La galleria, così come descritta, entrò in esercizio nell'autunno del 1922: ma subito si ebbero i sintomi di una non perfetta consistenza del terreno nel secondo tronco.
Piccoli cedimenti determinarono delle fenditure in senso longitudinali e trasversale nel rivestimento di cemento armato, dando luogo a fughe d'acqua concorrenti esse stesse ad aggravate la situazione.
Venne pertanto deciso di introdurre nell'interno del tubo di cemento un tubo di lamiera atto ad assicurare la sua permeabilità.

Sorsero così importanti problemi di ordine tecnico ed industriale da risolvere: tutti superati coll'adozione del tipo di rivestimento che ora si descrive.
L'elemento essenziale del sistema è costituito da un tronco di tubo della lunghezza d m. 3 e del diametro' di m 1.72, composto di lamiera di 4 mm. di spessore, saldate longitudinalmente e trasversalmente. Questo tubo, che originariamente è lasciato staccato secondo una generatrice, viene accartocciato e introdotto in galleria attraverso la bocca terminale quindi trasportato a piè d'opera con appositi carrelli, e quivi aperto, imbullonato dall'interno e saldato al cannello ossiacetilenico lungo la generatrice sopra detta, ottenendo così l'elemento pronto alla posa in opera.

Il collegamenti fra tubo e tubo vengono fatti mediante appositi anelli larghi m. 0.25 che funzionano da coprigiunti; appositi spessori creano fra tubo e anelli un'intercapedine larga 15 mm., profonda 60 mm. nella quale vengono battute a rifiuto corda catramata prima, e lana di piombo poi: nelle curve i tronchi di tubo vengono tagliati a segmenti sistemati secondo la curvatura e collegati collo stesso sistema.

Risulta così costituito il tubo perfettamente stagno e resistente per se stesso all'intera pressione.
Nella parte superiore di ciascun tubo sono applicati dei bocchettoni da 1" muniti di tappo, attraverso i quali si praticano in un secondo tempo iniezioni di cemento fluido fino a riempimento dell'intercapedine fra il tubo metallico e quello di cemento.

Questo importante lavoro venne eseguito gradatamente nelle stagioni primaverili degli anni 1924-1925-1926-1927 quando il serbatoio del Lago d'Avio, svuotato nei precedenti periodi di magra invernale, aveva disponibile tutta la sua capacità per raccogliere gli afflussi, senza alcuna perdita agli effetti della produzione elettrica.

Gli avanzamenti massimi raggiunti nel lavoro di rivestimento furono dell'ordine di m. 40 in 24 ore.
Il lavoro di rivestimento della galleria risulta ora completamente ultimato, e solo restano da completare in qualche tratto le iniezioni di cemento.
I buoni effetti del lavoro però emergono già in pieno e la galleria funziona in buone condizioni di sicurezza e di impermeabilità.
La portata massima della galleria, così come descritta, risulta di mc. 6, alla quale corrisponde, nel tratto rivestito, la velocità di circa m. 2.50.


POZZO PIEZOMETRICO.

Alla progressiva 3444 si apre sopra l'asse della galleria il pozzo piezometrico, alto m. 22, col ciglio superiore alla quota 1873.70. Il pozzo ha alla base il diametro di m. 1.80 e raggiunge in sommità, per graduali allargamenti, il diametro di m. 6.
Questa capacità, col margine; in più di circa 1 metro per ogni diametro, venne tutta scavata nella falda naturale del monte affiorandone solo in sommità il pozzo è rivestito per tutta l'altezza in lamiera di ferro chiodata, dello spessore di mm. 5 raccordata alla base col tubo metallico di rivestimento della sottostante galleria.
L'intercapedine fra tubo e sagoma di scavo venne riempita con calcestruzzo e muratura ordinaria.
In sommità il pozzo è protetto da cabina in muratura.
Il complesso di queste opere era approvvigionato da un piano inclinato, da una teleferica provenienti: dal sottostante cantiere della Centrale, da un tronco di strada orizzontale della lunghezza di circa 2 Km. armata con binario decauville (descritte in seguito).

CANALE DI SCARICO:

Nel primo tratto lungo m. 41.60 si svolge sotto la sala macchine della Centrale e precisamente sotto le turbine; ha sezione rettangolare larga m. 3, alta all'imposta del volto m. 3.50, platea alla profondità di m. 5,60 sotto il pavimento della Centrale, il volto ha la monta di m. 0.40. Uscendo dalla centrale il canale per una lunghezza di m. 40.25 prosegue nella stessa direzione poi piega a valle, con opportuno raccordo circolare secondo un angolo di 90°, e sbocca nel bacino di compensazione della derivazione Temù-Sonico, dopo un percorso complessivo di m. 219.
Tra le progressive 127.40 e 159.60 è inserita la vasca detta Cipolletti per lo stramazzo di tale tipo che in essa è interposto.

Salvo questa vasca che è a cielo aperto, tutto il canale esterno alla Centrale sottopassa il piazzale in galleria artificiale.
Nel tratto dalla sala macchine alla vasca Cipolletti la sezione conserva la sagoma rettangolare e misura al netto m. 3 in larghezza, m. 3 in altezza all'imposta del volto ad arco ribassato con monta di m. 0.40.

Nel secondo tratto, e cioè dalla vasca Cipolletti al bacino della derivazione Oglio, ha pure sagoma rettangolare, la larghezza di m. 3, l'altezza di m. 1.80 all'imposta del volto che ha la monta di m. 0.50.

La vasca Cipolletti ha la forma di O allungato, coi lati maggiori paralleli e con raccordi circolari alle estremità; è larga m. 7, lunga m. 32.20, profonda m. 3.70 ed è cintata superiormente da muretto fuori terra alto m. 0.80.

Lo stramazzo Cipolletti, in cemento armato è a tre luci, la centrale trapezia larga alla base m. 3.014, alta m. 1.50; le due laterali rettangolari larghe m. 1.31, alte m. 1.14, contorno delle luci in lamierone di ferro a labbro tagliente, spessore medio dello stramazzo m. 0.35, lunghezza m. 7.10, altezza sul fondo della vasca m. 3.50.

Il primo tratto di canale, cioè quello che corre sotto le turbine, ha i piedritti di muratura ordinaria con grosso rivestimento di conci di granito; la platea è pure di conci di granito su sottofondo di calcestruzzo; il volto è di calcestruzzo.
Il resto del canale e la vasca, ha piedritti di muratura ordinaria con platea di fondazione e volto di calcestruzzo con intonaco lisciato di cemento.
Gli scavi risultarono laboriosi e quindi costosi per abbondanti filtrazioni di sottosuolo.


CONDOTTE FORZATE

TUBAZIONI. Da Monte Calvo dove sbocca la galleria, la sede delle condotte forzate discende attraverso ricchi boschi di abeti e di larici sulla riva sinistra dell'Oglio, con una pendenza media del 46 %.
Lo sviluppo è di m. 1800 e il salto coperto di m. 755.70 misurato fra l'asse dello sbocco della galleria e l'asse del collettore.
La natura del terreno non presentò alcuna difficoltà costruttiva per le opere; solo la pendenza limitata della falda e il conseguente notevole sviluppo della sede influirono sensibilmente sul costo di questa parte dell'impianto.
La sede è tutta all'aperto, parte in leggero rilevato, parte in trincee - di poca profondità ed ha tracciato planimetrico rettilineo con direzione da Sud a Nord.

Le tubazioni metalliche sono due: esse si derivano dall'ultimo anello metallico di rivestimento della galleria mediante una biforcazione ad Y in lamiera chiodata e seguono poi parallelamente con interasse di m. 2 l'identico tracciato; montate in epoche diverse esse hanno dimensioni e struttura diversa, e precisamente:

TUBAZIONE DI SINISTRA. - Venne messa in opera per la prima nell'estate autunno deI 1922: ha lo sviluppo di m. 1800; il diametro all'inizio di m. 1.10 gradatamente riducentesi a m. 0.780 sul collettore.
Lo spessore dei primi tubi è di mm. 5 e va gradatamente aumentando fino a raggiungere lo spessore di mm. 43 nell'ultima livelletta.
I tubi sono chiodati longitudinalmente fino alla pressione di 29 atmosfere e saldati al di sotto; trasversalmente sono chiodati fino alla pressione di 68 atmosfere e collegati con bulloni nella zona sottostante.
La tubazione venne fornita dalla Società Tubi Togni di Brescia e pesa complessivamente circa 1100 tonnellate.

TUB AZIONE DI DESTRA. - Venne messa in opera nell'estate-autunno 1926: ha lo sviluppo di m. 1800; diametro al'inizio m. 1.250 che va riducendosi a m 0.894 sul collettore.
Lo spessore dei primi tubi è di mm. 6 e va gradatamente aumentando fino a raggiungere mm. 29 fino a m. 96 a valle del vertice 10. Da questo punto in avanti i tubi sono blindati.
I tubi sono chiodati longitudinalmente fino alla pressione di 14 atmosfere; saldati fino alla pressione di 47.3 atm. e blindati al disotto.
Trasversalmente sono chiodati fino all'attacco col collettore.
La tubazione venne fornita dalla Ditta Tubi Togni di Brescia e pesa complessivamente (non c'è il dato) tonnellate.

Entrambe le tubazioni presentano nel loro tracciato altimetrico N. 13 livellette: in corrispondenza dei rispettivi vertici i tubi sono annegati in blocchi di ancoraggio che le comprendono entrambe: tra vertice e vertice i tubi appoggiano su sedie in muratura mediante interposizione di selle di scorrimento in lamiera.
Su ogni livelletta è inserito un giunto di dilatazione.

Le sedie e gli ancoraggi sono in calcestruzzo e muratura ordinaria, lavorati a faccia vista con conci di tonalite.
Le fondazioni sono spinte a convenienti profondità, moderate per le sedie, e di qualche metro per gli ancoraggi.
In testa a ciascuna delle tubazioni sono inseriti i seguenti organi:

a) Valvole a farfalla con diametro di m. 1.300 per tutte due le tubazioni, con manovra di chiusura automatica, a mano ed elettrica a distanza.
b) Saracinesche del diametro rispettivamente di m. 1.100 e di m. 1.250 con manovra a mano.
c) Valvole di aspirazione d'aria.

Tutti questi apparecchi sono protetti da apposita cabina in muratura, lavorata sul prospetto in conci di granito.
Il montaggio delle condotte forzate venne effettuato servendosi del piano inclinato esistente a fianco di esso atto a trasportare un carico di 70 Ql.


COLLETTORE.

- Dopo l'ancoraggio di fondo - entrambe le tubazi0ni sono munite di saracinesca in acciaio fuso, a funzionamento idraulico, aventi lo stesso diametro interno dei tubi.
Da queste saracinesche si staccano i tubi del collettore propriamente detto Quello di sinistra, adiacente alla sala macchine, si allaccia direttamente alle cinque Pelton con appositi tubi di alimentazione, derivati in senso normale da pezzi speciali a T in acciaio fuso, fino alla quarta derivazione la lunghezza del tubo collettore di sinistra è di m 26 e il diametro di m. 0.780; dopo la quarta derivazione il tubo ha diametro di m. 0.700 e può essere considerato come tronco di allacciamento alla quinta turbina. -

- Fra la terza e la quarta derivazione - è inserita una saracinesca di smistamento dello stesso diametro del tubo e del tipo già indicato.
Tubo di destra: si allaccia col tubo di sinistra in corrispondenza della quarta derivazione, per mezzo dello stesso pezzo di fusione a croce, non porta altri organi speciali: misura lo sviluppo di m. 27.80 ed ha il diametro di m. 0.894; tutti i tubi sono blindati e i pezzi speciali sono, come già si è detto, in acciaio fuso.


CENTRALE DI TEMU' - Fabbricato ed adiacenze.

CENTRALE DI TEMU'

- Il fabbricato è situato sulla sponda sinistra del fiume Oglio, circa 900 metri a valle della confluenza Avio-Oglio, in territorio del -Comune - di Temù.
Quivi la vallata ha fondo pianeggiante e sufficientemente ampio per contenere con largo margine questo importante gruppo di opere dell'impianto.
La località era ed è tutt'ora collegata alla strada Nazionale del Tonale con buone strade Comunali.

La costruzione muraria copre una superficie di 2300 mq., dei quali 750 occupati dalla sala macchine, 1380 dal locale dei trasformatori, circuiti e servizi ausiliari e i rimanenti 170 da un corridoio che collega i due corpi principali.
La sala macchine è lunga m. 45.40, larga m. 16.40, alta m. 13 all'imposta del tetto.
L'asse principale è parallelo agli assi delle tubazioni e dei collettori, con direzione quindi da sud a nord.

Il pavimento è a quota 1096.40: originariamente il livello medio della zona circostante era più basso di circa 2 metri cosicchè le fondazioni vennero, in parte, eseguite in rilevato.
Le murature in elevazione sono di struttura ordinaria, con dimensioni proporzionate alla mole e funzione del locale.

Il tetto è costituito da capriate di ferro, connesse da travature secondarie le quali sopportano un sottofondo di tavelloni forati: sopra questi sono disposte con uno strato di malta tegole marsigliesi nere.

Le gronde sono formate da travetti di larice lavorati a sagome sostenuti da una serie di mensoloni e da un correntone pure di larice lavorato.
Il locale adiacente ha forma di C., con l'asta principale parallela alla sala macchine.

Il lato minore verso monte, lungo m. 21, largo m. 15.40, alto m. 15 all'imposta del tetto, serve in parte per l'officina di montaggio dei trasformatori e interruttori in parte accoglie circuiti e macchinario inerente e serve, sul fronte Ovest, per uscita di linee; consta di due piani, terreno e superiore.
Il corpo centrale lungo m. 34.80, largo m. 9.70, alto come il precedente è pure composto di piano terreno e primo piano e contiene interruttori, circuiti e accessori inerenti.
Il corpo minore verso fiume, simmetrico all'opposto, è adibito in parte per circuiti e per uscite linee, in parte a servizi diversi distribuiti su due e tre piani.

Tutte le impalcature sono in cemento armato; il tetto è in ferro, della stessa struttura di quello della sala macchine, per il corpo principale parallelo a questa, mentre i due corpi di fabbricato a nord e a sud hanno il tetto con struttura in legname.

In fine fra i corpi laterali del locale sopra descritto, e a ridosso della parete esterna del corpo centrale sono inserite 5 celle aperte verso l'esterno, dove hanno dimora i trasformatori.
La copertura di queste celle è in cemento armato, con pensilina sporgente a protezione di un binario di trasbordo.

Dal lato architettonico e decorativo l'opera non è priva di qualche pregio: costruita su disegno dell'Architetto Paleni di Bergamo la parte in vista del fabbricato è tutta in vivo di tonalite, con stipiti di porte e finestre, pilastri di bifore e trifore, archi e architravi dello stesso materiale lavorato alla punta fina.
La superficie così coperta risulta di circa mq. 3050 escluse le luci delle porte e finestre, corrispondenti a circa mc. 1000 di granito lavorato.


FONDAZIONI

Le fondazioni e le murature interne sono, come detto, di struttura ordinaria, con larga percentuale di calcestruzzo dosato a due e tre quintali di cemento, secondo le funzioni.
Internamente le pareti hanno intonaco ordinario di calce idraulica.
Merita un accenno la zoccolatura della sala macchine, in lastre di marmo lucidato dell'altezza di m. 1.90, e il pavimento in piastrelline di grès a fondo unito con fascia perimetrale decorativa.

Nel complesso l'opera non presentò, dal lato costruttivo, particolari difficoltà all'infuori di quelle imputabili ai rigori invernali particolarmente sentiti in quella zona e agli scarsi rendimenti della mano d'opera, travagliata in quegli anni dal demagogismo sovversivo.

PIAZZALE E MURO DI CINTA:

Il piazzale circostante alla Centrale e alla casa alloggi copre, come si è già detto, la superficie di mq. 31850.
E' in corso la sua sistemazione ad aiuole e viali.
Esso è tutto recintato all'intorno con muretto e soprastante cancellata in ferro alti complessivamente m. 2.80 su perimetro di ml. 718; in tre direzioni e precisamente a Est, a Ovest e a Nord si aprono tre vie di comunicazione con la strada comunale attraversante la zona, e deviata in occasione dei lavori verso il fiume per non avere servitù di transito nel recinto.
Pilastri in granito e cancelli di ferro chiudono queste apertura.
A sud, verso la tubazione, si aprono altri cancelli di uso pedonale per l'accesso alle opere sussidiarie, teleferica e funicolare, di cui sarà data descrizione in seguito.
Nel piazzale hanno posto la casa di abitazione del personale, che viene descritta in altro capitolo, e il canale di restituzione al fiume delle acque di scarico delle turbine, già descritto con le "opere idrauliche ".


MACCHINARIO DELLA CENTRALE DI TEMU'

Dal collettore della condotta forzata è derivata coll'intermediario di 5 saracinesche a comando idraulico, l'acqua per 5 turbine Pelton "Riva" direttamente accoppiate a 5 generatori trifasi di corrente alternata.

I primi tre gruppi sano costituiti da:
Una turbina Pelton " Riva " da 11000 HP. H = 750 m. n. = 504 giri, di cui 2 accoppiate ciascuna ad un generatore della A.E.G. della potenza di 9600 KVA ed una 3° accoppiata ad un generatore della Compagnia Generale avente le stesse caratteristiche del precedente.
Frequenza dei primi 3 generatori 42 periodi.

Gli altri 2 gruppi sono costituiti da: 1 Turbina Pelton "Riva" della potenza di 16000 HP con H = 750 n. 420 o 500 giri direttamente accoppiata ad un alternatore "Ansaldo" trifase capace di funzionare alle frequenze 42 e 50 per. mediante l'esclusione di un certo numero di spire dello statore (con commutatore a com. a mano).

La potenza di ogni alternatore è di KVA 16000. Tensione 6000 V.

Ognuno dei cinque generatori è fornito di eccitatrice coassiale e di un reostato di campo, metallico in aria.
Il centro delle macchine generatrici è messo a terra attraverso riduttori di corrente in aria.
Ogni alternatore è poi direttamente collegato al trasformatore senza gli interruttori di macchina.

E' possibile però collegare le macchine 4 e 5 tra loro con coltelli e le altre macchine mediante spezzoni di sbarra facilmente montabili.

I primi 2 alternatori sono collegati ciascuno ad un trasformatore trifase A.E.G. in olio con raffreddamento a circolazione d'olio in serpentino di raffreddamento in vasche d'acqua, ed hanno la potenza di KVA 9600 a 42 per., rapp.=6260/125000 Y/Y, 6260/72200 Y/T.
Raffreddamento come i precedenti.

Il 3° ad un trasformatore della G.E.C. da KVA 9600 rapp. 7000/81000/14000.

Il 4° ed il 5° ad un trasformatore della G.E.G. 7000/147911, a 42 e 50 per. della potenza di KVA 16000.
Con raffreddam. come i precedenti.

Ogni trasformatore può mediante interruttori in olio per 120000 V. e terne di coltelli a comando simultaneo, essere collegato ad un sistema piuttosto che ad un altro dì sbarre col lettrici a 120000 V. site in un grande locale al secondo piano del fabbricato trasformatori.

Derivabili a mezzo di coltelli da ciascun ordine di sbarre partono due linee a 120000 V. con interruttori di linea in olio, bobine di self e riduttori di corrente e tensione, una a 42 per. e l'altra a 50 per. ambedue per la sottostazione all'aperto di Sonico.

I servizi ausiliari sono derivati mediante cavi sottopiombo dalle sbarre a 6000 V. della 1° e 2° macchina.

Si hanno in servizio sette trasformatori di cui:

n. 2 trasformatori rapp. 6250/220 della A.E.G. da KVA 84 e 42 per. per i servizi interni: luce, energia.

n. 3 trasfonnatori rapp. 1/1 della potenza di KVA 300 cad. e che servono per le due lince a 6000 V. per l'impianto pompe di svaso al lago d'Avio (vedere schema).

n. 2 trasformatori rapp. 6000/12000 " Alfieri e Colli " della potenza di KVA 1200 cadauno destinati ad allacciare con una linea a 12000 V. la Centrale di Sonico.

Tutti i trasformatori dei servizi ausiliari sono in olio con raffreddamento naturale.
I due trasformatori per detta linea sono in opera con l'apparecchiatura relativa, ed ultimamente sono entrati in servizio.

In locale sotterraneo è pure installata per i circuiti di comando e degli apparecchi una batteria di accumulatori Hensenberger della capacità di 222 A. ora con 222 A. di scarica max.
Il gruppo di carica della batteria è costituito da una dinamo "Oerlikon " da 100/60 A. a 250 V. 1200 giri azionata da un motore asincrono Brown-Boveri da 42 HP. Per la carica della batteria è pure installato un Convertitore a vapori di mercurio A.E.G. 42 per. 200 V. e A. 123.


Impianto di raffreddamento.

- L'acqua di raffreddamento delle macchine è presa dal tombone di scarico delle turbine e spinta in una vasca di decantazione e di carico a mezzo di 2 motopompe Gabbioneta da 50 litri al 1", 30/35 m. di prevalenza e motore Marelli da 17 HP.
Ad ogni trasformatore: vasca con serpentino d'olio fatto circolare da una moto-pompa Jaeger Q = 600 l/1' , preval. m. 15 e motore da 3 HP.

Macchinario trasporti.

- In Sala Macchine è installata una gru delle 0ff. Battaglia a ponte con sollevamento e traslazione meccanica con motore elettrico.
Portata della gru Tonn. 60 e scartamento m. 14,40. Nel locale montaggi una gru Gentili e Brighi scartam. m. 6,20, portata T. 45, alt. sollevam. m. 11, con sollevamento meccanico e traslazione a mano. Per il trasbordo dei trasformatori è impiegato un carrello da 80 Tonn. con traslazione meccanica a comando a mano.

Officina meccanica.

- Il macchinario è ancora oggi installato in baracca di legno di carattere provvisorio.
Vi si nota un tornio parallelo con cambio a filettare, una piallatrice con banco 1,20 X 0,75, un trapano americano, una mola, un tornio a filiera, una fucina e vari altri utensili secondari.
Un unico motore di 8 HP comanda l'albero di trasmissione dal quale sono derivati i contralberi delle macchine utensili sopradette.


MACCHINARIO IDRAULICO

Le quote della Centrale, interessanti l'impianto idraulico, sono le seguenti:
Quota pavimento sala macchine m. 1096.40;
" pelo acqua canale di scarico m. 1093.60;
" asse turbine m. 1097.45;
Salto idrostatico utile m. 1869.27 - 1097.45 = m. 771.12.


TRASFORMATORI trifasi in olio.

- Descrizione e caratteristiche:
Con circolazione forzata d'olio con Motopompe, in serpentini d'olio refrigerati in vasche d'acqua.
- Cassone in lamiera chiodato con serbatoio di compensazione d'olio.
Rapporto 125000/6260 Y/Y con prese ausiliarie per 72000 V. zl /Y. Dati caratteristici:

1°- 2° - A.E.G. Tipo ODK 20008 - 189 KVA 9600 42 per. r = 125000/6260 a Y/Y A. 44,3/888 Passanti in c. a. zl/Y 72200 tens. c. c. 7,25 % il 1~ e il 2° 7,35 % n. 101744-7 Backelite 6260.
Olio di primo riempiménto Kg. 22.500 per trasf. Totale Kg. 45.000.

3° della G.E.Co Tipo FOT. HDH V. 81000/140000/7000 42 per. KVA 9600 n. 278747. Olio di primo riempimento Kg. 22.500.
C.G.E. n. 6179.80 Tipo FOT Forma HD V. max 7000 Y 147911 Y 42 per. e 50 per. a per KVA 16000 V. mai di corto circ. 17,6 %. Consumo d'acqua litri 1350 a 1° per trasformatore.
Olio isolante Kg. 25.000 per trasformatore complessivamente Kg. 50.000. Totale p. 5 trasf. Kg. 117.500.


Riduttori di corrente a 125.000 V.

in olio in cassoni lamiera chiodata con passanti in Backelite.
- Olio isolante Kg. 1100 per riduttore complessivamentc 1100> io = 11.000.
1° A.E.G. Tipo VA. 13 A. 75/5 42 per. e V. 125.000 n. 101780.1 2° )) )) )) )) )) n. 101778-79 3° )) " )) )) " n. 26207-8 4° " " VA. 125 A. 100/5 16/60 per. " n. 147297-8 j classe E Tena. per 250000 V. 5° )) " " " n. 147299.300]' carico normale 1.6 - 2.4Q

Interruttori in olio A.E.G. per 125000 V. Con comando a Solenoide e relais senromotori - A.E.G. con passanti backelite per interno.

1°.2°. 3° A.E.G. V. 110~000 A. 350 tens. pr. 220.000 V. n. 878834-5; 6-7-8; 99360-1-2.
4° -5° A.E.G. Tipo E.J.L 100/350-207 KV. 100 A 350 serie 8 n. 112476-7-8; 34-5.
Un comando a solenoide per ogni terna. - Olio per ogni terna q.li 45.

Coltelli a 125000 a com. simult. con trasmissione a leve in ghisa e aste in tubo 0 1 ½"Isolat. backelite, base ferro a C. NP. 8.

Interruttori in olio A.E.G. (linee 42 e 50 per. a 120.000 V.). Tipi come al n. 13, ma con riduttori di corrente sui passanti (2 per polo) rapp. 250-125 sul 50 per., 75-150 sul 42 per. 5 5

Sul 50 per. Interr. A.E.G. Tipo EIL 100/450/487 A 350 KV. 100.000 Serie 8 WOST resist. Q 2400 n. 112334 riduu. rapp. 250-125 Olio per terna Kg. 4500.

5 Sul 42 per. A.E.G. R. Vorst. 2250 W - OHM V. 110.000 A. 350 con riduttori 75-150 n. 87891 olio Kg. 4500.

5 117] Riduttori di tensione 125000 V. A.E.G. Tipo FWM 125 Amp. 0.01/19.7 KVA 1,25 sul 42 per., rapp. a vuoto 72254/63,5 opp. 125000, in olio con passanti backelite con collegamento del secondario a stella n. 101776.5-7.

110 Sul 50 per. Riduttori c. s. V. 72254/63,5 per. 42/50 Classe E e. s. conness. A-E carico mai 650/1250, n, 145591-t i 3° manca di targa. Olio per riduttore Kg. 2900 X 6=17.400 (totale).

[18] Riduttori di corrente in olio 125.000 A.E.G.
Quantità: Sul 42 per. A.E.G. Tipo VA. 13 A 200/5 a vuoto 125.000 V. 42 per. n. 126256 n. 1 "50 per." " VA. 125 " 16 - 60 per. classe E. n. 145302-1 n. 2.
Olio isolante Kg. 1100 X 3 = 3300




MACCHINARIO ED INSTALLAZIONI DIVERSE

IMPIANTO DI RAFFREDDAMENTO.

Vasca per l'acqua di raffreddamento.
- E' situata a sud della Centrale lateralmente alle condotte forzate alla distanza di circa m. 20 è mezza costa della falda montana; è di muratura e calcestruzzo di cemento con le pareti esterne a faccia a vista e quelle interne con intonaco liscio di cemento e platea di calcestruzzo pure con intonaco lisciato; è coperta da soletta in cemento armato con nervature.

Misura internamente m. 25 X 4 e l'altezza di m. 3,50; il muro contenitore ha parete verticale all'interno e scarpa del 35 % all'esterno, spessore in cresta m. 0,60, al piede m. 2. Il fondo ha la quota 1114; la capacità è di mc. 300. All'estremo verso ponente nel muro contenitore è aperto uno sfioratore lungo m. 1 con la soglia a metri 3 dal fondo; le acque sfioranti si scaricano a mezzo di una tubazione di cemento del diam. di cm. 25, lunga circa m. 70, che parte da un piccolo pozzetto ricavato nel muro in corrispondenza dello sfioratore.

Raffreddamento dei trasformatori.

- Nei serpentini di tubo 0 40 immersi l'olio dei trasf. a mezzo di gruppi motopompe. Moto-Pompe di circolazione d'olio nei serpentini.


MACCHINARIO TRASPORTO E SOLLEVAMENTO.

a) Gru a ponte "Officine Battaglia ". - Scartamento m. 14,40 - (peso proprio circa Tonn. 15) - portata Tonn. 60 - Sollevamento a motore con taglie a funi e argano a tamburo, traslazioni a motore. Altezza max. di sollevamento m. (manca il dato)

- In sala macchine.

b) Gru a ponte " Gentili e Brighi ". - In sala montaggi: Scartamento m. 6,200, portata Tonn. 45, altezza max. sollevamento m. 11. - Sollevamento meccanico con motore elettrico. - Traslazione ponte e carrello a comando a mano a catena continua. Peso proprio della gru Kg. 10.000.

c) Carrello trasbordo trasformatori da 125 KV. . Scartamento ruote m. 2,560. - Dimens. del piano largh. 2,98 X lungh. 3,30 altezza cm. 55. - Traslazione meccanica con comando a mano. - Vite senza fine in bronzo e volantino Portata Tonn. 80.

d) Carrello trasbordo interruttori e riduttori 125.000 V. - Scartamento 2,235. . Dimensioni del piano m. 240 X 1,75 - altezza cm. 38. . Portata 15 Tonn.

e) Carrello trasbordo macchinario Servizi ausil. e trasf. Forno . Scartamento m. 1,46. . Altezza cm. 38. - Dimensioni piano m. 2,00 x 1,61.


OFFICINA MECCANICA.

- L'Officina Meccanica è sita sul piazzale a Nord della Centrale ed è costituita da una baracca di legno di m. 6X15 circa in condizioni di deperimento evidenti.
E' coperta pure in legno e cartone catramato. Non ha fucina separata, e ne possiede una mobile.
La trasmissione è costituita da un albero 0 50 lungo m. 10 con 5 supporti in ghisa a soffitto e da due contralberi.
Il motore (unico) che comanda l'albero principale è un "Elettroferroviaria" . tipo F.F. 4 - A.2.5 - 220 V. - 42 n. 1200 - potenza KW. 5,85 - n. 9147 - HP. 8.

IMPIANTO ILLUMINAZIONE.

- E' parte in cavetto sotto piombo e parte in tubo Bergmann; E' completo e definitivo in sala quadri e nel fabbricato trasformatori e apparecchiatura ad alta tensione.
In sala macchine sono installate 12 lampade con diffusore appese alle capriate con lampade da 750 W.
Il quadro manovre e i locali sottostanti sono illuminati con decorosi lampadari in ferro battuto.
Sul podio 4 lampade in ferro battuto con diffusori.

CASE PER ABITAZIONE, ecc.

CASA DI ABITAZIONE DEL PERSONALE ALLA CENTRALE:

Sorge sul piazzale recintato adiacente alla Centrale.
Il fabbricato è di notevoli proporzioni e la sua forma geometrica di parallelepipedo risponde alle seguenti misure principali: lunghezza m. 29.75, larghezza m. 13.15, altezza in gronda m. 13.70, con due corpi avanzati sui lati maggiori, lunghi m. 18.85 sporgenza m. 0.50, altezza in gronda m. 15.50, volume corrispondente mc. 5735.

I piani utilizzati per abitazione sono quattro: cioè piano rialzato, primo, secondo e terzo piano; quest'ultimo ricavato in parte nel sottotetto: gli appartamenti disponibili sono sette, parte di quattro, parte di cinque camere, oltre il corridoio e servizi igienici, serviti tutti da una scala centrale.
In più vi sono sei camere per uso individuale ed un salone per riunioni.
Vi è inoltre il cantinato su tutta l'area della casa, interrato per m. 1.70 e fuori terra per m. 1.10.

I muri perimetrali e di collegamento sono di struttura ordinaria: le tramezze sono in prismi di cemento e in mattoni forati secondo l'importanza; i solai tra piano e piano sono in cemento armato, con imbottitura di mattoni forati.
Il tetto è in legno con copertura di marsigliesi nere.

I pavimenti sono parte in mattonelle ordinarie di cemento (mq. 443) parte in pavitermo (mq. 806); scale in cemento. Serramenti semplici in legno. Servizi igienici ben sviluppati, con vasche da bagno ad ogni appartamento. Acqua potabile. Luce elettrica e impianto di riscaldamento elettrico.

Esternamente le pareti della casa sono rivestite in pietra viva a mosaico fino all'altezza di m. 3.80; la parte superiore è intonacata e decorata con motivo semplice a graffito.
I contorni di porte e finestre sono in cemento.
La gronda è soffittata con tavole di larice a riquadri, sostenuta da mensole pure in larice.
Tutt'intorno alla casa gira un marciapiede in cemento con cordonata di granito, della larghezza di m. 1.60.


CASE DI ABITAZIONE IN LOCALITA' SEGHERIA:

Si fa menzione di un altro corpo di fabbrica di secondaria importanza adibito per alloggio del personale: esso ha sede in un appezzamento di terreno, di proprietà della Società, della superficie di mq. 2800, compreso a forma di triangolo fra la sponda sinistra del fiume Oglio e quella destra del torrente Avio alla loro confluenza.

Questa zona, sede di una antica segheria ad azionamento idraulico, espropriata nel diritto e nella proprietà all'epoca della derivazione delle acque, comprende ora le seguenti opere stabili:

Capannone della segheria alternativa e circolare ad azionamento idraulico (colle acque residue) di costruzione rustica in muratura e legname: lungo m. 26.50, largo m. 5, alto m. 2.50 all'imposta del tetto.

Casa di abitazione di tipo rustico, un tempo per uso dei segantini, ed ora sistemata per il personale: dimensioni 10.30X5, alta m. 6.80 a tre piani.

Casa di abitazione tipo civile costruita all'inizio dei lavori e cioè nel 1920: dimensioni 14.50X 5.10, alta m. 8.30 a tre piani.
Piccolo fabbricato ad un sol piano con annesso locale a pareti di legno, ad uso incubatonio ittiogenico: dimensioni 9.15X7, altezza m. 3.15. Muri di struttura ordinaria a spessore limitato. Tetto in legno con copertura.

CASETTE AL LAGO D'AVIO:

Data l'importanza del serbatoio stagionale del lago d'Avio e del sottoposto laghetto, avente funzione di bacino di carico della derivazione, anche il Lago d'Avio venne dotato di case stabili di abitazione.
Una di esse serve per il personale tecnico della Direzione Lavori ed ha aspetto civile; sorge in sponda sinistra, alla quota della stradetta di accesso al Lago principale (1901.50), su un promontorio roccioso prospiciente la sottostante valle.

Misura le dimensioni 13.1° X 11.15 per 5.25 di altezza alla gronda. Ha il solo piano rialzato, salvo una cameretta ricavata nel sotto-tetto: zoccolatura in conci di granito. I muri perimetrali sono in prismi di cemento intonacati internamente ed esternamente; pavimenti e tetto in legno; copertura in lastre di eternit; locali utilizzabili N. 6 oltre il corridoio e locale igienico.

L'altro stabile è di struttura più ordinaria: dimensioni 10.05 X 9.10; altezza in gronda 5 con quattro locali a piano rialzato e due nel sottotetto.
Pareti perimetrali di muratura ordinaria, tetto in legno con copertura di eternit; serramenti ordinari, tipo montagna.


OPERE SUSSIDIARIE

A notizia si premette che una preesistente rete di strade comunali e militari in sinistra dell'Oglio, allacciate alla rotabile nazionale del Tonale sviluppantesi in sponda destra, dava facile accesso alle basi principali dell'impianto.

L'attuale strada di accesso alla Centrale, staccantesi dalla strada nazionale in località Lissidini, al Km. 109.7, è ancora la vecchia strada comunale opportunamente sistemata in qualche punto a cura della Società.

Essa si svolge per un tratto di m. 1700 in sponda destra, in contropendenza; passa poi in sponda sinistra su ponte in legno opportunamente rinforzato per il transito del macchinario pesante, e dopo un ulteriore percorso di m. 1150 entra nel piazzale della Centrale; lo attraversa per m. 220, ne sorte e prosegue dal lato opposto.
In questo punto la strada venne sdoppiata, deviandone un ramo intorno al piazzale per il transito degli estranei.

Dopo un rettilineo di m. 650 la comunale attraversa il torrente Avio su ponte in legno: prosegue per altri m. 400 in sponda sinistra dell'Oglio, lo riattraversa poi su ponte in legno, e finalmente si riallaccia alla nazionale nel paese di Temù, dopo un percorso complessivo di Km. 4.700.

Da questa strada si stacca, subito dopo il ponte sul torrente Avio, in destra di questo, la ex strada militare, ora comunale, che si interna nella valle d'Avio per circa Km. 2.800 raggiungendo la quota 1290.

Entrambe queste strade, pure essendo di facile percorso, hanno tracciato e pendenza non sempre costruttivamente regolari, e mostrano, nonostante le migliorie introdotte dalla Società, i segni della loro classe secondaria.

Hanno larghezza media di m. 3.50; la manutenzione è fatta per la maggior parte a cura della Società.

A queste strade si allacciano le opere sussidiarie meccaniche di carattere stabile sviluppate dalla Società per il funzionamento dei vari cantieri di lavoro.

Esse sono le seguenti:

Per il Lago d'Avio.
- Si fa appena cenno che dall'inizio dei lavori a tutto il 1929 il Cantiere venne rifornito con due teleferiche in serie a va e vieni, di costruzione della Casa Ceretti e Tanfani e installate nel periodo bellico dal comando militare, dalla cui Amministrazione vennero poi vendute in posto, a guerra conchiusa, alla Società.
Di queste teleferiche è prevista la soppressione mentre resterà in servizio permanente la teleferica di sicurezza.

TELEFERICA DI SICUREZZA

- Questa opera di notevole importanza venne costruita nell'autunno del 1929, in seguito a studi sviluppati dalla Società in coordinamento coi competenti Uffici di Stato, ed in base al concetto di dotare l'impianto di facile e sicuro mezzo di accesso ai soprastanti serbatoi dei Laghi d'Avio.

La teleferica parte da Fondo Valle Avio, al termine della strada rotabile sopra descritta, a quota 1295, e mantenendosi sulla sponda sinistra della Valle raggiunge direttamente la quota della strada orizzontale dei Laghi.

Le caratteristiche principali dell'impianto sono le seguenti:

Lunghezza della linea in proiezione orizzontale . . . . . . m. 1990.00
" " " sviluppata . . . . . . . . . " 2115.00
Dislivello fra i due estremi . . . . . . . . . . " 605.20
Velocità della fune di trazione al 1". . . . . . . . " 2.00
Viaggiatori per vettura . . . . . . . . N. 4
Peso merce caricabile . . . . . . . . Kg. 500.00
Scartamento della linea . . . . . . . . . . . . . m. 3.20
Potenza motrice . . . . . . . . . . . . . . . HP. 33.00
Cavalletti in ferro . . . . . . . . . . N. 13
Stazioni . . . . . . . . N. . . . . 2

La linea è del tipo a va e vieni a due funi portanti spiroidali del diam. di mm. 38: su ciascuna fune portante corre una vettura, una in salita e l'altra in discesa, alternativamente.

Le testate a monte delle vetture sono collegate dalla fune di trazione a trefoli del diametro di mm. 18.5; quelle a valle dalla fune di zavorra a trefoli del diametro di mm. 14.5.

Vi è una terza fune, detta fune freno, a trefoli del diametro di mm. 18.5 come organo di sicurezza a cui le vetture si fissano automaticamente in caso di rottura della fune di trazione a mezzo di opportuno dispositivo.

La stazione inferiore è di sola tensione: contiene un'intelaiatura metallica che porta le guide in cui scorrono le slitte delle due pulegge di rinvio (diametro mm. 3000 per le funi freno e zavorra, e il pozzo dei contrappesi collegati a delle slitte e che regolano le tensioni delle rispettive funi).

La stazione superiore è motrice e di ancoraggio.
Le funi portanti, opportunamente rinviate, si avvolgono su un tamburo di cemento armato e si ancorano, con un morsetto, ad un robusto profilato di ferro, annegato nel blocco stesso.
L'argano ad azionamento elettrico è contenuto entro apposita intelaiatura metallica.
I 13 cavalletti sono in ferro con traliccio centrale e bracci sporgenti a croce: alti da m. 6 a m. 20.

La stazione, gli ancoraggi, i basamenti dei cavalletti sono in muratura ordinaria con largo impiego di calcestruzzo e di pietra in vista.

I lavori inerenti risultarono particolarmente laboriosi e costosi per l'asperità delle zone attraversate, le difficoltà degli accessi e dei rifornimenti, per la impropizia posizione obbligata delle stazioni e dei cavalletti, per scavi rilevanti e importanti opere di difesa da frane e valanghe.

I tetti delle stazioni sono in legno, con doppia copertura in cartone catramato ed eternit. Pure in legno sono i cavalletti di avanstazione per sostegno delle funi, e la tettoia esterna di protezione.


STRADA ORIZZONTALE LUNGO LAGO.

- A notizia si accenna che dalla stazione di arrivo della teleferica si diparte una strada orizzontale a mezza costa che fiancheggia in sponda sinistra i due Laghi a quota media 1910 e cioè m. 3.40 sopra il massimo livello di invaso; ha la lunghezza di in. 1900 ed è armata con binario decauville di scartamento m. 0.60; serve di accesso ai serbatoi e alle rispettive cabine di manovra.

Questa strada non è stata costruita dalla Società e non è di sua proprietà, mentre il binario decauville di cui è armata è proprietà della Società ed è inventariato nel conto dei materiali in servizio.

Questo gruppo di opere sussidiarie serve per la sorveglianza e la manutenzione della prima parte dell'impianto, dai serbatoi alla così detta Valle Secca (progressiva Km. 1 della galleria di derivazione). Per la parte seguente e cioè dalla Valle di Mezzodì (progressiva 1.9 della galleria) alla Centrale servono le seguenti opere sussidiarie.


PIANO INCLINATO DAL PIAZZALE DELLA CENTRALE A MONTE CALVO.

- Si svolge sulla destra delle due condotte forzate, alla distanza di m. 4,50 fra l'asse del binario e quella del tubo adiacente.
Ha le seguenti caratteristiche:

Tipo a semplice carrello.
Lunghezza della linea in proiezione orizzontale . . . - m. 1650.-
" " " sviluppata . . . . . . . . . . . " 1800.-
Dislivello fra i punti estremi - . . . . . . . . . " 756.-
Scartamento della linea - . . . . . . . " 0.60
Velocità della trazione al 1" - . . . - . . . . . . . " 0.67
Portata . . . . . . . . .. . . . . . Ql. 70.-
Potenza motrice . . . . . . . . - . . . . HP. 60.-

La sede segue l'andamento del terreno senza importanti opere di scavo e di rilevato, o manufatti; ha la larghezza di metri 2 ed è costruita in muratura a secco.
E' armata con traversine di larice poste alla distanza di metri 0.50 e con rotaie decauville alte cm. 7.
La stazione superiore è in muratura ordinaria con copertura in legno e cartone catramato. Le fondazioni sono in calcestruzzo.

L'argano non ha caratteristiche speciali ed è del tipo corrente ad azionamento elettrico.
A fianco della sede corre una linea di filo zincato di 3 mm. su paletti di legno per i segnali di manovra.
Notasi a questo punto che la continuità delle mulattiere comunali attravensanti la zona percorsa dalla funicolare e tubazione venne mantenuta colla costruzione di tre ponticelli in cemento armato della lunghezza di m. 8.40 e larghezza m. 3.

TELEFERICA (BBB).

- Trovasi alla destra del piano inclinato ora descritto, alla distanza di m. 4.70 fra gli assi, che in proiezione hanno andamento parallelo coi punti di partenza e di arrivo corrispondenti.
La teleferica ha le seguenti caratteristiche:

Tipo a doppia fune portante e traente con due carrelli a va e vieni, uno per linea.
Lunghezza e dislivello come il piano inclinato.
Scartamento tra le funi . . . . - - . - - . - - m. 2.25
Velocità di trazione al 1" - . - . - . . - - . - . . " 1.65
Potenza motrice . . . . - - . . . . . - . - - HP. 17.-
Portata . . - - . . . . - . . . . . . . - Ql. 6.-
Cavalletti - . . . . - - . - - - . . . - - N. 17
Stazioni . . - . . . . - - . . - . . . . N. 2

Funi portanti spiroidali diametro mm. 24 ammarrate nella stazione superiore e tese nella stazione inferiore con contrappesi.
Funi traenti a trefoli del diametro di mm. 14 avvolte su volani con rinvio ad 8 nella stazione superiore per il movimento; e su un semplice volano di rinvio nella stazione inferiore.

Le stazioni hanno la base in muratura ordinaria con faccia vista e la parte in elevazione in legno con copertura in cartone catramato.
Così pure sono in muratura ordinaria le basi dei cavalletti, mentre le intelaiature in elevazione alte da m. 5 a m. 17 sono in legname di larice tondo per i quattro ritti e controventi, squadrato per la croce e la intelaiatura di sostegno delle funi portanti e dei rulli di guida.


STRADA ORIZZONTALE DA CALVO A VALLE DI MEZZODI'.

- Dalle stazioni superiori del piano inclinato e della teleferica ora descritti ed a quota della galleria di derivazione si svolge, verso la valle Avio, una stradetta orizzontale seguente all'esterno il tracciato della galleria stessa.
Questa strada, costruita fin dall'inizio dei lavori per il rifornimento alle finestre della galleria stessa, viene ora conservata per la manutenzione delle opere.
Ha lo sviluppo di m. 1700 e larghezza media di m. 2, escluse le scarpate, ed è armata con binario decauville dello scartamento di m. 0.60.
Data l'asprezza dei luoghi la sua costruzione richiese un lavoro di rilevante importanza anconchè lungo il suo percorso non vi siano manufatti di qualche importanza.


LINEE ELETTRICHE E TELEFONICHE.

- Pei rifornimenti di energia elettrica ad uso forza motrice e illuminazione nei cantieri dell'impianto sono in attività le seguenti linee elettriche:

N. 2 linee a 6000 Volt fra la Centrale di Temù e il Cantiere del Lago d'Avio.
Escono entrambe dalla Centrale di Temù, dal lato posteriore verso monte, ciascuna a mezzo cavo trifase sottopiombo, con conduttori di 40 mmq. di sezione, facente capo a due tralicci in ferro dell'altezza di m. 8.

Di qui le linee risalgono la Valle dell'Oglio in sinistra sponda, ed entrano poi nella Valle d'Avio della quale percorrono il fondo e la mezza costa parte in sinistra, parte in destra sponda.

Entrambe fanno capo al Lago d'Avio, ad una cabina in muratura posta in vicinanza della diga principale, sul lato sinistro, cabina descritta più avanti.

Delle due linee una venne costruita all'inizio dei lavori, e cioè nell'anno 1920; è montata su pali di larice alti da m. 10 a m. 12, armati con isolatori a gancio per 6000 V. e con tre conduttori di rame del diametro di mm. 5 fino a Malga Caldea (m. 5.300) e di mm. 7 da Malga Caldea al Lago (m. 1200).

Misura la lunghezza complessiva di Km. 6.500 con i N. 147 sostegni di legno e i N. 5 tralicci di ferro.
Lungo il percorso alimenta con brevi tronchi di linea derivate i Cantieri della Segheria, di Fondo Valle, di Malga Caldea e del Lago d'Avio, attraverso piccole cabine di trasformazione di limitata potenza (15 a 20 KVA).

L'altra linea venne costruita posteriormente, e cioè nell'anno 1923.
E' pure montata su pali di larice dell'altezza di 10-12 m. armata con isolatori per 6000 Volt montati su mensole ferro e porta tre conduttori di rame del diametro di mm. 7.

Questa linea ha lo sviluppo di Km. 5.800, N. 112 sostegni in legno più 5 tralicci e 1 palo legno comuni alla prima linea.

Vi è poi una terza linea a 6000 fra la Centrale e le stazioni motrici di Monte Calvo; questa linea si deriva dallo stesso traliccio della linea minore sopradescritta, e sale al Calvo tenendosi sul fianco sinistro della condotta forzata, a circa m. 3 con andamento parallelo.

La linea è montata su pali di legno con isolatori a gancio per 6000 Volt e con tre fili di rame del diametro di mm. 5 in parte e in parte di 4 mm. Sviluppo della linea Km. 1.800 con N. 48 sostegni.


Linea a 220 Volt per il comando a distanza delle valvole.

- Le valvole a farfalla poste in testa alle tubazioni possono funzionare come si è detto con manovra automatica, a mano ed elettrica a distanza.
Per quest'ultimo comando serve appunto la linea che si descrive.
La linea sorte dal lato posteriore della Centrale e sale verso l'alto, deviando sensibilmente a valle per mantenersi lontana dalle condotte forzate e quindi fuori della zona possibilmente danneggiabile da eventuali fughe di acqua.
Solo verso il termine la linea si riaccosta alla condotta ed entra nella cabina di testa.
E' montata su pali di larice alti m. 10 a 12, armati con isolatori a gancio tipo telefono, e con due fili di rame del diametro di 3 mm., sviluppo Km. 2, con N 62 sostegni.


Linee telefoniche.

- I collegamenti fra zona e zona sono ottenuti con le seguenti linee telefoniche locali:

Fra la Centrale di Temù e il Lago d'Avio: doppia linea a quattro fili, svolgentesi sul fondo della valle, su palificazione unica in legno, dell'altezza media di m. 7 fuori terra.
Isolatori a gancio di tipo corrente: filo in acciaio zincato del diametro di mm. 3, sviluppo Km. 6.300, N. dei sostegni 138 di legno e N. 4 tralicci di ferro.
Delle due linee una serve per le comunicazioni dirette d'esercizio, l'altra anche per le comunicazioni intermedie tra le stazioni delle teleferiche.


Linea dalla Centrale alla Cabina del Monte Calvo.

- E' montata su gli stessi paletti di sostegno del filo di segnalazione del piano inclinato: è a due fili di acciaio del diametro di 3 mm., con isolatori a gancio di tipo normale: sviluppo Km. 1.800; N. dei sostegni 79.

Altra linea telefonica dalla Centrale alla Stazione motrice della teleferica:

ad un solo conduttore di filo acciaio zincato da mm. 3, parallela alla teleferica montata in parte sui cavalletti e in parte su piante ancora vegetanti. Lunghezza circa Km. 1.800.


CABINA DI TRASFORMAZIONE

- Elettricamente l'impianto pompe è servito da due linee a 6000 Volt provenienti dalla Centrale di Temù, già descritte, attraverso una cabina di trasformazione da 6000 a 220 Volt.
La cabina è situata poco a valle dello sbarramento del Lago Grande, sul lato sinistro.
E' in muratura comune col tetto in legno a due falde; misura all'interno m. 4.95 X 5.95 ed un'altezza in gronda di m. 3.20. Arrivi a 6000 V da Temù





POLVERIERA

- Da ultimo si accenna alla polveriera situata in Fondo Valle d'Avio, sulla sponda sinistra alla q. 1290 E' uno stabile in muratura ordinaria, avente dimensioni esterne di m. 6.70 X 5.20 nel quale sono ricavati due locali uno di m. 4 X 4 per gli esplosivi, l'altro di m. 4 X 1 per i detonanti e la miccia.
Altezza in gronda m. 2.50. Tetto in legno con copertura in cartone catramato. Sistemazioni accessorie a norma di regolamento.

IMMAGINI





laghetto d'Avio






laghetto d'Avio






lago Pantano (8-8-2001)






diga del Venerocolo (4-7-2001)






centrale di Pantano (4-4-1984)






centrale (2000)






(2002)






(2002)






(1993)






Benedetto-Avio (1996)






Benedetto-Avio






Benedetto-Avio






Benedetto-Avio






Benedetto-Avio






Benedetto-Avio






Valsaviore Val Malga Val Paghera Val d'Avio

Centrale di Edolo

Centrale di San Fiorano

Sentiero degli invasi idroelettrici

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