Coren de le fate

Arno Salarno Adamé
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roccia del Coren de le fate

le immagini sono tratte dai volumi:
"I Camuni" -Jaca Book- e "Valcamonica una storia per l'Europa -edizioni del Centro- di E. Anati

BENVENUTI IN VALLE CAMONICA


idolo di Sonico


capanne rituali


coren de le fate


ideogrammi


ideogrammi


ecclesia antiqua sancte Marie de Prathella


il "sacerdote" che corre


simboli solari


... sulle rocce di Sonico ...


scena di incantazione


ideogrammi


ecclesia antiqua sancte Marie de Prathella


ideogrammi


figura umana, telai e palette


ecclesia antiqua sancte Marie de Prathella

Incisioni di Sonico pag. 1 Incisioni di Sonico pag. 3

Valcamonica Preistorica

INCISIONI RUPESTRI DI SONICO - pag. 2 -

da Quaderni Camuni n° 44 1988

SECONDA CAMPAGNA DI RICERCHE: NEL COMUNE DI SONICO CAMPAGNA ARCHEOLOGICA 1988

(Notizie preliminari)

AUSILIO PRIULI GIAN CLAUDIO SGABUSSI

Al termine della prima campagna di ricerche, considerati ed analizzati i dati acquisiti, si è rivelata indispensabile la programmazione del prosegui­mento delle ricerche a tappeto nel territorio, onde giungere ad una migliore conoscenza dello stesso, dal punto di vista geomorfologico, paleoambien­tale, paletnologico e paleoiconografico e più in generale archeologico.

La fase di esplorazione dell’area circostante il «Coren de le Fate», aveva permesso, già nell’agosto e settembre 1987, di cogliere la presenza di altre rocce incise; infatti era evidente che non ci potesse essere una sola roccia incisa lungo il costone di montagna dominante il conoide di deiezione di Villicampo, costituito dagli apporti alluvionali del torrente Rabbia, ma che, quella analizzata del Coren, doveva essere una delle tante presenti.

A fine novembre 1987, nel territorio compreso tra Villicampo e Stablo, per una fascia di non oltre 150 metri di larghezza, con un limite estremo costituito a meridione dalla sommità del ciglione che cade nella Val Rab­bia, erano state individuate ben 14 rocce con tracce di incisioni rupestri; pertanto venivano confermate le aspettative prospettate in sede di program­mazione del ciclo di ricerche.

Completata quindi, durante la prima campagna di ricerche, la messa in luce totale della roccia del «Coren de le Fate», la pulitura, il rilevamento e lo studio preliminare integrale della roccia e delle incisioni, e iniziato l’in­tervento esplorativo con più che soddisfacenti risultati, si è resa necessaria, come preventivamente programmata, una ricerca complementare relativa al folclore, ad alcune tradizioni orali e ad elementi toponomastici locali, apparentemente direttamente collegati ai siti ospitanti le incisioni rupestri.

Anche questa ricerca è approdata alla acquisizione di dati e di informa­zioni illunìinanti, relativamente alla conoscenza della geografia umana del­l’ambiente ospitante.

Da tutto ciò oltre che da altre considerazioni di ordine scientifico e cultu­rale, è risultata evidente l’indispensabilità del proseguimento del lavoro, at­traverso la programmazione di almeno altre due campagne di ricerche sul territorio.

La seconda campagna di ricerche, aveva previsto:

  1. Una nuova esplorazione a tappeto dell’area compresa tra Villicampo e Stablo.
  2. L’esplorazione della fascia parallela, posta tra questa ed il Dosso della Croce
  3. Una prima esplorazione preliminare dell’area circostante S. Maria.
  4. Una esplorazione preliminare del territorio compreso tra la «Còrna San­guinera», Pradasella e Stablo.
  5. Il rilevamento delle rocce della fascia tra Villicampo e Stablo: di quelle individuate durante la «campagna 1987» e di quelle individuabili nel 1988.
  6. Continuazione della raccolta di tradizioni orali.

 

  1. L’esplorazione a tappeto del costone soprastante Villicampo ha permes­so ad oggi l’individuazione di ben 15 rocce incise e la constatazione di pre­senze sporadiche di segni incisi su altre rocce, in una fascia compresa tra i 750 ed i 1000 m s.l.m.
    Alcune rocce sono particolarmente ricche di incisioni ed a queste si è de­dicata particolare attenzione.

  2. L’esplorazione della fascia parallela alla prima, fino a giungere al Dosso della Croce, ha evidenziato la presenza di incisioni rupestri, distribuite su almeno 5 rocce.

  3. L’esplorazione preliminare dell’area circostante la chiesa di S. Maria, lun­go il corso del torrente Grandi, ha pure evidenziato la presenza di rocce in­cise, tra le quali, alcune caratterizzate da segni e simboli di cristianizzazio­ne, particolarmente importanti in questo ambiente che ha visto l’erezione successiva del santuario mariano.
    Piccoli frammenti di laterizi di età romana, lungo la strada nuova nei pressi del Santuario, potrebbero indurre ad ipotizzare la presenza di un edificio di tale epoca nello stesso sito.
    Attorno alla chiesa sono presenti rocce con coppelle; uno «scivolo-rituale», massi incisi tra i quali uno ospitante una figura piediforme, oltre ad altri segni.

  4. Una esplorazione preliminare è stata condotta anche più a monte, tra la località «Còrna Sanguinera» e la «Còrna de le crus» presso l’alpeggio di Pradasella.

  5. Prima di procedere al rilevamento, l’équipe di lavoro ha provveduto ad effettuare la messa in luce delle intere superfici incise; a ripulire da erbe in­festanti, cespi di enea, radici insinuatesi nelle crepe delle rocce, licheni che sovente costituiscono delle vere e proprie incrostazioni coprenti vasti setto­ri ed in particolare quelli incisi.
    Tali interventi preliminari si sono rivelati particolarmente lunghi e diffi­coltosi, a causa della ubicazione delle rocce, spesso lontane da punti d’acqua.
    La pulizia ha inoltre comportato particolare cura e attenzione onde evi­tare alterazioni delle rocce e manomissioni delle incisioni. La stessa lavatu­ra è stata effettuata solo con acqua, senza uso alcuno di detersivi o altre sostanze chimiche.

Rilevamento

La campagna ‘88 ha visto il rilevamento di numerose rocce incise.Il rilevamento è stato effettuato, come durante la campagna precedente, con diversi metodi, onde acquisire, con la massima scientificità, il più alto numero possibile di informazioni e giungere alla maggiore oggettività pos­sibile nella lettura.

Rilevamento visivo, rilevamento su polietilene, rilevamento a mezzo frot­tage e rilevamento fotografico, tra loro correlati, hanno condotto alla ri­produzione integrale di intere superfici rocciose incise.
La «campagna ‘88» ha visto il rilevamento integrale di ben 5 grandi su­perfici incise e di altre 5 minori e la realizzazione della documentazione fo­tografica di altre 4.
Le nuove rocce rilevate si sono rivelate di particolare importanza, non solo per Sonico, ma per tutto il sistema petroglifico camuno.
La roccia n. 6 ha offerto una nuova concentrazione di figure palettifor­mi, del tutto simili a quelle della roccia n. 1, associate ad una figura antropomorfa e a coppelle.

In sintesi, la roccia n. 9, costituita da due settori, ospita nel primo, un gruppo di palette, nel secondo, per la prima volta nella produzione paleoi­conografica camuna, figure antropomorfe caratterizzate dalla capigliatura raccolta a coda di cavallo. Le figure risultano così molto simili a certe figu­re della penisola scandinava.
Queste figure sono associate ad altre e ad una figura zoomorfa di tipo «fantastico».
Tra le altre rocce incise, particolarmente estesa e ricca si è rivelata la roc­cia n. 13, posta in posizione dominante rispetto alle altre e al fondovalle.
Anche su questa roccia, come sul «Coren de le Fate», il rilevamento ha permesso di distinguere tre fasi principali di incisioni.
La prima fase è caratterizzata da motivi circolari probabilmente del terzo millennio a.C.
La seconda fase è caratterizzata da figure meandriformi e di tipo planimetrico.
La terza fase è costituita da figure palettiformi di una fase evoluta dell’e­tà del Ferro.
Appartenenti alla stessa fase delle figure di palette sono anche alcune fi­gure antropomorfe, tra le quali una, centrale sulla roccia e di notevoli di­mensioni, con profilo a testa di uccello e capelli, ancora una volta, raccolti a coda di cavallo.

Altre rocce attorno ospitano ancora incisioni palettiformi, antropomor­fe, serpentiformi, cruciformi, ecc.
L’esplorazione dell’area soprastante il paese, nell’area conosciuta come «Cornel de l’Aiva», ha permesso l’individuazione di una roccia di estese di­mensioni, incisa in tutta la sua parte più elevata e per circa 20 metri quadrati.

Nulla di simile è stato mai trovato nella produzione figurativa preistori­ca, protostorica e di tradizione italiana.
Forme geometriche semplici, curvilinee, ovali e altre, sono tra loro asso­ciate e caratterizzate da gruppi ricorrenti di linee parallele all’interno e al­l’esterno.

Solo approfondite analisi permetteranno forse di coglierne i significati, ma certamente solo ulteriori ricerche nel territorio potranno forse fare luce su questi elementi paleoiconografici mai contemplati fino ad ora.
Sonico quindi, con i rinvenimenti della campagna 1987 e con quelli della campagna 1988, rivela una nuova, inaspettata ed insolita faccia della cultu­ra figurativa camuna ed alpina: riapre il discorso delle seriazioni tipologi­che, offre nuovi ed inaspettati elementi culturali in un ambiente che, per certi versi, sembrava quasi nella norma.

A tutto ciò si sono aggiunte, in questa campagna, nuove acquisizioni re­lative al perdurare della tradizione di incidere anche in età storica.
L’individuazione di numerose rocce costellate di figure cruciformi, so­vente sovrapposte a incisioni iconograficamente associabili a quelle preisto­riche e protostoriche, diviene di fondamentale importanza per la compren­sione del fenomeno paleoiconografico nel suo complesso, e non è escluso che la campagna di ricerche 1989 riservi in proposito numerose sorprese.

Infatti, nell’agosto 1988, durante una preventiva indagine di superficie condotta lungo le pendici del Dosso Fobbio, dove già nel 1979 erano state segnalate numerose rocce incise1, i signori Hrobat di Brescia, che hanno an­che solo per un giorno voluto vivere l’esperienza di riscoprire un tassello del nostro passato, in collaborazione con l’équipe di ricerca, hanno indivi­duato, oltre ad altre figure, anche una interessante rappresentazione antro­pomorfa graffita, armata di lancia e forse scudo, ed evidenziata una inte­ressante figura di imbarcazione.

Il tutto, su una roccia di estese dimensioni che costeggia un antico per­corso, in un contesto estremamente ricco di rappresentazioni, tra le quali dominanti sono le figure di croci.

1PRIULI A., Preistoria in Valle Camonica. Museo d’Arte e vita preistorica, Capodiponte, 1979.

ANALISI DELLE ROCCE INCISE

ROCCIA N. 2

La roccia n. 2 è la più a valle tra tutte quelle del gruppo del «Coren de le Fate». Costituita da un modesto sperone di roccia che guarda sul conoi­de sottostante di Villicampo, è in precario stato di conservazione.

La superficie ospita una serie di coppelle apparentemente disposte prive di ordine alcuno; tre di queste sono tra loro forse intenzionalmente allinea­te ed unite da un canaletto naturale costituito da una frattura probabilmen­te ritoccata all’atto della esecuzione delle coppelle stesse.

Altre tracce di lavorazione caratterizzano la parte centrale del settore in­ciso, ma vistose alterazioni superficiali, alle quali si sono sommate abrasio­ni da prolungato calpestio, le hanno rese di difficilissima lettura.
Nel rilievo le figure puntinate sono ìndicative delle tracce di lavorazione in evidente relazione con le incisioni cuppelliformi.
Le coppelle non conservano vistose tracce di picchiettatura, anzi sembra­no abrase internamente

Incisioni di Sonico pag. 1 Incisioni di Sonico pag. 3

Valcamonica Preistorica

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