home page

Escursioni al lago d'Arno Arno Salarno


lago d'Avolo


diga Arno


coronamento diga


fabbricati, sullo sfondo il monte Campellio


lago di Campo


diga di malga Bissina


coster di sinistra


Frisozzo


Passo di Campo, sullo sfondo Re di Castello e Passo Dernal


Pozza d'Arno


lago d'Avolo

LA RASEGA - PASSO IGNAGA

tempo di percorrenza: 6 ore

dislivello: m 1126 (fino al passo di Campo) + 276 (dal passo di Campo al passo Ignaga)

Si parte dallo spiazzo esistente immediatamente prima del campo sportivo, si attraversa il torrente Poia sul ponte carrabile quindi si gira a destra verso valle e poi subito a sinistra, (ci sono dei cartelli indicatori con la scritta passo di campo) il sentiero (mulattiera) è ben segnalato e porta il n° 20.

Questo era il percorso per raggiungere le valli Giudicarie dalla Valsaviore e quindi fu frequentato nei secoli scorsi anche da traffici commerciali.

Si svolge in ampi zig-zag attraverso il bosco fitto di abeti; si transita presso la malga Campellio (attualmente la baita non viene utilizzata ) dopo circa un'ora di cammino 1607m s.l.m.); dopo circa altri venti minuti si transita presso un masso con inserite cinque croci, a ricordo della morte di cinque militari avvenuta durante la guerra di liberazione.

Più avanti, dopo un'ora e quaranta minuti dalla partenza dalla Rasega si incontra il bivio del sentiero per il lago d'Arno, con segnavia CAI n° 20 A (siamo a quota 1870 circa).

A quota circa 1980 c'è il bivio per Adamé, sentiero n° 33, ora poco percorribile; questo sentiero, che ha andamento completamente pianeggiante, un tempo veniva denominato "la vià de Stuchi" in quanto è stato costruito durante l'esecuzione dei lavori idroelettrici per la galleria che da Adamé porta l'acqua al lago d'Arno, ed inizialmente i lavori erano svolti (o commissionati?) dalla ditta Stucchi - Prinetti.

Verso Adamé il sentiero aveva numerosi tratti completamente artificiali in legname, per attraversare le zone particolarmente impervie, che ormai, dagli anni cinquanta, sono andati completamente distrutti.

Dopo un quarto d'ora di cammino ed aver "girato" intorno al monte Zucchello il sentiero ha per un tratto andamento in discesa, ci si trova già entro la "conca d'Arno", e si raggiunge il bivio del sentiero n° 20 B proveniente dal lago d'Arno (quota circa 2000m).

Proseguendo verso il passo di Campo, dopo circa 25 minuti si transita in corrispondenza di uno spiazzo artificiale fatto da muri a secco dove è ancora ben visibile il tracciato di un piano inclinato (funicolare) che collegava il piano della strada con la sottostante caserma degli alpini della "grande guerra"

Si vede anche che la parte della caserma verso la diga ha ancora i muri mentre la parte lato passo di Campo sono completamente diroccati in quanto quest'ultima parte fu demolita dalla valanga del 1916 che provocò numerosi morti tra gli alpini.

Durante il passaggio di "Traversera" si può ammirare l'imponenza dei monti che si trovano di fronte e precisamente:- da destra a sinistra - cima Barbignaga, cima Sablunera che domina tutto il "coster" di sinistra, poi il monte Frisozzo (2899m s.l.m.), il monte Re di Castello (2891m s.l.m. ed infine la sega d'Arno.

Lungo il sentiero si incontra anche (circa 40 minuti dopo il bivio del 20-B, a quota 2090) una pietra che fa parte del selciato con inciso la scritta  "GIOAN ANDREA BOLDINI RSTUAVAT STRADA ANO 1792" vale a dire Giovanni Andrea Boldini restaurò (la strada) nell'anno 1792, a testimonianza dell'importanza che a quei tempi assumeva questa via di comunicazione verso il trentino.

Finalmente, dopo un'altra ora di cammino, si raggiunge il passo di Campo (2296 m s.l.m.) Qui vi sono parecchie opere militari, in particolar modo trincee e gallerie scavate nella roccia con gli accessi lato lago d'Arno e con le postazioni delle armi lato Val di Fumo in quanto il passo costituiva confine di stato.

Al Passo di Campo si prende il sentiero numero uno "Alta via dell'Adamello" che prosegue immediatamente dopo il passo sulla nostra sinistra e percorre il tratto iniziale pianeggiante in una vecchia trincea che fino agli anni cinquanta era ben visibile e piena di rotoli di filo spinato; si scende poi per aggirare uno sperone di roccia che si protende verso il lago di campo, quindi si sale e qui si trova un tratto di sentiero attrezzato con fune metallica che sale lungo una cascata del torrentello che esce dal lago d'Avolo.

La segnaletica del CAI indica in un'ora e mezza il tempo necessario a raggiungere il passo Ignaga ma è un tempo piuttosto scarso con un passo normale (da cinquantenne) occorre mettere in conto almeno un quarto d'ora in più.

Questo tratto di sentiero, pur non presentando particolari difficoltà va percorso con attenzione e soprattutto in stagione opportuna: dopo il 20 giugno e prima delle gelate autunnali.

Si continua la salita, in parte su morena, in parte su secca prateria, stando ai margini esterni della conca che contiene il laghetto; si affronta quindi un ripido pendio morenico costellato da muri a secco, residui di baraccamenti della prima querra mondiale, fino a raggiungere il passo d'Avolo.

Il passo d'Avolo è una incisione poco profonda sullo sperone di rocce che delimitano a Nord la conca d'Avolo e si protendono verso Est quasi perpendicolarmente alla val di Fumo delimitando anche la conca del lago di Campo; è tutto attorniato di residui di manufatti della grande guerra.

Ora si prosegue su mulattiera ex militare a saliscendi, per aggirare alcuni speroni rocciosi, fino a raggiungere passo Ignaga: è un lungo avallamento che interrompe le cime che separano, sulla sinistra orografica della valle Adamé, la Valsaviore dalla val di Fumo, tra il monte Campellio (sima alta) e il monte Foppa.

Anche qui, sul passo, ci sono resti di trincee della grande guerra; nella cronaca locale della guerra è stato evidenziato che nonostante il passo Ignaga fosse, tra i passi della catena montuosa a sinistra della valle Adamé, il più ampio e quello più vicino e diretto sui paesi della Valsaviore, ebbe solo un modesto presidio, rispetto agli altri passi, tipo porta Buciaga ecc.

Il motivo era che, non disponendo, come gli altri passi di teleferiche militari per raggiungerlo, nessun alto ufficiale si è mai preso la briga di salire a piedi per valutare la situazione: quanta tradizione in fatto di ....... felloni!


lago d'Avolo


monte Caré Alto


Arno: diga e relativi fabbricati di servizio


da pozza d'Arno


malga Frisozzo e cima Sablunera


Re di Castello


monte Campellio


Corno della Vecchia


lago di Campo


lago di malga Bissina


lago d'Avolo


Escursioni al lagod'Arno
Arno Salarno Adamé

home page

Last updated 29.7.2007