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sentiero degli invasi dell'Adamello

- "percorso" San Fiorano -

new - "percorso" Edolo - new

Propongo qui una lunga escursione che consiste nella "circum-navigazione" delle località interessate dall'impianto idroelettrico di generazione e pompaggio di S. Fiorano.

Isola - Arno - sentiero dei tre fratelli - Colombé - Paspardo - Campolungo - S. Fiorano

(tempi da verificare)
tempo di percorrenza in salita da Isola al lago d'Arno: 2,5 ore - dislivello: 930 m
tempo di percorrenza in discesa da lago d'Arno a bivio-Colombé: 2,5 ore - dislivello 600 m
tempo di percorrenza in salita da bivio-Colombé a rifugio Colombé: 1 ora - dislivello 250 m
tempo di percorrenza in discesa da rifugio Colombé a Paspardo 1,5 - ore dislivello 800 m



Isola:

Per raggiungere Isola di Cevo si percorre la statale 42 del Tonale e della Mendola, fino a Cedegolo (il bivio si trova immediatamente dopo aver percorso la strettoia in centro a Cedegolo; da non confondersi con il secondo bivio, per Cevo e Saviore che si trova più avanti, nel paese di Demo) poi si devia a destra sulla strada provinciale n° 6 per Fresine quindi si percorrono circa 7 km di salita e poi, dopo il cimitero della frazione di Fresine, si imbocca la stradina piana sulla destra e in poco più di un km si raggiunge la frazione di Isola:
non ci sono sicuramente problemi di parcheggio!

Si parte dalla piazzetta antistante la chiesa di Isola, si sale costeggiando inizialmente parte della recinzione della ex centrale idroelettrica quindi si prende decisamente il pendio passando in prossimità di due sostegni di due linee elettriche ad alta tensione (15 KV da Salarno e da Campellio; si raggiunge quindi la località "Il Plà", dove c'è una cascina circondata da un prato ricavato tra le pietraie circostanti.

Il sentiero prosegue attraversando con un ponticello la sede delle (quattro) ex condotte forzate e del piano inclinato della centrale; ci si avvicina quindi al torrente Rio Piz e si transita in prossimità di alcuni sostegni della ex funivia Isola-Arno; il sentiero prosegue ad ampi zig zag fino a quando si riattraversa la sede delle ex condotte forzate (put lonc).

Dopo alcuni tornanti si raggiunge la località "Garzuné" (circa 1400m s.l.m.), dove si intravede un pianoro sede un tempo di una malga ora completamente diroccata.

Si prosegue sempre in mulattiera a tornanti quindi ci si sposta verso destra (vista dal basso) e si percorre un lungo tratto di sentiero scavato nelle roccia del monte Zucchello, fino a raggiungere la strada pianeggiante,(già sede di binario "Decoville"), Vertice Q - Arno.

Se vogliamo dedicare un momento a vedere le testimonianze dell'impianto idroelettrico Arno - Isola, possiamo percorrere circa un centinaio di metri sulla nostra sinistra e vediamo:
- il percorso delle condotte forzate.
- il fabbricato che ospitava la camera delle valvole, in vago stile liberty
- la casa del guardiano
- la stazione motrice della teleferica, che nonostante fosse per trasporto materiali (non aveva la cabina, bensì un lungo bancale che rimanera sempre molto inclinato, parallelo al suolo), spesso veniva usata anche per il trasporto delle persone, in quanto, solo nel 1938 venne costruita la funivia per il trasporto di persone da Isola al lago d'Arno.

- i resti del fabbricato della stazione motrice della funicolare (a proposito di questa non posso non ricordare il prezzo di sangue pagato da due ragazzi di Isola - tra loro cugini di primo grado - a distanza di pochi anni l'uno dall'altro

Lettere della Società Generale Elettrica dell'Adamello (da archivio futuro Museo dell'Energia Idroelettrica di Cedegolo)

8 settembre 1915
- infortunio mortale Pasinetti Antonio -
Onorevole Direzione Generale di Milano
Ieri sera verso le ore 19 il ns. operaio Pasinetti Antonio d'anni 17 trovandosi in servizio quale conducente il carrello della funicolare Arno, per ragione non ancora bene accertata, ma pare accidentalmente, cadde dal carrello trovantesi in sommità della 1° galleria sopra Isola (detta lunga pend. 1:1,09) percorse rotoloni tutta la tratta della galleria stessa e si abbattè nella sottostante trincea scavata per la II tubazione a fianco della funicolare.

Nel sopraluogo subito eseguito per la constatazione del fatto doloroso, venne trovato il carrello di rimorchio fuori rotaia, pare, date le buone condizioni del binario in quel punto, che il disgraziato abbia da sè, e si capisce assai involontariamente, procurato il deragliamento introducendosi nella sua precipitosa discesa tra il primo ed il secondo carrello.

Il poveretto percepiva £ 0,30 all'ora per una media di 13 ore, circa al giorno.
Siamo in attesa del sopraluogo delle autorità e saremo poi in seguito, noi stessi come di consueto, provvedere per i modesti suoi funerali.
Distinti saluti f.to Vassena



17 Novembre 1924
Infortunio mortale operaio FERRARI ANTONIO
Spett. SINDACATO NAZIONALE INFORTUNI MILANO

In merito all'infortunio Ferrari Antonio ci pregiamo fornirvi le seguenti notizie:
Il Ferrari Antonio era da tempo addetto al servizio di scorta del carrello del piano inclinato tra Isola e il Lago d'Arno.

Sabato mattina 15 corr. mese, si stavano eseguendo trasporti di sabbia e tralicci di ferro per la costruzione della linea a 10000 V. tra le centrali di Isola e Campellio.
Al terzo viaggio, mentre il carrello e rispettivo conducente con un carico di circa 10 quintali, si trovavano nel tratto di galleria sovrastante alla stazione di partenza, si verificò lo strappamento della fune a circa 300 metri dall'attacco al carrello.
Questo, senza uscire dalle rotaie, iniziò una rapida discesa, frenata in parte dallo spezzone di fune ad esso attaccata.

Il conducente Ferrari tentò di salvarsi aggrappandosi alle rotaie, ma la fune rese vani i suoi sforzi poichè lo trascinò a valle per un tratto di 100 metri, finì allo sbocco della galleria, dove il Ferrari venne raccolto.
Non si è potuto precisare la causa della rottura della fune ....... portata normale della funicolare è di quintali 60, mentre il carico al momento del sinistro era di soli quintali 10.

Siamo indotti a supporre che o per deragliamento o per spostamento del carico, costituito in parte da tralicci di ferro, il carrello sia andato a contrastare contro le pareti della galleria così fortemente da provocare lo strappamento della fune.

Devonsi escludere cause dolose.

Distintamente vi salutiamo

Soc. Gen. Elettrica dell'Adamello
Ufficio Lavori Cedegolo
Il Direttore

P.S. Alleghiamo tre certificati medici rilasciati dal Sig. Dott. Simoncini.



I criteri di valutazione della sicurezza, in quel periodo, erano naturalmente molto blandi;
era noto a tutti gli addetti che, nel caso del secondo infortunio, in cui si ruppe la fune quando il carrello si trovava nella prima galleria in salita, immediatamente sopra Isola, la fune aveva subito danni in un punto ben preciso e che, per scongiurare il rischio di rottura erano state date disposizioni al personale macchinista di non effettuare frenate brusche; quel giorno, probabilmente una disattenzione del macchinista, oppure qualche altro imprevisto provocarono la tragedia.


Noi proseguiamo quindi verso destra, percorriamo un tratto di strada catterizzato dalla presenza di alcune gallerie e paravalanghe in galleria artificiale, questa strada è stata realizzata durante i lavori di costruzione della centrale di Isola, era attrezzata di binario "Decoville" e attraverso di essa sono transitati tutti i materiali per la costruzione e della diga e della centrale di Campellio.

Basti pensare che ad inizio secolo (1907) quando iniziarono i lavori non era ancora stata completata la strada carrozzabile (attuale provinciale n° 6 Cedegolo- (Fresine)- Cevo-Saviore)ed il trasporto dei materiali per i cantieri di Isola e del lago d'Arno venivano fatti, dalla società Generale Elettrica dell'Adamello, dalla centrale di Cedegolo al Dosso con il piano inclinato (ancora esistente, ma ormai dismesso per obsolescenza) e dal Dosso a Isola con la strada privata (esistente) attrezzata di binario "decoville" dove avevano istituito un servizio tramite motrice a benzina oppure da parte di un certo numero di "carrettieri" con muli e carri sulle rotaie.

IL binario "decauville" proseguiva quindi fino alla partenza della funicolare Isola - Vertice Q; da qui, tramite la "nostra" strada i materiali raggiungevano la base della diga; per collegare la sommità della diga c'era un ulteriore piano inclinato che raggiungeva la strada piana Arno - Campellio.

Lungo questa strada (Vertce-Arno) possiamo osservare, verso il basso, alla nostra destra, i resti della malga detta "le baite", ed era in questa zona che confluiva l'antico sentiero che da Isola, seguendo la destra orografica del rio Piz, portava al lago d'Arno: " 'l vial de le Baite"

Percorso quindi il tratto di strada piana, buona parte in galleria o in paravalanghe, sulla nostra sinistra si diparte un sentiero che si dirige verso la sommità della diga del lago d'Arno, che si raggiunge in circa 10 minuti.

Douglas W. Freshfield in "LE ALPI ITALIANE – 1875 "così descrive il sentiero "delle baite" che sale da Isola al lago d'Arno:

La erta da superare prima di vedere questo lago, che figura sulle carte come uno dei più alti laghi alpini, appariva molto lunga, ripida e più calda di quello che sembrava.

E’ una delle più grandi salite del suo genere nelle Alpi.
Le valli dell’Adamello abbondano di erti gradini o “scale”, ma questa sorpassa gli altri vicini e lontani.
Da Isola al livello del lago il barometro indicò una differenza di quota di oltre 4000 piedi.
Per due terzi della salita la pendenza e il tipo di sentiero sono uguali a quelli delle scale di una torre e i soli tratti in piano sono le vecchie piattaforma dei carbonai.
Per il resto del percorso, dopo aver superato le pareti rocciose che racchiudono la cascata inferiore, il sentiero penetra nel fianco del monte a mezzo di una fessura, attraverso la quale il torrente scende con un succedersi di cascate e di rapide.

Tranne che per la sua ambizione di guadagnare molti piedi all’ora, il sentiero non potrebbe essere più piacevole.
Serpeggia attraverso un mutevole e pittoresco primo piano di bosco, roccie ed acqua, oltre i quali i lontani picchi dello Zupo, Bellavista e Palù brillano come nevosi drappi stesi contro il sole della sera.


Isola


Isola


Isola


Isola


Isola


centrale Isola


centrale Isola


centrale Isola


Isola 1908


Isola-Vertice


vertice: ex camera valvole


vertice: ex camera valvole


vertice: motrice ex teleferica


vertice: motrice ex teleferica


Arno




Valsaviore


Valsaviore


Valsaviore


funivia Isola-Arno


diga Arno


diga Arno


diga Arno


diga Arno

Arno:

La zona del lago d'Arno emana un suo fascino particolare:
chi l'ha frequentata a lungo non può sfuggire alla suggestione di sentirsi in un ambiente dove le attività umane sono state esercitate per millenni, attivà sempre uguali e sempre diverse....
paradossalmente è più lontana ed isolata dal "mondo attivo locale" ora rispetto ai secoli scorsi ...
... da Isola al lago d'Arno ci vogliono almeno due ore, lo stesso tempo che serve per andare a Brescia in auto ...

Giunti alla quota della sommità della diga possiamo vedere:

- la stazione motrice della ex funivia Isola - Arno, rimasta in servizio dal 1938 al 1987.

- la casa dei guardiani, ex palazzina della direzioni lavori ed in precedenza ex casa della finanza (quando il passo di campo era frontiera di stato, il controllo delle merci e persone in transito era seguito dal personale della finanza di questa caserma)

- più a valle della diga c'è il fabbricato delle pompe di recupero, tuttora in servizio per raccogliere l'acqua proveniente da un canale di gronda che ha andamento orizzontale e si estende per un centinaio di metri sotto la strada Vertice Q - Arno.
Nato però come esigenza di recuperare le abbondanti perdite della ex galleria Arno - Vertice dell'impianto di Isola, che venivano raccolte in corrispondenza della finestra n° 1 e successivamente anche per le perdite della diga stessa.

Attualmente il ciglio diga è percorribile come sentiero che collega la spomda destra con la sinistra del lago; in origine, alla costruzione della diga, non era prevista la percorribilità in quanto la diga era più bassa ed il ciglio era stato realizzato come sfioratore; questo fatto creò non poca conflittualità, soprattutto con il comune di Paspardo che aveva il diritto di transito col bestiame per raggiungere le malghe di Val di Fumo.

Poichè, dal 1912 in poi venne collegato al lago d'Arno anche il bacino imbrifero della valle di Adamé, erano frequentissimi i casi di sfioro, e l'acqua sfiorante provocava la caduta del ponticello che era stato predisposto per il passaggio delle persone e degli animali proprio a valle della diga.

Credo che i rapporti tra il comune di Paspardo e le varie società elettriche che si sono succedute (Enel compresa), che sono stati per decenni conflittuali, abbiano dovuto scontare ripetuti atteggiamenti prevaricatori dei primi anni del '900 della società Adamello.

Il problema del passaggio rimase attuale anche dopo il 1927, quando fu completato lo sfioratore laterale tramite un tratto di galleria in quanto il nuovo passaggio predisposto doveva attraversare proprio il canale dello sfioratore, ed il relativo ponticello veniva regolarmente distrutto dalle piene di sfioro.

Credo si sia risolto solo quando è stato realizzato il raccordo con il nuovo ciglio diga e realizzato il percorso attuale, infatti ora il "sentiero" in arrivo da Paspardo sale dalla quota dell'incile (circa 1789 m s.l.m.) fino a parecchi metri oltre il ciglio diga.

Dalla diga si vede anche un "orribile" camminamento realizzato in cunicolo artificiale che collega il piano stradale con l'opera di presa (in galleria) dell'impianto di San Fiorano, realizzato negli anni '70.

Lungo la strada piana, esistono ancora dei fabbricati di servizio: prima il gruppo elettrogeno e l'accesso diga, poi un secondo con annessa cabina elettrica; un terzo, un tempo falegnameria e officina fabbri, attualmente utilizzato per le apparecchiature di controllo della diga.

Infine una palazzina sulla destra in fregio al lago, non utilizzata dagli anni sessanta in poi; un tempo, fino agli anni '50 circa, sede dello spaccio e del locale di ricreazione del cantiere, molto frequentato, anche dai pastori e dai malghesi in transito: era provvisto di campo per il gioco delle bocce ed era l'unico posto, fuori dai paesi, dove si trovava in vendita sia vino che bibite e liquori.

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sentiero degli invasi dell'Adamello

sentiero dei "tre fratelli"

L'origine della denominazione non mi è noto, anche se, per analogia evoca eventi luttuosi o misteriosi: forse ben tre fratelli sono periti contemporaneamente lungo il percorso?
Oppure in tempi e circostanze diverse?


Si attraversa la diga, si sale lungo un sentiero-mulattiera che salendo si dirige verso valle, prima di attraversare il canale di gronda che raccoglie le acque della sponda sinistra della valle per convogliarle nel lago, c'è un bivio: proseguendo in salita si va verso malga Frisozzo, scendendo si imbocca il sentiero dei tre fratelli.

E' questo un percorso particolarmente suggestivo, che evoca passaggi umani fin dai periodi preistorici: sembra che sia uno dei percorsi delle popolazioni del Calcolitico (età del rame) che nella loro migrazione da Oriente ad Occidente, attraverso la Val Daone ed il passo di Campo, raggiunsero e si stabilirono nella parte della Val Camonica che divenne il centro dei "Camuni delle incisioni rupestri": Paspardo, Cimbergo, Nadro, Capo di Ponte.

La prima parte del sentiero attraversa la zona più impervia e selvaggia di tutto il percorso e collega il lago d'Arno con la malga "Cop", di proprietà e gestita dal comune di Grevo (Cedegolo dal 1927) fino agli anni '50 del '900.
Il sentiero aggira parzialmente, dal basso, il ripido sperone roccioso che dal Cop precipita verso il rio Piz, poi attraversa tutta la "al del vandùl" (valle della valanga) prima di raggiungere la "al del Cop" sede della malga omonima.

Personalmente ricordo un mio passaggio in malga, da bambino, con mio padre, (forse per acquistare prodotti caseari?) negli anni immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale; mi rimase impresso il ricordo del malghese: un signore che a me apparve vecchissimo, magrissimo, con la barba incolta, ma rada e non tanto lunga, che aveva in testa una specie di cappuccio di lana (che a me sembrava un calzino), nonostante fossimo in estate e facesse caldo, il quale, con cortesia e gentilezza ci accompagnò fino ad una sorgente di acqua freschissima, nascosta tra enormi massi morenici, sopra la "baita".

In questo tratto di sentiero è avvenuta, verso la fine degli anni '80 (??), la disgrazia in cui ha perso la vita (cadendo dal sentiero mentre era intento a fotografare) il sig. Renato Floreancigh (si scrive così?) noto appassionato di montagna e cronista di un quotidiano di Brescia, ideatore e promotore della individuazione, segnalazione e valorizzazione del "sentiero n° 1 - alta via dell'Adamello".

Tra il lago d'Arno e la malga Cop esiste anche un altro percorso alternativo a questo, che dal punto di vista naturalistico e alpinistico è ancora più suggestivo.
Si parte sempre dalla diga Arno, in sponda sinistra orografica, si sale in direzione malga Frisozzo - passo della Porta, ad un certo punto si gira a destra e ci si dirige verso lo sperone che scende dal "Cop" e si dirige verso valle; anche da lontano è ben visibile una profonda insenatura del "passo" percorribile.
Non so se questo passo ha un nome, so solo che era il sentiero dei cacciatori e dei pastori (ipotizzo fosse uno dei percorsi dei pastori di Cimbergo per raggiungere malga Frisozzo).

Dopo il "passo" il sentiero si svolge su modeste cenge rocciose, tra pareti verticali, coperte solo in parte di arbusti di ontano verde che soffrono in modo endemico la siccità, fino a raggiungere il centro della valle del Cop, dove si può scendere agevolmente fino a congiungersi col sentiero dei tre fratelli nei pressi della malga.


Proseguendo per il sentiero si attraversa il torrentello della valle del Cop, quindi ci si inoltra tra i rigogliosi ontani verdi che ricoprono la ripida sponda sinistra del torrene e si sfocia alla base di cima Barbignaga; si prosegue quindi in discesa lungo la sponda sinistra della Valsaviore, fino a raggiungere e superare lo spartiacque verso la Valcamonica e dirigersi verso Paspardo.

Dopo l'attraversamento delle condotte forzate di S. Fiorano si sbuca nella "strada" di collegamento (adatta e percorribile con fuoristrada) di Paspardo con il rifugio (e con camera valvole e piezometrico di S. Fiorano) del monte Colombè.


valsaviore


diga Arno e pompe di recupero


valsaviore


valsaviore


valsaviore


lago d'Arno


valsaviore





pozzo piezometrico


condotte


dal Colombé

Colombé

Dal rifugio del monte Colombé si prosegue fino a raggiungere la delimitazione Enel dell'impianto di S. Fiorano.

All'interno di questa recinzione sono visibili:

  • l'imbocco della galleria di accesso alla base del pozzo piezometrico ed alla finestra di accesso alla galleria di derivazione.
  • la stazione di rinvio della funivia Paspardo-monte Colombé (sulla sinistra).
  • i fabbricati ausiliari dell'impianto tra cui: cabina elettrica, ponti-radio, argano motore del piano inclinato Campolungo-monte Colombé, camera delle valvole a farfalla.
  • le condotte forzate ed il carrello del piano inclinato.


Con accesso tramite pista carrozzabile che sale sulla destra, prima di arrivare alla recinzione Enel è visible, a quota superiore di oltre un centinaio di metri rispetto agli altri manufatti, la camera di espansione del piezometrico:
è un lungo "fabbricato" a ridosso del pendìo.

La discesa a Paspardo si può fare tramite la strada carrozzabile (per fuorstrada) monte Colombé-Paspardo.




condotte


piano inclinato


carro-ponte




Campolungo - S. Fiorano

Da Paspardo si scende con la "nuova" strada che parte a Nord del paese, nei pressi della stazione motrice della funivia Enel per monte Colombé; all'incrocio con la strada Capo di Ponte-S.Salvatore-Campolungo si gira a destra e si raggiunge il piazzale detto di Campolungo o di quota 666 m s.l.m.

E' visibile la partenza del piano inclinato, dove c'è il carro-ponte, i vertici di divaricazione e di inizio percorso in galleria (non percorribili) delle condotte, e la parte inferiore del tracciato del piano inclinato (funicolare).

Il "giro" dovrebbe ora completarsi con una visita "guidata" alla centrale di S. Fiorano-Sellero.

BUONA VISITA ! !


traversa


vasca


vasca





piano inclinato


piano inclinato


vasca




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