STAMBECCO


(Capra ibex)




Camoscio Cervo ungulati Camoscio



legge regionale di protezione ambientale
flora a protezione totale protezione dell'ambiente
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dalla lezione del 19-9-01 del dott. L. Pedrotti ad aspiranti GEV
e dal volume.............

STAMBECCO (Capra ibex)

CARATTERI DISTINTIVI: di forme pesanti con testa e collo forti, tronco breve, la lunghezza testa-corpo sino alla radice della coda è di cm 30-150 nel maschio, 105-125 nella femmina, con coda di 12—15 cm. ed altezza al garrese di 85-92 cm. nei maschi, 70-78 nelle femmine.

Il peso dei maschi adulti varia tra i 65 e i 100 Kg, con valori massimi in soggetti particolarmente robusti in ottobre, primi di novembre, di 120-130; le femmine sono più leggere, con pesi tra i 40 e i 50 chili sino ad un massimo di 60—65.Un incremento di peso si verifica nei maschi sino ai 6—7 anni (secondo COUTURIER 1962 sino ai 9—14) mentre le dimensioni delle femmine si stabilizzano intorno ai 4 anni. Cali di peso in misura del 25—30 sino al 40% si verificano nei maschi durante il periodo degli amori e l’inverno, da cui anche le femmine escono notevolmente dimagrite.

Lo Stambecco presenta un’unica muta, primaverile, del mantello: è una muta completa,che durante i mesi di arrile, maggio, giugno, sino a metà luglio, sostituisce il lungo pelo invernale con quello più corto, dell’estate. Nei soggetti più vecchi la muta puo’ prolungarsi, soprattutto sulla fronte e sul collo, sino in agosto. In autunno si ha esclusivamente la crescita aggiuntiva del pelo invernale, più lungo e pigmentato, nonchè di un sottopelo più folto, ad iniziare da metà Ottobre sino ai primi di dicembre.

Nei maschi adulti la colorazione durante l’inverno, sino a metà-fine marzo, è scura, bruno-marrone: gli arti sono particolarmente bruni mentre le parti inferiori sono più chiare; la parte superiore del coda tende al bruno-nero, in contrasto con la regione perianale bianca. Alcuni soggetti presentano un mantello più chiaro, con tonalità marroni-grigio-rossastre, con macchie beige-giallastre nelle parti superiori.

In aprile la colorazione si schiarisce per divenire, in maggio-giugno, beige chiara con ciuffi di sottopelo biancastro e zone più scure sulle spalle, parte esterna delle cosce, fianchi, arti e coda.

In luglio è assunto l’abito estivo mantenuto durante i mesi di agosto e settembre e caratterizzato da un colore grigio ferro con tonalità brune, marroni e beige. Lungo la schiena può essere presente una banda scura, marrone o nera, anche nelle femmine.

Le femmine sono in genere più chiare dei maschi, soprattutto nelle parti inferiori; solo a primavera, con la muta le tonalità sono, nei due sessi, praticamente identiche. Nei maschi è presente una corta barba lunga 3-4 cm. in estate, 6-7 sino a 10-15 in inverno.

Entrambi i sessi portano corna inserite sopra i due cavicchi ossei che si dipartono dall’osso frontale.
Nei maschi le corna, semicircolari, di colore grigio-beige, possono raggiungere la lunghezza di 85 -100 cm., eccezionalmente superando anche il metro, con circonferenze di base di 20—25 cm. e peso complessivo da 2 a 4,5 chilogrammi. Lo sviluppo delle corna inizia poco dopo la nascita, sin dal primo mese, con accrescimenti annuali evidenziati, soprattutto sulla faccia posteriore, dagli anelli formatisi a seguito dell’interruzione invernale, da fine novembre all’inizio di aprile. La crescita è notevole durante i primi 7-8 anni di vita, con allungamenti pressochè uguali, dell’ordine di 8-9 cm.; diminuisce dopo i 7 anni riducendosi ulteriormente dopo i 12 ma non cessa che con la morte dell’individuo. Accrescimenti ridotti nei primi anni aumentano la curvatura.
La sezione delle corna è, nei due terzi prossimali, quadrangolare, con angolo marcato sul bordo anteriore interno mentre il bordo anteriore esterno è piuttosto arrotondato; nel terzo distale il corno è più compresso lateralmente, terminando con una punta che nei soggetti adulti e nei vecchi è quasi senpre smussata per l’usura dovuta alla sfregamento.

Sulla faccia anteriore delle corna sono presenti delle nodosità, piuttosto marcate ed evidenti sino ai 5-6 anni, non essendo ancora consumate, tanto più numerose quanto più l’animale è vecchio.

Mancano nel primo segmento mentre si trovano in numero variabile da 1 a 3—4 (in media 2) nei successivi.
Nelle femmine le corna hanno dimennsioni meno imponenti raggiungendo in media i 20-25 cm e superando di rado i 30, con circonferenza di base di 10-13 cm e peso variabile tra i 100 e i 300 grammi; la crescita è nel primo anno di circa 7-8 cm e successivamente di 6,4 e 3 cm per ridursi progressivamente sino a 4-7 cm dopo il settimo anno. Il colore è scuro, quasi nerastro; la sezione ovale, allungata, corpressa nel terzo distale terminante a punta; mancano le nodosità marcate dei maschi sostituite da una serie di basse escrescenze orizzontali che corronom lungo tutta la circonferenza.

La formula dentaria consiste in 0033 / 3133 = 32 denti; la dentizione da latte è completa con 20 denti ad 1 mese d’età, senza i molari che compaiono come denti definitivi.

I primi molari, inferiore e superiore si hanno rispettivamante a 4-5 e 5-7 mesi; a 15-16 mesi è sostituito il primo incisivo e compare il secondo molare inferiore, seguito a 17 da quello superiore; a 28 mesi è cambiato il secondo incisivo e dai 2 ai 31 si ha la sostituzione dei premolari e si rendono evidenti gli ultimi molari.

Rispettivamente tra 31 e 36 mesi e tra 40 e 45 compaiono il terzo incisivo ed il canino definitivi.

Gli zoccoli sono di colore nerastro, gli anteriori di dimensioni maggiori rispetto ai posteriori; hanno forma arrotondata con filetto molto pronunciato ed assenza di setto e cavità interdigitali. La solea particolamenta morbida ed elastica risulta perfettamente adatta al movimento su terreni rocciosi e nell’arrampicata vengono spesso utilizzati anche i due speroni. Gli zoccoli dello Stambecco risultano al contrario poco funzionali nella progressione su superfici innevate o gelate.

Sono presenti ghiandole subcaudali mentre mancano ghiandole interdigitali. Le femmine hanno un solo paio di mammelle funzionali. Tra i sensi sviluppato è soprattutto l’olfatto seguito da udito e vista, con una discreta possibilità di visione notturna. I capretti emettono una sorta di belato, come pure le femmine per richiamare i piccoli; entrambi i sessi producono una specie di sibilo, spesso ripetuto a distanza di pochi secondj, espellendo con forza aria attraverso le narici, come segno di inquietudine che di norma si accompagna al sollevare, orizzontalmente o verticalmente la coda. I maschi durante gli amori, seguendo le fem­mine, emettono talora un suono simile ad un grugnito.

HABITAT: lo Stambecco è specie tipica delle pareti rocciose, scoscese e dirupate poste oltre il limite della vegetazione arborea, frammiste a prati in ripidi pendii, cenge erbose, con notevole sviluppo orizzontale dei versanti e presenza di anfrattuosità, grotte, massi, elementi che oltre ad una funzione di protezione dagli agenti atmosferici (vento,neve, forti piogge, calura estiva), determinando la presenza di microclimi ­diversificati, consentono anche l’instaurarsi di situazioni vegetazionali differenziate e conseguentemente una più prolungata disponibilità alimentare, i versanti solivi, a sud-sud ovest sono invariabilmente prescelti durante la stagione invernale, offrendo condizioni più favorevoli da un punto di vista microclimatico e conseguentemente sia trofico che fisiologico. Soprattutto in inverno sono preferiti i versanti notevolmente pendenti, sia in relazione all’intensità della radiazione solare e al conseguente scioglimento dello strato nevoso sia in connes­sione allo scivolamento di questo , anche per azione del vento, con un aumento delle disponibilità alimentari ed una maggior possìbilità di spostamento. Col procedere delle stagioni pur permanendo una generale predilezione per i pendii a sud, vengono utilizzate anche altre esposizioni soprattutto in relazione alla progressiva maturazione del pascolo. Durante l’inverno e soprattutto in primavera lo Stambecco penetra anche all’interno delle foreste rade di larce e Pino mugo, in alcune colonie anche, più eccezionalmente, in quelle di Abete rosso, ma pressochè esclusivamente in corrispondenza di colatoi e canaloni, abbassandosi in aprile, maggio e giugno, alle quote più basse, tra i 1800 e i 1100 m a seconda delle varie situazioni geografiche. In luglio riguadagna, gradatamente, i quartieri estivi, alle quote più elevate, tra i 2200 e i 3000 m ove resta, salvo nevicate precoci, sino a fine ottobre, quando si porta nelle stazioni invernali tra i 2500 e i 1800 m.

BIOLOGIA: specie di abitudini esclusivamente diurne durante i mesi autunnali ed invernali in cui il pascolo, iniziato quando il sole raggiunge i pendii, si protrae praticamente per tutta la giornata, con brevi interruzioni. Al contrario in primavera ed in estate il pascolo è limitato alle prime ore del giorno e viene ripreso solo verso sera, potendo continuare anche durante le ore notturne. Di giorno gli animali restano sdraiati a ruminare su cenge o terrazzi, spesso in posizioni dominanti, occasionalmente e per brevi periodi su nevai.

Numerose specie vegetali rientrano nel regime alimentare dello stambecco. Secondo COUTURIER (1962) particolarmente importanti soprattutto durante l’inverno risultano le graminacee del genere Festuca (F.ovina, F. rubra, F.pumila), appetite comunque tutto l’anno unitamente a quelle appartenenti ai generi Phleum, Sesleria, Calamagrostis, Agrostis, Avena,Tnisetum, Koeleria, Poa; Ciperacee del genere Carex, Schoenus e Kobresia, alcuni juncus e Luzula; Poligonacee (Oxyria digyna, Rumex scutatus, Polygonum viviparum); Ranuncolacee (Pulsatilla alpina, Thalictrum foetidium, Ranunculus glacialis); diverse Leguminose soprattutto del genere Trifolium, Anthyllìs, Lotus, Astragalus, Oxytropis e Onobrychis nonchè alcune Ombrellifere (Laserpitium siler, Pimpinella anisum) e soprattutto Composite del gemere Achillea, Aster, Erigeron, Tanacetum, Artemisia, Petasites, Doronicum, Senecio, Adenostyles, Taraxacum, Carduus, Carlina, Cirsium. Soprattutto durante l’inverno ed in primavera sono mangiati, unitamente a muschi e licheni, rametti e foglie di piccoli arbusti (Vacciniun myrtillus, V. uliginosum, Arctostaphylos uva-ursi, Loiseleuria procumbens, Salix erbacea, S.retusa, S. helvetica, Rhododendron ferrugineum); rametti, gemme e foglie tenere, cortecce di Corylus avellana, Berberis vulganis, Jumiperus communis e Alnus viridis; aghi e cortecce di giovani esemplari di Larix decidua, Pinus montana e P. cembra nonché, in alcune colonie anche di Abies alba e Picea excelsa; nella particolare situazione ambientale della colonia di Valdieri Entracque anche le foglie di Fraxinus excelsior e soprattutto di Fagus silvatica rientrano nel regime alimentare dello S. Uno scortecciamento può esssere operato su alcune giovani resinose da parte di alcuni maschi anche con lo sfregamento delle corna mentre danni possono essere arrecati ai pascoli più bassi ed ai campi di cereali in primavera.

I sali minerali sono estremamente ricercati e vengono ricavati leccando le rocce quando non siano disponibili saline artificiali. Raramente lo S. beve, essendogli sufficiente in genere l’acqua assunta con il cibo o ingerendo la neve.

E’ animale essenzialmente greganìo quantunque le più diverse combinazionì siano possibili, al di fuori del periodo degli amori e della primavera in rapporto all’attività sessuale o ad esigenze di tipo trofico, non si hanno branchi misti; i maschi al di sopra dei 3-4 anni formano raggruppamenti sino anche ad un centinaio di capi (Parco del Gran Paradiso), in cui a volte possono infiltrarsi giovani soggetti di 1-3 anni; le femmine danno luogo a gruppi particolarmente consistenti durante l’estate, dopo le nascite, in cui si trovano oltre alle femmine che hanno partorito e ai loro capretti, anche femmine senza piccolo, e giovani maschi sino ai 2 anni; verso i 2 anni e mezzo i maschi abbandonano in genere le femmine.


larici nani


pino cembro


"larasì"


"malì"


alta val Malga


Baitone


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