STORIA DELL'INDUSTRIA ELETTRICA



IN VALCAMONICA - 1 -


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Bibliografia



Estratto - rivisto ed ampliato - dal volume: L'UOMO E L'ACQUA - Edito da Banca di Valle Camonica - Gruppo Banca Lombarda - Breno 2002 -
A cura di: Oliviero Franzoni:
Nascita e sviluppo delle centrali idroelettriche sul territorio camuno di franco pelosato



Le fotografie in bianco e nero sono dell'archivio storico Enel di Sesto S. Giovanni


DESCRIZIONE

Il processo di industrializzazione e modernizzazione del paese, sempre difficoltoso e critico, in atto in Italia negli ultimi decenni del secolo XIX è caratterizzato, e stimolato soprattutto dalla mancanza di energia e materie prime: combustibili (carbone) e metalli (ferro).

Questo spiega e determina il particolare interesse nei confronti delle "forze idrauliche" dei nostri corsi d'acqua, che le nuove scoperte nel campo dell'elettrotecnica fanno intuire avere enormi possibilità di sviluppo e capacità di sopperire alle endemiche "povertà" italiche.


La prima centrale idroelettrica del mondo venne costruita nel 1882 negli Stati Uniti d'America; in Europa la prima centrale (termoelettrica) fu quella di Milano di Via Santa Radegonda che entrò in servizio nel 1883, secondo il sistema Edison a corrente continua, per l'illuminazione del centro di Milano.

La prima centrale idroelettrica italiana, in corrente alternata, quindi "analoga" alle centrali attuali, fu inaugurata nel 1886: la centrale di Tivoli, che sfruttava le abbondanti cascate dall'Aniene e permetteva la "illuminazione a luce elettrica" della città di Roma; seguirono poi i grandi impianti a partire dalla centrale di Paderno sull'Adda (Milano) nel 1898, costruita dalla società Edison e quella di Vizzola Ticino della Società Lombarda di Distribuzione di Energia (1900).


In Valle Camonica data la enorme potenzialità idraulica del bacino dell'Oglio, alimentato dai ghiacciai "eterni" dell'Adamello, si destò presto l'interesse, sia locale che da parte di "forestieri" per la sua utilizzazione:
inizialmente si svilupparono, quasi contemporaneamente, tre tipi di società interessate allo sfruttamento delle "forze idrauliche" camune:

  • - i cosidetti "autoproduttori" vale a dire le società che già avevano una attività in campo metallurgico o tessile, oppure che volevano intraprenderla, utilizzando i vantaggi che la nuova fonte di energia (elettrica) offriva.

  • - le prime società cooperative aventi per finalità la fornitura di energia per l'illuminazione pubblica e privata, in ambiti ristretti, di uno o più comuni limitrofi.

  • - le società elettrocommerciali vere e proprie il cui scopo era produrre e distribuire a terzi, pubblici e privati l'energia prodotta, anche, anzi sopratttutto, in aree lontane dalle zone di produzione.


Autoproduttori

Nel 1888 l'industriale Agostino Bonara intraprende a Darfo la costruzione di uno stabilimento per la fabbricazione della banda stagnata, che entrerà in funzione nel 1892, alimentato da una centrale elettrica che utilizza le acque del torrente Dezzo, con opera di presa a valle di Mazzunno, e "officina di produzione" a Darfo, sulla sponda sinistra del torrente stesso.

Nel 1904 l'industriale Vittorio Olcese si assicura i diritti di derivaione del torrente Trobiolo, che scende da Borno-Ossimo, per alimentare il costruendo stabilimento tessile di Cogno.

Nel 1905 Attilio Franchi e Giuseppe Tassara presentano domanda di concessione del torrente Dezzo - per una centrale da costrruire a Mazzunno - (analoga istanza viene presentata anche dal cotonificio Turati, rilevatario delle domande dell'ing. Conti del 1896 e del 1898).

Società Cooperative

La "Società Anonima Cooperativa di Elettricità in Breno" venne costituita nel 1890, con capitale sociale di £ 30.000, da imprenditori camuni (Prudenzini - Bonettini - Romelli - Vielmi - Raffaglio - Tonolini - Ronchi) con lo scopo di produrre energia elettrica per l'illuminazione del paese per mezzo della centrale idroelettrica di Breno, sul torrente Astrio, con una potenza di 30 KW.

Esistono dei rendiconti di amministrazione per gli anni 1890 - 1896 - 1899 - 1908 - 1905 - 1906 - 1910 e si sa che nel 1911 la centrale risulta disattivata; è altresi noto che nel 1890 il rendiconto generale d'amministrazione fu di £ 3.492, nel 1891 di £ 5.522 e nel 1892 di £ 5.747.

La "Società civile per l'illuminazione a luce elettrica in Edolo Mù" fondata nel 1894 da un gruppo di imprenditori del luogo, si propone di illuminare il paese con l'energia elettrica tratta dal fiume Oglio.
Costruisce una moderna officina elettrica a Edolo, in via Fondolo n°116, ed inizia il servizio di illuminazione pubblica il 16 dicembre 1894 con 20 lampade di cui 7 di 100 candele 2 da 50 e 11 da 25.

In contrapposizione a questa società viene costituita, nel 1897 la "Cooperativa Unione Elettrica" che si dichiara pronta a fornire al comune di Edolo-Mù il servizio di illuminazione a partire dal 25 dicembre 1898.

Successivamente, dopo varie contrapposizioni tra le due società, nel 1905 si offrono insieme a fornire l'illuminazione pubblica sottoscrivendo un contratto con il comune, contratto che durerà dal 16 dicembre 1905 al 15 dicembre 1912.

Sorsero poi piccoli impianti anche a Darfo, Berzo inferiore, Vezza d'Oglio, Ponte di Legno, Niardo, Sellero ed altri. (1)

(1)da "Avvenne a Edolo cento anni fa di Antonio Perini - tip. Camuna 1994.



La "Società cooperativa in Borno", costituita il 28 febbraio 1904 a Borno con capitale sociale di £ 20.000; imprenditori: maggiore azionista Luigi Bottelli di Milano, gli altri 48 provenienti dalla zona, tra cui due sacerdoti.
Finalità: produzione di energia elettrica per l'illuminazione dell'abitato di Borno per mezzo di una centrale idroelettrica della potenza di 112 KW.
Estinzione attività: probabilmente nel 1907 quando la ELVA acquista la centrale idroelettrica di Borno, che chiude nel 1911.


Società elettrocommerciali

La prima vera società elettrocommerciale locale nasce con atto del 30 Giugno 1907 del notaio D. Carlo De Michelis: la Società Elettrica di Valle Camonica il cui scopo principale è di produrre e distribuire energia elettrica a condizioni vantaggiose per l'illuminazione pubblica e privata e per forza motrice ai vari comuni e relative frazioni della media Valle Camonica.

Sarà questa la società che avrà più sviluppo in valle in quanto riuscirà ad assorbire le piccole società e cooperative e a distribuire energia elettrica ad una buona parte della Valcamonica per lunghi anni.
Cesserà l'attività nel 1948, cedendo i suoi impianti di Niardo e di Malegno alla Società Elettrica Bresciana (del Gruppo Edison).


centrale di Cedegolo 1910



rifugio Baitone - ex casa cantiere lavori Edison-



sala macchine centrale di Baitone




diga Baitone




diga di Salarno - paramento di monte



diga di Salarno



centrale di Sonico: collettore e condotte

Gli azionisti fondatori della società Adamello furono:
Bastogi (2 ML);
Banca Commerciale (10,25%);
Gruppo belga comprendente la Societé Générale belge d'enterprises électriques;
Sofina;
Compagnie Générale des Chemin de Fer Economiques;
Gruppo P.M. Philippon (circa 40% del capitale iniziale);
Edison;
Conti;
Paribas.

Nella relazione del consiglio di amministrazione relativa alla celebrazione del primo ventennale della società (1927) è scritto:

"Costituita nel 1907, la Società dell'Adamello, col capitale di 10 milioni di lire, e col programma di attuare, colla spesa prevista di 11 milioni di lire, le due derivazioni dell'Arno e del Poglia, nella Val Camonica, aventi una produzione prevista, a regime, di circa 50 milioni dì Kwh annui, e di effettuare il trasporto di tale energia a Milano e a Monza, alle Società Edison e Conti, nonchè nella zona di Lodi e Piacenza della Società Brioschi per Imprese Elettriche, pure costituitasi in quell'epoca col nostro concorso...."

Quindi lo scopo della società era di fornire energia elettrica alle zone urbane ed industrializzate di Milano , Monza, Lodi e Piacenza;

questi intendimenti risultarono assai blandi nelle comunicazioni ufficiali di richiesta di concessione in quanto erano in contrasto con la volontà della Valcamonica di utilizzare si le forze idrauliche, ma di evitare per quanto possibile il loro trasferimento fuori dalla Valle:

era la prima occasione che si presentava per far decollare la tanto agognata modernizzazione e industrializzazione della Valle ora che finalmente si potevano utilizzare risorse proprie.

I primi insediamenti della GEA avvennero con un inizio tempestivo dei lavori relativi alle derivazioni sul torrente Poglia per la centrale di Cedegolo e al lago d'Arno per quella di Isola.

L'inizio dei lavori per le derivazioni relative alle centrali di Cedegolo e di Isola furono preceduti dalla costruzione di una centralina di piccola potenza nella frazione di Fresine utilizzando le acque del torrente Salarno, allo scopo di poter alimentare i cantieri.

Al giorno d'oggi della prima centrale idroelettrica della Valsaviore rimangono ancora:
pochi resti del manufatto dell'opera di presa, il percorso del canalino, i resti del pozzetto di carico della condotta, i blocchi di fondazione di questa ed i resti della centrale vera e propria, posta immediatamente a monte dell'opera di presa per l'impianto di Cedegolo.

PROGETTO
[da buste (1 - 2 - 3) fascicolo 2 cartella 13 (lavoratori)del fondo archivistico del Circolo Culturale Ghislandi]:
per l'esecuzione di una derivazione d'acqua dal torrente SALARNO per produzione di energia elettrica da impiegarsi in servizio delle opere di costruzione dell'impianto idroelettrico sul torrente POGLIA di proprietà della società Generale Elettrica dell'Adamello.-


RELAZIONE TECNICA
PREMESSE.- La Società Generale Elettrica dell'Adamello ha iniziata l'esecuzione dellle opere di derivazione dal Torrente Poglia e suoi confluenti nei Comuni di Grevo e di Cevo in base alla concessione Governativa accordata con Decreto Prefettizio N° 35200 in data 17 Febbraio 1908.

- Per l'attuazione di quelle opere si rende neccessario l'impiego di una certa quantità di energia elettrica sia per l'impianto di perforazione meccanica delle gallerie, sia per l'azionamento di macchine idrovore, di elevatori, funicolari e telefori, sia per illuminazione dei vari cantieri di lavoro.

A tal uopo la Società predetta pensò di utilizzare una derivazione di antico diritto dal torrente Salarno per uso di irrigazione, modificandola e completandola in modo che possa servire alla produzione della quantità di energia occorrente ai propri bisogni pur mantenendo l'uso per l'irrigazione nella quantità e modi attualmente esercitati.

La esistente derivazione di cui si intende usufruire trovasi in sinistra sponda del torrente Salarno nel territorio censuario di Saviore ed ha la sua presa a circa metà percorso fra le due frazioni di Ponte e di Fresine del Comune stesso.

La presa si effettua dal torrente senza alcun manufatto stabile e l'acqua entra in un canaletto a forte pendenza scavato nella ripida mezza costa della sponsa sinistra del Salarno ed è tradotta ad irrigare i prati di proprietà della prebenda parrocchiale di Valle Saviore, posti di fronte alla frazione di Fresine.

La Società Generale Elettrica dell'Adamello intende :
  • a) - di rendere stabile la presa dal torrente costruendo attraverso al medesimo una piccola diga in muratura,e sulla sponda sinistra apposito manufatto di regolazione;
  • b) - utilizzare il canale derivatore con opportuni ampliamenti e consolidamenti pur mantenendosi il tracciato;
  • c) - creare un salto di mt.78.35 a monte dell'abitato di Fresine e prima che l'acqua entri nella proprietà della prebenda di Valle Saviore;
  • d) - permettere che a favore di detta proprietà e nell'esistente canale che l'attraversa scorra quella quantità d'acqua che per diritto antico compete alla prebenda per usi irrigui, di abbeveraménto del bestiame, ecc.


La Società Generale Elettrica dell'Adamello intende poi di distribuire una parte dell'energia da crearsi a scopo d'illuminazione pubblica e privata nei comuni di Saviore, Cevo e Grevo, riservandosi di destinarla tutta a tale scopo quando non sarà più richiesta pei lavori della derivazione dal Poglia e suoi confluenti.
Il presente progetto contempla appunto le modificazioni ed aggiunte che si intendono apportare alla esistente derivazione per ricavarne l'energia occorrente per l'attuazione dei lavori della Società Generale Elettrica dell'Adamello.

TERRITORIO IN CUI CADONO LE OPERE.- Le opere da eseguirsi per la progettata utilizzazione delle acque del torrente Salarno cadono tutte sul territorio censuario di Saviore.

SCOPO DELLA DERIVAZIONE. Scopo della derivazione, come si è detto,è quello di trasformare la forza motrice idraulica in energia elettrica da trasportarsi ed impiegarsi negli impianti perforazione meccanica, per azionare le macchine idrovore ecc.
I dati tecnici di questo impianto pare che fossero: condotta diametro 300 mm lunghezza m 140, salto 77 m potenza 149 (o 200?) HP.
La centrale, contrariamente a quanto previsto nel documento riportato venne invece smantellata alla fine dei lavori. (1912).

Da copialettere GEA - Archivio comune di Cedegolo.
14-2-1912 SGEA alla Prefettura:
" essendo venuto a cessare lo scopo della concessione , ne chiede l'annullamento, dichiarando che le sue derivazioni costruite nel torrente (Poja Salarno a Fresine) sono state completamente demolite in modo che tutto è ridotto nel pristino stato e nessun pregiudizio o danno è arrecato al regime delle acque e agli interessi dei terzi.
firmato dal Consigliere Delegato.

n. 6507 Div. IV Il Prefetto
visto il proprio decreto 5-4-1909 n. 6.605 con cui venne concessa alla SGEA la derivazione di litri 350 in media dal torrente Salarno, per la produzione media di HP. 356,30
(La concessione) E' annullata il 15-3-1912

Da documentazione fondi archivistici circolo culturale Ghislandi:
fascicolo 2 cartella 7 impianti idroelettrici della Valsaviore;
cartellina interna: proteste derivazione Salarno.
fogli di appunti vari (dati archivio: b. 3970)

Derivazione dal torrente Salarno (FRESINE) SGEA
domanda 31-3-1908
concessione 5-4-1909 HP 356,30


Contrariamente a quanto dichiarato nella domanda di concessione circa il previsto utilizzo della centrale, a fine lavori:

"La Società Generale Elettrica dell'Adamello intende poi di distribuire una parte dell'energia da crearsi a scopo d'illuminazione pubblica e privata nei comuni di Saviore, Cevo e Grevo, riservandosi di destinarla tutta a tale scopo quando non sarà più richiesta pei lavori della derivazione dal Poglia e suoi confluenti."

La centrale venne demolita in quanto non sarebbe stato economico il suo mantenimento in servizio, a causa delle esigenze di manutenzione e del troppo personale di esercizio necessario in rapporto all'energia prodotta; inoltre essendo i gruppi sprovvisti di regolatori di velocità, sarebbe stato necessario fare investimenti di adeguamento.
IMMAGINI


Sala macchine centrale di Cedegolo (1910)




Isola (1973)




lago d'Arno




diga Avio (in costruzione: anni venti)




centrale di Isola




diga Avio




Isola




sala macchine centrale Cedegolo 1933




Isola



La storia dell'industria elettrica camuna è però quella determinata da due grandi società elettrocommerciali regionali: la Società Elettrca Bresciana (SEB) e la Società Generale Elettrica dell'Adamello (GEA).

SOCIETA GENERALE ELETTRICA DELL'ADAMELLO
Si riporta dall'inserzione a pagamento del bollettino n° 3972 l'atto di costituzione "COSTITUZIONE DI SOCIETÀ ANONIMA

Con istromento 11 aprile 1907, numero 7827 del repertorio del sottoscritto Notaio, registratd a Milano il 13 detto, n. 6497 atti pubblici, colla tassa di L. 12,033,60, è stata costituita la Società anonima denominata

Società Generale Elettrica Dell'Adamello (G. E. A.)

Con sede in Milano, avente per oggetto l' ottenimento, acquisto ed esercizio delle concessioni di derivazioni d'acqua dai corsi alimentati dai Ghiacciai dell'Adamello, e in genere di ogni altra concessione di derivazione d'acqua in Valle Camonica ed altrove, allo scopo di produrre e distribuire energia elettrica, per ogni uso industriale ed agricolo;

la assunzione dei pubblici servizi di distribuzione di energia e di trazione sotto qualunque forma e più specialmente mediante esercizio parziale o totale, diretto o indiretto, di tramway, automobili, e ferrovie;
la creazione e l'esercizio degli impianti relativi ai molteplici oggetti suindicati, anche in appalto da terzi;
l'ottenimento, l'acquisto e la cessione di domande e concessioni per derivazione di acqua e distribuzione di energia elettrica, e la creazione, l'acquisto e la cessione degli impianti per la produzione e la utilizzazione della stessa:

la partecipazione sotto qualunque forma ed in qualunque misura, in imprese aventi oggetto connesso od analogo al proprio, promuovendo anche la creazione di stabilimenti industriali e di imprese di trasporti in Valle Carnonica ed altrove, a condizione che utilizzino per i loro scopi l'energia elettrica prodotta dagli impianti della Società;
la partecipazione in genere, e nel più largo modo e misura, a tutte le operazioni industriali e commerciali, che possano contribuire al raggiungimento dello scopo sociale.

La durata di detta Società è fissata a tutto il 31 marzo 1947.
Il suo capitale è di L. 10 milioni diviso in 50.000 Azioni da L. 200 cadauna versate per tre decimi e da versarsi per il resto a richiesta del Consiglio d'amministrazione col preavviso di giorni 15.
Le Azioni liberate sono al portatore e indivisibili.

L'Assemblea generale è convocata in via ordinaria, ogni anno entro tre mesi dalla chiusura dell'Esercizio sociale.

Può inoltre essere convocata ogni qualvolta occorra a giudizio del Consiglio di amministrazione o quando ne sia fatta domanda dai soci, secondo l'art. 159 Codice di Commercio.

Ogni socio ha un voto per cadauna Azione da esso posseduta e può farsi rappresentare da altro Azionista.

.......(omissis)........

L'Esercizio sociale si chiude al 31 marzo di ogni anno.
Gli utili netti vengono ripartiti come segue:

Viene innanzi tutto prelevato il 5% per la costituzione del fondo di riserva fino a che esso abbia raggiunto il quarto del capitale sociale, viene quindi prelevata la somma occorrente per corrispondere agli Azionisti il 4% del capitale versato, gli utili residui sono ripartiti in agione:
10% al Consiglio d'amministrazione,
5% a disposizione del Consiglio stesso per eventuali interessenze e gratificazioni,
85% o più agli Azionisti.

A sensi dell'art. 181 Codice di Commercio, durante il periodo di costituztone e non oltre il primo triennio dalla costituzione della Società sarà corrisposto alle Azioni l'interesse nella misura del 4% all'anno pro rata dei decimi versati.

A comporre il primo Consiglio di amministrazione vennero nominati i signori: lng. Carlo Cicogna,
ingegnere Ettore Conti,
ing . Carlo Esterle,
comm. Giulio Jacobs,
cornrn. Otto Joel,
Giorgio De Laveleye,
Enrico Geron,
Carlo Hill Macloskie,
senatore comm. Cesare Mangili,
commendatore Adolfo Rossi,
commendatore Augusto Stucchi,
ing. Luigi Stucchi Prinetti,
Alberto Turrettini.
Milano, 15 aprile 1907.

Dott. Gerolarno Senna, notaio.

Presentato addi 15 aprile 1907 ed inscritto al n. 1029 reg, d'ordine, al n. 650 reg. trascrizioni, ed al n. 7228 reg. società, vol. 264° n. 384.

Milano, dalla Cancelleria del Regio Tribunale Civile e Penale, addi 15 aprile 1907.
Il Vice Cancelliere Broglia.


centrale di Campellio


lago d'Arno


centrale di Campellio 1933


lago d'Arno


centrale di Salarno


Fresine


nuova centrale di Fresine


Fresine


nuova centrale di Fresine

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Last updated 21.10.2007