L'INDUSTRIA ELETTRICA




IN VALLE CAMONICA - 12 -

home page


pagina successiva

pagina precedente

Bibliografia

in questa pagina:
Impianto di Pantano
Impianto Edolo



Le fotografie in bianco e nero sono dell'archivio storico Enel di Sesto S. Giovanni


Estratto - rivisto e ampliato - dal volume: L'UOMO E L'ACQUA Edito da Banca di Valle Camonica - Gruppo Banca Lombarda - Breno 2002 -
A cura di: Oliviero Franzoni:
Nascita e sviluppo delle centrali idroelettriche sul territorio camuno - di franco pelosato

home page



ATTIVITA' DELLA SOCIETA' EDISON - EDISONVOLTA E ENEL

Impianto di Pantano

Nel secondo dopoguerra in val d'Avio venne realizzato l'impianto idroelettrico del Pantano, che utilizza la parte superiore della valle, a monte degli impianti esistenti, completando così il sistema Avio; i lavori iniziano nel 1948.

Utilizza un bacino imbrifero di circa 10 Km2 per metà costituito da ghiacciaio, di cui 7 sottesi direttamente dai due serbatoi e 3 allacciati, su un salto di circa 450 m.
Il serbatoio stagionale principale è quello di Pantano, la cui capacità utile è di 12,5 milioni di m3, ottenuta con la costruzione di una diga a gravità alleggerita fondata interamente sulla tonalite, alta oltre 60 m e con sviluppo al coronamento di 400 m.

Gli inerti per il calcestruzzo sono stati ottenuti in loco tramite frantumazione di tonalite estratta da una cava in sponda sinistra del serbatoio.
Il serbatoio del Venerocolo, è stato ottenuto costruendo una diga all'incile dei laghetti omonimi, ha la capacità di 2,5 milioni di m3 ; la diga è costituita da due tronchi a gravità massiccia e nove elementi cavi a gravità alleggerita, si sviluppa per 360 m circa ed ha una altezza massima di 32 m.

La galleria di derivazione in pressione ha inizio sul fondo del serbatoio di Pantano e si sviluppa in sponda destra della Val d'Avio per una lunghezza di quasi 3000 m; raccoglie anche le acque provenienti dal secondo serbatoio del Venerocolo, attraverso una condotta con dissipatore e pozzo di immissione.

Il pozzo piezometrico, scavato in roccia è alto circa 60 m ed è provvisto di camera di espansione, segue la condotta completamente in galleria, posata parallelamente ad un piano inclinato, è lunga 562 m circa.

La centrale è in caverna ed è equipaggiata con due gruppi ad asse orizzontale costituiti da turbina pelton ed alternatore della potenza complessiva di 14 MW; la producibilità media annua è di circa 15 milioni di KWh; ogni gruppo è collegato al proprio trasformatore elevatore con tensione in uscita di 130 KV, una linea dedicata, a tale tensione raggiunge la stazione elettrica di Temù.



Negli anni successivi gli aggiornamenti tecnici della centrale di Temù seguirono quella degli altri impianti: la prima modifica strutturale avvene in occasione del passaggio di frequenza, alla fine degli anni cinquanta quando l'impianto venne modificato e semplificato.

Vennero eliminati i gruppi uno e due e potenziati i tre gruppi rimasti in modo da avere una potenza installata da 33 MW; successivamente, alla fine degli anni sessanta vennero fatte tutta una serie di modifiche per rendere i gruppi automatici e telecomandabili da Cedegolo; il telecomando da Cedegolo entrò in funzione nei primi anni settanta.

In questa situazione si arrivò all'anno 1984, quando cessò l'esercizio perchè sottesa completamente dall'impianto di Edolo, e quindi demoliti i macchinari della centrale e le condotte forzate, e tamponato l'opera di presa e la galleria di derivazione.

Con l'avvento dell'Enel negli anni sessanta vennero incrementate le costruzioni di impianti termoelettrici tradizionali, tramite la messa in cantiere di nuovi gruppi o il pronto completamento di quelli in corso da parte delle precedenti società private, per adeguare le disponibilità di energia allo sviluppo industriale atteso.

Occorre ricordare a tale proposito che in Italia le fonti idroelettriche economicamente utilizzabili, fin dalla metà degli anni sessanta erano state sfruttate, e che gli ulteriori incrementi di energia dovevano ormai provenire da altre fonti; sono gli anni - 1967 - in cui la produzione di energia termoelettrica tradizionale supera quella di origine idroelettrica (dati statistici Enel sull'energia elettrica in Italia).

Negli anni precedenti le grandi società elettriche regionali avevano comunque già realizzato anche i primi esemplari di grandi centrali nucleari di prima generazione; le scelte che si prospettavano per l'Enel erano dunque: sviluppare gli impianti termici oppure quelli nucleari.

Inizialmente, per avere subito gli incrementi richiesti forse era obbligatoria la scelta termica perchè non presentava quelle incertezze nella realizzazione che il nucleare poteva ancora avere data la sua recente introduzione; negli anni immediatamente successivi invece la scelta era possibile: l'Enel optò per lo sviluppo immediato degli impianti termoelettrici.

Solo dopo la crisi petrolifera dei primi anni settanta, nel tentativo di ridurre la nostra dipendenza delle fonti energetiche estere , anche l'Enel si convertì al nucleare (Caorso 1977); negli anni successivi il piano energetico nazionale previde un uso consistente delle fonti nucleari, (Montalto di Castro) e come conseguenza della rigidità di funzionamento di queste centrali, che è bene esercirle sempre a carico massimo costante, giorno e notte, dovette costruire anche degli impianti idroelettrici di grande potenza, di produzione e pompaggio per la regolazione flessibile della produzione in funzione del diagramma di carico.

La decisione di costruire l'impianto di Edolo, insieme ad altri analoghi, (Entracque, Anapo, Solarino) nasce dunque in questo contesto.


centrale di Salarno





centrale di Baitone




traversa Adamé


valle Adamé


presa Adamé


sfioro traversa





Cartella:
Società "EDISON" Ufficio Lavori e Manutenzione di CEDEGOLO

RAPPORTO DEI LAVORI ESEGUITI NEL MESE DI LUGLIO 1952

Luglio 1952 - appunti vari

Per la costruzione della diga di Pantano d'Avio, la SALCI ha svolto attività limitata, di manutenzione e perfezionamento degli impianti (causa tempo avverso).

Nei cantieri del Narcanello è stata iniziata l'esecuzione delle opere esterne di presa dei torrenti, in particolare della presa principale del Narcanello.

Presso il lago Benedetto è stato riattivato il tracciato con binario ai piedi della diga, dopo ricostruzione di due robuste passerelle in legname, sulla depressione esistente nel terreno ed attraverso il canale dello scarico di mezzo fondo del Serbatoio.

In prosecuzione di esso verrà poi costruito un tratto di piano inclinato, parzialmente in legname, da impiegarsi per il trasferimento dei pesanti carichi costituiti dai macchinari della costruenda centrale del Pantano d'Avio e dai tubi della condotta forzata, in arrivo alla stazione Laghetto della nuova teleferica Temù-Pantano.

Presso il serbatoio dell'Aviolo è stata effettuata l'installazione provvisoria di una teleferica tipo C:T:, della lunghezza di circa 500 m., sulla spomda destra del laghetto, per l'approvigionamento di inerti al cantiere estratti dai depositi esistenti nelle anse del torrente nel tratto pianeggiante a monte del serbatoio.

In località Carbonaiola e Val Moia sono stati revisionati due tratti di tubazione di acquedotti per uso irriguo, a suo tempo costruiti dalla Società in seguito al prosciugamento di alcune sorgenti durante la costruzione dell'impianto.

Iniziato l'approvvigionamento di legna da ardere al cantiere Miller.

A Salarno in corrispondenza dello scarico di superficie del serbatoio è stata effettuata una buona revisione dei meccanismi di funzionamento della paratoia automatica installata.

Nella sala macchine della centrale di Isola sono state elevate alcune protezioni in sacchetti di sabbia presso i gruppi generatori per la salvaguardia del personale addetto alle prove di funzionamento del macchinario installato, per servizio a 50 periodi anziché a 42.

Lavoro.
Vengono regolarmente osservare da parte della Società, come da parte delle Imprese dipendenti, le norme e le condizioni contrattuali in vigore per il trattamento degli operai.


Luglio 1952:
nei lavori per i nuovi impianti: alla fine del mese presenti 399 operai con N. 10594 giornate.

Dipendenti Edison:
n° 393 (op. elettrici, edili ed impiegati):
- Casi di infortunio n° 17
- assenze per infortunio: n° 220
- casi di malattia: n° 11
- assenze per malattia: n° 152

Dipendenti imprese appaltatrici:
n° 302 (operai)
- casi di infortunio n° 29
- assenze per infortunio: n° 409
- casi di malattia: n° 10
- assenze per malattia: n° 117

Fotografie: N° 11



svaso lago d'Arno


centrale di Edolo



centrale di Edolo



centrale di Campellio



centrale di Edolo



centrale di Edolo



centrale di Campellio



centrale di Edolo



centrale di Edolo



centrale di Edolo



centrale di Edolo



lago d'Arno



centrale di Edolo



centrale di Edolo


Impianto Edolo

Nel 1976 iniziarono i lavori di costruzione dell'impianto Avio - Edolo, a partire dalle grandi infrastrutture che si resero necessarie: le strade di comunicazione.

Per accedere alla galleria di derivazione, lato valle si costruisce una strada lunga circa 15 Km che da Edolo sale fino a monte Colmo, a circa 1815 m s.l.m., che serve sia per la galleria ed il pozzo piezometrico che per le condotte forzate:
infatti non è previsto il solito piano inclinato a lato delle condotte, come tradizionalmente si faceva, e ciò costituisce un notevole risparmio nella gestione dell'impianto.

Una seconda strada da sistemare per renderla percorribile a qualsiasi mezzo di cantiere è quella che staccandosi dalla statale del Tonale immediatamente dopo il paese di Incudine, sale fino al fondovalle della val Paghera di Vezza d'Oglio, da dove, tramite grossa teleferica per trasporto materiali e funivia per il personale si accede alla conca dell'Aviolo;
è infatti da qui che tramite una finestra di accesso si può scavare la galleria sia in direzione dell'Avio che di Edolo.

La terza strada che viene adeguata è quella che da Temù si stacca dalla statale per dirigersi verso la Val d'Avio, fino alla partenza della funivia e delle teleferica materiali preesistenti;
successivamente verrà poi scelto, da parte della ditta appaltatrice dei lavori di scavo della galleria, di accedere al cantiere Avio direttamente per strada, utilizzando la vecchia strada militare fino a malga Caldea e realizzando poi ex novo una pista da cantiere fino al lago d'Avio.

Gli appalti principali per la costruzione dell'impianto di Edolo sono quattro:

  • lo scavo della galleria di derivazione e del piezometrico di monte;
  • gli scavi per la sede delle condotte forzate;
  • gli scavi delle galleria di accesso, di aspirazione e scarico e delle caverne di centrale;
  • la costruzione della vasca di accumulazione.

Descrizione impianto idroelettrico di generazione e pompaggio lago d'Avio - Edolo

L'impianto idroelettrico di generazione e pompaggio di Edolo, utilizza le acque affluenti al serbatoio del lago d'Avio, che usufruisce di un bacino imbrifero diretto di circa 25 Km2 ed allacciato di altri 25; in una centrale in caverna ubicata in sponda sinistra del fiume Oglio, immediatamente a valle dell'abitato di Edolo.

L'impianto sottende completamente la centrale di Temù e parzialmente quella di Sonico della società Edison (le sottrae tutti gli afflussi della Val d'Avio).
L'impianto è stato dimensionato in modo da utilizzare le vantaggiose condizioni morfologiche e topografiche della zona.
La centrale è stata dotata di gruppi reversibili che, nelle ore notturne di basso carico, possono ritrasferire al lago d'Avio una parte delle acque turbinate nelle ore di punta e trattenute da una apposita vasca di accumulazione.

L'impianto può svolgere i seguenti servizi:
  • - generazione, mediante l'utilizzazione degli apporti naturali cui corrisponde una producibilità media annua di 220 milioni di KWh circa.
  • - riqualificazione dell'energia, con ciclo giornaliero.
  • - riserva di potenza di pronto intervento e di energia accumulata nel serbatoio del lago d'Avio.

I dati essenziali dell'impianto sono:
  • salto massimo: 1265 m circa;
  • portata massima derivata: 94 m3/s;
  • portata massima sollevata: 70 m3/s;
  • potenza massima, assorbita e resa: 1000 MW circa.

Il serbatoio del lago d'Avio ha una capacità utilizzabile di circa 21 milioni di m3; il livello massimo di esercizio normale è a quota 1908,60 m s. l. m. il minimo a quota 1865,00 m s. l. m.

La diga è tipo a gravità massiccia in muratura di pietrame e malta di cemento, a pianta leggermente arcuata, misura al coronamento 299 m di sviluppo, ha una altezza, nel punto più depresso delle fondazioni, di 39 m; il volume è di circa 65000 m3

.

La galleria di derivazione in pressione ha sezione circolare del diametro di 5,40 m ed è lunga 8125 m; il rivestimento è in prevalenza in calcestruzzo non armato, salvo per alcuni tratti nei quali le condizioni della roccia hanno richiesto un manto impermeabile supplementare (p.v.c. armato).

L'opera di presa è situata sulla sponda sinistra del lago, è costituita da un manufatto in calcestruzzo munito di griglie fisse con soglia di imbocco a quota 1852,00 m s.l.m. e può essere intercettata da una paratoia piana a ruote, accessibile mediante pozzo.

Gli accessi alla galleria possono avvenire: dal lago d'Avio mediante funivia e, nei mesi estivi anche con fuoristrada attraverso una pista di cantiere; da una finestra intermedia ubicata in corrispondenza dell'Aviolo cui si accede solo con sentiero pedonale, ed infine da una finestra realizzata al termine della galleria di derivazione in corrispondenza del pozzo piezometrico ed accessibile mediante la nuova strada Edolo - Monte Colmo.

Il pozzo piezometrico di monte è del tipo cilindrico, con strozzatura alla base, canna verticale del diametro di 18 m e camera di espansione.

La condotta forzata, che segue il pozzo piezometrico, è costituita da un primo tratto a tubazione unica libera in galleria, suddivisa in tre tronchi dei quali il primo sub-orizzontale, il secondo inclinato al 100% ed il terzo pure sub-orizzontale.

Successivamente la condotta si dirama in due distinte tubazioni, ciascuna del diametro iniziale di 3,40 m; immediatamente a valle della biforcazione è ubicata la camera delle valvole a farfalla.

Le due tubazioni sono in lamiera saldata prima semplice e poi blindata e sono ubicate per i primi 668 m all'aperto e per i restanti 1005 m libere in due distinte gallerie inclinate.

Nel tratto a due tubazioni libere in gallerie distinte, la condotta è servita da quattro finestre, con accessi, in aggiunta naturalmente agli accessi di monte, lato condotta all'aperto, e di valle, lato centrale.

Ogni condotta forzata raggiunta la centrale si biforca e ciascuno dei rami si dirama in due, in modo da alimentare quattro gruppi ciascuna; prima delle macchine idrauliche sono inserite le valvole rotative di intercettazione dei gruppi, in numero di due:
rispettivamente di guardia e di servizio per ciascun gruppo, alloggiate in una caverna parallela alla sala macchine delle dimensioni di 9,50 x 136,40 m.

La centrale di Edolo, ubicata in caverna nel fianco sinistro della valle, è accessibile dall'esterno per mezzo di una galleria della lunghezza di circa 700 m.
La sala macchine, a quota 612,40 m s.m., ha pianta rettangolare lunga circa 175 m e larga 16 m ed ha un'altezza complessiva che in corrispondenza dei gruppi raggiunge i 41 m.

Nella sala macchine sono installati otto gruppi reversibili ad asse verticale; ciascun gruppo è costituito da una pompa-turbina a cinque stadi con distributore fisso e da un generatore-motore sincrono della potenza apparente di 160 MVA a 600 g/1'.

L'avviamento in pompaggio dei gruppi avviene mediante trascinamento sincrono a frequenza variabile (back-to-back) e viene effettuato con girante in acqua e valvola rotativa chiusa.

Le macchine sincrone sono munite di eccitatrici di tipo statico, alimentate dal montante di macchina.

Al piano inferiore di una caverna lunga 164 m, larga circa 14 m e alta 19,80 m, parallela alla caverna delle macchine e disposta simmetricamente rispetto alla galleria d'accesso, sono alloggiati gli otto trasformatori elevatori trifasi, della potenza apparente di 160 MVA, collegati ciascuno alla propria macchina sincrona da una terna di sbarre segregate isolate in aria, a 15,5 KV.

Al piano superiore della stessa caverna è installata la stazione a 380 kV, composta da otto stalli di gruppo e da due stalli di partenza cavi, realizzata in esecuzione blindata ed isolata con esafluoruro di zolfo.

La stazione elettrica è a semplice sbarra, suddivisa in due semisbarre mediante un sezionamento longitudinale esercito normalmente aperto. Due terne di cavi in olio fluido, connesse ciascuna ad una semisbarra, collegano la stazione all'esterno; i cavi sono posati su di una soletta appositamente predisposta, in volta della galleria d'accesso.

All'esterno si trovano gli stalli di partenza delle due linee aeree di trasporto a 380 kV, facenti capo alla stazione elettrica di S. Fiorano.

La sala comandi centralizzata è inserita nella volta della galleria d'accesso, in corrispondenza dell'intersezione di questa con la sala macchine; per ciascun gruppo è inoltre possibile il comando manuale locale dal relativo quadro posto a quota alternatori.

La centrale è completamente automatizzata e telecomandata da Bergamo.

Gli scarichi dei gruppi, intercettati da paratoie piane, sono indipendenti fino allo sbocco in un'unica galleria circolare del diametro di 5,50 m, in prossimità del quale è inserito, lateralmente, il pozzo piezometrico di valle.

Il pozzo piezometrico di valle è del tipo cilindrico, con diametro di 18 m, collegato con la galleria di scarico da un tronco a sezione circolare del diametro di 5,50 m.

L'uscita di sicurezza dalle caverne - rotative, macchine e trasformatori - è assicurata da una finestra lunga circa 590 m, avente altresì funzione di condotto di ritorno dell'aria di ventilazione delle caverne stesse.

La galleria di scarico ed aspirazione, in pressione con sezione circolare del diametro di 5,50 m, si sviluppa parte in galleria e parte interrata all'aperto; sottopassa la locale ferrovia Brescia-Edolo e la strada statale n. 42 del Tonale.

In prossimità della vasca di accumulazione, il condotto di scarico è costituito da una tubazione metallica autoportante che sottopassa, libera su selle in galleria artificiale, l'argine della vasca di accumulazione e termina nell'opera di presa e scarico della vasca stessa.

Due diramazioni consentono di immettere la portata scaricata dalla centrale:

  • la prima direttamente nel fiume Oglio by-passando la vasca tramite una tubazione metallica che sottopassa il fiume e si collega con una soglia sfiorante ricavata in roccia nella sponda destra (scarico di superficie della vasca e scarico di emergenza della centrale);
  • la seconda nel nuovo canale di derivazione dell'impianto Sonico-Cedegolo 2°, costruito unitamente alla nuova traversa sul fiume Oglio ed alla nuova opera di presa in sostituzione delle esistenti opere interessate direttamente dalla vasca di Edolo.
La vasca di accumulazione è ubicata in sponda sinistra del fiume Oglio, fra la statale del Tonale ed il fiume stesso; ha una forma all'incirca ellittica, ed è ricavata mediante parziale scavo e riporto nella piana alluvionale.

La capacità utile è di circa 1335000 m3; il rilevato di contenimento è in materiale sciolto; una difesa di gabbioni, diaframma e tetrapodi protegge il paramento dell'argine verso il fiume Oglio, il cui corso è stato sistemato.

La vasca è resa impermeabile da un rivestimento in conglomerato bituminoso che ricopre il fondo ed i paramenti interni del rilevato. Il volume globale dei materiali per la formazione dei rilevati di contenimento e del fondo vasca è di circa 1400000 m3.

La stazione elettrica è ubicato nella zona adiacente l'imbocco della galleria di accesso alla centrale e comprende due stalli muniti di interruttori isolati in esafluoruro di zolfo e comandi ad aria compressa.


pagina successiva

pagina precedente

home page


Last updated 21.10.2007