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"archivio Ghislandi" - da un foglio manoscritto:
Il personale della Valcamonica che non aveva potuto partecipare alla cerimonia per la distribuzione delle medaglie d'oro per anzianità di servizio svoltosi presso la sede, aveva chiesto di presenziare alla consegna delle medaglie ai premiati della Centrale di Cedegolo; in accoglimento a questo desiderio, domenica 23 - 1 u.s. le medaglie sono state pubblicate a 16 dipendenti della ex Cisalpina; mentre un'altra medaglia è consegnata ai familiari di Giovanni Franzinelli, recentemente scomparso in seguito a infortunio sul lavoro. - La semplice cerimonia si è svolta nella sala quadri della centrale di Cedegolo le cui macchine erano state fermate - per breve tempo - . Il direttore tecnico ing. Benedetto ha improvvisato un breve discorso che riportiamo integralmente; ha risposto l'operaio Giovanni Rivetta, medaglia d'oro, della centrale di Cedegolo, esprimendo l'augurio che nell'ambiente elettrico i cordiali rapporti intercedenti fino ad ora fra la società e i lavoratori e che hanno dato così buoni frutti continuino ad essere tali per il bene comune.- Ecco le parole pronunciate dal'ing. Benedetto - " La medaglia d'oro è un premio allo spirito, a quello spirito che vi innalza sopra le umane vicende quotidiane e che dà serenità all'uomo. Anche se è d'oro e pesa 20 gr. non è nè una aggiunta straordinaria alla retribuzione, nè un segno di raggiunto limite di età o di declino nella capacità di lavoro: è un simbolo che viene dato a tutti gli anzianissimi senza distinzione di maggiori o minori meriti, perchè è già per se stesso grande merito l'essere stati fedeli per tutto il periodo migliore della vita all'"ideale lavoro" inteso questo ideale come intima soddisfazione di compiere giornalmente qualche cosa di utile senza dosarlo alla categoria od alla busta paga. Si è cambiato nel tempo il nome della Società: Adamello prima, Cisalpina poi, Edison oggi; ma sempre quello è rimasto lo spirito nel quale si è lavorato e si lavora, sempre quella la famiglia ove ciascuno di voi è cresciuto, sempre quelli i sentimenti di amicizia che durante tanti anni hanno legato gli uomini di mansioni diverse ed ai capi operai; sempre la stessa la tradizione che ha unito ed unirà gli uomini agli impianti elettrici, anche se la centrale di Cedegolo che Zamboni e voi avete visto sorgere al sole sarà superata dalle gallerie e dalle caverne che anche poco lontano da qui, si scavano per le nuove e più potenti macchine; sempre quella la tradizione nella quale si è venuta a creare quella specie di artigianato per cui i giovani apprendono in famiglia il senso di dedizione e della fedeltà all'esercizio degli impianti elettrici. Quasi a volerlo confermare, oggi, alcuni di voi mi hanno presentato i loro figli, come per dire che la tradizione viene tramandata, che buon sangue non mente, che lo spirito animatore continua. Purtroppo non è presente il collega Giovanni Franzinelli, guardiano al bacino del Dosso, che con il suo spirito e la chiarezza delle sue idee semplici ha saputo allevare una bella famiglia di lavoratori, tutta qui presente. Un giorno questo padre mi diceva: "Dal Dosso vedo la valle, vedo i monti e vedo anche il mio dopolavoro (il cimitero di Grevo), ove spero che i miei figli da qui mi vedranno" era lo spirito che parlava! Rimpiango molto questo buon padre che rappresentava per la sua famiglia un grande valore morale e mi sia consentito di additarlo ai giovani della nostra più grande famiglia e dire loro: Sono passate due guerre con tutte le loro difficoltà, la invasione e le lotte interne con tutti i pericoli e le loro brutture, ma lo spirito non è stato intaccato e la bandiera - che noi chiamiamo a volte "Il servizio", a volte "la tensione in linea", a volte "le macchine in moto", a volte "l'acqua nel bacino" - non è stata ammainata; passa il dopoguerra e la bandiera resta spiegata ancora: troppi dolori si creerebbero, troppi bisogni del mondo esterno resterebbero insoddisfatti se cadesse questa bandiera: il chirurgo che tenta di salvare una vita, le famiglie nella loro intimità, gli uomini nelle grandi città come nei lontani casolari, tutti si avvalgono inconsciamente di questa bandiera che non conoscono neppure, ma che è continuità di vita per tutti e che è tale perchè lo spirito che ha meritata la medaglia d'oro la regge e la difende. Il lavoro dell'esercizio impone una dura continuità di attenzione e di sacrificio, una tensione continua, non deve cedere mai in nessun caso, che non si deve fermare mai. Coetanei e giovani che siete il lavoro di oggi e di domani, meditate e siate fieri di questa bandiera: andate in Francia, andate in Gran Bretagna e vedrete come funzionano là i servizi elettrici in confronto all'Italia, là ove troppo spesso nella notte manca la corrente. In questo momento le macchine di Cedegolo sono tutte, per la prima volta in tanti anni, ferme: ma per breve istante in omaggio alle medaglie d'oro e quasi a ricevere anch'esse lo stesso premio; ma subito ritornaranno a rombare perchè così vuole la bandiera dell'esercizio, perchè così vuole la volontà e lo spirito dei lavoratori elettrici. Nel riguardare il passato ci accorgiamo che molti mancano: un capo che è stato tutto un programma ed una volontà e tanti altri caduti sul lavoro o perduti lungo la via. Dobbiamo ricordarli con ammirazione e deferenza in questo momento nel quale rivolgiamo il nostro affettuoso evviva ai compagni di lavoro che ricevono la medaglia d'oro - In moto le macchine, l'esercizio lo vuole!" |
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