L'INDUSTRIA ELETTRICA




IN VALLE CAMONICA - 14 -

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Centrale di Cividate



Le fotografie in bianco e nero sono dell'archivio storico Enel di Sesto S. Giovanni


Estratto - rivisto e ampliato - dal volume: L'UOMO E L'ACQUA Edito da Banca di Valle Camonica - Gruppo Banca Lombarda - Breno 2002 -
A cura di: Oliviero Franzoni:
Nascita e sviluppo delle centrali idroelettriche sul territorio camuno di franco pelosato

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ATTIVITA' DELLA SOCIETA' GENERALE ELLETTRICA CISALPINA - GEC -

Centrale di Cividate (derivazione Cedegolo - Cividate)

L'impianto idroelettrico che utilizza le acque del fiume Oglio nel tratto tra Cedegolo e Cividate, ora denominato "centrale Benedetto" in omaggio all'ing. Fernando Benedetto, già direttore tecnico della società Adamello, fu la seconda derivazione diretta dal fiume realizzata dalla stessa società, che nel frattempo era stata assorbita dalla Cisalpina (la prima derivazione è stata la Temù Sonico).

Il primo disciplinare di concessione, rilasciato alla Società Elettrica Bresciana risale al marzo del 1926, cui seguirono varianti nel 1933 e nel 1938, anno in cui alla SEB subentrò la Cisalpina;
il progetto iniziale prevedeva che l'opera di presa fosse in comune di Grevo e la centrale a Plemo.
Successive modifiche progettuali (varianti derivazione del 1941) portarono a spostare verso monte di 2,5 Km la centrale e 100 m verso valle l'opera di presa.

Il bacino imbrifero afferente l'impianto e sotteso direttamente dall'opera di presa è di circa 741 Km2; altri 169,5 Km2 sono allacciati al canale di derivazione lungo il suo percorso ed interessano i principali affluenti dell'Oglio di sinistra orografica : i torrenti Figna, Pallobia, Cobello, Re di Niardo, Re di Fa, S. Maurizio, ed altri minori.

I lavori per la costruzione dell'impianto iniziarono nel 1940; alcune scelte impiantistiche vennero fortemente influenzate dal periodo bellico: la condotta, nella parte a tubazione unica, venne incassata in trincea per non renderla visibile, le successive diramazioni realizzate in galleria ed annegate nel calcestruzzo; l'ubicazione dei gruppi in pozzi verticali separati, i trasformatori principali inseriti in celle con muri a protezione sui tre lati e facilmente mimetizzabili sul quarto lato; la centrale è stata messa in comunicazione con la vasca tramite un cunicolo percorribile.

L'opera di sbarramento e di presa sul fiume Oglio a Cedegolo, è ubicata circa 400 m a valle della centrale di Cedegolo 1°, è lunga 60 m ed è costituita da paratoie mobili su soglia fissa a q. 393,30 a raso del fondo alveo; sulla soglia sono stati costruiti tre pilastri in muratura larghi m 2,50 per creare quattro luci tre delle quali sono chiuse da paratoie piane metalliche.
Alla quarta luce segue un canalone lungo m 60 con fondo più basso e che si restringe da m 12 a m 6.

Sui pilastri è stato costruito un ponte stradale che serve per l'accesso alla centrale di Cedegolo.

Il canalone sulla sinistra della presa è chiuso sul fondo da una paratoia a settore a funzionamento automatico, regolata in modo da mantenere il livello dell'acqua alla quota 396,30 m s.l.m.; a mantenere la quota concorre anche lo sfioratore lungo 30 m.
Di fronte allo sfioratore quattro bocche protette da griglie immettono l'acqua in quattro vasche dissabbiatrici di tipo Doufour, a valle delle quali si uniscono le acque di scarico della centrale di Cedegolo 1°, provenienti da una galleria scavata appositamente sul lato di monte della centrale stessa.

La centrale di Cedegolo 1° può scaricare le sue acque anche direttamente in alveo ed essere comunque captate dalla presa per Cividate; di fatto viene utilizzata questa modalità, salvo esigenze di lavori in alveo immediatamente a valle della restituzione.

Il canale di derivazione ha una lunghezza di 17760 m, si svolge parte in galleria e parte a mezza costa ed è dimensionato per una portata di 35 m3/s; risulta interessante notare come, nella realizzazione di questo canale, negli anni quaranta, i progettisti abbiano, con molta lungimiranza, tenuto conto di una eventuale futura immissione delle acque del lago d'Arno tramite la centrale di S. Fiorano (costruita nel 1972).

Infatti un breve tratto di canale all'aperto provvisto di lama sfiorante e di scaricatore con sifoni autoinnescanti di tipo "Gregotti", alla progressiva 1060 circa risulta costruito a questo scopo ed effettivamente utilizzato trenta anni dopo.

La vasca di carico si trova al termine del canale di derivazione ed ha una capacità di m3 63000; è provvista di scarichi di superficie tramite due paratoie a ventola che immettono direttamente in un canale di scarico a forte pendenza munito di dissipatore e successivamente di un tratto di canale lungo circa 470 m che convoglia le acque di sfioro direttamente in Oglio.

Dalla vasca si diparte una condotta metallica di 3,20 m di diametro, munita di paratoia piana e di valvola a farfalla, lunga circa 240 m e collocata incassata in trincea, seguono tre diramazioni dirette ai singoli gruppi, prima dei quali ogni tubazione è provvista di una valvola a fuso e di una valvola rotativa.

La centrale, anche per obbedire a servitù militari derivanti dalla presenza del vicino campo di aviazione venne realizzata interrata; la roccia presente in loco è costituita da marne argillose con strati di argilla che non consentivano la realizzazione di una caverna unica, data la loro scarsa consistenza.

Venne scelto di costruire un monoblocco in calcestruzzo a forma di parallelepipedo di m 42 x 19 x 24,50 di altezza, alle quote: 244 - 268,50, completamente sotterraneo e di ubicare i gruppi in singoli pozzi separati, coperti da cupole mobili e serviti da una gru a ponte scorrevole su binari da 110 t.

Il canale di scarico, della lunghezza di 2250 m di cui i primi 1830 in galleria restiruisce le portate turbinate al fiume Oglio.

In centrale sono installati tre gruppi ad asse verticale costituiti da turbina francis da 20000 KW con portata media di 20 m3/s e salto di 126 m e alternatore da 23000 KVA che possono funzionare con frequenza di 42, 45 o 50 Hz; ogni gruppo è collegato al proprio trasformatore elevatore che trasferisce l'energia nella stazione a 130 KV.

Questo impianto può essere considerato il primo moderno realizzato in Valle Camonica, secondo quei criteri tecnici che ancora oggi sono validi e che abbiamo visto applicare anche nei successivi impianti costruiti in valle come ad esempio Cedegolo 2°, S. Fiorano ed Edolo.

E' un impianto ad acqua fluente ed ha una producibilità di circa 180 milioni di KWh anno di cui oltre 50 milioni invernali; al momento della costruzione metà della produzione veniva riservata alla Società Elettrica Bresciana.

A questo punto del corso dell'Oglio hanno termine le utilizzazioni delle società Adamello - Cisalpina - Edison ma le acque sono chiamate ad un ultimo lavoro dalla Società Ilva con la derivazione Esine-Pisogne (centrale di Paraviso), che vedremo tra gli impianti degli autoproduttori.


centrale di Salarno




centrale di Sonico




traversa Adamé




centrale di Cedegolo (1933)




presa Adamé


centrale di Cedegolo (1910)



centrale di Campellio





SOCIETA' GENERALE ELETTRICA CISALPINA MILANO
ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEL 18 SETTEMBRE 1942-XX

AVVISO DI CONVOCAZIONE
(pubblicato nella Gazzetta Ufficiale N. 205 del 1° settembre 1942-xx)

Gli azionisti sono convocati in assemblea straordinaria per il giorno di venerdì 8 settembre 1942-xx, alle ore 11, presso la sede sociale in Milano, via Caradosso 16, per deliberare sui seguente:

ORDINE DEL GIORNO

1°) - Revoca della delibera assembleare 17 maggio 1941 -XIX relativa al raggruppamento delle azioni sociali e alle conseguenti modifiche statutarie;

2°) - Situazione - bilancio al 30 giugno 1942 - XX e riparto utili. - Deliberazioni inerenti anche in relazione alla fusione di cui al n° 4;

3°) Comunicazione, agli effetti dell'art. 2502 del Codice civile, della situazione patrimoniale al 30 giugno 1942-XX della SOCIETÀ EDISON (sede in Milano, cap. L. 1.600.000.000) e delle situazioni - bilancio alla stessa data delle seguenti altre società per azioni:

VOLTA (sede in Milano, capitale L. 810 milioni);
GENERALE ITALIANA ACCUMULATORI ELETTRICI (sede in Melzo, cap. L. 48 milioni);
ISORNO PER COSTRUZIONE ED ESERCIZIO IMPIANTI IDROELETTRICI (sede in Milano, cap. L. 16 milioni);
IMMOBILIARE VIA S. NICOLAO (sede in Milano, cap. L. 1 milione);
ELETTRICA DI CAMPODOLCINO (sede in Campodolcino, capitale L. 18.500);

4°) - Proposta di fusione con le società indicate al numero precedente, mediante incorporazione delle medesime e della SOCIETÀ GENERALE ELETTRICA CISALPINA nella SOCIETÀ EDISON sulla base della situazione patrimoniale e delle situazioni - bilancio di cui sopra. - Condizioni e modalità della fusione.
Deliberazioni relative e conseguenziali e conferimento di poteri per la loro esecuzione.

Hanno diritto d'intervenire gli azionisti iscritti nel libro dei soci sino a tutto il 12 settembre, presentando i titoli o le ricevute provvisorie.

IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Milano, 28 agosto 1942 - XX


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Last updated 20.10.2007