L'INDUSTRIA ELETTRICA




IN VALLE CAMONICA - 15 -

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Bibliografia

in questa pagina:
Centrale Cedegolo 2°



Le fotografie in bianco e nero sono dell'archivio storico Enel di Sesto S. Giovanni


Estratto - rivisto e ampliato - dal volume: L'UOMO E L'ACQUA Edito da Banca di Valle Camonica - Gruppo Banca Lombarda - Breno 2002 -
A cura di: Oliviero Franzoni:
Nascita e sviluppo delle centrali idroelettriche sul territorio camuno di franco pelosato

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ATTIVITA' DELLA SOCIETA' EDISON

Centrale Cedegolo 2° (derivazione Sonico-Cedegolo)

L'impianto denominato Cedegolo 2° che utilizza le acque del fiume Oglio con presa a Sonico e restituzione a Cedegolo, è l'ultima derivazione diretta sull'Oglio realizzata dalla Edison.

Fin dal 1911 era in servizio la centrale di Cedegolo della SEB che usufruiva del tratto di fiume Oglio tra Malonno e Cedegolo.

Nel 1941 venne autorizzata una concessione del tratto di fiume tra Sonico e Malonno secondo una domanda presentata nel 1931 dalla Società Elettrica dell'Allione, cui subentrò, prima la Cisalpina e poi la Edison.

Successivamente, nel 1943 vennero presentate due domande, per il tratto di fiume tra Forno e Cedegolo e tra la centrale SEB di Cedegolo e la presa per la centrale di Cividate da parte della società Italcementi di Bergamo; contemporaneamente anche la SEB presentò domanda di potenziamento del suo impianto di Cedegolo.

Anche la Edison, sempre nel 1943 presentò una nuova domanda per utilizzare tutto il tratto di fiume tra Sonico e Cedegolo, in sponda sinistra, che prevedeva la sottensione quasi completa del vecchio impianto SEB, infatti quest'ultimo si sarebbe visto ridurre il bacino utilizzato da 548 Km2 a soli 32.

Venne autorizzato il progetto della Edison, per la razionalità con la quale era inserito nel sistema di utilizzazioni già realizzate; infatti, con questo impianto il fiume Oglio veniva utilizzato dal punto di vista idroelettrico completamente, a partire dalla quota di m s.l.m. 1090 circa dell'opera di presa a Temù per la centrale di Sonico, fino alla quota di m 235 s.l.m. circa della restituzione della centrale di Cividate, con l'estensione a monte di Temù degli impianti della Val d'Avio ed a monte di Cedegolo degli impianti del sistema del Poglia, tutti in grado di usufruire della regolazione delle portate tramite i serbatoi stagionali con capacità di accumulare oltre 90 milioni di m3 di acqua. Nell'immediato dopoguerra la società Edison si trovava nella necessità di dover aumentare rapidamente la propria produzione per far fronte alle richieste crescenti ed aveva già pronto, dall'anteguerra, numerosi progetti anche in Valle Camonica.

In questi anni era però diffuso il timore da parte delle società elettriche che il governo potesse scegliere, analogamente a quanto avvenuto in Francia, di nazionalizzare l'energia elettrica ed inoltre il prezzo del KWh era bloccato dal periodo bellico, a giudizio dei produttori a valori assolutamente inadeguati per sostenere nuovi investimenti.

Entrambi questi fattori vennero utilizzati, anche strumentalmente, dal gruppo Edison nei confronti del governo, il quale doveva alleviare almeno parzialmente i gravissimi problemi di disoccupazione che attanagliavano l'Italia e la Valle Camonica in particolare.

Assicurazioni da parte governativa che non stava maturando scelte nazionalizzatrici e la promessa dello sblocco delle tariffe portarono rapidamente alla decisione, da parte del potente gruppo Edison di iniziare i lavori per la nuova derivazione.

Negli ultimi mesi del 1946 furono iniziati i rilievi di campagna per il progetto definitivo delle varie opere dell'impianto; nella primavera del 1947 furono approntate le prime installazioni di cantiere per l'esecuzione dei vari tronchi di galleria in roccia appaltati alle imprese Salci, Garatti, Moresco e Ghisleri.

I lavori per la costruzione delle opere di sbarramento e presa sul fiume Oglio, del primo tronco di canale in galleria artificiale, compreso gli allacciamenti della Val Rabbia e del torrente Remulo, della diga per il serbatoio del Poglia, della condotta forzata, della centrale e canale di scarico furono iniziati nella seconda metà del 1948.


Cartella:
Società "EDISON" Ufficio Lavori e Manutenzione di CEDEGOLO
RAPPORTO DEI LAVORI ESEGUITI NEL MESE DI GIUGNO 1949


Giugno 1949 - appunti vari
……..

Un certo intralcio al lavoro è stato apportato dallo sciopero degli operai edili, effettuato col sistema cosidetto "a singhiozzo" nelle giornate del 1 - 8 - 20 - e 24 giugno in ottemperanza agli ordini della Camera del Lavoro, per affiancare l'azione svolta da quest'ultima sulla questione degli adeguamenti salariali.

E non si può dire che lo sciopero, eseguito con tale sistema, non abbia arrecato danno alla regolarità dei lavori, a parte il danno economico subito dagli operai stessi, in gran parte dissenzienti dal pensiero dei capi.……

Con la collaborazione del personale dello studio Tecnico Geom. Bianchi - Milano sono state svolte durante questo mese operazioni di campagna (livellamenti, triangolazioni, tracciamenti, rilievi tacheometrici) per lo studio del tracciato della galleria del Narcanello ….. e delle varie opere dell'impianto di Pantano.

Il giorno 9 l'Ing. Marcello accompagnato dal Prof. Desio, Ingg. Polizzi e Candiani, ha effettuato un sopraluogo alla Diga del Poglia.

Nei giorni 14 e 15, visita ai lavori del Narcanello, Pantano d'Avio e Sonico - cedegolo da parte ing. Polizzi.

Eseguite le consuete periodiche ispezioni al serbatoio del Lago Nero ed agli agli stramazzi di misura di portata installati in vari affluenti del Fiume Oglio e del Torrente Avio.

All'Aviolo normali i servizi di cantiere.

Impianto altissimo Oglio: lavori per costruzione mire e segnali in legno; costruzione secondo stramazzo sul Narcanello.

Impianto Pantano: ripresi i lavori dopo fermata invernale. Il giorno 7 inizio scavo galleria di scarico di fondo; operai presenti a fine mese: 304 ore del mese: 5712.

Impianto del Narcanello: (impresa G. Moresco & figli)
- operai presenti al 31 maggio: N. 97
- operai presenti al 30 Giugno: N. 56
- Giornate operai impiegate nel mese di Maggio: N. 1017
- Giornate operai impiegate nel mese di Giugno: N. 2084

Lavoro.
Vengono regolarmente osservare da parte della Società, come da parte delle Imprese dipendenti, le norme e le condizioni contrattuali in vigore per il trattamento degli operai.
Normali i rapporti fra i rappresentanti delle Commissioni interne e i datori di lavoro.
Nel corso del mese si sono avute 5 giornate di sciopero, con sistema cosidetto a singhiozzo, da parte delle maestranze regolate da contratto dell'edilizia, a sostegno delle richieste avanzate dalla C.G.I.L. per gli adeguamenti salariali.

Giugno 1949: operai impiegati per i lavori dei nuovi impianti: 2503 giornate: 58722

Dipendenti Edison: n° 486 (op. elettrici, edili ed impiegati):
- Casi di infortunio n° 13
- assenze per infortunio: n° 166
- casi di malattia: n° 13
- assenze per malattia: n° 262

Dipendenti imprese appaltatrici: n° 2391 (operai)
- casi di infortunio n° 115
- assenze per infortunio: n° 1706
- casi di malattia: n° 137
- assenze per malattia: n° 2161

Continuano i lavori in corso per la nuova teleferica materiali Temù - Pantano
Fotografie: 10



Il 20 dicembre 1950 entrò in regolare servizio il primo dei tre gruppi della nuova centrale.

L'impianto idroelettrico Cedegolo 2° utilizza le acque del fiume Oglio captate da una traversa ubicata poco a valle della confluenza in Oglio del torrente Ogliolo proveniente dall'Aprica, a quota 640 m s.l.m. circa e convogliate, con galleria artificiale della portata di 7 m3/s, fino al manufatto denominato quadripartitore posto sullo scarico della centrale di Sonico.

Il quadripartitore raccoglie l'acqua proveniente dalla presa sul fiume Oglio e quella dello scarico dalla centrale di Sonico e la convoglia nella la galleria di derivazione ed eventualmente, quella di supero, verso un canale di scarico collegato attraverso una paratoia a ventola autolivellante.

Lungo il canale di derivazione, della lunghezza di Km 13 circa, vengono raccolte anche le acque degli affluenti di sinistra del fiume Oglio: il torrente val Rabbia, il Remulo ed altri minori.
La superficie del bacino imbrifero utilizzato è di Km2 414, di cui Km2 109 direttamente sottesi a monte della diga del Poglia e Km2 305 allacciati.

La galleria sbocca direttamente nel serbatoio del Poglia che ha la capacità di circa 450000 m3 e funzione di regolazione settimanale; l'invaso è stato ottenuto da uno sbarramento sul torrente omonimo costruendo una diga a gravità alleggerita con altezza massima di 42 m.

Dal serbatoio si diparte una galleria in pressione del diametro di m 3,90 con portata di 34 m3/s, che raggiunge, dopo 973 m il pozzo piezometrico il quale è costituito da una canna cilindrica verticale e da una camera di espansione in sommità.

Al pozzo piezometrico segue la condotta forzata metallica, in un primo tronco lungo m. 194,80 all'aperto e quindi un pozzo verticale, alto 93 m.; alla base del pozzo ha inizio il collettore con le tre diramazioni per le macchine.

La centrale è in caverna, collegata all'esterno da una galleria d'accesso lunga 337 m; in essa sono installati tre gruppi ad asse verticale costituiti da turbine Francis da 24 MW e alternatori da 29 MVA ciascuno;
inoltre vi sono due piccole pelton accoppiate ad alternatori da 0,6 MVA per garantire i servizi ausiliari anche in assenza della tensione di rete; le apparecchiature, e il quadro a cui sono portati anche tutti comandi dei gruppi sono disposti in un edificio esterno.

Il canale di scarico lungo m 374 è scavato in galleria, funziona a pelo libero e sbocca direttamente nel canale di derivazione dell'impianto esistente di Cividate.

La producibilità annuale dell'impianto è di circa 220 milioni di KWh; il salto utile riferito alla quota media del livello del serbatoio sul Poglia di m 623,60 è di m 123,65.

L'energia prodotta può essere mandata sulle linee a 130 KV oppure su linee a 220 KV che per per la prima volta raggiungono la Valcamonica collegate sia verso sud all'area Bergamo-Milano che verso nord, collegate con il Trentino (Taio).

Questo impianto è rimasto tristemente famoso per i problemi conseguenti agli scavi delle sue gallerie; probabilmente vi fu la concomitanza di diversi fattori, quali l'utilizzo dei primi sistemi di scavo relativamente meccanizzato senza che vi fosse un analogo progresso nei sistemi ausiliari di protezione dei lavoratori, le rocce particolarmente critiche in quanto composte da scisti di Edolo, micascisti e scisti cristallini quarziferi particolarmente duri, che minarono la salute praticamente di tutti i operai che parteciparono agli scavi, anche per poco tempo.

Il problema della silicosi che ha colpito numerosissimi operai camuni negli anni successivi ebbe origine in massima parte da questi scavi, senza contare i dieci infortuni mortali, metà dei quali dovuti a esplosioni intempestive durante gli scavi in roccia.

Tra i dati relativi alla costruzione dell'impianto si segnala: quantitativo di cemento utilizzato: 64484 t; giornate lavorative impiegate: 16,6 milioni; massimo impiego di personale: nel maggio 1950 N° 2366 operai.

L'impianto sarà oggetto di sostanziali modifiche nella parte relativa all'opera di presa sul fiume Oglio ed il primo tratto di canale negli anni ottanta in occasione della costruzione della centrale di Edolo;
nonostante l'impianto sia rimasto di proprietà Edison anche dopo la nazionalizzazione, per liberare l'area necessaria alla costruzione della vasca di accumulazione della centrale di Edolo, l'Enel ha acquistato tutti i manufatti relativi alla presa e concordato con la Edison il rifacimento integrale, a suo carico, sia dell'opera di presa che del primo tratto del canale artificiale, fino al quadripartitore.

L'opera di presa è stata spostata a valle ed il primo tratto del canale è stato dimensionato per una portata di 24 m3/s in quanto, oltre all'acqua derivata dal fiume Oglio deve essere in grado di convogliare anche le portate che l'impianto di Edolo, dopo averle sottratte alla centrale di Sonico, direttamente al lago d'Avio, le restituisce alla Edison perché possa utilizzarle nell'impianto di Cedegolo 2°.

Con la realizzazione di questo impianto e di quello di Pantano che abbiamo visto nel sistema Avio, termina il lungo lavoro iniziato nel 1907 da parte della GEA e società ad essa succedute di utilizzo dei corsi d'acqua in valle Camonica; a questo punto le centrali in servizio sono:

Pantano, Temù, Sonico, Baitone, Salarno, Campellio, Isola, Cedegolo, Cedegolo 2°, Cividate, per una produzione che supera l' 1,2 miliardi di KWh anno e fanno della Edison il maggiore e preponderante produttore di energia camuna.

Se si tiene conto del fatto che attualmente (anno 2002) la totale energia elettrica prodotta da afflussi naturali in Valle si aggira sui 1,6 miliardi di KWh si comprende il ruolo coperto da queste società.


centrale di Salarno





Poglia




traversa Adamé


valle Adamé


presa Adamé


sfioro traversa


centrale di Cedegolo (1910)





centrale di Campellio





diga Poglia





centrale di Campellio





lago d'Arno





bassa valle Adamé





valle Adamé: casine di mezzo








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Last updated 20.10.2007