L'INDUSTRIA ELETTRICA




IN VALLE CAMONICA - 17 -

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Bibliografia

in questa pagina:
Società Elettrica di Valle Camonica (ELVA)
Lanico I (centrale di Lozio)
Lanico II (centrale di Malegno)



Le fotografie in bianco e nero sono dell'archivio storico Enel di Sesto S. Giovanni


Estratto - rivisto e ampliato - dal volume: L'UOMO E L'ACQUA Edito da Banca di Valle Camonica - Gruppo Banca Lombarda - Breno 2002 -
A cura di: Oliviero Franzoni:
Nascita e sviluppo delle centrali idroelettriche sul territorio camuno di franco pelosato

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ATTIVITA' DELLA SOCIETA' ELETTRICA DI VALLE CAMONICA - (ELVA) -

Società Elettrica di Valle Camonica (ELVA)

La Elva viene costituita nel 1907 come trasformazione della precedente Società Cooperativa di Elettricità di Breno, nata nel 1888 e presieduta dall'avvocato Prudenzini prima , poi da Antonio Raffaglio e quindi dall'ing. G.B. Ronchi, che ne sarà presidente.

Aquisisce anche l'impianto della Società Elettrica in Borno ed ha per scopo la fornitura di energia elettrica per illuminazione pubblica e privata ed alle piccole e medie industrie locali.

Ottenuta la concessione inizia la costruzione dell'impianto di Niardo, che utilizza le acque del torrente Re di Niardo derivate a quota 1070 m s.l.m. circa e restituite a 510 m s.l.m., a monte di altre utilizzazioni per scopi artigianali già in essere.

L'opera di presa intercetta un bacino imbrifero poco superiore ai 6 Km2 e convoglia le acque in un canalino di gronda che si sviluppa in sponda destra della valle del Re, parzialmente scavato in roccia, fino alla vasca di carico che ha forma rettangolare, è costruita in rilevato di muratura addossato alla montagna ed ha una capacità utile poco superiore ai 1000 m3.

Dalla vasca si diparte una condotta forzata in tubo metallico del diametro di 400 mm completamente interrata; a metà percorso, dopo 800 m circa si biforca e la seconda metà, sempre interrata è costituita da due tubi da 250 mm di diametro in parallelo.

La centrale costruita in sponda destra del torrente Re di Niardo, poco a monte dell'abitato ed in fregio al torrente stesso, è un fabbricato a tre piani di cui il primo fuori terra ospita la sala macchine, in cui sono installati 3 gruppi ad asse orizzontale costituiti da turbina pelton con scarico sincrono e alternatore; la potenza di ciascun gruppo è di circa 400 KW.

La producibilità annua media è di circa 6 milioni di KWh.
Circa questo impianto è interessante notare come presenti elementi di modernità nel senso di rispetto del territorio, sia dalle modalità di sviluppo del canalino di derivazione, ma soprattutto per quanto riguarda l'interramento delle condotte; analogie con questo impianto si avranno, in Valcamonica, oltre che con la centrale di Braone (1948), soltanto dal 1990 in poi.

Negli anni compresi tra il 1912 ed il 1914 la Elva rilevò alcune società cooperative sorte in diversi centri della media ed alta Valle Camonica, riuscendo così ad avere l'appalto per la fornitura dell'illuminazione di quasi tutti i comuni della Valle.

Mantenne questi servizi fino al suo scioglimento, nel 1955 quando fu assorbita dalla Bresciana; negli ultimi anni, soprattutto dal 1948 in poi, anno in cui entrò nel gruppo Edison in quanto controllata dalla SEB, ha avuto problemi con i comuni della valle a causa della vetustà della sua rete ed al servizio offerto, ritenuto non adeguato a causa delle frequenti interruzioni ed ai valori di tensione fluttuanti, se paragonato a quello offerto direttamente dalla Bresciana o dalle Edison.
Inoltre venne accusata del mancato rispetto dei contratti sottoscritti, e di avere i prezzo del KWh eccessivamente elevato.


da "archivio Ghislandi" fondo -------- busta ----

DON VITTORIO BONOMELLI PARROCO DI SONICO VALCAMONICA

Milano,14 Novembre 1950
OGGETTO:
PRO-MEMORIA PER L'ILL.MO E CHIAR.MO ING. PIETRO FERRERIO PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ' EDISON MILANO

ALL'ILL.MO ING. PIETRO FERRERIO
Presidente S.p.A. EDISON MILANO
e, per Conoscenza

A SUA ECCELLENZA IL PREFETTO DR. ARIA - BRESCIA

Chiarissimo Ingegnere,
Al convegno dei Parlamentari della montagna tenutosi a Ponte di Legno nel mese di Settembre u.s. si è ampiamente discussa anche la questione ELVA, BRESCIANA, EDISON per l'Alta Valle Camonica.
Allo scopo di addivenire ad una sollecita attuazione é stata eletta una Commissione che tratti direttamente con la Società Edison nella persona dei Signori :
SENATORE DR. ANGELO CEMMI
DOTT. SANDRO MORINO
DOTT. MARTINO BRICHETTI
DOTT. DOMENICO PATTI
DOTT. FRANCO CAMADINI
DOTT. PROF. BONAFINI
DOTT. PROF. ARTURO GUIZZARDI
DON VITTORIO BONOMELLI

Fui pregato dalla Commissione di prendere i primi contatti con la Società Edison e di chiedere un colloquio da accordare alla Commissione stessa.
A tale scopo fui a Milano il 26 u.s. per parlare direttamente con l'Ill.mo Ing. De Biasi; non avendolo trovato in sede, in considerazione della gravità della cosa, ho chiesto un urgentissimo colloquio con la S.V. ill.ma.
Ecco nel presente pro-memoria i ns. desiderati.
In Alta Valle Camonica si é venuta a verificare una situazione molto tesa nei riguardi della Società ELVA specialmente ora che i diversi contratti di pubblica illuminazione sono da tempo scaduti e non é nell'intenzione delle amministrazioni di rinnovarli con detta società.

Tale decisione é giustificata anche dal fatto che l'ELVA non fu mai desiderata né richiesta dai Comuni di Alta Valle, ma si infiltrò sfruttando un complesso di circostanze:
nessuno di essi stese però un contratto duraturo; tutti la dovettero tollerare e con le dannose conseguenze di constatare che buonissimi contratti stipulati con l'ex Adamello e l'ex Cisalpina sono rimasti finora lettera morta e di sentirsi dire ad ogni reclamo:
"arrangiatevi con la Edison" e questa rispondere:
"abbiamo tutto passato all'ELVA".

I Comuni d'alta Valle chiedono all'Edison di tener fede ai contratti legalmente stipulati con enti pubblici e privati assumendo un servizio di distribuzione diretto, eliminando ogni poco rassicurante intermediario, tanto più che l'Edison. serve su e giù ormai la metà dei Comuni dell'Alta Valle ed é in possesso di una magnifica linea di arroccamento che attraversa tutta la Valle fino a Ponte di legno.

Le linee ELVA sono invece delle linee volanti indegne di accampamenti, con sbalzi di tensione enormi, con intere giornate di interruzione, insufficienti all'illuminazione ed all'industria, e, per questo malservizio, si debbono corrispondere da parte di enti, artigiani e privati dei prezzi, non solo troppo elevati, ma palesemente ingiusti se li confrontiamo anche solo con i prezzi della Società Edison nella città di Milano.

La scusa che la Società ELVA adduce di aver limitati fondi per migliorare gli impianti, non é capita dai montanari perché troppo bene conoscono quanti milioni la Società BRESCIANA ha speso per comperare le azioni ELVA.

Per noi Camuni dell'Alta Valle, l'ELVA non é che una intrusa, una speculatrice della nostra miseria, che si illude, sotto la protezione della BRESCIANA, di abusare della nostra ignoranza.

Non un ruscelletto infatti ha l' ELVA arginato in Alta Valle Camonica ma è solamente presente con una rete pericolosa, unicamente atta ad incendiare le nostre case con i frequenti corti circuito.

Mentre la Società Edison domina dal fondo valle alle alte cime dell'Adamello ogni angolo dell'Alta Valle Camonica, con canali immensi, con fitte reti di tralicci ad alta tensione, Con grandiose centrali e con dighe si potenti, da sopprimere completamente il nostro Fiume Oglio.

Immensi territori di privati e di enti pubblici sono stati dall'Edison espropriati, altri resi infecondi; interi paesi, con quasi tutta la fertile vallata, sono sovrastati da bacini che, pur essendo tecnicamente dei meravigliosi e sicurissimi capolavori di arte idraulica, possono, per eventi bellici o per scosse telluriche, tramutarsi in causa di completa distruzione.

Se poi il nostro pensiero va alle diecine e diecine di eroici minatori e operai specializzati dell'Alta Valle che hanno trovato e trovano nelle gallerie e nelle centrali Edison tragica morte o resi silicosi o inabili al lavoro, non possiamo non ottenere dallo spirito profondamente umanitario della S.V. Ill.ma un alto senso di comprensione nell'accogliere le nostre richieste.

Ben sappiamo, Ill.mo Ingegnere, che oggi l'ELVA è BRESCIANA e BRESCIANA è EDISON, cioé che per arrivare alla S.V. Ill.ma dobbiamo fare Breno, Brescia, Milano, ma noi Camuni, (scusi la libertà), troviamo molto più comode, più sicura e più corta la corriera Pontedilegno-Milano... per i nostri contratti e le nostre rivendicazioni ci fu già troppo dannoso avere un solo intermediario, averne poi due ...

In parole povere il camuno, natura diffidente, o così terribilmente scottato dall'acqua calda che non si può pretendere che non abbia paura anche di quella fredda!
Enti e privati non intendono perciò ripetere il duro esperimento, sia pure con l'ELVA divenuta BRESCIANA, che però, almeno legalmente, è sempre Bresciana e non Edison.
Non è un capriccio quello dei camuni:
è solo la conseguenza della certezza che il servizio fosse fatto direttamente dalla Società EDISON, si avrebbe una fornitura migliore e a minor prezzo e con l'attuazione e il rispetto dei contratti si avrebbe sopratutto un tale fiorire dell'artigianato in Alta Valle da far diminuire fortemente la disoccupazione.

Un accordo perciò, Ill.mo Ingegnere, va si a vantaggio nostro, ma anche della Società dalla S.V. presieduta, che troverebbe in enti e privati dell'Alta Valle Canonica un crescente senso di vicendevole comprensione e dì sicurezza, perché è vero che noi abbiamo bisogno dell'Edison, ma é anche altrettanto vero che l'Edison ha bisogno di noi e della nostra collaborazione.
Un disaccordo non potrebbe che accendere un pericoloso risentimento fomentatore di pubblici disordini e di gravi danni alla Società Edison e a tutta la comunità.

Il presente pro-memoria fu da me già presentato al Prefetto di Brescia, perché S. Eccellenza, con ripetuti sopraluoghi di persona attuati recentemente, ha voluto rendersi edotto non solo dei contratti legalmente stipulati e rimasti lettera morta a danno di enti pubblici e di privati, ma anche della reale situazione per il costoso disservizio ELVA e delle gravi conseguenze che ne derivano per la mano d'opera disoccupata.

S. Ecc. ha voluto visitare dei laboratori a carattere artigiano ed ha dovunque potuto constatare che l'artigianato camuno potrebbe essere molto più fiorente, qualora la fornitura di energia potesse essere fatta a costi inferiori, ciò che sarebbe attuabile se si tenesse fede ai contratti già stipulati (per es.: cfr.Sonico 1.000 HP 15 % sconto).

Termino, Ill.mo Ingegnere, col far notare che nell'inverno 1950/51 circa duemila operai camuni verranno licenziati dai cantieri Edison, con poca speranza di ripresa dei lavori in Primavera e che specialmente sulla Piana di Sonico - Edolo degli industriali milanesi impianterebbero nuove industrie qualora la Società Edison si assumesse direttamente la fornitura dell'energia e tenesse fede ai contratti già fatti.

La nostra richiesta perciò cade in un momento troppo delicato per non essere presa in seria considerazione, e, questo lo affermo non per delle oscure minacce, o per demagogici ricatti, ma perché la S.V. Ill.ma si renda conto della reale situazione; creda pure che lo spirito che anima la commissione e le nostre Amministrazioni è quello di sincera collaborazione verso la Società Edison, che non pochi benefici e benessere ha portato alla nostra Valle.

Con la più grande fiducia ed in attesa di ottenere per la Commissione il desiderato colloquio, sottoscrivendo il pro-memoria prendo commiato dalla S.V.Ill.ma

Don Vittorio Bonomelli.




Nel 1920 rilevò dalla Metallurgica Rusconi di Malegno l'impianto del Lanico, costruito da questa società durante la grande guerra, ed entrato in servizio nel 1917, con una potenza installata di 1864 KW;
si tratta dell'impianto attualmente denominato Lanico 3°, che ha l'opera di presa sul torrente Lanico a quota 540 m s.l.m. circa, e centrale a Malegno.

L'impianto utilizza un bacino imbrifero di circa 11,6 Km2ed oltre al torrente Lanico capta le acque di una serie di vallette laterali secondarie di sinistra orografica della valle del Lanico, quali: Paulì, Veno, Barega, dei Monti e Predelle;
il canale di derivazione è lungo circa 2200 m ed ha una portata di 1,5 m3/s.

La vasca di carco, in località Camina, ha una capacità utile di circa 14000 m3, è costruita a ridosso della montagna in rilevato di muratura su tutti i lati; ha la possibilità di essere esclusa e l'acqua mandata direttamente al pozzetto di carico delle condotte tramite un canale di gronda posto nel lato monte della vasca stessa.

Le condotte forzate sono due, lunghe circa 500 m; il dislivello di concessione è di 240,5 m.

Il macchinario della centrale venne completamente rinnovato dalla stessa società nel 1951, in occasione della costruzione di due nuovi impianti sul torrente Lanico, di cui uno con centrale a Lozio ed il secondo con centrale comune all'impianto esistente.
Con il rifacimento venne installato un gruppo ad asse orizzontale con turbina pelton ad un getto e alternatore; la potenza della turbina è di 2,4 MW; la producibilità è di oltre 7 milioni di KWh annui.

I due nuovi impianti, denominati Lanico I (Lozio) e Lanico II (Malegno) vennero costruiti secondo un razionale ed integrale utilizzo di tutte le acque della valle di Lozio



Niardo: opera di presa





centrale dei primi anni del Novecento




Niardo: vasca





traversa Adamé


Niardo: vasca





valle Adamé


presa Adamé


sfioro traversa


valle Adamé: casine di mezzo


centrale di Campellio





centrale di Campellio





lago d'Arno





bassa valle Adamé





Niardo: vasca




scivolo svaso lago d'Arno





centrale di Cedegolo - 1910





Niardo: opera di presa




Lanico I (centrale di Lozio)

Utilizza un bacino imbrifero di soli 1,91 Km2, ma caratterizzato da due notevoli sorgenti, in due vallette che riunendosi a valle danno origine al torrente Lanico, il salto utilizzato è di circa 260 m; le due opere di presa, a quota di circa 1330 m s.l.m. convogliano con breve tratto di canale le acque in una piccola vasca di carico di soli 180 m3 di volume, da cui parte una condotta lunga circa 860 m che raggiunge la centrale, posta a quota 1065 m s.l.m.

Il macchinario di centrale consiste in un gruppo ad asse orizzontale costituito da una turbina pelton a due getti e alternatore, la potenza della turbina è di circa 1100 KW;
la producibilità annua ammonta a circa 4 milioni di KWh.
Lo scarico della centrale avviene direttamente nel canale che alimenta l'impianto successivo: il Lanico II.


Lanico II (centrale di Malegno)

Capta le acque che afferiscono ad un bacino imbrifero di 22 Km2, costituito dal torrente Lanico a quota circa 1065 m s.l.m. e dai suoi affluenti: Onder sulla destra orografica, le cui acque vengono portate, insieme a quelle del torrente Lanico nella vasca in cui scarica la centrale di Lozio e dove inizia il canale di derivazione;
successivamente entrano nel canale le acque degli affluenti di sinistra: valle di Gè, S. Cristina, Calcinera, valle Latte, torrente Poit.

La vasca di carico, in località Colle Oca dista circa 7700 m; il canale di derivazione è in galleria per quasi 6000 m, il resto a mezza costa; in corrispondenza della valle di S. Cristina riceve anche le acque da un impianto di pompaggio che capta a valle le acque e le porta fino al canale, sollevando per circa 90 m. una portata media di 60 l/sec.

La capacità utile della vasca di carico è di circa 10000 m2, il salto di concessione è di 754 m e la portata dell'impianto di 0,95 m2/s; la condotta forzata è costituita da tubazione saldata in tubi metallici del diametro di 500 mm, spessore da 8 a 20 mm e lunghezza di 1590 m che scende lungo il pendio della montagna parallela ad un piano inclinato che è servito per il montaggio della stessa condotta e per il collegamento e per i trasporti fra centrale e vasca.

La sala macchine è la stessa dell'impianto Lanico III e ospita, per questo impianto, un gruppo ad asse orizzontale con turbina pelton da 4850 KW e alternatore da 6 MVA con tensione di macchina da 6,5 KV.

La Elva opererà in Valcamonica come autonoma società elettrocommerciale locale fino al 1948, anno in cui la SEB acquista la maggioranza delle azioni, e la inserisce tra le consociate del gruppo Edison; nel 1955 verrà fusa direttamente nella Bresciana e si chiuderà così definitivamente il ciclo ultra quarantennale della sua attività.



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Last updated 21.10.2007