ATTIVITA' DEGLI AUTOPRODUTTORI
Impianti Olcese
Dal punto di vista idroelettrico gli impianti realizzati dal cotonificio Turati-Olcese si possono classificare come impianti medio-piccoli, pur avendo il pregio di un consistente serbatoio di regolazione delle portate;
se si considera invece dal punto di vista dell'utilizzo dell'energia elettrica da essi prodotta sono sicuramente tra gli impianti che, in relazione alla loro potenza, hanno arrecato i migliori benefici al territorio in termini di occupazione.
E' noto ciò che ha rappresentato per oltre un cinquantennio l'Olcese per la media Valle Camonica e non è questa la sede per analizzare il suo sistema produttivo integrato, analogo alle precedenti esperienze di Schio dell'industriale Rossi, di Trezzo d'Adda dei Crespi, e diverse altre.
L'insediamento e lo sviluppo dell'industria tessile camuna nel polo di Cogno, si può senz'altro ascrivere al fatto che ci fosse disponibilità di energia idraulica;
nel 1904, quando Vittorio Olcese decise di fondare la sua società di filatura, tra le motivazioni che determinarono quella localizzazione per lo stabilimento si possono senz'altro annoverare:
- la presenza dell'energia idraulica derivabile dal torrente Trobiolo,
- il basso costo dei terreni, ancora dedicati a solo pascolo,
- la presenza nelle vicinanze di mano d'opera e la facilità delle comunicazioni in quanto si trovava su una delle linee di trasporto di cui disponeva allora la Valle Camonica: la linea tramviaria Lovere-Cividate.
La prima centrale di Cogno, sul torrente Trobiolo entrò in servizio nel 1906 con un salto di m 408 ed una potenza di 2014 KW per animare lo stabilimento Turati, inizialmente provvisto di 50000 fusi.
Gli impianti più consistenti entreranno in servizio negli anni venti, trenta e cinquanta a cura del Cotonificio Olcese che si doterà, in Valcamonica di tre centrali: di S. Fiorino, di Cogno, e di Artogne, di cui vediamo le caratteristiche:
Centrale di S. Fiorino
Utilizza le acque di un bacino imbrifero di circa 3,5 km2 affluenti al serbatoio stagionale situato in località Prati di Lova a quota di 1293 m s.l.m. della capacità di m3 455000, alimentato dai torrenti S. Fiorino e Lovareno.
L'invaso del bacino è ottenuto mediante una diga di sbarramento del torrente S. Fiorino del tipo in terra a gravità con nucleo centrale di argilla; ha forma leggermente arcuata, sviluppo di m 340 circa altezza massima sull'alveo a valle m 18.
L'opera di presa è ubicata in sponda sinistra; l'invaso è dotato di due paratoie laterali di sfioro del tipo automatico a bilanciere; in sponda destra c'è uno sfioratore supplementare.
Il canale di derivazione è ricavato in galleria parzialmente rivestito in calcestruzzo, è lungo m 150 sino a raggiungere la vasca di regolazione, in muratura di pietrame e calcestruzzo.
Il canale, parte in galleria nella roccia, parte interrato a mezza costa, è rivestito in muratura di pietrame e coperto da soletta in c.a., è lungo m 1900; raggiunge in località Baleggie le vasche di decantazione e di carico da circa 600 m3.
La condotta forzata è in tubi di ferro con diametro interno iniziale di mm 700 e terminale di mm 500, lo sviluppo totale è di m 2085. Il percorso parte in galleria, parte a cielo aperto raggiunge la centrale di La Rocca a quota m 670,26 sfruttando un salto effettivo di m 618,55.
La centrale è costituita da un fabbricato all'aperto costruito in muratura e c.a. ed è corredata di due gruppi turbina pelton generatore ad asse orizzontale:
- n° 1 gruppo (anno 1926) da KW 1620; 1000 g/1' con alternatore trifase da KVA 1900 e tensione di macchina di V 5000 Hz 50;
- n° 1 gruppo (anno 1938) da KW 1690, 1000 g/1' con alternatore trifase da 1900 KVA e tensione di macchina di V 5000 Hz 50.
Il canale è costituito dal cunicolo di scarico dalle turbine,con restituzione diretta dell'acqua al torrente Trobiolo. La producibilità media annuale della centrale è di circa 7 milioni di KWh.
Centrale di Cogno (Trobiolo 2° salto)
Utilizza le acque del torrente Trobiolo e quelle di scarico della centrale di S. Fiorino.
L'opera di sbarramento e di presa è costituita da un manufatto in muratura e calcestruzzo, con paratoie di regolazione e di scarico ubicata a quota 669,26 m s.l.m. che convoglia l'acqua ad una vasca di regolazione, attraverso un breve tratto di canale.
La vasca di regolazione consiste in una costruzione in muratura di pietrame e calcestruzzo, dotata di manufatti idraulici e meccanici per la regolazione, lo sfioro e lo scarico. La vasca ha una capacità utile di 11000 m3 e assolve anche il compito di serbatoio di accumulo.
Il canale di derivazione è in parte scavato in galleria e parte a cielo libero in muratura di pietrame e calcestruzzo. E' lungo circa 1000 m e raggiunge le vasche di decantazione e di carico in località Annunciata costituite da tre bacini di riposo suddivisi da diaframmi, con una paratoia per lo scarico di fondo.
La vasca di carico, posta sul prolungamento della precedente, è dotata di griglione parafoglie, sfioratore, paratoie per alimentazione condotta forzata e per lo scarico di fondo.
La condotta forzata è parte in tubi di ferro flangiati e parte in tubi di acciaio senza saldatura a sezioni saldate, con diametro interno iniziale di mm 700 e terminale di mm 500.
Lo sviluppo totale è di m 966, raggiunge la centrale di Cogno a quota m 253,82 s.l.m. sfruttando un salto effettivo di m 408,60.
La centrale è costituita da un fabbricato costruito in muratura e c.a. ed è corredata da tre gruppi turbina pelton generatore ad asse orizzontale:
- n° 1 gruppo (anno 1951) da KW 1720, 1000 g/1' con alternatore trifase da 2200 KVA e tensione di macchina 5000 V 50 Hz.
- n° 2 gruppi (anno 1959) da KW 1820, 1000 g/1' con alternatore trifase da 2200 KVA e tensione di macchina 5000 V 50 Hz.
Il canale di scarico è in cemento armato coperto fino oltre la strada statale, a cielo libero successivamente, fino allo sbocco in Oglio.
La producibilità media annuale della centrale è di circa 22 milioni di KWh.
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centrale di Salarno
centrale di Baitone
ago d'Arno
centrale di Cedegolo (1910)
centrale di Campellio
centrale di Campellio
centrale di Cedegolo 2°
centrale di Cedegolo 1° - 1910 -
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