L'INDUSTRIA ELETTRICA







IN VALLE CAMONICA - 4 -

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Bibliografia

in questa pagina:
Sistema del Poglia 1911 - 1914
Costruzione derivazione Adamé
Diga Arno



Le fotografie in bianco e nero sono dell'archivio storico Enel di Sesto S. Giovanni


Estratto - rivisto e ampliato - dal volume: L'UOMO E L'ACQUA Edito da Banca di Valle Camonica - Gruppo Banca Lombarda - Breno 2002 -
A cura di: Oliviero Franzoni:
Nascita e sviluppo delle centrali idroelettriche sul territorio camuno di franco pelosato

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ATTIVITA' DELLA SOCIETA' GENERALE ELETTRICA DELL'ADAMELLO - GEA -

Sistema del Poglia 1911 - 1914

Il "sistema del Poglia" venne concepito fin dall'inizio come potenzialmente passibile di notevole sviluppo, infatti contemporaneamente all'avanzamento dei lavori prosegue, da parte della GEA, l'accaparramento delle concessioni ancora libere, sia nell'alta Valsaviore che in qualsiasi altro torrente o direttamente del fiume Oglio.

Già nel 1910, quando gli impianti di Cedegolo e di Isola stavano per essere completati, con cinque gruppi il primo e con quattro il secondo, la GEA era in possesso della concessione per l'alta Valle di Adamé, le cui acque potevano essere convogliate nel lago d'Arno.

Iniziarono infatti nell'estate i lavori per scavare la galleria che, raccolte le acque del torrente Adamé a quota di circa 2000 m s.l.m., dovevano essere convogliate nel lago d'Arno.

Si rese necessario prolungare la strada orizzontale in fregio al lago d'Arno di oltre un km, fino a raggiungere la zona dove sarebbe sbucata la galleria, e collegarla, tramite un piano inclinato che salendo lungo il pendio raggiunge la quota dello sbocco, che si trova circa 160 m più in alto; (**)
con questa opera il sistema dei trasporti con carrelli decauville e funicolari, che parte da Cedegolo, a quota 400 m s.l.m. raggiunge i 1980 m s.l.m. della galleria proveniente da Adamé.

(**) Grave infortunio sulla "funicolare Campellio":

[da copia lettere vari: 1912 - 1930 - 1938 - 1946 - varie notizie.

Lettera 22 giugno 1912
- Infortunio mortale - Bonini Paolo
Lago d'Arno 20 giugno 1912
Onorevole Direzione Generale - Milano
Oggi circa alle 13,19 l'operaio Bonini Paolo di ignoti manovale di anni 17 addetto alla manovra del piccolo argano per la funicolare Adamé che dal lago conduce all'imbocco 38, si trovava presso il macchinario funzionante in servizio di salita.
Scostatosi dal suo posto abituale presso il freno e l'interruttore che stanno dietro l'argano stesso egli si portò per una ragione qualsiasi, sul davanti del tamburo ed avvicinatosi, pare, un po' troppo la dove la fune si avvolge venne da questo preso per un lembo dei pantaloni, o forse chinatosi gli si impigliò la falda della giacca, e trascinato sul tamburo seguendone per parecchi giri la rotazione della macchina.
Così stretto dalla corda e obbligato dalle spire a passare tra i piccoli spazi degli alberi rimase sfracellato in modo inesorabile.
L'argano avrebbe continuato a stringere e maggiormente avvolgere la misera spoglia se la cinghia non fosse, per lo sforzo, strappata dalla puleggia, ed allora il carrello, che proprio trovandosi nella maggiore pendenza, principiò una discesa precipitosa che avrebbe potuto procurarci altre disgrazie ma che non ebbe altro effetto che di far restituire al tamburo tutti i miseri avanzi del povero corpo.
A quest'ora è già avvenuta l'inchiesta da parte dei R.R. Carabinieri e sarà domattina presto trasportato nella camera mortuaria del cimitero di Fresine in attesa del nulla osta per il seppellimento.
Credo poter ugualmente disporre per un modesto funerale e distintamente riverisco.
f.to C. Vassena

a Direzione Generale:
Come da vostra richiesta telefonica, ci pregiamo trascrivervi qui sotto copia del telegramma e della lettera raccomandata da noi spedita alla Spett.le Società Anonima Infortuni per il sinistro dell'operaio Bonini Paolo;

telegramma:
siamo spiacenti dovervi comunicare che causa infortunio è morto oggi il nostro operaio Bonini Paolo di Bortolo nato a Cimbergo il 6 novembre 1896.
Lettera raccomandata:
Con la presente ci pregiamo confermare il nostro telegramma di oggi così concepito: (vedi sopra).
Accluso vi trasmettiamo pure la regolare denuncia, pregandovi volerla far pervenire alla Spett. società Anonima Infortuni.
Distintamente vi riveriamo


La derivazione entrerà in servizio nel 1912, scaricando le acque direttamente nel lago, attraverso una vasca di alimentazione ed una tubazione che scende in lieve trincea lungo il pendio della montagna, senza utilizzare idraulicamente questa differenza di livello.



Costruzione derivazione Adamé. (da inventario della soc. Adamello del 31 marzo 1930).


Nella stagione Giugno-Ottobre 1911, in valle Adamé viene costruita una traversa, situata pochi metri a monte del punto in cui il torrente inizia una lunga cascata, allo sbocco della Valle superiore.

E' impostata completamente sulla roccia tonalitica alla quota media 1997, ha andamento planimetrico ad arco circolare.
La sezione è tipo diga a gravità a forma triangolare opportunamente rinforzata in cresta con raccordo ad arco tra la parte verticale ed il paramento di valle.
Altezza massima sul fondo del torrente, circa m 9,00, spessore alla base m 5,50; in cresta m 2,20; lunghezza in cresta m 40.

Le fondazioni sono di calcestruzzo mentre il corpo della diga è di muratura ordinaria di conci di granito e malta di cemento, a faccia vista sia sul paramento a valle che su quello a monte, con semplice cornice di coronamento pure di granito.

La cresta è formata di lastre di granito che costituiscono un regolare pavimento.
Il volume della diga raggiunge m3 800.
Nel corpo stesso della diga si è ricavato lo sfioratore e lo scaricatore di fondo.
Dal lato sinistro della testata della diga parte un muro d'ala che si prolunga a monte, nel quale si apre la bocca di presa.

Si forma così un bacino di decantazione di proporzioni modeste che si protende fino a circa m 110 a monte dello sbarramento con una capacità circa m3 8000.
Nel corpo della diga, in corrispondenza del punto più basso e cioè a quota 1998,25 è aperta una bocca di scarico e di sghiaiamento, a cui fa seguito un cunicolo a volto ribassato con platea a forte inclinazione che raggiunge a valle la quota 1997.40.

La platea, le pareti ed il volto del cunicolo, sono rivestiti di conci regolari di granito.
Una paratoia comune di legno con intelaiatura di ferro, serve alla regolazione dello scarico:
scorre in adatti stivi di ferro posti in fregio del paramento a monte della diga:
la manovra di sollevamento a mano è riportata sulla cresta della diga.

Lo sfioratore è in quattro luci della larghezza di m 2 ciascuna, aperte nella parte superiore della diga, le quattro luci, divise fra loro da speroni a spigoli arrotondati sono seguite da uno scivolone di forma trapezia, con lato minore verso valle, fiancheggiato da due muri convergenti;
lo scivolone completo forma un corpo avanzato della diga sostenuto da volto e da mensoloni, disposto quindi in modo da poter scaricare l'acqua, anche in massa notevole, direttamente nell'alveo del torrente.

Il canale di derivazione è in galleria a pelo libero, si distacca dalla sponda sinistra del torrente, si svolge sulla sponda sinistra della Valle Adamé e nell'ultimo tratto attraverso la dorsale che discende da Monte Campellio e divide la detta Valle dalla Conca del Lago d'Arno e sbocca sulla sponda destra a circa m 184 sopra il livello normale di questo.

Ha uno sviluppo totale di m 5958, e una pendenza media del 5 per mille circa.
La configurazione topografica della zona in cui si svolge la galleria, molto accidentata e solcata da numerose vallette secondarie alcune delle quali assai profonde e notevoli, quali il "Vallone della Forcellina Rossa" ed i "Valloni di Foppa";
la natura geologica dei terreni attraversati e la necessità di limitare al massimo possibile la lunghezza dei singoli tratti di galleria, hanno richiesto un andamento planimetrico a spezzata notevolmente irregolare e accidentata.

Il lavoro di perforazione, svoltosi nelle tre stagioni lavorative degli anni 1910 (agosto-novembre), 1911 (aprile-novembre), 1912 (aprile-settembre), venne sviluppato su complessivi 38 attacchi compresi i due estremi mediante l'apertura di N. 18 finestre.

Anche questo lavoro venne funestato da gravi infortuni.
Copia-lettere Direzione Generale - Carlo Vassena (lago d'Arno) - dal 27 febbraio 1912 al 14 settembre 1921

Lettera 7 settembre 1912 a Direzione Generale:
Come vi abbiamo già annunciato telefonicamente, il giorno 5 corr. Alle ore 7 circa nell'imbocco 22 della galleria Adamé furono trovati asfissiati i due nostri operai Gatta Giovanni d'anni 39 di Bovegno capo-sciolta e Ferrigato Fausto d'anni 19 di Castelbaldo minatore.

Nessuno era presente nel momento dell'infortunio, ma riteniamo che il Gatta sia entrato in galleria assieme al Ferrigato, manovale addetto al compressore, poco dopo l'esplosione delle mine per constatare se era abbattuto il diaframma di roccia che ancora divideva l'imbocco 22 dal 21.

Il medesimo giorno venne fatta dal pretore di Edolo l'inchiesta giudiziaria, ed in merito ai risultati di essa non possiamo precisarvi nulla.
Crediamo tuttavia che nessuna responsabilità sia stata assodata a nostro carico.
Dispiacenti di dover comunicare quanto sopra, con perfetta stima vi riveriamo.]


Lo scavo venne praticato nella maggior parte a mano e nella rimanente con perforazione meccanica;
lo sbocco sopra il lago d'Arno avviene in una vasca dalla quale si diparte una tubazione metallica che convoglia l'acqua direttamente nel lago.

L'esecuzione di questa galleria sia per l'asprezza, l'inospitalità e l'impervia, di alcuni punti, sia per la distanza dalle località di rifornimento, ha richiesto l'impianto di 6 cantieri divisi in tre gruppi nettamente distinti:
uno vicino allo sbocco sul versante del Lago d'Arno; un secondo gruppo nelle località Campellio Ignaga e Foppa e un terzo nelle località Molinazzo e Adamè.

Si sono dovuti costruire circa Km 7 di strada armata con binario decauville, e circa Km 3 di sentieri pedonali e strade mulattiere, due piani inclinati dello sviluppo di quasi 700 m complessivamente, nonché due teleferiche di fortuna, una della lunghezza di m 800 e l'altra di circa m 100, rispettivamente attraverso i Valloni di Foppa e della Forcellina Rossa.

Sempre nel 1910 iniziarono anche i lavori per la costruzione della diga del lago d'Arno, che salvo alcune interruzioni di cui la prima per lo scoppio della guerra, proseguirono fino al 1927.


lago d'Arno




centrale di Salarno




Fresine




centrale dei primi anni del Novecento



Fresine




presa Adamé




sfioro traversa - 2001




sfioro traversa - 2001




valle Adamé: casine di mezzo




centrale di Cedegolo 2°



centrale di Cedegolo 2°




sede assistente di Isola


assistente di Isola (Carmelo Rosati)
e famiglia - circa 1922


sede assistente di Isola




scivolo pompe svaso lago d'Arno





centrale di Cedegolo - 1910





centrale di Campellio





centrale di Campellio





lago d'Arno





bassa valle Adamé


traversa Adamé

Diga Arno (da inventario della società Adamello al 31 marzo 1930).


La posizione della diga, è stata fissata in modo da utilizzare nella maniera più razionale la caratteristica strozzatura naturale all'incile del Lago formata da due tondeggianti speroni di tonalite compatta sulla quale, dopo opportuni decorticamenti superficiali e con ammorsamenti più o meno profondi, vennero impostate le fondazioni.

Solamente nello strettissimo e profondo intaglio compreso fra i due versanti, le fondazioni vennero impostate in parte su un banco di antichissimi sedimenti compatti e naturalmente cementati tanto da avere assunto la consistenza di roccia arenaria.

La costruzione della diga che è del tipo a gravità venne iniziata nell'anno 1910 adottando un tipo di muratura a blocchi irregolari di medie dimensioni con abbondante uso di malta di cemento confezionata con sabbia naturale ricavata dal Lago: in questo primo anno vennero costruiti circa 2000 m3 di muratura.

Nel successivo anno 1911 venne constatato in posto e a mezzo di prove di laboratorio, che le malte non avevano fatto la necessaria presa e non presentavano garanzia sufficiente di resistenza a causa delle peculiari deficienze e difetti della sabbia usata.

Si rese di conseguenza necessaria la quasi totale demolizione della muratura eseguita e l'adozione di provvedimenti atti a dare risultati di più sicura riuscita e resistenza della massa muraria:
principale fra questi provvedimenti l'abbandono completo della sabbia naturale del Lago e la sua sostituzione con sabbia artificiale ottenuta con la frantumazione meccanica della tonalite (granito) e della diorite, le due rocce costituenti quasi esclusivamente le sponde della conca del Lago.

Queste due qualità di roccia, di peso specifico, compattezza e resistenza notevolissime vennero usate in modo esclusivo come materiale murario in blocchi di grosse dimensioni, riservando per il paramento a valle l'uso della sola tonalite.
Questi materiali e queste modalità di costruzione vennero usati per la costruzione di tutto il corpo della diga.

Ripresa nel 1911, la costruzione venne proseguita regolarmente fino ai primi di Agosto del 1914 epoca alla quale la grave crisi prodotta dall'inizio della guerra induceva a sospendere ogni attività di costruzione, sospensione che si protrasse fino a tutto il 1915.

Nella stagione lavorativa 1916, allo scopo di aumentare l'efficienza degli impianti per la fornitura di energia elettrica quasi totalmente adibita alla produzione di materiale bellico, e malgrado le difficoltà numerose sia di approvvigionamento materiali e di mano d'opera, che locali per l'ubicazione in zona delle operazioni, il lavoro di costruzione veniva ripreso e continuava fino al completamento della costruzione, secondo i criteri del progetto 12 Maggio 1914 a firma Ing. Gaetano Carminati e successive modificazioni, raggiungendo colla sommità della diga la quota 1816.90 corrispondente a m 27,50 sul livello normale del Lago.

Non essendo stati eseguiti scaricatori di superficie di nessun genere o altri manufatti atti a contenere il massimo livello d'invaso al di sotto della quota indicata, il ciglio superiore della diga funzionava da sfioratore: tali condizioni si mantennero fino a tutto l'anno 1924.

In base ai provvedimenti ed alle nuove norme di sicurezza adottate dal Ministero LL. PP. in seguito al crollo della Diga del Gleno, (1 dicembre 1923) si rese necessaria la revisione dei calcoli di stabilità della diga;
in conseguenza dei risultati le Autorità Tecniche Superiori imposero la costruzione di uno sfioratore laterale, di alcune bocche di alleggerimento del serbatoio e di una soprastruttura alla diga, di cui sarà detto in seguito, aventi lo scopo di eliminare la tracimazione delle acque sopra la diga, e di ottenere una migliore resistenza alla spinta idrostatica e dei ghiacci:
modificazioni ed opere contenute nel progetto 21 Marzo 1925 a firma dell'Ing. Giuseppe Gavazzi.

Queste opere aggiuntive vennero iniziate nello stesso anno 1925 e portate a termine completamente nel 1927.

Dati principali:
disposizione planimetrica ad arco di cerchio, altezza massima sulle fondazioni m 33 circa;
larghezza in sommità m 4,10, sviluppo in cresta m 159.
Volume complessivo m3 22100.

Il paramento a monte è protetto da manto Lévy formato da una serie di voltini semicircolari con l'asse parallelo al paramento stesso.
I voltini sono di calcestruzzo di cemento e la superficie esterna a contatto dell'acqua è protetta da intonaco liscio di cemento.

Al piede i voltini, appoggiati su gradoni di muratura e calcestruzzo fondati sulla roccia, sono intercomunicanti Le filtrazioni attraverso le pareti si raccolgono in una camera ricavata sotto il piede della diga nel punto più profondo, completamente rivestita di calcestruzzo intonacato e si scaricano a valle della diga a mezzo di un cunicolo scavato nella roccia al disotto delle fondazioni della diga.

Sulla sponda sinistra del Lago, a monte della diga, è costruito lo sfioratore, formato da un muro di pietrame e malta di cemento, dello spessore di m 1 in testa, col ciglio superiore alla quota 1816.90, disposto a soglia sfiorante inclinata verso l'esterno.

A tergo dello sfioratore è ricavato, mediante scavi di roccia a mezza costa, il canale di scarico delle acque di sfioro, a forma trapezia e con fondo e parete contro roccia di calcestruzzo con intonaco lisciato; al canale di scarico fa seguito una galleria in roccia che porta le acque a valle della diga nell'alveo dell'antico emissario del Lago.

Nel muro sul lato destro sono aperte tre bocche di scarico munite di paratoie manovrate a mano e a motore elettrico col comando a distanza dall'abitazione del guardiano che devono rimanere costantemente aperte dal 10 Dicembre al 30 Aprile, per garantire che in detto periodo non venga superato il massimo livello invernale prescritto.

Secondo scopo delle bocche è quello di concorrere con lo sfioratore allo smaltimento delle piene eccezionali che sopravvenissero a bacino pieno.

Con le maggiori portate disponibili al lago d'Arno si rese necessario anche potenziare ulteriormente gli impianti di Isola e di Cedegolo; a Cedegolo vennero installati ulteriori due gruppi costituiti da turbine Pelton di costruzione Riva accoppiate direttamente con alternatore di costruzione General Electric Co., ciascuno della potenza di circa 6000 KW, e la terza condotta forzata;
a Isola vennero aggiunti altri due gruppi da 7000 KW ciascuno e due condotte forzate.

Terminati i lavori di Adamé iniziarono subito quelli per la derivazione del Salarno:
nell'estate del 1914 venne attaccata la galleria dal lato Adamé, usufruendo del cantiere già installato per i lavori appena terminati; l'inizio della guerra e la vicinanza del confine con l'Austria consigliarono però di soprassedere, infatti i lavori vennero sospesi nel mese di Agosto dello stesso anno.

Riprenderanno solo parzialmente nel 1918, da entrambi i lati delle galleria, vale a dire con cantiere sia in Adamé che a Salarno.



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Last updated 31.12.2007