L'INDUSTRIA ELETTRICA




IN VALLE CAMONICA - 6 -

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Bibliografia

in questa pagina:
diga Salarno
Derivazione Miller e Salarno



Le fotografie in bianco e nero sono dell'archivio storico Enel di Sesto S. Giovanni


Estratto - rivisto e ampliato - dal volume: L'UOMO E L'ACQUA Edito da Banca di Valle Camonica - Gruppo Banca Lombarda - Breno 2002 -
A cura di: Oliviero Franzoni:
Nascita e sviluppo delle centrali idroelettriche sul territorio camuno di franco pelosato

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ATTIVITA' DELLA SOCIETA' GENERALE ELETTRICA DELL'ADAMELLO - GEA -

Diga Salarno (da inventario della società Adamello al 31 marzo 1930)

E' impostata all'incile del Lago nel punto in cui le due sponde convergendo fra di loro formano una strozzatura della larghezza di circa m 150, a forte pendenza sulla sponda destra dell'emissario e assai meno inclinata sulla parte sinistra nella quale mammelloni tondeggianti di roccia viva ne interrompevano il profilo.

Tutte le formazioni rocciose della conca del Lago sono di tonalite: su essa la diga venne fondata previo decorticamento degli strati di terra, di detriti e in parte di formazioni torbose che costituivano un manto interrotto da tratti di roccia nuda, e con opportuni scavi e ammorsamenti spinti più o meno profondamente in modo da raggiungere su tutta la base d'appoggio la roccia compatta.

La costruzione della diga che è del tipo a gravità, ebbe inizio nell'anno 1919 adottando un tipo di muratura a grossi blocchi di granito resi grossolanamente parallelepipedi, annegati in strati di malta di cemento;
il pietrame venne ricavato in gran parte da cave aperte specialmente sulla sponda sinistra, in parte da grossi blocchi franati naturalmente dalle rocce sovrastanti.

La sabbia e la ghiaia vennero cavate nel fondo valle in un piano naturale a est del Lago nel quale corre con andamento molto tortuoso e calmo il torrente che alimenta il Lago e trasportate sul cantiere di lavoro con vagonetti su binario decauville lungo circa Km 1.
Le fondazioni non hanno presentato in generale difficoltà: richiesero l'asportazione di circa m3 13000 di materiali sciolti e di roccia.

L'andamento planimetrico è a doppio arco di cerchio di cui quello a destra ha il raggio di m 125; quello a sinistra di 400.
I due archi nel punto d'incontro sono impostati contro un robusto pilone di muratura della stessa struttura della diga mentre agli estremi si impostano direttamente nella roccia viva.

Originariamente la diga venne impostata e in parte costruita per raggiungere un invaso del serbatoio di soli metri 20 (7);
la ragione della particolare disposizione planimetrica è appunto dovuta al fatto che data la sezione e le dimensioni necessarie e sufficienti che per tale carico si raggiungeva, in confronto di un andamento rettilineo o ad un solo ampio arco, si poteva realizzare una notevole economia di volume approfittando in modo razionale delle particolari condizioni topografico-altimetriche della località.

La costruzione, su tali basi, iniziata il 10 luglio 1922, proseguiva fino alla fine della stagione lavorativa dello stesso anno in cui si raggiungeva la quota 2049 circa.
Nel successivo anno 1923, durante la costruzione della diga, veniva decisa una importante modificazione nella utilizzazione del bacino nel senso di aumentare notevolmente la capacità del serbatoio nel quale sarebbero state successivamente convogliate anche le acque del torrente Miller. (NeI 1923 si era raggiunta la quota 2058 circa).

Veniva perciò stabilito di portare l'altezza utile di invaso della diga da m 20 a m 30 sopra il livello normale del Lago assegnando ad essa le necessarie dimensioni:
venne mantenuto l'andamento e la forma planimetrica in atto per lo sbarramento di 20 metri e incorporata nella nuova diga tutta la massa muraria già costruita, non riuscendo possibile, se non con un ingente e sproporzionato dispendio, adottare una nuova disposizione planimetrica ad arco unico che indubbiamente sarebbe stata consigliabile se fino dall'inizio la diga fosse stata progettata dell'altezza di m 30 anziché di m 20.

La Società presentava domanda di modifica in tali termini, ed il progetto veniva esaminato dalla Commissione per la verifica delle dighe istituita in conseguenza del crollo della Diga del Gleno, nel dicembre 1923.
La Commissione stessa decise alcune prescrizioni di calcolo che portavano a modifiche delle dimensioni dell'opera.

In conseguenza i profili trasversali della diga dovettero essere riesaminati ed ulteriormente modificati: coi progetti 23 marzo e 16 maggio 1925 a firma dell'Ing. Giuseppe Gavazzi approvati dal Ministero LL. PP. i nuovi profili vennero applicati adattandoli alla parte notevole di muratura già eseguita e la costruzione proseguiva fino al suo compimento che ebbe luogo nell'anno 1928.

Collo stesso progetto veniva decisa anche la costruzione del manto drenante Lévy già adottato per le dighe Arno e Avio.
Il paramento a valle è tutto a faccia vista a corsi di conci squadrati con stilatura delle commessure: una grossa cornice con sottoposto listello forma coronamento sul ciglio a valle sia dei due archi che sui tre lati del pilone; piano della cresta lastricato.

Il paramento a monte, è di muratura senza disposizione particolare del pietrame ed ha le commessure sigillate.
Il volume totale della diga compreso il pilone è di m3 69000.
Tutta la superficie del paramento a monte della diga e del pilone è coperta dal manto Lévy di calcestruzzo ed è fondato interamente sulla roccia e disposto a voltini semicircolari le cui generatrici seguono la scarpa del paramento.

La superficie a contatto con l'acqua è intonacata con malta di cemento ad alto dosaggio.
Le acque filtranti si raccolgono nel fondo dei voltini, che sono tutti intercomunicanti, e si scaricano dal punto più profondo a valle della diga, a mezzo di un cunicolo nel quale è innestato un tubo metallico del diametro di m 0,30.
Quasi all'estremo destro sono ricavate nella parte superiore della diga due bocche di alleggerimento invernale.

Anche nel lago Salarno, in modo analogo a quanto già realizzato al lago d'Arno, poiché sotto il livello dell'opera di presa c'era ancora il volume d'acqua di parte del lago naturale, ritennero economicamente conveniente installare delle pompe di svaso, l'impianto presentava numerose analogie con quello dell'Arno:
vennero realizzate quattro piattaforme a livello decrescente servite da un piano inclinato collegato al fabbricato deposito macchinari; su queste piattaforme vennero montati i gruppi motore pompa ed i relativi collegamenti con tubi all'aspirazione nel lago ed alla mandata in una opportuna vasca di raccolta in comunicazione con la galleria di presa, parzialmente sbarrata con panconi verso il lago.

Nel febbraio 1923, essendo stato l'anno precedente uno dei più scarsi di precipitazioni, vennero pompati ben 3.600.000 m3 da sotto il livello della presa.

Negli anni successivi, sempre al fine di aumentare la capacità di invaso dei serbatoi, in val Salarno venne attrezzato anche il lago Gana con una modesta diga, parzialmente in muro a secco, capace di accumulare oltre 200000 m3.


centrale di Salarno





centrale dei primi anni del Novecento




traversa Adamé


valle Adamé


presa Adamé


sfioro traversa


valle Adamé: casine di mezzo



dal sito sGEA

COPIA LETTERA CONSULTATI

- DIVERSI - dal 3 luglio 1919 al 5 maggio 1922 - lettere firmate da ing. Bettinetti ( in sost. Carugati, Venturini, ing. Bertoldo dal 28 nov. 1922)

30 dicembre 1919:
preg. Sig. Ing. RICCARDO MOSCATELLI PONTEDILEGNO
Il sottoscritto Ing. Manlio Bettinetti incaricato dalla sua sede di Milano di entrare in rapporti con la S.V. per eventuale acquisto della filovia Sonico - Edolo - Pontedilegno nonché della Centralina di Valgrande, prega la S.V. di volergli fissare un appuntamento, possibilmente in Valle, allo scopo di scambiare le prime idee in proposito.
In attesa con ogni stima mi segno
f.to ing. Bettinetti


23 febbraio 1920
Spett. TENENZA DEI RR. CARABINIERI DI BRENO
Rendiamo noto a codesta Spett. Tenenza che dai primi di questo mese le nostre maestranze per l'intervento di rappresentanti dell'Unione Sindacale di Darfo hanno assunto degli atteggiamenti aggressivi verso lo scrivente Ufficio ed hanno fatto pervenire minacce per ora anonime di danneggiare gli impianti se le loro pretese non saranno esaudite.
Questo Ufficio, convinto che le nuove condizioni di vita esigono miglioramento sulle paghe degli operai ha proposto agli operai stessi dei miglioramenti sulle vecchie paghe che sono esposti nel memoriale qui allegato in copia stipulata con una commissione interna di operai.
Si hanno però motivi per temere che gli operai, malamente istigati dai soliti organizzatori vogliano ricorrere a misure di violenza.
Vogliamo sperare per il bene di tutti che questo non debba avvenire:
noi però per misure di prudenza ne rendiamo edotta codesta Spett. Tenenza affinché se sarà necessario intervenga tempestivamente per assicurare l'ordine e garantire la sicurezza degli impianti.
Ringraziando con ogni stima ci segnamo
f.to ing. Bettinetti

23 febbraio 1920:
paghe operai
Spett. UNIONE SINDACALE DELLA VALCAMONICA DARFO
Riceviamo la vostra nota, senza data, dove sono esposti i desiderata delle nostre maestranze le quali secondo le vostre dichiarazioni vi hanno affidata la tutela dei loro interessi.
Non possiamo per ora accogliere questa vostra dichiarazione per il fatto che contemporaneamente alla vostra nota ne abbiamo ricevuta una dell'On. Salvatori a nome della Federazione Provinciale delle Unioni Cattoliche del Lavoro, nella quale si parla pure in nome delle nostre maestranze.
Ad ogni modo senza entrare per ora nel merito delle argomentazioni da voi esposte passiamo la vostra nota alla nostra Direzione di Milano al cui giudizio è subordinata ogni nostra decisione in merito.
Frattanto con stima vi salutiamo
f.to ing. Bettinetti


1 marzo 1920:
concordato operai
Spett. UNIONE SINDACALE DI VALLE CAMONICA DARFO
Troviamo assolutamente sconveniente che pochi giorni dopo la stipulazione in forma amichevole di un concordato che lega questa società coi suoi operai pel tramite di codesta Unione, il Segretario dell'Unione stessa tenga una conferenza a detti operai in luogo pubblico usando un linguaggio poco conciliativo e tutt'altro che riguardoso verso la Direzione della Società.
Il sottoscritto Ing. Bettinetti si riserva di ritornare su questo argomento non appena libero dagli impegni che la trattengono per ora assente dagli uffici.
Per ora preghiamo vivamente codesta Unione Sindacale di tener presente il nostro desiderio che tutte le questioni di lavoro riflettenti le nostre maestranze, vengano discussa in forma amichevole dalle parti interessate nei nostri Uffici o in altro ambiente privato da stabilire.
Frattanto con stima ci segnamo
f.to ing. Bettinetti

23 marzo 1920
Denuncia danni
Spett.COMANDO STAZIONE RR. CC. di CEDEGOLO
Denunciamo a codesto Spett. Comando il fatto avvenuto domenica sera 21 corr. Mese verso le ore 17 nelle vicinanze dell'abitato di Cedegolo a danno della linea elettrica a 3000 V, in servizio per l'abitato di Cedegolo e di proprietà di questa Società.
Nell'ora sopradetta alcuni mal'intenzionati sparando delle fucilate a pallottola sul Dosso soprastante il vecchio ponte del torrente Poglia a Cedegolo colpivano e frantumavano un isolatore di un palo della linea a 3000 V che passa appunto in datta località.
Come conseguenza di questo fatto si ebbe a deplorare in paese la completa interruzione della fornitura di energia al comune fino alle ore 16 del giorno successivo con danni che spetta all'Amm. Comunale di definire, e nella nostra centrale l'interruzione dell'intero servizio per circa 20 minuti, e la distruzione di vario materiale elettrico per un importo L. 600.
Come autori della nota azione ci vennero indicati i seguenti:
Zerbini Angelo di Eugenio operaio della soc. Adamello.
Franzinelli ……. Di Biagio
…… (illeggibile) ……
A testimonio di questa descrizione citiamo il nostro operaio Tosi Giovanni il quale ebbe a constatare che all'atto di uno sparo si interrompeva la illuminazione elettrica nell'abitato.
Preghiamo codesto Onor. Comando di fare le indagini e di procedere a carico degli autori del fatto.
Ringraziamo con tutta stima ci segnamo.
f.to ing. Bettinetti


14 giugno 1920:
(manoscritto) telegramma
Illustr. Sig. Prefetto Brescia
Permettomi segnalare S. V. danni ingenti causati nostri lavori sciopero ferrovia Iseo - Edolo.
Esaurito scorta materiali cemento esplosivi, ridotta assegnazione viveri trovomi costretto pensare licenziamento circa 500 operai.
Prima attesa grave provvedimento prego S. V. interesse operai e nostra industria darmi notizie circa probabile prossimo riattivamento servizio ferroviario Iseo - Edolo.
Ringraziamenti ossequi
Il direttore lavori società Adamello
Ing. Manlio Bettinetti

21 giugno 1920:
al comune di Paspardo
- costruzione ponte (credo per attraversamento a valle diga Arno)

23 giugno 1920:
dipendenti 852 di cui fissi 164 avventizi (728)?

23 luglio 1920:
dipendenti 996


7 agosto 1920 (330)
Ordine di trasferimento
(pag 262 del copia-lettere)
Signor ROSATI Carmelo ADAME
Facendo seguito agli accordi verbali vi confermiamo che voi restate con lunedì 9 corri. Destinato ai nuovi lavori iniziati al Lago d'Avio.
Vogliate quindi discendere in modo definitivo dal cantiere Adamé Domenica 8 corri. Nel pomeriggio, consegnando temporaneamente il Cantiere nelle mani del marcatore Spinardi.
Lunedì mattina 9 corri. Il nuovo incaricato salirà a prendere la consegna.
Voi dovrete trovarvi a Temù nei primi giorni della prossima settimana e in ogni modo non più tardi di giovedì 12 corri.
In tale attesa vi salutiamo

7 agosto 1920:
lettera a sig. Rizzi Giovanni che assumerà la responsabilità del cantiere Adamé oltre a quello di Salarno che ha già
- verranno previsti due sottocapi, uno per ogni cantiere.

Prot. N° 332 (non c'è data)
domanda al Prefetto di Brescia per la costruzione di una linea a 3000 V che si stacca a Nord-Ovest del paese di Temù dalla linea della Società Elettrica di Vallecamonica e, dopo aver attraversato la strada atatale si dirige verso la Val d'Avio.

23 agosto 1920:
dipendenti 1144

23 settembre 1920:
dipendenti 1238

23 ottobre 1920:
dipendenti 1243

23 dicembre 1920:
dopo le feste inizio montaggio condotta (la terza) di Cedegolo.

1 febbraio 1921:
licenziamento
Sig. COMINCIOLI GIACOMO Centrale di Isola
La nostra Direzione Generale di Milano ci comunica di informarvi che che non avendo riconosciuto in voi la capacità necessaria per assumere il posto alla centrale di Isola in qualità di Capoturno, vi ritiene senz'altro licenziato dal servizio di detta centrale per la fine del corrente mese.
Tanto per vostra norma mentre con stima vi salutiamo.

11 febbraio 1921:
personale 1037 (invariato rispetto al mese precedente)

21 aprile 1921:
dipendenti 1037

- Sciopero della ferrovia Brescia - Edolo:
in corso il 14 giugno al 7 luglio è ancora in corso.

- Tipi di materiale esplodente utilizzato dalla GEA: dinamite, gelatina, cheddite ecc.







scivolo pompe svaso lago d'Arno





centrale di Cedegolo - 1910





centrale di Campellio





centrale di Campellio





diga Arno





bassa valle Adamé

Derivazione Miller e Baitone


La domanda di derivazione delle acque della Val Malga venne presentata nel 1916 dalle Ferriere di Voltri; prevedeva un utilizzo molto razionale e completo di tutte le acque:
della Val Malga, della Val Gallinera e Rabbia, compreso la parte alta del lago Baitone e della valle del Miller.

Con Decreto luogotenenziale 20 dicembre 1917 veniva concesso infatti di derivare 36 moduli d'acqua dai torrenti Remulo, Rabbia e Gallinera per una centrale da costruirsi a Rino di Sonico, con un salto di 530 m, per un totale di HP dinamici 25440.

Otteneva inoltre, con Decreto 21 ottobre 1919 la concessione di derivare, con una centrale da costruirsi in località Plazzo, a circa 1200 m s.l.m. 21,12 moduli dal torrente Remulo, per una forza di 10340 HP dinamici su un salto di 356 m.

Ed infine per una centrale da costruirsi a malga Premassone:

- 6,25 moduli (1 modulo = 100 l/s) dal lago Baitone su un salto previsto di 682,50 m per HP dinamici 5687,50

- 9,58 moduli dalla valle del Miller su un salto previsto di 499 m per HP dinamici 6378.

Complessivamente i tre impianti in cascata avevano una concessione per ben 47845,5 HP dinamici, quindi un complesso di impianti che facevano ben sperare gli abitanti di Sonico, sia per l'occupazione durante i lavori che per la promessa fatta dalle Ferriere di Voltri di utilizzare l'energia prodotta, oltre che per i propri stabilimenti di Darfo e di Castro, anche per dei forni elettrici che dovevano essere installati nel comune di Sonico.

Nell'autunno del 1919 iniziarono le procedure di esproprio dei terreni e nella primavera del 1920 i lavori di preparazione dei cantieri, lavori che vennero però ben presto sospesi.
Tra i motivi per cui le Ferriere di Voltri rinunciarono agli investimenti previsti sembra che si possano annoverare:
le difficoltà che nacquero nell'immediato dopoguerra nella riconversione della produzione bellica che fu comune a tutto il settore metallurgico;
le tensioni nate con gli scioperi delle maestranze, negli stabilimenti di Darfo e Castro;
la decisione di Carlo Tassara di uscire dalle Ferriere di Voltri per intraprendere la costruzione dello stabilimento ferro-leghe di Breno.

Nel mese di giugno del 1924, la Società Adamello subentrata alle Ferriere di Voltri nelle concessioni, ed intenzionata ad utilizzare le acque del Baitone e del Miller nei suoi impianti del sistema Poglia (centrali di Campellio - Isola - Cedegolo), approfittando del fatto che a Salarno ha già un cantiere attivato ed attrezzato con tutti i servizi necessari, inizia subito il lavoro di perforazione della galleria da Salarno verso il Miller, con imbocco a quota 2155 m s.l.m. circa, proprio sopra il lago Salarno, in modo che le acque del Miller, uscendo dalla galleria possano defluire liberamente ed essere raccolte nel lago, senza particolari opere di convogliamento.

Il progetto di modifica della derivazione porta la data del 8 settembre 1924 e la domanda di variazione della concessione in atto viene presentata solo nel dicembre dello stesso anno.

Nell'anno successivo, 1925, con opere molto impegnative dal punto di vista delle quote da superare, per supplire alle difficoltà di accesso alla valle del Miller dalla val Malga, vengono costruiti tre tratti di teleferica, una linea elettrica e una linea telefonica che dal lago Salarno scavalcano lo spartiacque che separa la valle di Salarno dalla Val Miller tra i Corni di Macesso Orientale ed Occidentale, a ben 2700 m. s.l.m. circa e viene installato un attrezzato cantiere al Miller.

La preparazione del cantiere avviene quindi trasportando tutti i materiali attraverso il Salarno, ormai attrezzato da anni e dove sono tutt'ora in corso i lavori di costruzione della diga.
Probabilmente sono queste le opere provvisionali più impegnative che la Società Adamello realizza durante tutto il periodo dei lavori idroelettrici in montagna, e denotano una capacità eccezionale di operare in alta quota che deriva senz'altro dalle esperienze dei lavori precedenti ma anche dalle capacità espresse dagli alpini durante le guerra: proprio su queste montagne realizzarono infatti una serie di teleferiche che raggiunsero anche quote di oltre 3000 m.

Contemporaneamente iniziano anche i lavori di costruzione delle teleferiche che da Rino dovranno raggiungere il lago Baitone, riutilizzando in parte alcuni impianti acquistati dalla amministrazione militare.

Naturalmente ci furono notevoli opposizioni da parte della popolazione di Sonico che si vedeva privare di tre importanti impianti in Val Malga e delle promesse di installare industrie con forni elettrici nel suo territorio, così come era stato convenuto nel corso delle istruttorie di autorizzazione delle Ferriere di Voltri.

Le opposizioni del comune di Sonico e di quello di Berzo per i lavori alla malga Miller, iniziati senza autorizzazioni, diventarono molto vivaci, tanto da far temere problemi di ordine pubblico, come conseguenza la Prefettura è indotta alla sospensione dei lavori stessi, per circa 40 giorni; la reazione della società che licenzia immediatamente 170 operai prima e poi l'azione nei confronti delle autorità da parte dell'ing. Gavazzi suo rappresentante e direttamente da parte del consigliere delegato ing. Covi, insieme ad opere di persuasione e trattative con i comuni interessati, portarono successivamente ad accordi che consentirono la prosecuzione dei lavori.

Tra i motivi per cui si giunse poi ad un rapido accordo non sono estranee le concessioni fatte dalla società negli indennizzi e nella fornitura di energia elettrica e nemmeno il fatto che con le nuove leggi sulle amministrazioni locali venne istituito il podestà di nomina governativa in sostituzione del sindaco eletto dalla popolazione, ed inoltre il comune di Sonico venne annesso a Edolo; sarà infatti il podestà di Edolo a sottoscrivere gli accordi che pongono fine ai contrasti precedenti, lasciando mano libera alla GEA di realizzare gli impianti come desiderava.(2)

(2) L'industria idroelettrica valligiana dalle origini agli anni 50 di Cinzia Arzu - Appunti n° 2 - 1994 - Circolo Culturale Ghislandi



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Last updated 21.10.2007