ATTIVITA' DELLA SOCIETA' GENERALE ELETTRICA DELL'ADAMELLO - GEA -
Sistema Poglia 1940 - 1963
Durante il secondo conflitto mondiale la Società Generale Elettrica Cisalpina viene fusa per incorporazione, insieme al altre società del gruppo, nella Società Edison, a partire dal 1° di luglio del 1942.
Nel 1955, in previsione della temuta nazionalizzazione la società Edison assegna alla società Edisonvolta tutti gli impianti del sistema del Poglia, insieme ad altri e si tiene solo gli impianti che utilizzano direttamente il fiume Oglio.
Dal 1955 in poi vengono eseguiti pochi interventi di ammodernamento; i lavori più rilevanti furono i rifacimenti del paramento di monte delle dighe di Salarno (1958) e di Arno, con la realizzazione di uno scarico di fondo sulla diga, in corrispondenza del cunicolo di evacuazione delle perdite. (1964).
Le dighe di ritenuta, ai fini di non essere danneggiate nella parte strutturale del manufatto da eventuali filtrazioni di acqua furono costruite con la parte a monte rivestita dal manto Lévy.
Col tempo queste murature fatte con malta particolarmente ricca di cemento ma di spessore limitato, anche solo 20 cm in sommità, a causa del ghiaccio e comunque del gelo subivano un degrado particolarmente rapido e rendevano il mantenimento in efficienza oneroso.
Da qui la decisione di demolirli e sostituirli con un rivestimento di calcestruzzo, di qualche metro di spessore, e provvisto di pozzi verticali e gallerie orizzontali di drenaggio, per mantenere il corpo diga protetto da eventuali filtrazioni.
Non tutti i problemi vennero risolti in quanto questi rivestimenti, caratterizzati da una conformazione tale da avere spessori molto variabili, durante la maturazione del calcestruzzo e nei primi tempi di esercizio, a causa di dilatazioni differenziali subirono delle fratture che causarono qualche preoccupazione sull'esito dell'intervento stesso;
l'esperienza successiva ha dimostrato però che, tappate con opportune resine le fessurazioni iniziali non dettero più problemi, salvo l'esigenza della normale manutenzione periodica.
Quando entrò in vigore la legge 6 dicembre 1962 con la quale veniva istituito l'Enel, la situazione del sistema del Poglia era così come descritto fino ad ora.
Gli impianti, nonostante diversi ammodernamenti ed adeguamenti erano rimasti strutturalmente come concepiti a suo tempo; in particolare la prima generazione di centrali: Isola e Cedegolo erano ormai vetuste, inoltre la galleria di derivazione dell'impianto di Isola, impostata in zona geologicamente critica, anche durante gli anni di esercizio aveva dato diversi problemi e si era dovuto ricorrere a più interventi di estensione del rivestimento metallico interno.
Anche il pozzo piezometrico della stessa centrale, poiché era scavato in materiale sciolto di grossa morena aveva avuto bisogno di interventi non trascurabili e nonostante ciò presentava sempre delle perdite che compromettevano la stabilità della zona sottostante, interessando anche la sede delle condotte forzate.
Fin dagli anni quaranta la Edison e successivamente la Edisonvolta aveva elaborato vari progetti di rifacimento di questi impianti di prima generazione; a sentire le voci correnti a Isola all'inizio degli anni sessanta, sembrava che l'inizio dei lavori fosse imminente.
Da una corografia della Edisonvolta, senza data, si vede che era prevista la derivazione dal lago d'Arno, in sponda sinistra orografica, una galleria diritta fino a raggiungere la valle del Palobbia;
nel tratto in transito nelle valle del Tredenus vengono raccolte le acque dei relativi affluenti mediante tre opere di presa.
Costruzione di una centrale in Val Palobbia a quota circa 1200 m s.l.m.; a valle costruzione di una grande vasca di regolazione, successivamente opera di presa sul torrente Palobbia e prosecuzione della galleria, con opere di presa sui torrenti: valle del Re, valle di Fa, quindi piezometrico in sponda destra della valle di Stabio e centrale nella stessa valle, poi un lungo canale di scarico convoglia l'acqua nella vasca di carico della esistente centrale di Cividate.
Evidentemente questo progetto fu accantonato in attesa dell'esito del dibattito politico circa la nazionalizzazione che era in corso in quegli anni.
Quando intervenne la nazionalizzazione la situazione mutò radicalmente:
l'Enel ebbe in dotazione anche i tre impianti nucleari che nel frattempo erano stati costruiti in Italia; stavano entrando in servizio anche i primi grandi impianti termoelettrici, che come è noto sono poco flessibili ed inoltre hanno un minimo tecnico di funzionamento a carico piuttosto elevato;
le prospettive nell'immediato futuro erano per un aumento notevole degli impianti termoelettrici.
Ciò comportava l'esigenza di avere anche in Italia degli efficienti impianti idroelettrici di grande potenza e possibilmente con funzioni di generazione e di pompaggio;
era quindi una sinergia tecnico economica da non perdere l'occasione del rifacimenti di vecchi impianti, per ottenere, oltre alla maggiore efficienza in termini di rendimento e di maggiore potenza disponibile per le ore di punta, anche capacità di accumulo per pompaggio.
Venne quindi abbandonato il progetto Edisonvolta, ormai obsoleto rispetto alle nuove esigenze e ripresero il progetto Edison Arno-S.Fiorano, interpretandolo secondo le nuove esigenze.
Ancora una volta, come nei primi anni del novecento quando l'ing. Stucchi-Prinetti vide nelle caratteristiche morfologiche della Valsaviore le potenzialità idroelettriche della zona, non sfuggirono ai progettisti Enel del Centro di Progettazione e Costruzioni Idrauliche ed Elettriche di Venezia le eccezionali condizioni favorevoli che consentivano, con una galleria di soli 4 Km di ottenere un dislivello di oltre 1400 m, tra il lago d'Arno ed il canale Cedegolo-Cividate che scorre lungo la sinistra orografica della Valcamonica.
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centrale di Salarno
traversa Adamé
valle Adamé
presa Adamé
sfioro traversa - 2001
sfioro traversa - 2001
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