L'INDUSTRIA ELETTRICA




IN VALLE CAMONICA - 9 -

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Bibliografia

in questa pagina:
Sistema del Poglia 1940 - 1963
Sistema del Poglia 1963 - 2000



Le fotografie in bianco e nero sono dell'archivio storico Enel di Sesto S. Giovanni


Estratto - rivisto e ampliato - dal volume: L'UOMO E L'ACQUA Edito da Banca di Valle Camonica - Gruppo Banca Lombarda - Breno 2002 -
A cura di: Oliviero Franzoni:
Nascita e sviluppo delle centrali idroelettriche sul territorio camuno di franco pelosato

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ATTIVITA' DELLA SOCIETA' GENERALE ELETTRICA DELL'ADAMELLO - GEA -

Sistema Poglia 1940 - 1963

Durante il secondo conflitto mondiale la Società Generale Elettrica Cisalpina viene fusa per incorporazione, insieme al altre società del gruppo, nella Società Edison, a partire dal 1° di luglio del 1942.

Nel 1955, in previsione della temuta nazionalizzazione la società Edison assegna alla società Edisonvolta tutti gli impianti del sistema del Poglia, insieme ad altri e si tiene solo gli impianti che utilizzano direttamente il fiume Oglio.

Dal 1955 in poi vengono eseguiti pochi interventi di ammodernamento; i lavori più rilevanti furono i rifacimenti del paramento di monte delle dighe di Salarno (1958) e di Arno, con la realizzazione di uno scarico di fondo sulla diga, in corrispondenza del cunicolo di evacuazione delle perdite. (1964). Le dighe di ritenuta, ai fini di non essere danneggiate nella parte strutturale del manufatto da eventuali filtrazioni di acqua furono costruite con la parte a monte rivestita dal manto Lévy.

Col tempo queste murature fatte con malta particolarmente ricca di cemento ma di spessore limitato, anche solo 20 cm in sommità, a causa del ghiaccio e comunque del gelo subivano un degrado particolarmente rapido e rendevano il mantenimento in efficienza oneroso.

Da qui la decisione di demolirli e sostituirli con un rivestimento di calcestruzzo, di qualche metro di spessore, e provvisto di pozzi verticali e gallerie orizzontali di drenaggio, per mantenere il corpo diga protetto da eventuali filtrazioni.

Non tutti i problemi vennero risolti in quanto questi rivestimenti, caratterizzati da una conformazione tale da avere spessori molto variabili, durante la maturazione del calcestruzzo e nei primi tempi di esercizio, a causa di dilatazioni differenziali subirono delle fratture che causarono qualche preoccupazione sull'esito dell'intervento stesso;
l'esperienza successiva ha dimostrato però che, tappate con opportune resine le fessurazioni iniziali non dettero più problemi, salvo l'esigenza della normale manutenzione periodica.

Quando entrò in vigore la legge 6 dicembre 1962 con la quale veniva istituito l'Enel, la situazione del sistema del Poglia era così come descritto fino ad ora.

Gli impianti, nonostante diversi ammodernamenti ed adeguamenti erano rimasti strutturalmente come concepiti a suo tempo; in particolare la prima generazione di centrali: Isola e Cedegolo erano ormai vetuste, inoltre la galleria di derivazione dell'impianto di Isola, impostata in zona geologicamente critica, anche durante gli anni di esercizio aveva dato diversi problemi e si era dovuto ricorrere a più interventi di estensione del rivestimento metallico interno.

Anche il pozzo piezometrico della stessa centrale, poiché era scavato in materiale sciolto di grossa morena aveva avuto bisogno di interventi non trascurabili e nonostante ciò presentava sempre delle perdite che compromettevano la stabilità della zona sottostante, interessando anche la sede delle condotte forzate.

Fin dagli anni quaranta la Edison e successivamente la Edisonvolta aveva elaborato vari progetti di rifacimento di questi impianti di prima generazione; a sentire le voci correnti a Isola all'inizio degli anni sessanta, sembrava che l'inizio dei lavori fosse imminente.

Da una corografia della Edisonvolta, senza data, si vede che era prevista la derivazione dal lago d'Arno, in sponda sinistra orografica, una galleria diritta fino a raggiungere la valle del Palobbia;
nel tratto in transito nelle valle del Tredenus vengono raccolte le acque dei relativi affluenti mediante tre opere di presa.

Costruzione di una centrale in Val Palobbia a quota circa 1200 m s.l.m.; a valle costruzione di una grande vasca di regolazione, successivamente opera di presa sul torrente Palobbia e prosecuzione della galleria, con opere di presa sui torrenti: valle del Re, valle di Fa, quindi piezometrico in sponda destra della valle di Stabio e centrale nella stessa valle, poi un lungo canale di scarico convoglia l'acqua nella vasca di carico della esistente centrale di Cividate.

Evidentemente questo progetto fu accantonato in attesa dell'esito del dibattito politico circa la nazionalizzazione che era in corso in quegli anni.

Quando intervenne la nazionalizzazione la situazione mutò radicalmente:
l'Enel ebbe in dotazione anche i tre impianti nucleari che nel frattempo erano stati costruiti in Italia; stavano entrando in servizio anche i primi grandi impianti termoelettrici, che come è noto sono poco flessibili ed inoltre hanno un minimo tecnico di funzionamento a carico piuttosto elevato;
le prospettive nell'immediato futuro erano per un aumento notevole degli impianti termoelettrici.

Ciò comportava l'esigenza di avere anche in Italia degli efficienti impianti idroelettrici di grande potenza e possibilmente con funzioni di generazione e di pompaggio;
era quindi una sinergia tecnico economica da non perdere l'occasione del rifacimenti di vecchi impianti, per ottenere, oltre alla maggiore efficienza in termini di rendimento e di maggiore potenza disponibile per le ore di punta, anche capacità di accumulo per pompaggio.

Venne quindi abbandonato il progetto Edisonvolta, ormai obsoleto rispetto alle nuove esigenze e ripresero il progetto Edison Arno-S.Fiorano, interpretandolo secondo le nuove esigenze.

Ancora una volta, come nei primi anni del novecento quando l'ing. Stucchi-Prinetti vide nelle caratteristiche morfologiche della Valsaviore le potenzialità idroelettriche della zona, non sfuggirono ai progettisti Enel del Centro di Progettazione e Costruzioni Idrauliche ed Elettriche di Venezia le eccezionali condizioni favorevoli che consentivano, con una galleria di soli 4 Km di ottenere un dislivello di oltre 1400 m, tra il lago d'Arno ed il canale Cedegolo-Cividate che scorre lungo la sinistra orografica della Valcamonica.


centrale di Salarno





traversa Adamé


valle Adamé


presa Adamé


sfioro traversa - 2001


sfioro traversa - 2001



dal sito sGEA

VOLUMI COPIA-LETTERA CONSULTATI
- DIVERSI - dal 17 Febbraio 1942 al 20 Ottobre 1942 -


lettere firmate ing. Bettinetti ( Venturini)
Soc Gen Cisalpina Ufficio di Cedegolo, il Direttore In chiusura lettere la dicitura "VINCERE".

- 22 Giungno1942 XX°
- DICHIARAZIONE
La Società Gener. Elettr. CISALPINA dichiara di avere sul proprio cantiere del Lago Baitone (Comune di Edolo) N° 35 operai per i lavori di manutenzione delle opere idrauliche e inerenti per i quali si prevede un consumo di vino nella quantità media di litri 1 (uno) al giorno per ciascuno, quindi il consumo mensile di circa Ett. 10 (dieci).
Il cantiere del Lago Baitone trovasi in alta montagna circa 2300 s.l.m.
f.to Ing. M. Bettinetti


- 23 Giugno 1942 XX° - 250/281
- All'Ufficio Annonario del Comune di Cedegolo
La scrivente Società, seguendo le direttive del Regime ha dissodato e reso alla coltivazione una zona di circa 70 tavole di terreno in località Noviolo, assegnandola a vari suoi dipendenti per la lavorazione e la seminagione.
Precisamente sono stati coltivati:
- a patate tavole 15 Impiegando i 150 Kg di tuberi assegnati da cod. Comune
- a granoturco tavole 40
- a grano e segale tavole 15
totale tavole 70
Il prodotto retraibile crediamo possa essere distribuito ai dipendenti (in numero di 29 con 156 familiari a carico) che verranno a beneficiare di piccole quantità di cereali che saranno individualmente denunciati agli effetti della disciplina annonaria, considerando il raccolto come proveniente da orti di guerra.
Vorremmo però conoscere il Vostro parere in merito per non incorrere in infrazioni
VINCERE !




scivolo pompe svaso lago d'Arno





centrale di Campellio





centrale di Campellio





lago d'Arno





bassa valle Adamé

Sistema del Poglia 1963 - 2000

Nel 1967 iniziarono i lavori per la costruzione dell'impianto di S. Fiorano il quale utilizza le acque che affluiscono al lago d'Arno, regolate dai serbatoi superiori del sistema del Poglia che abbiamo descritto, mediante una centrale in caverna ubicata in sponda sinistra della Valcamonica di fronte alla piana alluvionale di Sellero.

La centrale è stata dimensionata secondo le moderne esigenze del sistema idroelettrico, sia per funzioni di generazione che di pompaggio, per una potenza complessiva in generazione di ben 540 MW ed in pompaggio di 210 MW.

Svolge quindi il servizio di generazione producendo oltre 300 milioni di KWh annui per afflussi naturali, ed altri 250 come riqualificazione giornaliera dell'energia ottenuta dall'acqua sollevata fino al lago d'Arno con le pompe durante le ore notturne; partecipa in modo determinante alla regolazione frequenza-potenza dell'intera rete e può svolgere la funzione di riserva, pronta ad intervenire in caso di guasti improvvisi ad altri impianti.

Sono installati quattro gruppi ad asse verticale con turbina pelton da 140 MW cadauno; due di questi sono provvisti di pompe centrifughe a sei stadi della potenza di circa 210 MW complessivamente.

L'impianto è essenzialmente costituito da:

Serbatoio del lago d'Arno la cui capacità utile è stata aumentata rispetto a quando alimentava la centrale di Isola abbassando la quota della nuova opera di presa di oltre 20 m, quasi sul fondo del lago naturale, a più di 36 milioni di m3.

Un'opera di presa sulla sponda destra del lago costituita da manufatto in calcestruzzo munito di griglie e di paratoia di testa a strisciamento con comando oleodinamico.


Una galleria di derivazione in pressione con sezione circolare del diametro di m 3,60, lunga 4080 m rivestita in calcestruzzo, al termine della quale è stato scavato un pozzo piezometrico verticale alto circa 115 m.

Due condotte forzate metalliche che scendono lungo il pendio della montagna prima all'esterno in trincea scavata prevalentemente in roccia e l'ultimo tratto in galleria tramite due pozzi inclinati che raggiungono la caverna.

Un canale di aspirazione e scarico che collega la centrale di S. Fiorano con la vasca di accumulazione tramite la centralina del Sellero che ha la funzione di utilizzare il salto esistente tra lo scarico delle turbine e la vasca di accumulazione.

Una centralina ausiliaria detta del Sellero, con otto macchine reversibili da 500 KW circa costituite da generatore asincrono ad asse verticale accoppiato a pompa-turbina elico-centrifuga che funzionano in generazione quando si accumula acqua nella vasca e in pompa quando occorre trasferire l'acqua della vasca alla centrale principale per pomparla al lago d'Arno.

Una vasca di accumulazione realizzata nella piana alluvionale in località Scianica in comune di Sellero con la capacità di circa 600000 m3, costituita da rilevato in materiale sciolto su tre lati e da una traversa in calcestruzzo sul lato meridionale.

Ogni gruppo in produzione ha una portata di oltre 11 m3/s e le due pompe possono sollevare una portata di quasi 14 m3/s complessivamente.

Il collegamento elettrico viene fatto alla rete ad altissima tensione - 380 KV - che dopo la nazionalizzazione venne rapidamente estesa a tutte le centrali di grande potenza.

Nella seconda metà degli anni sessanta, prima della costruzione del nuovo impianto di S. Fiorano, il quale toglierà alla centrale di Cedegolo tutte la acque provenienti dal lago d'Arno, l'Enel rinnova quest'ultimo impianto: elimina tre gruppi vecchi ed installa in sostituzione un nuovo gruppo ad asse orizzontale da 14,5 MW costituito da due turbine Riva a due getti ciascuna calettate a sbalzo sull'albero di un generatore sincrono da 16 MVA; rimane invariata la parte idraulica dell'impianto.

Successivamente all'entrata in servizio dell'impianto di S. Fiorano, nel 1977 verranno demoliti anche i rimanenti gruppi vecchi rimasti e ristruturata la sala macchine della quale la nuova centrale ne occuperà solo una piccola parte.

La parte idraulica verrà modificata, limitando la portata massima del canale di derivazione ad acque riunite da 8 m3/s a meno di quattro, verranno installate griglie blande alle tre prese sui torrenti Salarno, Adamé e rio Piz ed uno sgrigliatore automatico all'inizio del canale, dove verrà pure realizzato un moderno dissabbiatore, il tutto nel corso degli anni novanta.



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Last updated 31.12.2007