Valle di Salarno

home page

Escursioni a Salarno Valsaviore

Glaciologia Ghiacciaio di Salarno

VALSAVIORE

DESCRIZIONE NOTE STORICHE


...in viaggio...

 

La Valle di Salarno inizia in corrispondenza dell'abitato di Fresine (850 m s.l.m.), il primo tratto, fino alla località Fabrezza 1500 m s.l.m.) viene denominato Valle di Brata.
Ha termine con la stretta vedretta di Salarno che , compressa tra il Corno ed il Cornetto di Salarno, orientata verso il Nord, si congiunge con il cosidetto Pian di Neve (3200 m s.l.m.)

Si sviluppa con andamento a gradoni, caratteristico delle valli di origine glaciale, il tratto più esteso con andamento a falsopiano è quello terminale, dal lago di Salarno fino alla morena della vedretta, tra i 2100  e i 2300 m s.l.m. circa della zona dove sorge l'ex rifugio Salarno. 

In preparazione della grande guerra la valle di Salarno venne attrezzata con mulattiere militari e fu costruita anche una teleferica con partenza da Fabrezza;  prima di questo periodo l'interesse era esclusivamente di tipo pastorale per l'utilizzo delle malghe nei mesi estivi.
Dopo la grande guerra la società Generale Elettrica dell'Adamello rilevò dall'amministrazione militare le teleferiche ed ebbero inizio i lavori per l'utilizzo idroelettrico delle acque.

VALSAVIORE

UTILIZZO IDROELETTRICO


...nebbia fino a 2500...


...nebbia fino a 2500...


...finalmente...


...versol'Adamello...


...lago Salarno...


...centrale Salarno...

 

L'utilizzo delle acque della valle di Salarno per la produzione di energia elettrica risale ai primi decenni del secolo scorso, rientra nel progetto chiamato Sistema del Poglia messo in atto dalla società Generale Elettrica dell'Adamello, che prevedeva di convogliare le acque nel lago d'Arno, attraverso la centrale di Campellio, per alimentare le centrali di Isola e di Cedegolo.

I primi lavori per la galleria che dalla sponda sinistra del lago Salarno (alcuni metri sotto il livello naturale del lago, per poter utilizzare l'invaso come serbatoio stagionale) iniziarono, dalla Valle Adamé fin dal 1914; vennero però interrotti per il sopraggiungere della guerra, ripresero nel 1918 e vennero terminati nel 1922, anno in cui iniziò la costruzione della diga di Salarno (1922-1928). 

Successivamente, anche l'acqua proveniente dal Miller e dal Baitone venne convogliata direttamente nel serbatoio di Salarno (1926-1927).


Nel 1935, con l'intento di avere ulteriore possibilità di immagazzinare acqua da utilizzare durante i periodi di magra invernale negli impianti di Campellio (lago d'Arno), di Isola e di Cedegolo, venne svuotato idraulicamente dalla sabbia la piana del Dosazzo per ottenere un lago da 1,3 milioni di mc.



26 Novembre 1925 - N° 1132
- Preg.mo Sig. Ing. GIUSEPPE GAVAZZI BERGAMO
Rispondiamo a tutte le Sue lettere del 18 e del 23 corrente.
In settimana Le saranno spedite le copie di disegni richiesti colla lettera del 18.

Per la planimetria dei Laghi d'Avio dobbiamo servirci di quella che fa parte del Dis. N° 1085 di cui Ella ha già copia; abbiamo però una planimetria dei laghi colle opere di presa nella sala 1.1000; nel caso lo creda opportuno, ci avverta che gliene mandiamo una copia.
Purtroppo le ripetute nevicate ed il maltempo quasi costante ci impediscono di effettuare i sopraluoghi che speravamo di poter ancora fare.
Malgrado ciò, riteniamo che si debba senz'altro scartare l'ipotesi di uno sbarramento su un laghetto a quota 2050 ai piedi della vedretta del Pisgana; laghetto che né le carte colle ricognizioni del 1918 segnano, né di cui abbiamo mai avuto notizia; riteniamo anzi già difficile il progettare una presa sul Narcanello alle quote da Lei indicate.

In merito alla diga di sbarramento del piano della Malga di Mezzo, i dati di cubatura da noi comunicati risultavano da un computo molto sommario pel quale ci siamo serviti bensì della sezione adottata per la costruenda diga del Lago d' Avio, ma senza segnarne in planimetria la posizione e riferendoci alla linea segnata nella planimetria stessa come approssimato ciglio a valle di uno sbarramento rettilineo.
Faremo un computo più accurato secondo un tracciato curvilineo col raggio da Lei indicato e Le comunicheremo i nostri risultati.

Così per l'eventuale sbarrramento del piano sopra il Lago Salarno, adattando la sezione della costruenda diga al lago omonimo (arco a destra del pilone) per un invaso di m. 25 sulla quota media del piano stesso, e cioè fra le quote 2085 e 2110, ci è risultato un volume di muratura di circa mc. 70.000 con una lunghezza in cresta (quota 2112,50) di circa m. 370 nessun rilievo però abbiamo eseguito per questo computo; ci siamo serviti dei pochi e sommari dati ricavati dalla carta al 25 mila; il volume d'invaso risulterebbe in via approssimata di mc. 7.000.000.= Con tutta stima la salutiamo distintamente
f.to x Geom. Carugati

Nello stesso tempo, per poter utilizzare tutta l'acqua contenuta nel lago Salarno, venne scavata una galleria di fondo ed evacuato dal lago circa 500.000 mc di sabbia.
Questa galleria fu completata con una nuova galleria di derivazione che metteva in comunicazione il fondo del lago con la galleria Adamé - Campellio ("la diretta") in modo da poter utilizzare tutta la capacità di invaso del lago naturale.
Nel 1938 il sistema venne completato con la costruzione della centrale di Salarno;  la nuova galleria verso Adamé  convoglia anche l'acqua di scarico della centrale, la quale può così funzionare utilizzando il salto idraulico dell'acqua proveniente sia dal Miller che dal Dosazzo (o dal Salarno se quasi pieno).

Alla centrale venne inoltre data la capacità di funzionare con l'acqua proveniente dal Miller-Baitone e di scaricarla in "contropressione" nel lago Salarno.

Valsaviore home page Escursioni a Salarno

Vedere anche il sito: VALSAVIORE

dalla scheda : percorsi didattici - itinerario N. 3 - VAL SALARNO - Parco dell'Adamello - Distretto Scolastico N. 37 - Breno - Comunità Montana di Valle Camonica - Regione Lombardia.

DESCRIZIONE DELLA VALLE

Situata in una delle estremità orientali della Valle di Saviore, tra le più note valli lateriali della Valle Camonica, si allunga oltre l’abitato di Saviore stesso, dapprima lungo dolci pendii tra prati, pascoli ed abetaie, poi, già vicino a Fabrezza, lungo i ripidi versanti che scendono dal Monte Marser. E' sicuramente in alto, dopo aver superato un gradino morfologico di notevoli dimensioni, che si entra nel pieno di una tipica valle glaciale con le piane, le torbe, gli scalini, i laghetti di circo, i grandi laghi di sbarramento. Sulla destra idrografica l’aridità del versante Sud-Ovest dei Monti di Macesso, sulla sinistra un po’ di verde delle praterie delle malghe e dei dossi inerbati. In quota gli splendidi Laghi Salarno, Dosazzo e ciò che resta di quello di Macesso; più in alto ancora il Rifugio Prudenzini, la bellissima Vedretta del Salarno e infine il Pian di Neve, ai piedi della vetta dell’Adamello.

ITINERARIO CONSIGLIATO

Si abbandona la Statale n. 42 poco oltre Cedegolo, al bivio di Demo; si sale verso Berzo, Monte e Cevo; si raggiunge infine con qualsiasi automezzo il paese di Saviore dell’Adamello, dove si può parcheggiare sia nei pressi della locale Scuola Ele­mentare, sia nella piazzetta che immette nel centro storico del paese. Ci si incammina lungo la strada inizialmente asfaltata, ma oltre il paese in terra battuta, (ora, 20001 tutta asfaltata) che sale alla parte alta dell’a­bitato seguendo la segnalazione Fabrezza o Rifugio Prudenzi­ni. La carrozzabile procede pianeggiante per circa 3,5 Km. sino all’Albergo Stella Alpina in località Fabrezza. Fin qui si può arrivare con qualsiasi tipo di scolaresca o visitatori senza dif­ficoltà alcuna. Si attraversano prati ed abetaie, pascoli e casci­nali, nella parte terminale le scure rocce scistose si alternano ai rossi rododendri che fioriscono a lungo ed ovunque. Ad un chilometro circa da Fabrezza, una incantevole cascata d’acqua che scende dal M. Marser. Si potrebbe fare ritorno lungo il torrente fino all’abitato di Ponte. Dall’alberghetto di Fabrezza vista panoramica sull’intera Valle di Brate che porta verso l’abitato di Ponte e, a destra, Saviore e l’antica chiesetta posta sul dosso, a sinistra, i monti di Crevo e ,in fondo, la vallata oltre la quale i monti di Sellero.
Per chi ha buona gamba ed un po’ d’esperienza si può prose­guire in due direzioni. La prima porta a seguire la linea della teleferica che sale verso la Malga Macesso di sotto e di sopra, fino ad arrivare al Lago Macesso, o meglio, al pantano che ne resta, e poi alla diga del Lago Salarno. Da lì un’occhiata alla parte alta della Valle Salarno con in fondo il Rifugio Prudenzi­ni. La seconda sale anch’essa fino poco oltre l’intermedia della teleferica per piegare poi a destra dove ci si inerpica lungo un ripido ma segnalato sentiero che porta al lago di Bos, piccola e graziosa impronta dei ghiacciai che hanno scavato conche ovunque nelle vallate alpine.

NOTIZIE UTILI

Indicazioni varie

Comune di Cevo - tel.0364-64104

Comune di Saviore dell'Adamello - via S.Marco,5 - tel. 0364-64131

Pro Loco - via Roma - Cevo - tel. 0364-64252

Consorzio Sviluppo Turistico della Val Saviore - Cedego­lo - tel. 0364-61558

Guide turistiche

Guide Alpine di Valle Camonica - tel. 0364-71065 0364-92566

CAI c/o Leone Romelli - Cedegolo - tel.0364-61070

Soccorso Alpino

Breno - tel.0364-21000

Cedegolo - tel. 0364-61070

Ricettività di base

Alberghi e pensioni in Cevo e Saviore dell’Adamello

Rifugi in quota

Rifugio ‘Prudenzini” (Val Salarno, m. 2235) - tel.0364-64578

Rifugio “Stella Alpina” (Fabrezza, m. 1435) - tel. 0364-64259.

Vie di accesso

Con pullman da Cedegolo., via Berzo Demo, a Cevo e poi a Saviore.

Percorso

Strada ampia carrozzabile e piana da Saviore a Fabrezza.

Mulattiera ampia, a tratti ripida a tratti pianeggianti, oltre Fabrezza.

Periodo

Fine maggio-giugno (dopo lo scioglimento della neve in quota

Settembre-ottobre (prima delle nevicate in quota).

Tempi

Da Saviore a Fabrezza: ore 1 - 1.30.

Da Fabrezza a Lago di Bos: ore 2.

Da Fabrezza a Lago Salarno: ore 2.

Strumenti utili

Carta topografica della Valle Camonica o carta della zona della Kompas scala i :50.000K 71 (Adamello Presanella).

Bussola

Guida illustrata a fiori, piante, rocce delle zone alpine.

ATTIVITÀ ECONOMICHE E ARCHITETTURA ALPINA

Lungo tutto il percorso che va da Saviore a Fabrezza si svolge ancora oggi una intensa attività agricola; tanti sono difatti i prati e le cascine, segno che la popolazione di Saviore dedica a questo territorio molta attenzione e cura. Il taglio del fieno viene effettuato sino a che le abetaie e la roccia nuda non lo impediscono. I cascinali sono ben tenuti e nella maggior parte dei casi hanno subito leggere e migliorative trasformazioni. Non esiste comunque un modello abitativo ben definito, fors’anche perché gli originali sono ormai scomparsi.

STRUTTURE ANTROPICHE

Da vedere certamente il centro storico di Saviore dove risaltano ancora portali in granito e inferriate in ferro battuto, case antiche e loggiati di un certo pregio. Ma la costruzione più importante ed interessante è la parrocchiale di S. Giovanni Battista del tardo ‘700 che si erge solitaria e maestosa sopra il dosso che guarda a valle. In essa vi sono opere pittoriche di valore notevole, attribui­te a Palma il Vecchio, Palma il Giovane ed alla Scuola veneta seicentesca. Da Fabrezza parte la funivia che sale all’intermedia sulla sommità del primo gradone e raggiunge poi le costruzioni dell’ENEL nei pressi del Lago Salarno. L’uso è riservato solo agli addetti ai lavori di manutenzione degli impianti idrici della Società.

ASPETTO GEOLOGICO

L’aspetto morfologico di questa valle è tipico di quelle glaciali con piane, conche, gradoni e depositi morenici. La geologia dell’area nella parte vicino a Saviore è caratterizzata da un’estesa copertura morenica con manto vegetale che ricopre il substrato costituito da scisti di Edolo. Qua e là è possibile notare massi erratici di notevoli dimensioni trasportati a valle dall’ultima glaciazione. Poco prima di Fabrezza, sulla dx orografica, ci sono detriti di falda su zone instabili e probabili movimenti franosi. Oltre il primo gradino morfologico sia a destra che a sinistra del torrente ci sono ampie tracce di arenaria rossa prima di immettersi nell’area del plutone dell’Adamello le cui rocce sono essenzialmente granodioriti e tonaliti. Dal Monte Marser e dai Corni di Macesso si staccano frequentemente conoidi di detriti con forte pendenza ed in piena attività.

ASPETTO BOTANICO

Degna di nota è la distesa di abeti rossi ben sviluppati e maturi che rivela risultati di lunghi interventi di silvicoltura di vario genere e con differenti finalità e che si estende da sopra l’abitato di Cevo e di Saviore fino alla chiusura della vallata con il gradone di Fabrezza. Mischiati tra gli abeti ci sono larici ed ontani. Lungo la strada molto frequenti sono i cespugli di erica, mentre oltre la costruzione della teleferica, laddove gli alberi cominciano a diradarsi, i cespugli di rododendro tendono a fornire un po’ di colore tra la gialla festuca. Nei dintorni del Lago di Bos sono visibili brandelli di torbiera. Tra le due malghe di Macesso sono presenti alcune colonie, seppur modeste, di pino mugo.

ASPETTO FLORISTICO

Data la grande variabilità delle condizioni ambientali (dall’area a prato, a pascolo, al sottobosco, a quella prevalentemente rupestre) la flora è molto varia e di notevole interesse. Si passa da quella tipica dei prati di fondovalle, che tutti sono in grado di riconoscere, sino a quella più pregiata di quota. Accertata la presenza dell’achillea nana, del doronico, della stella alpina, di varie sassifraghe, della nigritella, del raperonzolo nella zona rupestre del versante del M. Marser. Tra le rocce che circondano il Lago di Bos di rilievo la minuartia primaverile, l’eliantemo alpestre e le vedovelle celesti.

ASPETTO FAUNISTICO

Nella parte bassa della Valle è nota la presenza del francolino di monte e del fagiano, mentre più in alto si trovano la coturnice e la pernice bianca che nidificano sui pendii tra il M. Marser e i Corni di Cevo. Non è impossibile, se fortuna assiste, intravvedere la maestosa aquila reale che svolazza tra le vallette dell’intero Parco dell’Adamello. La lepre è diffusa tra Cevo e Saviore, mentre il tipo bianco si pone a monte di Saviore. In basso, tra i pascoli e gli ultimi prati, in primavera si possono vedere dei caprioli. In quota, tra il Marser e la Val Malga si stanzia il camoscio. Tra i dirupi fa capolino d’estate la marmotta.




lago Salarno


lago Salarno


lago Salarno



dal pieghevole del Parco dell'Adamello "Val Salarno con itinerari" - edizione: Media Maker s.r.l.

Partendo dal rifugio-albergo Fabrezza (a 3.5km da Savìore dell’Adamelo) lungo il segnavia n° 14, si affronta La salita alla Val Salarno, una delle mete più frequentate del Parco e tradizionale "porta d’accesso all’Adamello". Il primo tratto del percorso permette di dominare l’alta Val Saviore ed uno scorcio di Valle Camonica. Lungo il cammino si riconoscono facilmente, nelle striature delle rocce e nei dossi montonati, i segnidell’erosione glaciale in questa vallata.

Presso Malga Macesso di Sotto (m. 1758) si può ammirare una zona umida formata da lembi di torbiera e da piccoli affluenti del torrente Salarno.
Addentrandosi nella valle alta ricerca delle sorgenti di quest’ultimo, tra arbusti di pino mugo, ontano di monte e umidi pianori erbosi, si raggiungono l’artificiale Lago di Salarno (m. 2070), il Lago di Dosazzo (m. 2084) e il Rifugio Prudenzini (m. 2235). Da qui, in direzione della testata detta valle, si giunge al Passo di Salarno dal quale, attraverso il ghiacciaio del Pian di Neve, è possibile conquistare la vetta del Monte Adametlo (m. 3539).
Nonostante si tratti della via d’accesso meno impegnativa alla cima dell’Àdarnello il percorso, spiccatamente alpinistico, necessita di un’adeguata preparazione e di un’idonea attrezzatura.


Salarno


dal Giannantonj


paratoia a ventola

Valsaviore Escursioni a Salarno

home page

Last updated 1.1.2008