L'INDUSTRIA ELETTRICA




IN VALLE CAMONICA - 10 -

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Bibliografia

in questa pagina:
Sistema Avio
Impianto di Temù



Le fotografie in bianco e nero sono dell'archivio storico Enel di Sesto S. Giovanni


Estratto - rivisto e ampliato - dal volume: L'UOMO E L'ACQUA Edito da Banca di Valle Camonica - Gruppo Banca Lombarda - Breno 2002 -
A cura di: Oliviero Franzoni:
Nascita e sviluppo delle centrali idroelettriche sul territorio camuno di franco pelosato

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ATTIVITA' DELLA SOCIETA' GENERALE ELETTRICA DELL'ADAMELLO - GEA -

Sistema Avio

Le prime domande di derivazione della Val d'Avio risalgono al 2 maggio 1905 ed al 17 febbraio 1906 da parte dell'ing. Benasaglio di Brescia;
era questo, come noto, il periodo caratterizzato dalla corsa ad accaparrarsi le concessioni di derivazione d'acqua per scopi idroelettrici da parte di chi intendeva cederle successivamente al migliore offerente, con la speranza di ricavare notevoli guadagni.(11)

Nelle domande, per facilitare l'iter amministrativo e per eludere le opposizioni "all'esportazione delle forze idrauliche", che in Valcamonica erano già presenti, veniva sempre espressa l'intenzione di utilizzare l'energia elettrica per stabilimenti industriali da erigersi nelle vicinanze:
in questo caso si parlava di "produrre col salto utile di m 750 la forza da 4000 a 8000 cavalli idraulici per animare (con HP nominali 1000) uno stabilimento di filatura in territorio di Edolo, di distribuire forza motrice alle piccole industrie e luce per illuminazione pubblica e privata in Valle Camonica e di attivare col rimanente della forza industrie metallurgiche in provincia di Brescia e Bergamo". (12)

La "deputazione provinciale" (13), in data 23 novembre 1907 espresse parere contrario perchè oltre al altre motivazioni citava: "è risaputo, e lo stesso richiedente non ne fa mistero, che in realtà la domanda venne presentata per conto e nell'esclusivo interesse della ditta Stucchi (3), che, mostra l'intenzione di accaparrare buona parte delle forze idrauliche di Vallecamonica per trasportarle nella vicinanza di Milano, a solo scopo di lucro."(14)

In data 4 gennaio 1908 le domande di concessione venivano cedute alla società Generale Elettrica dell'Adamello; solo nel 1918 si avrà la prima concessione, con il decreto luogotenenziale n° 82218 dell' 11 agosto, in base al quale viene presentata una domanda di variazione secondo un nuovo progetto esecutivo in data 7 febbraio 1920 a firma ing. Bettinetti della GEA; i lavori iniziano nel 1920 per realizzare questo progetto.(15)

E' previsto di utilizzare un bacino imbrifero di circa 25 Km2, a monte della quota 1860 circa; il laghetto d'Avio verrà sovralzato con un modesto sbarramento e costituirà il bacino di carico della centrale.

La galleria di derivazione sarà del tipo in pressione, avrà origine dal Laghetto e attraversato lo sbarramento, si svilupperà a mezza costa sulla sponda sinistra orografica della val d'Avio, fino a raggiungere il monte Calvo, dove verrà costruito il pozzo piezometrico a valle del quale avranno origine le condotte forzate che raggiungeranno la centrale, ubicata in sponda sinistra del fiume Oglio circa 900 m a valle della confluenza del torrente Avio.

Per avere la possibilità di accumulare tutte le acque del bacino imbrifero che lo alimenta, il lago d'Avio, posto immediatamente a monte del Laghetto verrà sovralzato con diga per costituire un serbatoio stagionale.

Gli accessi alla Val d'Avio, nel 1920 erano relativamente facili in quanto l'amministrazione militare aveva sviluppato, durante la guerra, tutto un sistema di comunicazioni e di trasporti fino al Venerocolo; la GEA acquistò due teleferiche militari, in serie tra loro che raggiungevano il lago d'Avio, dove venne installato il cantiere principale.

All'arrivo delle teleferiche c'era una strada orizzontale costruita dall'amministrazione militare che costeggiava, a quota circa 1910 i due laghi, che venne attrezzata con binario decauville per servire i lavori di costruzione.

Insediò un secondo cantiere nei pressi della centrale e lo collegò, tramite teleferica e piano inclinato al terzo cantiere di monte Calvo, da qui venne realizzata una strada orizzontale che costeggiava il tracciato della galleria; le finestre della galleria nei tratti più impervi sulle falde del corno di Mezzodì vennero serviti da piccole teleferiche locali.

L'esperienza maturata dai tecnici della società durante la costruzione del sistema Poglia risultò molto preziosa ed i lavori procedettero rapidamente senza gravi inconvenienti, salvo i soliti infortuni, a volte anche mortali, che erano però considerati inevitabili durante l'esecuzione di lavori così complessi ed in ambiente così difficile.

Nella descrizione del fabbricato della centrale, nell'inventario 1930, si citano come difficoltà i rigori dell'inverno e "gli scarsi rendimenti della mano d'opera, travagliata in quegli anni dal demagogismo sovversivo"

(11)(12) Archivio storico Circolo Culturale Ghislandi: fondo Energia Elettrica.
(13)amministrazione provinciale
(14)idem 11 - 12
(15)idem 14


centrale di Salarno





traversa Adamé


presa Adamé


sfioro traversa


monte Calvo


dal sito sGEA

VOLUMI COPIA-LETTERA CONSULTATI
- DIREZIONE GENERALE - 1 giugno 1921 al 18 aprile 1923 -

Timbro GEA Ufficio Lavori di Temù il Direttore - lettere firmate da ing. Bettinetti
( in sost. molte da geom. Carugati - poche lettere sono firmate p. Oscar Ravanello primo capo officina di Temù)


- 15 Ottobre 1921 - 531
- ON. DIREZIONE GENERALE MILANO
Ci pregiamo portare a Vostra conoscenza che abbiamo iniziati i lavori per la messa in marcia della Centralina di Vezza.
L'alternatore sarà a Vezza entro lunedì 17, le palificazioni delle linee elettriche e telefoniche saranno pronte entro sabato 22.
Ci mancano i seguenti materiali:
per il macchinario, il volano e le 18 colonnette di manovra della turbina.
Quest'ultima è la più urgente e Vi preghiamo di spedircela, appena pronta, a mezzo camion.
Per le linee ci mancano gli isolatori a 6000, che crediamo siano da voi già stati ordinarti e che Vi preghiamo di spedirci al più presto con mezzi nostri.
In attesa con tutta stima ci segnamo

- 29 Novembre 1921
- ESPRESSO
- Richiesta fondi per paghe operai
- Onor. DIREZIONE GENERALE MILANO
Nel chiedervi i fondi per le paghe di fine mese (Novembre) ci pregiamo esporvi l'efficienza della mano d'opera nei varii cantieri:
Impianto Avio

Cantiere Segheria operai 45 (fabbri falegnami, fornai, conducenti)
Id. Centrale id. 265 (montaggio tetto, scalpellini, sistemazioni varie)
Id. Lago d'Avio id. 140 (galleria rifornimenti)
Id. Borgaccio id. 150 (sede tubazione e funicolare)
Id. M. Calvo id. 295 (galleria e pozzo piezometrico)

Totale 895

- 3 Dicembre 1921 - 605
- Servizio Centrale Vezza
- Onor. DIREZIONE GENERALE MILANO
In questi giorni abbiamo provato l'impianto dei compressori della Valle di Mezzodì con buoni risultati.
Non possiamo però mantenerlo in esercizio per mancanza di energia.
Presentemente la Centralina di Vezza (che continua a funzionare regolarmente) fornisce energia, oltre che ai nostri cantieri, a tutta la Valle, da Vione in su, essendo la linea della ELVA sezionata subito dopo Vezza.
Abbiamo ricevuto da poco tutti gli istrumenti necessari per metterci in parallelo con la Centrale di Niardo e domenica 4 corr. fattane l'installazione, faremo le prove.
Abbiamo il dubbio però che data la scarsità d'acqua, ci venga sottratta anziché fornita energia.
In ogni modo la prova è interessante anche per misurare la disponibilità della Centrale di Niardo.
La produzione della nostra centrale di Vezza in questi ultimi giorni vi sarà facile dedurla dallo specchietto che qui vi alleghiamo dove, di ora in ora sono segnati gli amper ed il rispettivo voltaggio.
Questa produzione deve servire, come già si è detto, per i bisogni dei paesi da Vione in su, per l'illuminazione di tutti i nostri cantieri e per gli impianti meccanici azionati dai seguenti motori:
- Teleferiche: N° 3 motori da 15 HP HP 45
- Compressori: N° 2 motori da 30 HP HP 60
- Compressori: N° 2 motori da 60 HP HP 120
- Argani di sollev. N° 3 motori da 10 HP HP 30
Totale HP 255
Che però non funzionaranno tutti a pieno carico né tutti contemporaneamente.
Da quanto qui esposto risulta evidente la necessità di installare al più presto il trasformatore nella Centrale di Cedegolo, ben inteso colla prescrizione che venga erogata solo la poca energia necessaria a mantenere in piena efficenza i nostri impianti meccanici dii Temù.
In attesa di avere Vostre comunicazioni in merito colla massima stima ci segnamo.


3= 3 = 1922 - 97-2
Allegati
ON. DIREZIONE GENERALE MILANO
Nei disegni che qui alleghiamo troverete chiaramente illustrate la disponibilità e la disposizione degli appartamenti nella nostra casa alloggi di Temù.
Nella casa principale, costruita vicino alla Centrale, pur avendo riservato la parte migliore agli usi della Direzione, vennero ricavati quattro appartamenti di primo ordine per il personale di esercizio.
Secondo il nostro punto di vista questi quattro appartamenti dovrebbero essere riservati al Capo officina, al sottocapo e capiturno di primo grado.
Tutto l'altro personale di secondo ordine ( e di abitudini meno civili) dovrebbe essere alloggiato alla segheria dove sono disponibili per ora due appartamenti di tre stanze e dove in seguito, quando la centrale sarà completa, si potranno ricavare con poca spesa altri appartamenti.
Presentemente e solo in via provvisoria, gli appartamenti I = 2 = 3 della casa principale sono occupati, per economia di affitti e comodità di lavoro, dalle famiglie dei geom. Mezzera, Bonetti e Cappa.
Vi preghiamo di comunicarci le vostre inpressioni e frattanto con tutta stima ci segnamo.


data illeggibile
Personale a fine giugno 1922:
- Impianto Cedegolo 600 (45 Cedegolo; 40 Isola; 200 Lago D'Arno; 125 Adamé; 190 Salarno)
- Impianto Temù 800 (non leggibile singolo cantiere..)

- 3 ? = 7 = 22 - 372
- Infortunio per residuo esplodenti
- ON. DIREZIONE GENERALE MILANO
Dobbiamo segnalarvi un altro grave infortunio avvenuto nelle nostre gallerie al Lago d'Avio (imbocco 6) la mattina del giorno 2 corr.
Vittime dell'infortunio sono gli operai:
- Barera Bortolo morto all'istante
- Mastaglia Domenico ferito gravemente agli occhi ed alla faccia
- Angeli Angelo ferito leggermente
Il fatto si è svolto nelle seguenti circostanze:
La sciolta composta dai minatori Barera Bortolo, Mastaglia Domenico, Angeli Angelo e Moraschetti Giacomo iniziò il suo turno di lavoro alle ore 4 antimeridiane del giorno 2:
(la sciolta precedente erasi allontanata alle ore 22 del giorno precedente dopo aver regolarmente constatato il brillamento delle mine).
La fronte di attacco veNne trovata regolare e tutti i colpi del precedente turno esplosi.
Dopo aver fatto a mano due fori verso il centro della sezione, le copie di minatori si disponevano ad impostarne altri due al piede della roccia ed a tale scopo andavano rimovendo le pietre mosse per attaccare col ferro nel vivo della roccia.
Mentre si svolgeva tale lavoro preparatorio avveniva l'esplosione che fu causa dell'infortunio.
Dall'accertamento fatto subito dopo si è potuto rilevare che al piede della fronte d'attacco erano rimasti cinque o sei centimetri di canna di un colpo della volata precedente con una piccola carica di dinamite inesplosa.
L'esplosivo impiegato era la gomma B da 25 mm.
Da quanto si è rilevato dovremmo dedurre che la causa principale dell'incidente vada ricercata nella facile esplodibilità della gomma.
A questo riguardo troviamo oppotuno fare menzione degli infortuni:
- Perlotti Pietro all'Adamé il 13 Maggio
- Manganoni Bonaventura al M. Calvo il 31 Maggio
- Carrara Giacomo al M. Calvo il 13 Giugno
che si sono verificati press'a poco nelle medesime circostanze usando l'esplosivo gomma A e B.
Della presente relazione Vi preghiamo di far noto alla Società di Assicurazione Infortuni quella parte che riterrete conveniente.
D'altro lato Vi preghiamo di mettervi in rapporto colla Società esplodenti per domandare garanzie sulla buona qualità della gomma fornitaci ed eventuali notizie in merito:
se cioè ritenga possibile che tali esplosivi subiscano alterazioni per lunghe permanenze nei depositi e se ci sono provvedimenti atti ad impedire che residui di esplosivo rimangano nelle canne di mina.
In attesa di notizie in merito con tutta stima Vi riveriamo.
F.to Ing. M. Bettinetti


11 Luglio 1922 - 394 - 1 -
Progetto di invaso del Torr. Adamé
- ON. DIREZIONE GENERALE MILANO
Ci pregiamo sottoporre al vostro esame il progetto delle opere da noi studiate per l'invaso del torrente Adamé a monte della diga di Presa.
Copia dei disegni venne mandata all'Amministrazione Comunale di Grevo pregandola di studiare le basi per un sollecito amichevole accordo.
Vi preghiamo di farci conoscere le vostre impressioni circa il nostro studio e frattanto con tutta stima vi riveriamo.
f.to Ing. M. Bettinetti


- 6 Agosto 1922 - 465
- Galleria di collegamento dei due laghi
- Onorev. DIREZIONE GENERALE MILANO
Facciamo seguito al nostro fonogramma di ieri l'altro col quale davamo comunicazione che l'ultimo diaframma della galleria di collegamento dei due Laghi era demolito, riassumiamo alcune notizie sulla operazione eseguita e sui risultati avvenuti.
Il diaframma, da fori di assaggio eseguiti espressamente, risultava dello spessore medio di circa un metro; oltre la roccia si trova fango compatto (in tutto simile a quello che forma il fondo del laghetto) che probabilmente sarà commisto a pietre o altro materiale.
Sulla fronte della galleria si sono praticati 67 fori da mina profondi in media 75 cm. Che vennero caricati con 52,5 Kg di dinamite gomma B.
A mezzo di inneschi elettrici si è ottenuto il brillamento simultaneo delle mine e, pochi secondi dopo, l'acqua in quantità molto forte passava attraverso alle due saracinesche completamente aperte scaricandosi nel laghetto.
Abbiamo lasciato defluire l'acqua per circa un'ora indi si è chiusa completamente una saracinesca, alle ore 14 circa, chiudendo la seconda nella sera dello stesso giorno 2.
Diminuita fortemente la portata naturale dell'emissario (che era molto abbondante per effetto delle recenti forti pioggie) nel mattino del giorno 3 si sono riaperte completamente tutte due le saracinesche; delle misure fatte partendo dalle ore 11 del giorno 3 alle ore 17 di oggi risulta che il pelo d'acqua del Lago è diminuita di m. 2,10 il che dà, coll'area dello specchio d'acqua attuale del lago, e resasi nulla l'erogazione naturale, una portata di mc. 6 circa al secondo.
E' da notarsi che, sebbene i risultati diano affidamento che il diaframma di roccia deve essere stato demolito per intero, devono essere stati trascinati nella galleria contro la grossa griglia posta prima del pozzo, dei materiali che ne ostruissero in parte la luce perché si nota un sensibile dislivello tra il pelo d'acqua del lago e quello del pozzo stesso, dislivello che nel pomeriggio del giorno 2 era di circa m. 2,40.
Sarà nostra cura di tenervi informati sul comportamento dello scarico aperto e sui fenomeni che eventualmente si manifestassero.
Con perfetta stima vi riveriamo
f.to p. geom. Carugati

- 20 Dicembre 1922 - 889
- Centralina di Vezza centrale di Temù
- On. DIREZIONE GENERALE MILANO
Ci pregiamo mandarvi in duplice copia le denunce di primo impianto della Centralina di Vezza allegando anche due planimetrie, uno di tutto l'impianto in scala di I:2000; l'altra della sala macchine da I a 100.
Vi preghiamo di controllare se i dati possono essere presentati.
Rimandiamo ancora in bianco la denuncia per l'officina di Temù, per la quale, meglio di noi, possedete tutti i dati necessari per il riempimento.
Con la massima stima Vi riveriamo.
f.to Ing. M. Bettinetti

- 3 Marzo 1923 - 158
- Servizio palombari per Lago Avio
- Onorev. DIREZIONE GENERALE MILANO
Oggi sabato 3 corr. abbiamo lasciati in libertà i palombari essendosi ormai resa inutile la loro presenza dato che la griglia è stata pulita e che la ispezione alla bocca di presa verso il lago non può dare nessun risultato pratico per lo spessore dello strato di limo che la ricopre.
I palombari sono arrivati a Temù lunedì sera 28 Febbraio; hanno pernottato a Temù e passata ivi la giornata di martedì, non avendo potuto salire al Lago per il cattivo tempo.
Il mercoledì venne speso in preparativi.
Le immersioni nel pozzo hanno avuto luogo giovedì dalle 12 alle 15.
Nella giornata di venerdì hanno prestato qualche aiuto nelle operazioni di pulizia alla griglia.
Abbiamo somministrato vitto e alloggio gratuito nelle giornate di Lunedì sera- Martedì- Mercoledì- Giovedì- Venerdì- Sabato.
Abbiamo versato acconti per L. 500 (cinquecento).
Con perfetta stima vi riveriamo
f.to Ing. M. Bettinetti

- 10 = 4 = 23 - 234 - I
- Manufatto imbocco galleria lago d'Avio
- On. DIREZIONE GENERALE MILANO
Sottoponiamo al Vostro esame lo studio da noi preparato per il manufatto all'imbocco della galleria di collegamento dei due laghi d'Avio.
In occasione dei rilievi fatti per tale studio, abbiamo constatato che la galleria sbocca nel lago col piano inferiore non alla quota 1857,60, prevista dai nostri disegni, ma alla quota 1859,= e cioè m. 1,40 più alto.
Vi sorprenderà certamente che questa differenza non sia stata rilevata prima d'ora; a spiegazione del fatto facciamo notare che gli ultimi 25 - 30 metri di galleria vennero perforati in presenza di notevoli filtrazioni, che hanno obbligato i minatori a dare una certa pendenza alla galleria che invece era prevista a fondo orizzontale.
Dopo lo scoppio della mina e la demolizione del diaframma non fu più possibile eseguire misure che vennero fatte solo in questi giorni.
Questa differenza di quota fa perdere in erogazione naturale circa 350.000 mc. si hanno per compenso i seguenti vantaggi: che le opere di sgombero della bocca e di scavo della trincea, nonostante gli incidenti lamentati, hanno avuto esito buono e si potranno condurre a compimento con spese limitate, che con un manufatto di modeste dimensioni si crea la possibilità, durante il periodo di svaso con pompe di riempire il laghetto fino alla quota di due metri sopra lo zero con un volume utile di mc. 60.000 circa.
Vi preghiamo di esaminare il disegno qui allegato e di comnicarci le Vostre impressioni. Il manufatto, in calcastruzzo, sarà preceduto da un canale in trincea rivestito con muratura a secco, della profondità di m. 2 = lungo circa 20 metri:
non è possibile preventivare fin d'ora le dimensioni precise, data la poca stabilità del materiale in cui dovrà essere ricavato.
Aggiungiamo in calce la nota dei ferri sagomati che occorrono per eseguire i manufatti. In caso di Vostra approvazione Vi preghiamo di ordinarli e farceli spedire entro il minor tempo possibile, essendo necessario, a nostro avviso, che l'opera sia ultimate entro il corrente mese.
In attesa di Vostre comunicazioni con tutta stima Vi riveriamo. f.to Ing. M. Bettinetti


- 13 Aprile 1923 - 244
- Infortunio …….
- On. DIREZIONE GENERALE MILANO
Ricevo solo ora la pregiata Vostra del 9 corr. N° 5697, indirizzata al sottoscritto a Edolo, e la allegata lettera del patrocinatore legale Signor Spelgatti Francesco.
Come giustamente Voi notate gli argomenti di questo signore sono assai deboli.
Circa l'epoca e le modalità dell'infortunio, deve essere chiamato a rispondere il Signor Pretore al quale noi abbiamo trasmesso in piena conformità alle norme di legge tutti i documenti e i dati inerenti all'infortunio.
Circa la mancata presenza dei parenti, facciamo notare che essi devono essere invitati ad intervenire dal Pretore stesso, che certamente non avrà mancato di farlo.
Ma è da notare che una volta su dieci i parenti degli infortunati intervengono.
Circa l'asserzione fatta dallo Spelgatti ( che in quella galleria non furono osservate le misure ecc. ecc.) dovremmo limitarci a consigliare al Signor patrocinatore di voler approfondire un poco le sue nozioni in materia di esplosivi.
La scoperta dei granelli nella dinamite, l'osservazione della sua innoquità se non è compressa e chiusa e l'accusa fattaci di aver lasciato in galleria per "trascuratezza, noncuranza e inettitudine" una cartuccia di dinamite inesplosa, dimostrano che il Sig. Spelgatti ha nozioni molto vaghe sul procedimento in uso sugli impianti per lo scavo delle gallerie in roccia.
In questa occasione egli può incominciare ad imparare che quando una volata di 14 o 16 colpi parte sul fronte di un attacco non è materialmente sicuro che tutto l'esplosivo si consumi; anche se i fori sono caricati a regola d'arte, spesse volte accade che un colpo asporti la miccia di quello vicino impedendo il brillamento della carica; altre volte che il colpo asporti più roccia di quella assegnata al suo campo di azione, trascinando nei detriti la dinamite del colpo vicino.
I minatori sanno benissimo che questi fatti sono frequenti, ed hanno istruzioni precise di adoperare i ferri di lavoro con tutte le circospezioni quando rientrano in galleria per la preparazione del fronte di attacco.
Nonostante le precauzioni però qualche volta gli incidenti non si possono evitare, specialmente se si impiega la gomma.

La famiglia del defunto Carrara percepì l'indennità di L. 29.820.= ( il massimo di legge essendo L. 30.000) ed ebbe da noi pagata la spesa di spedalizzazione nella misura del 50% e cioè L. 752.=
Speriamo che i dati qui esposti Vi bastino a confutare gli argomenti del Signor patrocinatore.
Con tutta stima Vi riveriamo
f.to Ing. M. Bettinetti





centrale Temù





scivolo pompe svaso lago d'Arno





centrale di Cedegolo - 1910





centrale di Campellio





centrale di Campellio





lago d'Arno





bassa valle Adamé

Impianto di Temù

I criteri fondamentali sui quali si basa l'impianto sono:
utilizzare il Lago d'Avio come serbatoio per immagazzinare, nel periodo estivo dello sgelo e nei periodi piovosi, tutta l'acqua eccedente il consumo normale della centrale, in modo da avere disponibile una conveniente riserva d'acqua durante il periodo di magra invernale;
utilizzare il Laghetto come serbatoio e come bacino di carico della Centrale.

Allo sbocco del Laghetto venne costruita una diga, nel punto dove le sponde di roccia granitica presentano la disposizione più conveniente; è fondata in roccia viva e disposta ad arco di cerchio; 13 m di altezza e 82 m di sviluppo.

E' costruita in muratura ordinaria con malta di cemento e pietra di granito; la parte centrale della diga è sistemata a sfioratore a lama aderente; la capacità utile è di m3 370000 circa.

Negli anni successivi, a seguito del crollo della diga del Gleno (1 dicembre 1923) le nuove leggi non consentiranno lo sfioro sul corpo diga, ma imporranno un diverso sistema.

Verrà infatti costruito lo sfioratore laterale (analogo a quello relativo alla diga del lago d'Arno) scavato in roccia a mezza costa sulla sinistra del Laghetto, subito a monte della diga, costituito da un canale trapezoidale che scarica a valle tramite una galleria che sottopassa lo sperone roccioso sul quale è impostata la spalla sinistra della diga stessa.

L'opera di presa è ubicata allo sbocco del Laghetto, sulla sponda sinistra; consiste in una galleria scavata nei contrafforti di granito, che chiudono la conca dei laghi, e che sbocca alla profondità di m 5 sotto il livello naturale delle acque.

A pochi metri della bocca di presa si apre sopra la galleria un pozzo verticale, scavato in roccia nella parte inferiore, e nella parte superiore costruito in muratura, fino a raggiungere la cresta della diga di sbarramento alla quale il pozzo si appoggia.

Alla base del pozzo sono collocati gli apparecchi di chiusura e regolazione dell'acqua; dalla galleria di presa si stacca, prima della griglia e degli apparecchi di regolazione, un breve tronco di galleria che mette in comunicazione il Laghetto con l'alveo del torrente a valle.

Il Canale derivatore è del tipo in pressione; ha lo sviluppo di m 3486 e si svolge tutto in galleria, con andamento planimetrico a forma di spezzata, sulla sponda sinistra della Val d'Avio, con notevole rientranza nel fianco delle montagne Corno di Mezzodì e Monte Calvo, sbocca in quest'ultima località sul versante sinistro del fiume Oglio.

La configurazione topografica e geologica dei terreni, nei quali si svolge la galleria, rese necessaria l'applicazione di diversi criteri nello studio del tracciato e della sistemazione definitiva della galleria.
I primi 1850 metri di canale si svolgono in roccia di granito compatto.

Dalla progressiva 1850 in poi il canale si svolge in terreni di struttura geologica completamente diversa, nei quali rocce scistose in decomposizione si alternano a strati di terreni morenici poco consistenti.

Il lavoro di perforazione del primo tratto venne sviluppato su otto punti di attacco allo scavo, tutti serviti con impianti ad aria compressa per la perforazione meccanica; particolari difficoltà vennero riscontrate per il cantiere della val Secca la quale dovette essere collegata alle vie principali tramite teleferiche e sentieri pedonali.

Nel secondo tratto ci furono 12 punti di attacco e con i turni avvicendati diurni notturni la galleria venne completata ed entrò in servizio nell'autunno 1922.

Questa seconda parte, scavata in roccia scistosa ebbe subito gravi problemi di perdite che imposero negli anni successivi, dal 1924 al 1927 numerose campagne di intervento per rivestire l'interno della galleria con tubo metallico.

Alla progressiva 3444 si apre, sopra l'asse della galleria, il pozzo piezometrico alto 22 m, tutto rivestito in lamiera di ferro chiodata.

Le condotte forzate sono due, di m 1800 di sviluppo su un dislivello di circa 755 m; attraversano boschi di abeti e di larici, discendendo, in trincea da Monte Calvo sulla riva sinistra dell'Oglio; in partenza sono provviste di valvola a farfalla con manovra di chiusura a mano ed automatica, di una saracinesca con manovra a mano e di una valvola di rientro aria.

La sede è tutta scoperta ed ha tracciato planimetrico rettilineo; gli appoggi e gli ancoraggi sono in muratura ordinaria e in calcestruzzo.
La tubazione pesa complessivamente circa 1100 tonnellate ed è fornita dalla ditta Tubi Togni di Brescia; una venne messa in opera nel 1922, la seconda nel 1926.

Il fabbricato della centrale, progettato dall'arch. Paleni di Bergamo, è situato sulla sponda sinistra del fiume Oglio, in comune di Temù , è una costruzione mista di muratura ordinaria, calcestruzzo e cemento armato.
Esternamente è tutto in granito vivo. La sala macchine è lunga m. 44, larga m. 14, alta m. 13; L'asse principale della sala è parallelo a quello della tubazione e del collettore.

I cinque gruppi installati sono ad asse orizzontale costituiti da turbina pelton: velocità 504 g/1' con regolatore ad olio e deviatore a tegolo, alternatore con eccitatrice coassiale tre della potenza di 10000 HP e due da 16000 HP;

L'acqua di scarico delle turbine si raccoglie in un tombone sottostante cui segue uno stramazzo Cipolletti per la misura integrale delle acque di scarico e per il controllo del rendimento delle macchine.

E' interessante notare come l'impianto di Temù nasca con soluzioni tecniche di avanguardia, sia per la tensione delle linee, a 125000 V sia per la concezione circuitale: gruppi con montante rigido, senza interruttore tra generatore e trasformatore, quindi ogni altermatore con il proprio trasformatore e con la propria dinamo di eccitazione coassiale.

Inizialmente entrarono in servizio solo due gruppi, e le linee vennero esercite a 70000 V in attesa del completamento dell'elettrodotto a 125000 V, che collegherà la Valcamonica con l'area di Milano;
venne poi aggiunto il terzo e con l'ampliamento successivo, gli altri due gruppi, il 4° ed il 5° vengono costruiti per funzionamento sia a 42 Hz che a 50.

E' la prima centrale in Valcamonica che viene predisposta per la nuova frequenza che diventerà quella universalmente adottata; frequenza che era già in uso nelle società dell'Italia centrale, con le quali la società Adamello, tramite la sua consociata società dell'Ozola, sull'appennino reggiano, con i cui impianti funzionava in parallelo, aveva scambi di energia tramite convertitori rotanti.

Su sollecitazione delle autorità tutorie, che volevano comunicazioni facili per ragioni di guardiania delle dighe, fu il primo impianto idroelettrico della GEA che venne dotato di una moderna funivia di sicurezza, fin dal 1929, che collega il fondovalle con la strada orizzontale che corre in fregio al lago d'Avio.
Venne chiamata funivia di sicurezza perché era la prima (e unica in valle) che disponeva di una apposita fune, oltre alla portante e all'anello trattivo, detta fune freno alla quale si agganciavano le vetture in caso di rottura dell'anello trattivo ed inoltre aveva anche la funzione di recupero in linea delle vetture in caso di gravi guasti alle apparecchiature di trazione.



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Last updated 21.10.2007