ATTIVITA' DEGLI AUTOPRODUTTORI
Impianti ILVA
Gli autoproduttori siderurgici furono tra i primi ad attivare iniziative di produzione di energia elettrica in Valle Camonica; lo stabilimento siderurgico di Darfo ebbe la sua prima ragione di vita nella utilizzazione delle acque del torrente Dezzo, fin dal 1892, quando l'industriale Agostino Bonara utilizzò una centrale idroelettrica, con 32 m di salto, per alimentare dei treni di laminazione per costruire banda nera e stagnata.
Problemi finanziari costrinsero il Bonara a cedere lo stabilimento, nel 1897, ad Antonio Rusconi, al quale successe nel 1899 la Società Elettrosiderurgica Camuna, che dopo aver costruito una nuova centrale ed eseguito una serie di esperimenti col forno elettrico trifase Stassano per la produzione diretta della ghisa dal minerale, non risultando remunerativa l'attività cedeva lo stabilimento alla Società Anonima Ferriere di Voltri nel 1902.
Nel 1907, ampliata l'attività anche alla fabbricazione di carburo di calcio, venne costruita una nuova centrale che utilizzava 117 m di salto del torrente Dezzo; negli anni successivi, in comunione con la SEB venne costruita una seconda centrale sul torrente Dezzo in località Mazzunno, che entrerà in servizio nel 1911.
Gli impianti degli autoproduttori, la cui energia venne utilizzata in Valcamonica per attività siderurgiche o per la fabbricazione di carburo di calcio furono, in assoluto, quelli che estesero i maggiori benefici al territorio in termini di occupazione, dagli inizi del secolo almeno fino agli anni ottanta.
Le Ferriere di Voltri nel 1930 vengono fuse con la società Ilva e seguono successivamente tutto l'evolversi delle società pubbliche del gruppo Finsider-Iri fino al loro dissolvimento avvenuto tramite la vendita a privati con le dismissioni della siderurgia pubblica negli anni ottanta.
Centrale di Darfo
Utilizza le acque del torrente Dezzo a monte di Corna di Darfo, con opera di presa in località Ponte d'Angolo;
il canale di derivazione è in galleria ed è lungo circa 1715 m; la condotta forzata è costituita da due tubi del diametro di mm 1400, lunghi 338 m.
La portata derivata è di 5 m 3/s medi, il salto di 117,2 m e la potenza nominale di 7814 CV.
Inizialmente la centrale funzionava con generatori bifasi a 36 Hz, con la fusione delle Ferriere di Voltri nella società Ilva, nel 1930 venne trasformata in trifase a 42 Hz per poter funzionare in parallelo con la rete della società Adamello;
in sala macchine sono installati:
- - due gruppi generatori ad asse orizzontale costituiti da turbina francis da 4910 CV e alternatore da 4300 KVA, 8000 V, 42 Hz.
- - un gruppo, sempre ad asse orizzontale, turbina francis da 2000 CV e alternatore da 1800 KVA, stessa tensione e frequenza
- - un gruppo per servizi ausiliari costituito da turbina pelton da 150 CV ad asse orizzontale con alternatore trifase 160 KVA, 220 V, 42 Hz.
- - un secondo gruppo per servizi ausiliari costituito da turbina pelton da 150 CV e alternatore da 105 KVA, 230 V, 42 Hz.
- - un gruppo motore trifase V 220, 42 Hz , CV 84 con dinamo da 50 KW, 500 V
La produzione media annua ammonta a circa 34 milioni di KWh.
Nel corso degli anni ha seguito le vicissitudini dei cambi di società, propri della siderurgia pubblica, fino a pervenire ad un gruppo privato negli anni novanta; la centrale è stata, da questo completamente rifatta.
Centrale di Mazzunno
La concessione di derivazione è in comune con la Società Elettrica Bresciana la quale ha diritto di utilizzare costantemente la portata di magra di 2,2 m3/s, mentre le Ferriere utilizzano le ulteriori portate.
Il bacino imbrifero di pertinenza è di circa 157 Km2, ha in comune l' opera di sbarramento sul torrente Dezzo, con derivazione in sponda sinistra e il canale di circa 1500 m che confluisce tramite partitore di portata in due vasche separate attigue, una per ogni concessionario.
Dalla vasca delle Ferriere di Voltri si diparte la condotta forzata in ferro del diametro di 1500 mm lunga 1457 m; la portata nominale derivata è di 5 m3/s ed il salto di 132,7 m; il macchinario installato consiste in tre gruppi ad asse orizzontale turbina francis da 3500 CV con alternatore trifase da 3050 KVA, 8000 V, 42 Hz.
La producibilità media dell'impianto è di circa 24 milioni di KWh per anno.
Questa centrale verrà distrutta quasi completamente, insieme a parte delle condotte forzate durante il disastro del Gleno del 1 dicembre 1923; l'anno successivo viene prontamente ricostruita.
Anche questo impianto, dopo aver seguito tutte le fasi delle società pubbliche che sono succedute all'Ilva, dagli anni novanta è di una società privata e la centrale è stata completamente rifatta.
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centrale di Baitone
svaso lago d'Arno
centrale di Cedegolo - 1910
centrale di Campellio
centrale di Campellio - 1933
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