L'INDUSTRIA ELETTRICA




IN VALLE CAMONICA - 8 -

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Bibliografia

in questa pagina:
Lago Dosazzo
Centrale di Salarno



Le fotografie in bianco e nero sono dell'archivio storico Enel di Sesto S. Giovanni


Estratto - rivisto e ampliato - dal volume: L'UOMO E L'ACQUA Edito da Banca di Valle Camonica - Gruppo Banca Lombarda - Breno 2002 -
A cura di: Oliviero Franzoni:
Nascita e sviluppo delle centrali idroelettriche sul territorio camuno di franco pelosato

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ATTIVITA' DELLA SOCIETA' GENERALE ELETTRICA DELL'ADAMELLO - GEA -

Lago Dosazzo

Sempre con l'intento di aumentare la capacità di accumulare l'acqua dei periodi di morbida per poterla utilizzare, a portata costante anche nei periodi di magra invernale, la Cisalpina si propose di utilizzare completamente la valle di Salarno per questo scopo.

Immediatamente a monte del lago Salarno era presente una piana alluvionale (del Dosazzo) costituita da un antico lago completamente colmato da sabbia e detriti fini ed era percorso dalle anse del torrente che, al termine della parte pianeggiante curvando verso sinistra precipitava, con un salto di circa 50 m nel lago Salarno.

Venne realizzata una galleria artificiale in profondità che transitando longitudinalmente, in sponda destra della valle passa a lato del lago Salarno e sbuca lungo il gradone glaciale che sovrasta il sottostante lago di Macesso, che si trova a circa 1950 m s.l.m., mentre la piana del Dosazzo si trova a circa 2085 m. s.l.m.

Anche in questo caso, in modo analogo a come venne eseguita l'opera di presa al lago Baitone, venne scavato un pozzo sulla barriera tonalitica che contiene il materiale della piana, collegato con una galleria di scarico fino al gradone a valle e poi dal pozzo avanzarono verso monte, sotto il fondo della piana di sabbia, con una galleria in salita, per facilitare l'evacuazione dei detriti, e con l'intenzione di lasciare un diaframma di roccia da demolire con una serie di cariche di esplosivo a brillamento simultaneo.

Probabilmente i rilievi dello spessore di roccia furono poco precisi perché quando ancora si pensava di dover procedere con lo scavo in roccia, improvvisamente il diaframma cedette;
fortunatamente ciò avvenne durante un cambio di sciolta, quindi in assenza di personale in galleria e non successe nulla alle persone, ma evidentemente il rischio fu enorme:
avrebbero potuto essere investiti dall'acqua e dal fango una decina di persone.

In quel periodo in Valsaviore qualcuno sosteneva anche che la Cisalpina avesse previsto che per questo lavoro si dovesse "perdere" una sciolta di operai, nel momento in cui si completava la perforazione verso il materiale sciolto da evacuare;
personalmente penso che per quanto possano apparire certi comportamenti della società molto disinvolti (e/o cinici), non sia assolutamente credibile una tale scelta e l'avvenimento sia stato puramente casuale.

Tutto il limo e la sabbia venne scaricato idraulicamente attraverso questa galleria intervenendo con squadre di spalatori e con getti d'acqua per farlo defluire insieme all'acqua del torrente;

naturalmente questa operazione causò l'intorbidamento di tutto il torrente Salarno, fino al fiume Oglio compreso, e ci furono parecchi contenziosi con gli agricoltori che utilizzavano l'acqua del fiume per irrigazione.

Venne stipulata nel 1936 una convenzione in base alla quale la società Cisalpina era autorizzata a ripetere queste operazioni di dissabbiamento sui suoi impianti, ma si sottoponeva al pagamento di danni diretti da farsi alla associazione degli agricoltori camuni, i quali si ripartivano tra loro gli indennizzi, in funzione delle aree danneggiate.


da: "archivio Ghislandi"
Agricoltori
da fascicolo 2 cartella 7 - impianti della Valsaviore - dattiloscritto (in copia pochissimo leggibile)

CONVENZIONI

Si premette:

  • - che la Società Generale Elettrica Cisalpina (detta in seguito Cisalpina) proprietà degli impianti idroelettrici dell'Alta Valle Camonica, ha proceduto negli anni 1935-36 al dissabbiamento di laghi e bacini montani interrati inerenti alle sue concessioni.
  • - Che negli anni prossimi essa intenda proseguire tali lavori di dissabbiamento sia in Valle del Poglia, sia in Valle dell'Aviolo sul Rio Paghera, affluenti dell'Oglio.
  • - Che sui lavori di dissabbiamento eseguiti si è creato un intorbidimento nel fiume Oglio con danni a certe plaghe agricole usufruenti dell'acqua del fiume ed affluenti e che è da prevedere l'intorbidimento dell'Oglio per i prossimi lavori di dissabbiamento arrecherà nuovi danni.
  • - Che tali danni sono stati valutati e liquidati interamente per l'anno 1935, mentre per l'anno 1936 tale liquidazione ha avuto luogo solo in parte, a causa del mancato accordo nella valutazione con alcuni gruppi di agricoltori
  • - Che per disposizione presa di concerto con l'On. R. Prefettura di Brescia la posizione degli agricoltori venne posta sotto il patrocinio dell'Unione Agricoltori di Brescia e nell'interesse tanto della Cisalpina che degli agricoltori sotto l'assistenza amichevole dell'On. Ispettorato Agrario
  • - Che l'Unione Agricoltori di Brescia è regolarmente delegata coi più ampi poteri e senza necessità di ratifica da ogni singolo agricoltore o Consorzio di Agricoltori cosicchè il presente accordo è legalmente impegnativo per tutti gli agricoltori soggetti ai danni conseguenti i lavori di dissabbiamento.
  • - Che detti Enti tutori hanno largamente esaminata la situazione da definire.

Tutto questo premesso, ritenute le dette premesse parte integrante, fra la Cisalpina e l'Unione Agricoltori, assistiti dall'On. Ispettorato Agrario, si è addivenuti al seguente accordo:

1°) Gli agricoltori della Valle camonica si impegnano a non sollevare alcuna obiezione e contestazione per i dissabbiamenti che la Cisalpina ha eseguito ed eseguirà sugli affluenti del Poglia, Salarno, Adamé, Miller, Baitone e Val Paghera negli anni venturi per un periodo di tre mesi consecutivi per ciascun anno.
Normalmente i mesi saranno Aprile, Maggio e Giugno.

In caso di primavera piovosa , le parti si riservano di accordarsi di volta in volta per un eventuale prolungamento dei lavori di dissabbiamento nel mese di luglio

2°) Per vari danni all'agricoltura la Cisalpina verserà agli agricoltori, entro cinque giorni dalla firma della presente convenzione i compensi in appresso indicati, per il tramite della loro Unione, la quale dichiara di tenere sollevata ed indenne la Cisalpina di ogni e qualsiasi ulteriore richiesta da parte di chiunque per i danni alla proprietà terriera di cui alla premessa:

a) - per danni dell'annata 1936 - non ancora liquidati e comunque a definitiva tacitazione di ogni arretrato, la somma a corpo di l. 90.000 (lire novantamila); questa somma verrà ripartita fra gli agricoltori interessti a cura e giudizio della rispettiva Unione Agricoltori, la quale prende atto della intenzione della Cisalpina che nelle ripartizionisiano tenuti in considerazione anche gli agricoltori già tacitati.

b) La Cisalpina provvederà inoltre alla costruzione di abbeveratoi per il bestiame per una spesa complessiva non superiore a L. 5.000 (lire cinquemila) in località da fissare nell'ambito delle zone soggette ai lavori.

c) Per i lavori di dissabbiamento dei prossimi anni si indica in via di massima che le plaghe agricole da prendere in considerazione sono quelle messesi in evidenza negli anni 1935-36 che vengono qui di seguito specificate:

Comune di Vezza d'Oglio tavole bresciane 18,050
Comune di Incudine tavole bresciane 1,825
Comune di Edolo tavole bresciane 20,046
Comune di Capo di Ponte tavole bresciane 4,087
Comune di Malonno tavole bresciane 16,000
Comune di Cedegolo tavole bresciane 13,800
Comune di Valsaviore tavole bresciane 7,000
Comune di Breno (Bosche) tavole bresciane 5,400
Comune di Breno (Losine) tavole bresciane 20,000
Comune di Cividate tavole bresciane 17,700

totale tavole bresciane 123,858 pari a circa ettari 380

Su questo complesso di tavole bresciane e in genere per tutti gli agricoltori che dovessero venire interessati, la Cisalpina corrisponderà. per ogni anno in cui si effettueranno i dissabbiamenti , i seguenti indennizzi, intesi assegnati per la impossibilità di irrigare e per i disturbi in genere causati dalla torbidità dei corsi d'acqua:

Dall'inizio fino al 15 giugno L. 15.000
dal 16 al 30 giugno L. 25.000
Una ulteriore somma di l. 20.000 sarà dalla Società Cisalpina stanziata e tenuta a disposizione di S.E. il Prefetto qualora si verifichi uno dei seguenti casi:

- in caso di annata di eccezionale siccità, anche se il dissabbiamento cessa il 30 giugno, sentito il perere dell'On. Ispettorato Agrario;

- oppure in caso di prolungamento dei lavori di dissabbiamento oltre il 30 giugno, per un periodo in Luglio da stabilire tra le parti.

3°) Qualora in un anno lavorativo, le operazioni di dissabbiamento venissero eseguite parzialmente , nel senso di interessare solo una parte della zona soggetta o di chiudersi prima della fine di giugno, i compensi di cui al capoverso precedente verranno ridotti in proporzione delle aree interessate e del tempo di durata degli intorbimenti.

4°) La società si riserva la facoltà di effettuare dissabbiamenti anche in altre valli, come ad esempio in Val d'Avio; in tal caso sarà tenuto conto della maggiore superficie interessata, modificando congruamente il compenso dovuto dalla Società in base agli articoli precedenti.

5°) La Cisalpina darà anno per anno tempestivo avviso mediante lettera raccomandata all'Unione Agricoltori, dell'inizio e termine dei lavori e gli agricoltori dovranno, in tale periodo di tempo tenere chiusi i canali di irrigazione.

6°) L'entità degli indennizzi verificandosi le ipotesi di cui ai NN. 3 e 4 verrà precisata entro un mese dalla chiusura dei lavori e la somma rispettiva versata dalla Cisalpina all'Unione Agricoltori nel termine stesso, assumendo la detta Unione la.....di cui agli articoli 2 e 7 della presente convenzione.

7°) La ripartizione e assegnazione degli indennizzi da zona a zona sarà fatta a cura e giudizio della Unione Agricoltori, la quale terrà sollevata la Cisalpina da ogni azione privata.

8°) Per ogni procedura inerente al presente accordo si elegge come sede quella dello Ispettorato Agrario di Brescia.

Società Generale Elettrica Cisalpina firmato il V. direttore generale

Il presidente dell'Unione provinciale Fascista Agricoltori f.to Ing. ..


Non risulta che successivamente al 1936, anno in cui venne dissabbiato parzialmente il lago Salarno, si siano fatti altri dissabbiamenti così consistenti.

Per riuscire ad evacuare completamente la piana dovettero realizzare anche un secondo scarico più basso e più interno all'area pianeggiante, anche questo tramite un secondo pozzo di approccio (in sponda sinistra), sulla continuazione della primitiva galleria, ed in modo analogo al primo.

Il materiale evacuato è stato scaricato nel laghetto naturale di Macesso, il quale venne sovralzato con uno sbarramento rettilineo in bolognini di granito, alto pochi metri, per riuscire a contenere tutto il materiale che risultò essere di circa un milione e mezzo di m3 e colmò, insieme a quello proveniente dal Salarno, completamente lo specchio d'acqua di questo lago.

Era intenzione della società realizzare poi, al Dosazzo, una diga per aumentare la capacità dell'invaso così ottenuto; sul posto è ancora visibile la trincea scavata nel materiale sciolto per decorticare lo sperone roccioso che copre la parte destra della valle, dove avrebbe dovuto essere impostata la diga;

probabilmente, venute a mancare le sovvenzioni statali, non risultava più conveniente economicamente la realizzazione;
venne costruito infatti un modesto muro a secco, ricoperto di zolle che delimita anche attualmente il "lago" così ottenuto.

Non ho rintracciato dati relativi al progetto della diga; a voce ho sentito dire che la diga del Dosazzo avrebbe dovuto invasare anche parte dell'acqua della Valle Adamé, che attraverso un'opera di presa a monte rispetto a quella esistente, dopo aver perforato le montagne che separano la valle di Adamé dal Salarno, a ritroso rispetto alla galleria Salarno-Adamé avrebbe trasferito in Val Salarno le acque per invasarle e quindi restituirle attraverso la nuova galleria "diretta" successivamente realizzata, al sistema Poglia, dopo essere state turbinate nella centrale di Salarno.

Oltre alla creazione del lago Dosazzo venne realizzato anche un nuovo scarico di fondo nel lago Salarno, a quota 2000 circa, vale a dire ben 38 metri sotto il livello del preesistente lago naturale, detto scarico venne messo in collegamento con la nuova galleria verso Adamé chiamata "diretta" perchè si dirige verso Campellio transitando in valle Adamé senza confluire nella presa, ma innestandosi direttamente nel canale dopo la traversa, e transitando sopra il torrente Adamé con un ponte canale.

Questa galleria di scarico di fondo, realizzata mediante lo scavo di pozzi di approccio successivi e di gallerie inclinate sotto l'alveo, analoghe a quelle del Dosazzo, consente di utilizzare integralmente l'acqua del lago naturale di Salarno poichè si è praticamente raggiunto il fondo dello stesso;

quando venne realizzata servì per evacuare dal lago e dalla "penisola" di sabbia che si trovava in corrispondenza dell'immissario, poco più bassa del livello normale del lago naturale, oltre 500.000 m3 di sabbia e limo, che venne fermato dalla dighetta nel lago di Macesso;

dalla relazione di questi lavori si evince che la società aveva in programma ulteriori campagne di dissabbiamento da fare negli anni successivi, per aumentare ulteriormente la capacità utile del serbatoio di Salarno, dato che ci sono almeno un altro milione di metri cubi di materiale evacuabile.

La "penisola" di sabbia infatti è stata evacuata solo marginalmente, inoltre anche sul fondo del lago, intorno all'opera di presa più bassa è rimasta ancora una notevole quantità di sabbia fluitabile senza grosse difficoltà, salvo i problemi di intorbidamento dell'emissario.

Evidentemente negli anni successivi sono cambiate alcune condizioni per cui la società non ritenne di proseguire in questo tipo di lavoro.

La galleria diretta, oltre allo scarico di fondo del lago, raccoglie anche lo scarico della centrale di Salarno, la quale venne costruita negli anni immediatamente successivi alle opere descritte.


lago di Dosazzo




lago di Dosazzo




centrale di Salarno





lago di Salarno




lago di Salarno




lago di Salarno




presa Adamé





Dosazzo





sfioro traversa





Dosazzo-Salarno





valle Adamé: casine di mezzo





Salarno





Salarno





Salarno







lago d'Arno





centrale di Cedegolo - 1910





lago d'Arno



Centrale di Salarno

E' realizzata completamente in caverna, all'interno del gradone glaciale che separa, sulla destra orografica della valle il piano del lago di Macesso da quello del Dosazzo; è accessibile dal piazzale a lato della diga di Salarno tramite galleria discendente percorsa da piano inclinato oppure tramite galleria orizzontale (di uscita di sicurezza) poco sopra la piana erbosa che costituiva il lago di Macesso.

Si può considerare formata da due impianti distinti:

- il Miller che consiste in due gruppi con turbina francis e generatore asincrono da 1500 KW ad asse orizzontale, che utilizza l'acqua proveniente dalla galleria del Miller, attraverso un pozzo inclinato in roccia tonalitica compatta, senza rivestimenti, al posto della condotta forzata, e può effettuare due servizi distinti;
- il primo, utilizzare il salto completo di circa 160 m tra lo sbocco della galleria del Miller e la galleria diretta verso Adamé;
- il secondo servizio prevede sempre l'utilizzo dell'acqua del Miller ma con lo scarico in contropressione nel serbatoio del Salarno, quindi con un salto utile variabile compreso tra 80 e 115 m; la portata di ciascun gruppo è di 1,5 m3/s.

- il Salarno-Dosazzo che consiste in un gruppo da 1500 KW, analogo ai precedenti che ha lo scarico collegato sempre alla galleria diretta verso Adamé, mentre l'alimentazione può essere derivata a piacere, dal Serbatoio Dosazzo oppure dal lago Salarno, quindi con un salto utile variabile da 35 a 80 m ed una portata di circa 3 m3/s.

La produzione della centrale viene trasmessa, tramite una linea a 70 KV (ora a 15 KV) alla centrale di Isola, quindi alla stazione elettrica di Cedegolo.

Come si evince dalla descrizione la centrale di Salarno oltre ad avere la funzione di produrre energia elettrica per utilizzare le differenze di livello tra la galleria verso Adamé e quella proveniente dal Miller e dal Dosazzo, costituisce un importante nodo idraulico che consente una notevole flessibilità nel convogliamento delle acque in funzione delle venute e delle situazioni contingenti dei livelli dei serbatoi interessati.

Con la realizzazione dell'impianto di Salarno si completa, da parte della Società Generale Elettrica Cisalpina il razionale utilizzo del cosiddetto sistema del Poglia, iniziato nel lontano 1907 dalla società Adamello;
nei periodi successivi non ci saranno, fino all'avvento dell'Enel grandi variazioni strutturali degli impianti, bensì un lavoro continuo di adeguamento alla rete e di aggiornamento tecnologico, il principale dei quali fu l'adeguamento degli impianti al valore unificato della frequenza a 50 Hz, poiché gli impianti Adamello erano inizialmente tutti a 42 Hz.



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Last updated 21.10.2007