ECOSISTEMA FORESTALE DEL
PARCO DELL’ADAMELLO
1. Il paesaggio forestale del fondovalle (350-500 m s.l.m.): le aree antropizzate
Il paesaggio forestale del fondovalle è caratterizzato dalla forte parcellizzazione
delle superfici per la presenza di aree abitate (ecosistemi antropizzati).
Le formazioni tipicamente forestali tendono ad essere relegate in piccole aree e
solo in limitate superfici si osservano boschi di una certa estensione (boschi
di latifoglie a prevalenza di acero - Acer campestre, orniello - Fraxinus
ornus, tiglio – Tilia platyphyllos, ciliegio selvatico - Prunus cerasus e
robinia – Robinia pseudoacacia).
L’importanza ecologica di queste formazioni è fondamentale in quanto costituiscono dei
cosiddetti corridoi ecologici naturali in aree dove la presenza dell’uomo ha
comportato inevitabilmente modificazioni radicali del paesaggio; questo fatto è
inoltre ben testimoniato anche dalla presenza dì numerose “piante basse” quali
arbusti e cespugli tra cui il biancospino - Crataegus rnonogyna, il prugnolo -
Prunus serotina e il rovo - Rubus idaeus.
Tra la flora erbacea, all’interno di questa fascia, è possibile osservare Crocua
albiflorus (zafferano alpino), tra le prime corolle a sbocciare alla scomparsa
della neve. Numerosi sono inoltre i prati intensamente colorati da Papaver
rhoeas, e Salvia pratensis, con le sue infiorescenze violacee (ma non mancano
anche i casi di albinismo) In corrispondenza di prati concimati e comunque su
substrati ricchi di humus è possibile scorgere le inconfondibili corolle di
Geranium sylvaticum. Da luglio a settembre, in habitats molto diversificati,
non passano inosservate le infiorescenze blu-violacee a pannocchia dell’aconito
(Aconicum pamiculatum).
Tra le orchidee (famiglia Orchidaceae) si possono citare Orchis sambucina, sia
nella versione cromatica gialla sia in quella purpurea, e Orchis mascula.
In molti prati dì mezza costa e in corrispondenza del fondovalle sono diffusi
Taraxacum officinale (cicoria), Primula vulgaris Trollius europeaus (botton
d’oro), viola tricolor e i trifogli (Trifolium repens, T. pratense), Campanula
patula.
Tra le specie animali
osservabili in questi habitats possiamo citare molte specie di uccelli tra cui
spiccano i Paridi (cinciallegra — Parus major, cinciarella — Parus caerulus e
cincia mora — Parus ater), i fringillidi (peppola — Fringilla montifringilla,
verzellino — Serinus serinus, cardellino — Cardelius cerdelius, il verdone —
Cardelius chloris, il ciuffolotto — Pyrrhula pyrrhula, frosone — Coccothraustes
coccothraustes e il fringuello — Fringilla coelebs), i Turdidi (cesena — Turdus
pilaris, merlo — Turdus merula, il pettirosso — Eritachus rubecula e usignolo —
Luscinia megarhynchos), le Rondini (rondine rustica — Hirundo rustica,
balestruccio — Delichon urbica), lo scricciolo — Troglodites troglodites, il
codibugnolo — Aegithalos caudatus e l’averla piccola — Lanius collurio il
nibbio bruno —Milvus migrans, la poiana —Buteo buteo e numerose altre specie.
Tra i mammiferi meritano una citazione particolare soprattutto i mustelidi
(martora — Martes martes e donnola – Martes nivalis), la lepre comune —
Lepus europaeus e il coniglio selvatico — Oryctolagus cuniculus, la talpa europea
- Talpa europea, i gliridi (ghiro — Glis glis e topo quercino —
Eliornys quercinus), l’arvicola agreste — Microtus agrestis e l’arvicola
campestre — Microtus arvalis, la crocìdura minore — Crocidura suaveolens e
infine il riccio europeo — Erinaceus europaeus.
Tra le altre categorie
animali sono poi presenti svariati artropodi, rettili e anfibi (rospo comune —
Bufo bufo, biacco — Coluber viridiflavus, la lucertola muraiola — Lacerta
muralis e il ramarro Lacerta viridis).
La salvaguardia di queste
zone non deve necessariamente coincidere con la limitazione dello sfruttamento
delle superfici tuttavia la regolamentazione attenta dei sistemi di gestione
delle aree antropizzate può contribuire al mantenimento di preziosi
microecosistemi quali le siepi, i cestìuglieti e le boscaglie di margine.
Una citazione particolare meritano invece le “situazioni di margine” a ridosso
dei corsi d’acqua dove sono presenti le cosiddette formazioni di ripa
(caratterizzate dall’elevata presenza di salicona - Salix caprea, salice di ripa
- Salix eleagnos, ontano nero – Alnus glutinosa, ontano bianco — Alnus incana e
pioppi, variamente scalzati dall’avanzare della robinìa). Questo tipo di
ecosistemi è caratterizzato da una costante ecologica riconducibile
principalmente alla presenza di acqua.
Tutte le specie vegetali e
animali che si possono osservare in questi habitats si sono adattate alle
condizioni particolari che offrono: saturazione d’acqua, inondazioni periodiche
e incostanza delle condizioni nutritive del suolo. Oltre alle specie vegetali
citate si possono così osservare numerosi animali tra cui meritano particolare
menzione i pesci tipicamente alpini (trota fario — Salmo trutta fario, trota mormorata
— Salmo trutta rnarmorata e il salmerino — Salvelinus alpinus), gli uccelli
acquatici (martin pescatore — Alcedo atthis. la ballerina bianca — Motacilla
alba e merlo acquaiolo — Cinclus cinclus), il toporaguo d’acqua — Neomys
fodiens, e molte altre specie.
Nel parco negli ultimi anni sono state effettuate numerose esperienze di tutela e
reinserimento del gambero di fiume - Austropotamohìus pallipes italicus, che
costituisce un prezioso indicatore biologico del tenore di salute dell’
ambiente.
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