Giunti alla quota della sommità della diga possiamo vedere:
- la stazione motrice della ex funivia Isola - Arno, rimasta in servizio dal 1938 al 1987.
- la casa dei guardiani, ex palazzina della direzioni lavori ed in precedenza ex casa della finanza
(quando il passo di campo era frontiera di stato, il controllo delle merci e persone in transito
era seguito dal personale della finanza di questa caserma)
- più a valle della diga c'è il fabbricato delle pompe di recupero, tuttora in servizio per raccogliere
l'acqua proveniente da un canale di gronda che ha andamento orizzontale e si estende per un centinaio
di metri sotto la strada Vertice Q - Arno.
Nato però come esigenza di recuperare le abbondanti perdite della ex galleria Arno - Vertice dell'impianto di Isola,
che venivano raccolte in corrispondenza della finestra n° 1 e successivamente
anche per le perdite della diga stessa.
Attualmente il ciglio diga è percorribile come sentiero che collega la spomda destra con la sinistra del lago;
in origine, alla costruzione della diga, non era prevista la percorribilità in quanto la diga era più bassa
ed il ciglio era stato realizzato come sfioratore; questo fatto creò non poca conflittualità, soprattutto
con il comune di Paspardo che aveva il diritto di transito per raggiungere la malga di Val di Fumo.
Poichè, dal 1912 in poi venne collegato al lago d'Arno anche il bacino imbrifero della valle di Adamé,
erano frequentissimi i casi di sfioro, e l'acqua sfiorante provocava la caduta del ponticello che era
stato predisposto per il passaggio delle persone e degli animali proprio a valle della diga.
Credo che i rapporti tra il comune di Paspardo e le varie società elettriche che si sono succedute (Enel compresa)
abbiano dovuto scontare alcuni atteggiamenti prevaricatori dei primi anni del 900 della società Adamello.
Il problema del pasaggio rimase attuale anche dopo il 1927, quando fu completato lo sfioratore laterale tramite un
tratto di galleria in quanto il nuovo passaggio predisposto doveva attraversare proprio il canale di sfioro,
ed il relativo ponticello veniva regolarmente distrutto.
Credo si sia risolto solo quando è stato realizzato il raccordo con il nuovo ciglio diga ed attuato il percorso
attuale, no so però in che anno ciò avvenne.
Dalla diga si vede anche un "orribile" camminamento realizzato in cunicolo artificiale che collega il piano stradale con
l'opera di presa (in galleria) dell'impianto di San Fiorano, realizzato negli anni '70.
Proseguendo lungo la strada piana, incontriamo ancora dei fabbricati di servizio: prima il gruppo elettrogeno e
l'accesso diga, poi un secondo con annessa cabina elettrica; un terzo, un tempo falegnameria e officina fabbri,
attualmente utilizzato per le apparecchiature di controllo della diga.
Infine una palazzina sulla destra in fregio al lago, non utilizzata dagli anni sessanta in poi; un tempo,
fino agli anni '50 circa, sede dello spaccio e del locale di ricreazione del cantiere, molto frequentato,
anche dai pastori e dai malghesi in transito: era provvisto di campo per il gioco dedde bocce ed era l'unico
posto, fuori dai paesi, dove si trovava il vino.
Proseguiamo quindi per la strada piana verso la centrale di Campellio; è una strada che per quasi metà
percorso si trova in galleria o in paravalanghe artificiale; anche questa è stata costruita per i lavori
idroelettrici di collegamento del bacino dell'Adamé con l'Arno.
Fino agli anni settanta era attrezzata con binario "decoville" e serviva per
il trasporto dei materiali alla centrale o alla vasca di carico di Campellio.
Attualmente, non essendoci più la funivia, i trasporti personale e materiali, vengono effettuati con
elicottero.
Lungo il tragitto si incontrano dei fabbricati parzialmente diroccati: nel primo, in passato
(fino agli anni cinquanta) venivano depositate le pompe
che in inverno servivano per vuotare parzialmente l'invaso naturale del lago d'Arno;
e quindi utilizzare anche l'acqua al di sotto del livello della presa della centrale di Isola.
Più avanti c'è una ex cabina elettrica; all'inizio della prima galleria, sulla sinistra
esiste ancora il portone di accesso al pozzo dell'
opera di presa della centrale di Isola (ora tamponata definitivamente con getto in calcestruzzo, messo
in opera in occasione della costruzione dell'impianto di San Fiorano).
Sono ancora visibili i piani inclinati delle pompe di svaso utilizzate per la
costruzione dell'impianto di San Fiorano (speriamo che Enel Produzione inserisca in futuro,
nei suoi programmi di recupero degli ex cantieri anche la bonifica di questo luogo).
AL termine della strada piana, si sale a sinistra, proprio davanti al cancello della
centrale di Campellio, si passa sopra il fabbricato della centrale, si attraversano le condotte
forzate e si prosegue lungo il sentiero per la Pozza d'Arno.
Qui si vede:
- il fabbricato casa alloggi
- la centrale di Campellio vera e propria, collegata alla casa alloggi
tramite un passaggio coperto (paravalanghe)
realizzato dopo che una valanga, il 6 gennaio 1920 distrusse completamente la centrale in costruzione.
Col senno di poi si direbbe che in questo caso non sono stati lungimiranti i dirigenti della Società
Adamello in quanto, nella stessa zona solo quattro anni prima (nel 1916) era caduta una valanga di immani
proporzione causando la morte di molti alpini e la distruzione di metà caserma che li ospitava.
Fu in questa occasione che venne costruito appositamente l'attuale cimitero di Isola, come cimitero
militare: per ospitare tutte le vittime di quella tragedia.
In quest'ultimo caso, a Isola, si diceva che a causare la valanga fossero stati gli stessi ufficiali degli
alpini transitando con gli sci sopra la caserma, provocarono il distacco della neve.
Che sia stato questo l'alibi della società Adamello? Per decidere di costruire la centrale in un luogo dove
solo pochi anni prima si era distaccata una valanga, senza particolari precauzioni?
Comunque la ricostruzione con fabbricati a "paravalanghe" si è dimostrata efficace visto che la centrale
attuale ormai è li da 80 anni.
Più avanti, sopra la centrale si vedono le condotte forzate e più su ancora il bacino di carico.
Sul dosso sopra la centrale si incontra un pianoro erboso dove c'è una fontana per l'abbeveraggio del bestiame (ora disattivata) e più avanti una baita da pastore ancora agibile; proseguendo si raggiunge una valletta, dalla quale vengono scaricate le acque di sfioro della centrale, attraversata da un pontilla ad andamento
tortuoso.
Questo passaggio fu in passato oggetto di conflittualità tra le società elettriche che hanno
gestito l'impianto di Campellio ed il comune di Cevo, in quanto il ponticello è sempre stato soggetto ad essere asportato dalle piene di sfioro e, soprattutto in passato essenziale per l'agibilità della
malga di Pozza d'Arno.
In vista del laghetto di pozza d'Arno ci si mantiene sulla destra e si sale lungo il pendio, ora coperto (dopo l'alluvione del 1987) di un rigoglioso bosco di ontano verde, seguendo il
sentiero segnalato con il n° 89; successivamente si gira a sinistra, si attraversa la valletta e si prosegue in diagonale.
A quota 2400 m s.l.m. circa, in prossimità della profonda incisione costituita dalla Val Ghilarda, quando si è già in vista del passo Dernal ci si congiunge con il
sentiero n° 1 proveniente dal passo di Campo.
Dalla pozza d'Arno al rifugio il tempo medio di percorrenza è di circa due ore.
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Isola-Vertice
vertice: ex camera valvole
vertice: motrice ex teleferica
ex malga di pozza d'Arno
laghetto Dernal
laghetto Dernal
valle Dois
rifugio Maria e Franco
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